Romano PRODI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 254 - seduta del 09-10-1997
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1997 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 266
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signori deputati, desidero innanzitutto ringraziare tutti gli intervenuti, nessuno escluso, per il tenore del dibattito che si è svolto sulle mie comunicazioni. mi è sembrato un dibattito serio e consapevole della posta in gioco . ho sentito — come è naturale in questi casi — accenti diversi e tuttavia mi sembra che, nel complesso, la discussione sia stata degna di quest' Aula ed all' altezza dei problemi che abbiamo davanti. non solo: abbiamo tutti potuto verificare l' interesse altissimo che in Italia ed all' estero si è acceso attorno a noi. gli stessi indici di ascolto registrati dalla trasmissione televisiva in diretta dicono che le questioni che abbiamo dibattuto sono avvertite dai nostri concittadini come questioni che li riguardano immediatamente e direttamente. significa che il nostro popolo ha capito l' importanza della posta in gioco e ci richiama ad uno specialissimo senso di responsabilità . lo stesso possiamo dire dell' attenzione dell' opinione pubblica straniera per le nostre vicende. essa dimostra il peso che l' Italia ha assunto sullo scenario internazionale e l' importanza che la nostra partecipazione all' Unione Europea ed alla moneta unica ha per gli altri popoli. entrando nei contenuti del dibattito, voglio richiamare innanzitutto i punti sui quali si è registrato un consenso che va al di là della stessa distinzione fra maggioranza ed opposizione. il primo di questi punti riguarda l' obiettivo europeo. in quasi tutti gli interventi abbiamo registrato la convinzione che l' avvenire dell' Italia sia legato all' ingresso, fin dall' inizio, nell' unione monetaria europea. non avevo dubbi su questo, perché questo è con assoluta evidenza ciò che vuole la quasi totalità dei nostri cittadini. è molto importante, però, soprattutto per chi ha dirette ed immediate responsabilità di Governo, verificare che la grande maggioranza dei parlamentari italiani condivide questa stessa opinione. il secondo punto sul quale si è registrato consenso riguarda gli aspetti positivi che la situazione economica e finanziaria del paese ha registrato in questi ultimi mesi. stamattina abbiamo avuto i dati della produzione industriale e degli ordini di luglio, che sono estremamente lusinghieri. certo, da parte di chi non sostiene il Governo gli apprezzamenti sono stati più tiepidi di quelli espressi dai leader della maggioranza, ma tutti in quest' Aula hanno constatato che l' obiettivo europeo è ora a portata di mano. tutto questo non sarebbe stato possibile solo un anno fa; oggi è invece non solo possibile, ma in qualche modo obbligato. gli indici che ho ricordato sono, infatti, inequivoci e dicono che lo sforzo compiuto in quest' anno e mezzo ha condotto a risultati importanti. il terzo punto sul quale abbiamo registrato una grande convergenza di opinioni riguarda la necessità di non mettere a rischio oggi, ad un passo dal traguardo, la possibilità di raggiungere l' obiettivo. questi tre punti sono per me di grandissima importanza e spero che il paese apprezzi la consapevolezza che la sua classe politica ha dimostrato e dimostra, esprimendo in modo quasi corale il suo consenso a queste posizioni. il Governo che, come ricordavo, ha fatto dell' obiettivo Europa il punto di riferimento principale della propria azione, non può che essere soddisfatto di tutto questo. io personalmente ed i miei colleghi sentiamo di aver bene interpretato la volontà profonda del paese e del Parlamento operando come abbiamo operato in questi mesi. il dibattito ha però — e sarebbe inutile negarlo — fatto registrare anche differenze evidenti e dissensi in ordine al modo con il quale operare per perseguire l' obiettivo comune. questo non ci deve sembrare strano; anzi è normale, fisiologico, che in un sistema politico che distingue correttamente e nettamente tra maggioranza ed opposizione si registrino opinioni diverse. il fatto poi che il Governo da me guidato sia riuscito a raggiungere questi risultati senza colpire i ceti più deboli e mantenendo fermi i valori della giustizia e dell' equità sociale è per me motivo di profondo orgoglio. ho sempre detto che considero fondamentale che il paese entri in Europa unito e solidale. ho sempre detto di voler portare in Europa un paese vivo e non un paese morto. ho sempre detto che in Europa deve entrare tutta l' Italia. ho sempre detto che il prezzo da pagare per entrare in Europa doveva essere pagato da tutti gli italiani, ciascuno in proporzione, come dice la nostra Costituzione e come dice la nostra civiltà, alle sue possibilità. vi è un altro aspetto del dibattito sul quale è invece necessario che esprima con chiarezza le posizioni mie e del mio Governo. negli interventi che sono seguiti alla mia relazione abbiamo verificato il permanere del dissenso di uno dei gruppi della maggioranza rispetto alle linee seguite dall' Esecutivo e, più specificamente, rispetto al contenuto della legge finanziaria . questo dissenso ci preoccupa profondamente e non solo perché, come è evidente, esso può privare il Governo della sua maggioranza. ci preoccupa anche, e forse di più, perché può far venir meno, rispetto all' azione intrapresa in questi anni, il consenso ed il sostegno di una forza politica importante che rappresenta una parte significativa del popolo italiano . questa forza ha finora sostenuto lealmente il Governo e non ha fatto mancare il suo appoggio alle scelte compiute in questi sedici mesi. è anche grazie ai gruppi parlamentari di Rifondazione comunista , infatti, che il Governo ha potuto mantenere salda la rotta verso l' Europa e ha potuto compiere scelte giuste ed eque. lo stesso documento di programmazione economica e finanziaria del 1997, approvato nel luglio scorso, ha avuto il sostegno necessario ed indispensabile del gruppo parlamentare di Rifondazione comunista . del sostegno dato, amici di Rifondazione, io vi ringrazio. e vi ringrazio proprio perché è anche per questo sostegno che il Governo ha potuto compiere scelte che hanno giovato al paese. noi vogliamo andare avanti con determinazione su questa strada. e, quando dico che vogliamo andare avanti su questa strada, non dico soltanto che vogliamo andare avanti verso il raggiungimento dell' obiettivo europeo. dico anche che vogliamo farlo, mantenendo fermi quei principi di equità, di giustizia sociale e di tutela dei ceti più deboli che ci hanno finora ispirato. del resto, che in questo senso noi vogliamo procedere lo dimostra il fatto che la finanziaria che abbiamo presentato prevede un taglio alla spesa sociale pari alla metà di quanto previsto dallo stesso documento di programmazione economica e finanziaria. noi ci siamo preoccupati e ci preoccupiamo di difendere e tutelare i ceti deboli e meno protetti, così come ci preoccupiamo di garantire che i benefici che il risanamento economico assicura al paese si trasformino in nuove occasioni di lavoro e in maggior benessere per i ceti e le zone più in difficoltà. sappiamo che lo stato sociale ereditato dal passato deve essere modificato ed adeguato alle mutate condizioni della realtà attuale. ma sappiamo anche che lo stato sociale è un valore, un grande valore della civiltà europea di questo secolo. noi abbiamo l' ambizione di interpretare la tradizione migliore del riformismo europeo. del resto, è per questo che lei, onorevole Bertinotti, e il partito che lei guida ha stretto un rapporto con noi ed un patto elettorale importante e ci ha dato finora il suo voto e il suo consenso. non possiamo quindi distinguerci sulle sensibilità riguardo allo sviluppo, alla lotta contro la disoccupazione e alle situazioni di maggiore difficoltà. ma per noi non esistono due tempi. non sono separabili il risanamento finanziario e lo sviluppo, il rigore nella spesa pubblica e la politica sociale . la finanziaria che abbiamo presentato ha infatti l' ambizione di rilanciare proprio l' occupazione e lo sviluppo. il pacchetto di misure che essa contiene a questo fine è notevole ed importante. voglio ricordare alcuni dati che non è giusto dimenticare, sul piano dell' occupazione, innanzitutto. la finanziaria 1998 è stata costruita con l' intento di promuovere risanamento finanziario, crescita economica e nuova occupazione. per fare questo, sono previste misure destinate a riattivare un forte ciclo di investimenti; lo scopo è assicurare l' occupazione, aumentare la produzione, sostenere la domanda interna . come ha detto in Senato il ministro Ciampi, per effetto della ripresa economica e degli investimenti attivati si avrà, nel triennio 1998-2001, una crescita occupazionale di circa 600 mila unità. certo, la disoccupazione resta comunque ancora elevata, soprattutto nel Mezzogiorno. proprio per questo sono previsti, nelle nostre proposte, quegli investimenti aggiuntivi che ho prima richiamato. si tratta di investimenti che ammontano ad oltre 38 mila miliardi e che sono destinati ad aiutare in modo significativo l' occupazione. solo qualche dato. gli incentivi alle imprese produrranno un aumento occupazionale di oltre 130 mila unità, di cui 77 mila al sud. dagli strumenti di programmazione negoziata, dai patti territoriali e dai contratti d' area già attivati ci attendiamo 13 mila nuovi posti di lavoro . gli incentivi previsti per la ristrutturazione del patrimonio abitativo porteranno, secondo le stime dell' associazione nazionale dei costruttori edili, 265 mila nuovi occupati. interventi importanti possono essere previsti anche nel settore della Pubblica Amministrazione , soprattutto laddove si venga incontro a carenze di organico e di professionalità che mettono in difficoltà, in settori strategici, la stessa capacità dell' amministrazione di far fronte ai propri compiti. in questo senso, ad esempio, il ministro dei beni culturali , anche per far fronte alle esigenze connesse alla salvaguardia dei beni presenti nelle aree soggette a rischio sismico o danneggiate da attività sismiche, procederà, nel triennio 1998-2001, all' assunzione di 600 unità di personale. il ministero delle Finanze , da parte sua, provvederà nel prossimo triennio ad assumere 3 mila unità di alto profilo professionale, dedicate esclusivamente all' intensificazione della lotta all' evasione fiscale , che si fa con l' amministrazione e non con provvedimenti astratti. la nuova agenzia per l' occupazione del sud, della quale ho delineato i tratti essenziali nella mia relazione, dovrà prevedere una struttura tecnica in grado di garantire la qualità dei progetti anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale. ai fini di un' occupazione stabile, che potrà riguardare certamente almeno mille giovani, io penso in particolare ai settori della difesa del suolo, della verifica della vulnerabilità sismica degli edifici civili e del patrimonio monumentale ed artistico, della corretta gestione delle risorse idriche e infine della riqualificazione urbana delle periferie degradate. si badi che questi sono solo alcuni esempi, per quanto significativi, della possibilità di creare, anche nell' amministrazione pubblica o nell' Agenzia per il sud, nuova occupazione « vera » che risponda ad esigenze e bisogni effettivi. incidono sul versante dell' occupazione anche i provvedimenti proposti dal ministro della Sanità nell' ambito del disegno di legge relativo all' organizzazione e al personale del settore sanitario. si tratta di una proposta che ha come scopo quello di coprire le vacanze di organico esistenti assicurando stabilità di posti di lavoro ai precari del settore ed aprendo nuove opportunità occupazionali per i giovani medici e per i giovani veterinari. i provvedimenti previsti, se il Parlamento darà la sua approvazione, riguarderanno più di 10 mila persone e daranno stabilità e sicurezza di lavoro a molte migliaia di operatori sanitari , ormai da molti anni costretti ad operare in situazioni di precariato. come si vede vi sono molto iniziative già in atto che concorrono ad incrementare gli effetti occupazionali dell' azione del governo . e si tratta di occupazione di qualità, rilevante per le caratteristiche e per il tipo di lavoro previsto. mi è stata chiesta una parola chiara su questi temi. questa è la mia risposta motivata, concreta nei riferimenti e nelle indicazioni. sul tema dell' orario di lavoro questa è la posizione del Governo. ho detto — e lo ripeto — che intendiamo prendere in considerazione la prospettiva della riduzione dell' orario di lavoro fino a 35 ore settimanali; prospettiva da indicare alle parti sociali promuovendone il raggiungimento con verifiche condotte con cadenza annuale da parte di una conferenza permanente trilaterale istituita con la legge che dovrà affrontare questo tema. le 35 ore settimanali possono essere indicate come obiettivo programmatico in relazione all' evoluzione degli orientamenti che matureranno in sede europea. è questo l' impegno che mi sento di assumere. su questo tema potremo peraltro approfondire la discussione nel prossimo futuro, guardando da vicino al dibattito in corso in Francia. come ha detto proprio ieri anche il ministro francese del lavoro, la signora Martine Aubry, la riduzione dell' orario di lavoro non può consistere nel pagare 35 ore come se fossero 39. ma ciò non impedisce che di questo argomento si possa e si debba discutere seriamente guardando alle intenzioni francesi e promuovendo un' armonizzazione a livello europeo già dalla prossima conferenza di novembre. il Governo, che continua a considerare le parti sociali come i naturali protagonisti di queste scelte e di ogni decisione relativa ai rapporti contrattuali di lavoro, è disposto dunque ad aprire, anche su questi punti, un tavolo di discussione e di approfondimento, nella convinzione che la riduzione dell' orario di lavoro sia effettivamente nell' orizzonte di un futuro non lontano. la lotta alla disoccupazione e l' obiettivo di creare nuova occupazione non si raggiungono però soltanto operando sulla realtà esistente del mercato del lavoro e degli interventi finalizzati a creare nuovi posti di lavoro . in questo quadro è chiaro che nessuno intende oggi mettere in discussione lo statuto dei lavoratori. questo è stato lo strumento essenziale per garantire e tutelare i lavoratori e rappresenta una conquista fondamentale per il nostro paese. il ruolo della scuola, in tutte le sue forme ed in tutti i suoi aspetti, è per l' Italia di primaria importanza. la scuola e la ricerca sono il terreno sul quale l' Italia deve investire senza risparmio per costruire il proprio futuro. ci è stato chiesto di dire una parola chiara anche su questo e sulla politica che il Governo intende fare. noi intendiamo proporre un piano triennale di investimento nel sistema scolastico : primo, per sostenere la riforma già avviata con la legge numero 59 del 1997; secondo, per determinare un diverso equilibrio fra spese di investimento e spese di personale, anche allo scopo di riqualificare il ruolo sociale della scuola; terzo per colmare i ritardi che vedono il nostro paese agli ultimi posti in Europa non tanto per le spese per l' istruzione in generale ma per la spesa produttiva e finalizzata all' elevazione dell' obbligo a10 anni di scolarità, all' attuazione del diritto alla formazione fino a 18 anni per almeno il 75 per cento della popolazione, alla formazione degli adulti. intendiamo quindi destinare al finanziamento di questo piano triennale una cifra molto elevata, dell' ordine di più di mille miliardi aggiuntivi. è questa una scelta chiara e netta a favore del potenziamento del sistema scolastico di istruzione e di formazione del nostro paese. un impulso particolare dovrà venir dato, in questo contesto, soprattutto alle scuole tecniche post-secondarie. in questo senso dovranno essere trasferite parte delle risorse destinate al Mezzogiorno. queste scuole hanno fatto la fortuna del modello di sviluppo tedesco e noi non le abbiamo ancora diffuse in modo nemmeno elementare. sono convinto infatti che un sano sviluppo delle aree più arretrate del paese debba poggiare anche e soprattutto su una rete robusta di istituti superiori di formazione e di istruzione tecnica, in grado di fornire alle imprese i quadri professionali idonei e di garantire sul territorio la possibilità di un aggiornamento professionale. per quanto riguarda poi il grande tema dello stato sociale , ho già detto qual è il sistema di valori al quale noi ci riferiamo quando diciamo che lo stato sociale va cambiato, ma anche difeso e adeguato ai nuovi bisogni. sono quei valori che hanno animato l' avvio del confronto con le parti sociali . colgo l' occasione per far mia l' affermazione di Jacques Delors a proposito dei sindacati italiani: che essi hanno saputo esprimere insieme la difesa degli interessi del lavoro e quelli generali del paese. si è domandato al Governo quale sia la politica sanitaria che intende fare e quali siano le linee che intende seguire sul versante del riordino delle pensioni. sul versante della sanità, ripeto alcune linee essenziali. le misure che proponiamo hanno lo scopo di rafforzare il servizio sanitario nazionale e i principi di universalità ed equità che sono alla base dell' impegno costituzionale a garantire il diritto alla salute per tutti i cittadini. inoltre, senza penalizzare gli utenti, intendiamo razionalizzare la spesa sanitaria e combattere gli sprechi, responsabilizzando ulteriormente le regioni. dopo più di dieci anni vogliamo invertire la tendenza a sottostimare il fabbisogno della sanità. il fondo nazionale arriverà a 106 mila miliardi, con un incremento di 8 mila miliardi rispetto al 1997; è un adeguamento strutturale importante che assicura certezza e stabilità al sistema sanitario . in più, sono previsti: 3 mila miliardi per far fronte ai debiti pregressi delle regioni; 2.800 nel triennio per l' edilizia sanitaria e 600 nel prossimo anno per i servizi alternativi al ricovero ospedaliero, cioè l' assistenza domiciliare per malati terminali e l' innovazione tecnologica legata a questi problemi. nella legge delega di cui chiediamo l' approvazione al Parlamento si definiscono nuove regole nel rapporto pubblico-privato, in modo da rafforzare complessivamente il servizio sanitario nazionale. si punta a realizzare l' integrazione socio-sanitaria. si potenzia il ruolo dei comuni nella programmazione e nel controllo sulle aziende sanitarie. si valorizza il ruolo del medico di famiglia. si bada a coordinare la formazione universitaria e la ricerca scientifica con le finalità del servizio sanitario nazionale. in sostanza, un ridisegno complessivo del sistema e un' opzione nelle risorse assegnate che testimonia la ferma volontà del Governo di difendere e rafforzare la sanità pubblica e il servizio sanitario nazionale, considerato come un pilastro fondamentale della tutela dei diritti di cittadinanza in un moderno stato sociale di diritto. per quanto riguarda poi il sistema dei ticket, il ministro ha da tempo prestato massima attenzione ai problemi che esso comporta. è in corso un riordino complessivo del sistema, che prevede tra l' altro: l' esclusione della partecipazione alla spesa delle prestazioni rientranti in programmi, anche regionali, di prevenzione e di diagnosi precoce; la revisione del sistema di esenzione per patologie e per invalidità; il riconoscimento di particolari tutele nei confronti delle patologie rare; l' equiparazione del trattamento riservato alle persone in cerca di prima occupazione (circa 1,2 milioni di cittadini, di cui quasi 800 mila nel Mezzogiorno) con quello riservato ai disoccupati. inoltre, si intende ridisegnare il sistema dando priorità al fattore delle condizioni economiche della famiglia piuttosto che ai fattori età e patologia, oggi prevalenti. lo scopo è quello di assicurare l' esenzione in relazione alla sostenibilità economica della partecipazione alla spesa, tenuto conto delle condizioni del nucleo familiare , dell' età dell' assistito e del bisogno di prestazioni sanitarie legate a particolari patologie. come si vede, è uno sforzo ampio, che ha però come linea guida la difesa dei più deboli e la tutela delle situazioni di effettivo bisogno. in questo contesto, resta ferma la volontà di studiare in tempi brevi forme di esenzione dal ticket per malati cronici e per i lungodegenti. nessuno si nasconde, tuttavia, che un aspetto essenziale oggi in discussione in ordine allo stato sociale riguarda il riordino dei trattamenti pensionistici. su questo, del resto, il dibattito è in corso da tempo e la trattativa con le parti sociali è già andata molto avanti. nel merito si chiede di dare risposte certe e non mancherò. l' intento del Governo è risolvere la questione degli squilibri della spesa pensionistica in modo definitivo, al fine di dare certezza a tutti i lavoratori che si avvicinano all' età della pensione, ma anche di dare certezze ai giovani della loro pensione futura. il Governo non ha mai parlato di tagli alle pensioni, né intende effettuarne. i pensionati non hanno nulla da temere. il Governo si è invece sempre posto l' obiettivo di rallentare la velocità di crescita della spesa pensionistica, realizzando con ciò l' obiettivo di un riequilibrio equitativo. è in quest' ambito che si sono articolate le proposte formulate dalle parti sociali . infine, circa il tema delle pensioni di anzianità, sul quale l' onorevole Bertinotti ha chiesto una particolare chiarezza, la mia risposta, a nome del Governo, è questa: riguardo alle pensioni di anzianità, l' intervento normativo volto ad anticipare l' entrata a regime della riforma Dini dovrà salvaguardare le categorie operaie ed equivalenti; ciò in considerazione della particolare natura delle mansioni svolte e della precoce età di ingresso nel mondo del lavoro . Resta ferma poi la mia convinzione che nell' ambito della riforma del sistema pensionistico sia opportuno esaminare l' eventualità di un pensionamento graduale, permettendo negli ultimi anni di lavoro un part-time sovvenzionato. come vedete, onorevoli Deputati , davvero il Governo ha come obiettivo una riforma armonica ed equa dello stato sociale , il cui scopo è quello di salvarne tutti gli aspetti positivi che hanno fatto di questo modo di organizzare i rapporti sociali la grande conquista del nostro tempo. nel dibattito che si è svolto qui, di fronte a voi, sono state poi chieste risposte precise, anche in ordine ai processi di privatizzazione in atto. intendo innanzitutto riconfermare qui quanto ho già detto l' altro ieri. è intenzione del Governo, se il Parlamento darà il suo consenso, destinare una parte rilevante dei proventi della privatizzazione della Telecom Italia alla nuova struttura di agenzia per l' occupazione che proponiamo nasca dalle ceneri dell' Iri. è una scelta importante e coraggiosa per diversi motivi. innanzitutto perché destina una quota importante dei frutti delle privatizzazioni ad incentivare l' occupazione. la scelta fatta di destinare i proventi delle privatizzazioni al risanamento del debito era una scelta importante che deve essere difesa nei suoi aspetti essenziali, anche perché questo è il nostro impegno con la Comunità. e tuttavia la scelta che oggi vi proponiamo (quella di destinare plusvalenze della privatizzazione della Telecom Italia , pari a circa 3 mila miliardi all' incremento dell' occupazione) è non meno importante sia negli effetti pratici sia nei valori simbolici. una parte rilevante della impresa pubblica dismessa si trasforma così in una risorsa finalizzata a dare una risposta immediata alla grande emergenza nazionale. in questo modo, inoltre, si destina una somma molto ingente a tale scopo, dando una risposta concreta alla domanda di interventi pubblici organici, razionali e duraturi nella lotta contro la disoccupazione. siamo comunque assolutamente disposti ad entrare nel merito anche delle questioni più generali poste in tema di privatizzazioni, particolarmente con riferimento all' Enel. nel disegno di riforma del sistema elettrico che stiamo perseguendo in attuazione delle direttive comunitarie, l' apertura pluralistica del sistema si accompagnerà ad una presenza sicuramente maggioritaria dell' Enel nella generazione di energia, ad una presenza largamente maggioritaria nella distribuzione (che potrà essere gestita in forma unitaria) ad una partecipazione dell' Enel alla trasmissione e al dispacciamento dell' energia con soluzioni che garantiscano la neutralità di gestione. il processo di privatizzazione dovrà essere coerente con questi obiettivi industriali. aggiungo tuttavia che per un arco di tempo certamente non breve, non mi pare realistico il venir meno del controllo pubblico della società e delle società che racchiuderanno il core business dell' Enel. ciò significa che ci sarà ampia possibilità di verificare tempi e limiti del processo di privatizzazione con il Parlamento e, in particolare, con la maggioranza che sostiene il Governo. onorevoli colleghi , come è già accaduto nella precedente seduta, sono costretto a scusarmi con voi per la minuziosità delle mie considerazioni. desideravo però dire cose chiare a tutti voi e in particolare a chi mi ha ripetutamente invitato a dire parole di certezza. ho illustrato con franchezza l' opinione mia e del Governo. ho detto con franchezza le nostre intenzioni ed ho illustrato i provvedimenti che intendiamo adottare. non c' è dubbio che per dare concretezza alle nostre intenzioni abbiamo bisogno del consenso del Parlamento e soprattutto della nostra maggioranza. anche del suo consenso e di quello del suo gruppo dunque, onorevole Bertinotti. anche da lei dipende dunque che cosa domani si potrà rispondere al malato cronico, al lavoratore di Brescia e al disoccupato del Mezzogiorno. se ci verrà confermata la fiducia ed il sostegno si potrà dire al malato cronico che non dovrà pagare alcun ticket perché è giusto che non debba sostenere spese insostenibili. si potrà rispondere al lavoratore di Brescia di non temere per la sua pensione giacché nessuno gliela toglierà. al disoccupato del Mezzogiorno, infine... si potrà dire che dedicheremo risorse pubbliche importanti per dare una risposta vera e duratura alla sua richiesta di avere un lavoro vero, che gli dia dignità, e che gli consenta di concorrere al benessere di tutta la collettività. queste cose si potranno dire se da oggi il Governo potrà continuare il suo lavoro. se questo non sarà possibile, al malato cronico, al lavoratore, al disoccupato e a tutti gli italiani si potrà, e forse si dovrà dire, che lei ha scelto di mettere fine all' esperienza di un Governo che sta per portare il paese in Europa su una linea di equità e di giustizia sociale . si dovrà dire che lei ha scelto consapevolmente di aprire una crisi lunga e difficile, al termine della quale io dubito che si potrà dare una qualsiasi risposta positiva a chi chiede il nostro aiuto. onorevoli colleghi , oggi il Parlamento deve assumere una decisione impegnativa e soprattutto definitiva. non è più tempo dei rinvii e delle esitazioni. ho presentato qui chiaramente la linea politica del Governo e le proposte che si propongono di far uscire il paese da questa difficile situazione. ho cercato in questi mesi, in questi giorni, di capire lo stato d'animo del mio paese. gli italiani chiedono semplicemente stabilità di Governo per completare il processo che ci sta portando in Europa. Oggi, vi chiedo, onorevoli colleghi , un giudizio conclusivo. è nostro dovere verificare qui ed ora se alla piena responsabilità offerta dal Governo corrisponderà una altrettanto piena approvazione da parte del Parlamento. io interpreterò il vostro voto come un voto di fiducia . se esso sarà positivo, il Governo e le forze che lo compongono saranno impegnati a garantire la necessaria stabilità. se esso sarà negativo, ne trarrò immediatamente le conseguenze. è arrivato per tutti il momento delle scelte e della responsabilità. grazie.