Pier Ferdinando CASINI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 253 - seduta del 07-10-1997
Sulla crisi politica
1997 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 253
  • Comunicazioni del governo

signor presidente del Consiglio , lei ha iniziato il suo intervento — e secondo me ha fatto bene — ricordando a questa Assemblea un dramma che rischia di essere sottovalutato in questo dibattito, in questo palazzo: il dramma dei terremotati, delle diverse migliaia di famiglie italiane di due regioni che in questi giorni e in queste settimane hanno perso la casa, quando non hanno perso qualcosa di più grave, cioè qualche loro caro. e io vorrei dirle, in apertura di questo intervento, che maggioranza ed opposizione possono dividersi su tanti argomenti, ma non su temi come questi. in quest' Aula esiste una grande opposizione responsabile che avverte come l' interesse nazionale ci porti ad essere uniti nell' affrontare il dramma dei terremotati. ogni operazione di sciacallaggio politico sarebbe semplicemente inaccettabile su questo tema. cogliamo dunque l' occasione di questo dibattito parlamentare per esprimere solidarietà ai nostri concittadini delle Marche e dell' Umbria e riteniamo che non sia fuori luogo ricordarli in un momento come questo. lei, signor presidente del Consiglio , ha svolto un intervento che molti di noi hanno ritenuto comprensibile, legittimo. vi è stato solo — me lo consenta — un grave peccato di omissione nel suo intervento, quello di non aver ricordato che in questa legislatura esiste un peccato originale . il peccato originale si chiama desistenza. io ricordo il Romano Prodi che nel febbraio 1996 dichiarò: « la desistenza è immorale » ; ma ricordo anche quel Romano Prodi che pochi mesi dopo stipulò un patto di desistenza con Rifondazione comunista , che è la causa di questa grande contraddizione, di questa crisi. e ricordo ancora l' onorevole D'Alema quando ha dichiarato di non volere pasticci: ma questa legislatura e questo Governo purtroppo sono fondati su un pasticcio e adesso il nodo è venuto al pettine. allora, qui bisogna essere chiari, bisogna parlare davanti al paese e dire che non si può in alcun modo scaricare sull' opposizione una responsabilità ed un equivoco che appartengono per intero alla maggioranza. né sono accoglibili, seppur motivati dalla nobiltà e dall' importanza del fine europeo, generici appelli, che finirebbero per aumentare la confusione. questi appelli poi, se indirizzati a Rifondazione comunista e a Bertinotti, cioè all' unica forza politica che è dichiaratamente anti-Maastricht, assumono quasi una tonalità di patetico e di ridicolo. se c' è un costo politico (questo dobbiamo dircelo) da pagare in questa circostanza, non si può pensare che se lo accolli per intero l' opposizione e che la maggioranza, con un atto di furbizia, ne sia del tutto esentata. d' altra parte, se tra l' Ulivo e Rifondazione si determinasse un accordo (cosa che non è ancora da escludere), il risultato sarebbe lo spostamento a sinistra del Governo. e se questo non avviene, non è possibile che Prodi dimentichi e cerchi di far dimenticare che fino a stanotte ha trattato e inseguito Rifondazione comunista sul suo terreno. quale terreno? la riduzione dell' orario di lavoro , le ricette antidisoccupazione di taglio dirigistico e assistenziale (il modello dei posti di lavoro socialmente utili ), le pensioni (rallentamento di ogni ipotesi di riforma). voglio dire a questo proposito che non è accettabile, se deve esserci un intervento sulle pensioni di anzianità, seguire la strada di una distinzione tra il pubblico impiego e i lavoratori dell' industria, aggredendo e umiliando ancora una volta il ceto medio italiano. ho letto questa mattina su un giornale un' affermazione in ordine al segretario di Rifondazione comunista Bertinotti. consentite anche a me di usare questa battuta: se Bertinotti è diventato cubano, non lo è certo diventato questa notte! è appena il caso di sottolineare che, se noi abbiamo dato un giudizio negativo sul Governo e sulla finanziaria, lo abbiamo fatto per motivi esattamente opposti a quelli di Rifondazione comunista . il presidente del Consiglio ha orgogliosamente (lo capisco) riassunto i risultati del suo Governo, ma ha omesso di dire che la pressione fiscale è aumentata, che il tasso di sviluppo del nostro paese è la metà della media di Inghilterra, Francia e Germania, e che il tasso di disoccupazione non è mai stato così forte. per il Mezzogiorno, per l' occupazione, che noi riteniamo i grandi temi trascurati dal Governo, le ricette dovevano essere completamente diverse: più flessibilità, meno garanzie per gli occupati e più opportunità per i giovani che cercano di inserirsi nel mercato del lavoro ; non contributi e sussidi, ma defiscalizzazione, una sorta di grande legge Tremonti per il Mezzogiorno. consentitemi di ricordare, solo sulle pensioni, che se non ci fosse stata un' opposizione senza precedenti alle iniziative che il Governo Berlusconi — Mastella ministro del Lavoro — assunse sulle pensioni, nell' esercizio finanziario di quest' anno avremmo già risparmiato 30 mila miliardi. dunque bisogna scegliere, oggi, alla luce del sole ed io ringrazio l' alta autorità istituzionale che ha riportato ad una posizione di centralità in questa vicenda il Parlamento e le istituzioni. ebbene, se si deve scegliere oggi la direzione futura, occorre farlo con grande responsabilità e con un atto di chiarezza e di onestà intellettuale. né, onorevoli colleghi , è possibile usare l' alchimia che sento affiorare in questi ultimi minuti nel dibattito parlamentare , una sorta di distinzione ridicola ed impropria tra l' atto della finanziaria e la vita del Governo, come se fosse possibile per una parte della maggioranza lasciare in vita il Governo dichiarandosi contraria alla finanziaria. trattandosi dell' atto principe di ogni governo, un' ipotesi del genere suscita sconcerto e ridicolo. la crisi formale di Governo fa parte, a nostro avviso, di un atto di chiarezza, di un atto di onestà intellettuale. certo, questo atto chiama anche l' opposizione ad un atto di responsabilità. vorrei però affermare che mai è mancata questa responsabilità. non è mancata nel momento di una scelta difficile, che ci ha portato a votare per la missione in Albania; dopo che il governo italiano era andato nelle sedi internazionali ad assumere l' impegno di capeggiare la missione di pace in Albania, solo la responsabilità di una grande opposizione democratica come quella del Polo ha consentito al governo italiano di non essere smentito in tutte le sedi internazionali. dunque noi, con le contraddizioni e con i limiti, siamo un' opposizione responsabile. siamo un' opposizione che non gioca al « tanto peggio tanto meglio » ed io credo che proprio per questo dobbiamo ammettere che non fa parte della responsabilità dell' opposizione l' andare in ordine sparso, la sua disarticolazione, come da qualche parte si auspica. non ho bisogno di dire, dopo tre anni di coerenza, che se qualcuno pensava che fosse il centro cristiano democratico a togliere le castagne dal fuoco si è ancora una volta sbagliato. mi rendo conto che un partito come il nostro, che ha nel suo Dna una moderazione istituzionale e politica, può essere scomodo; non solo per la maggioranza, molte volte è scomodo anche per alcuni settori dell' opposizione o per certi opinionisti d' accatto che fraintendono il bipolarismo con uno scontro all' arma bianca tra destra e sinistra, una contesa disperata in cui ogni elemento di moderazione viene travolto. siamo indifferenti a questo. cerchiamo di andare avanti con una sola stella polare : la fedeltà ai due milioni e 200 mila elettori che ci hanno votato perché fossimo quello che siamo. l' opposizione non può essere, però, solo un cartello di no. non può giocare al « tanto peggio tanto meglio » ma deve cercare di concorrere con la critica ed il dissenso all' interesse nazionale . questa è la nostra concezione di bipolarismo: un confronto tra due schieramenti in cui esiste un minimo comune denominatore dato dall' interesse nazionale , dalla possibilità di condividere un bagaglio comune di valori, insieme unificante, che sia cemento anche del dibattito politico e della convivenza civile. proprio per questo mi sembra assurda, da un lato, ed egoistica, dall' altro, la posizione di quanti, come l' onorevole D'Alema , danno oggi l' impressione di voler sacrificare o la chiarezza programmatica ad un' estenuante trattativa tra le due sinistre o la sorte della legislatura ad un regolamento di conti tra gli ex comunisti. a parte la follia — ma l' ho detto all' inizio e non intendo tornarci — di una campagna elettorale tra le tende in due regioni del paese, noi del centro cristiano democratico siamo nel partito antielezioni, per le ragioni opposte a quelle enunciate da D'Alema , probabilmente angosciato dall' idea del materializzarsi di quel centro che è riuscito a ridurre in suo dominio. il segretario del Partito Democratico della Sinistra vuole salvare il bipolarismo, ma non considera che il bipolarismo può uscire massacrato da una campagna elettorale caratterizzata dalla doppia anomalia di Rifondazione comunista e della Lega. e allora, onorevole D'Alema , quel fantasma centrista si materializzerebbe nei termini equivoci che non piacciono a lei come non piacciono a noi. il segretario del Pds non vuole pasticci, ma un risultato elettorale minimamente incerto produrrebbe il trionfo del pasticcio, una sorta di grande « inciucio » al quadrato. per non parlare dell' approdo europeo, irrimediabilmente compromesso, e di quelle riforme istituzionali di cui sembra essersi dimenticato solo il presidente della Commissione bicamerale. perché è chiaro a tutti, onorevoli colleghi , che la quarta bicamerale non ci sarà e se parte il treno delle elezioni, parte contemporaneamente il treno della Costituente. coloro di noi che hanno creduto alla volontà — largamente maggioritaria in quest' Aula, almeno in termini di dichiarazioni — e ad una possibilità di autoriforma delle istituzioni che partisse dal Parlamento sarebbero irrimediabilmente attratti verso la linea dell' Assemblea costituente , per dare la parola alla gente, affinché possa in prima persona esprimersi sulle riforme, su qual tipo di riforme istituzionali . ma io non credo, amici e colleghi, che il segretario del Pds sia in grado di essere l' arbitro incontrastato della politica italiana . abbiamo apprezzato a tal proposito l' alto richiamo del presidente della Repubblica , coerente con gli enunciati e la prassi sempre seguita. rinnoviamo l' alta considerazione dei cristiano-democratici nei confronti del Capo dello Stato e l' apprezzamento della correttezza del suo comportamento istituzionale. fa parte di questa correttezza spostare il baricentro della crisi in Parlamento. il Polo non è disponibile — vorrei dire, non può essere disponibile — a fare da stampella. ma se c' è la crisi, se c' è disponibilità a correggere una finanziaria che non ci piace, allora anche il Polo sarà messo in condizione di esprimere tutto il senso di responsabilità e lo spirito costruttivo che questa emergenza richiede. se c' è un nuovo Governo, allora può tornare di attualità un armistizio tra i due poli, per l' Europa e per le riforme istituzionali . potrebbe essere una carta che vale la pena di giocare, ferma restando tutta la differenza politica che ci divide e che ci dividerà davanti al paese.