Umberto BOSSI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 253 - seduta del 07-10-1997
Sulla crisi politica
1997 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 253
  • Comunicazioni del governo

signor presidente del Consiglio uscente, onorevoli parlamentari, cercherò di utilizzare un linguaggio nettamente diverso, il più lontano possibile da quello « romano » , che forse è necessitato da chi deve esprimere le crisi della gestione. ritengo che questa crisi sia diversa dalle numerose altre che nel tempo hanno tormentato il Parlamento italiano, perché ora si evidenzia, con poche ombre residue, che i problemi del paese non si superano, ma restano irrisolvibili per qualsiasi governo che li debba affrontare, sia esso di destra, di sinistra o di centro. ciò significa che lo scontro o il confronto di classe tra destra e sinistra non costituisce più una dialettica risolutrice, o comunque lo è oggi molto meno di ieri, perché ormai la sostanza della crisi chiama in causa un altro tipo di dialettica: quella tra il centralismo e la libertà. il Governo e questo Parlamento restano però testardamente sintonizzati sulla vecchia lunghezza d' onde classista e centralista, su « radio Mosca » , su « radio Vaticano » o su « radio Berlino » ; pochi qui dentro ascoltano « radio Londra » , che riferisce dei tentativi positivi di risolvere il contenzioso tra Scozia ed Inghilterra, simile, seppure molto meno grave..... di quello tra Padania e Italia. è naturale quindi che, stante questa assurdità istituzionale, più tempo passa e più la situazione si aggroviglia su se stessa . anche da noi sarebbe necessario creare un sistema legale padano, distinto da quello italiano, cioè un parlamento padano, con una propria moneta e con una propria rappresentanza europea. l' esempio che citiamo è naturalmente riferito al contenuto della « devoluzione » di Blair: niente di eclatante, quindi. mi rendo conto, però, che qui nel « medioevo romano » tutto ciò che è cambiamento, continua a suonare come un' eresia. non si oppongono solo i partiti e i sindacati, ma anche chi sta a poche centinaia di metri da qui, oltre il Tevere, e tiene in mano tanti fili della politica elaborata da questo Parlamento. naturalmente, nazionalsocialismo, nazionalclericalismo e nazionalsindacalesimo, producono governi la cui politica continua ad invadere e a derubare l' Italia in generale e la Padania in particolare. è un dramma irrisolvibile quello di tentare di cambiare le cose restando contemporaneamente nel solco tracciato dai Savoia, che fecero l' Italia con l' annessione, cioè senza il popolo, ma con una decisione del palazzo, come avviene oggi! non solo, ma anche con il centralismo, cioè chiudendo nello stesso Stato due nazioni completamente differenti per storia, realtà ed organizzazione sociale, senza prevedere una Costituzione federalista. se non riusciamo a liberarci delle conseguenze di cinquant' anni di partitocrazia, è semplicemente perché non si è cambiato il sistema istituzionale, che è rimasto centralista, che rigenera la partitocrazia e che rispolvera addirittura il nazionalismo e il codice Rocco . sono scelte contro la libertà di pensiero e di opinione, di cui questo Parlamento e i suoi partiti porterebbero la completa responsabilità. si sta scegliendo, insomma, la via del nazionalismo senza considerare che esso sfocia fatalmente nell' autoritarismo, contro il quale la Padania alla fine dovrebbe ribellarsi. non è un caso che i primi « patrioti » padani giacciono già in carcere. se si continua a sostenere che l' espropriazione è un diritto romano, che è un diritto anche il controllo delle nostre scuole e dei nostri tribunali, temo che dovrete incarcerare altri padani perché noi, la mia gente, vogliamo poter vivere e crescere da casa nostra, come vogliamo noi e senza l' oppressione di nessuno. per la verità, più che aprire le galere, bisognava togliere l' « ammortizzatore » tra nord e sud al Parlamento, dove lo inserirono i Savoia, e trasportarlo in una Costituzione federale o confederale. siamo invece nel solito Parlamento, costituito dalle logiche del solito « partito Stato » , dalle « pastette » necessarie per accordarsi con l' opposizione. tutto quello che ha saputo fare il Governo dell' onorevole Prodi in materia di cambiamenti istituzionali, che sono per il nord e i lavoratori più determinanti, è stato proporre la Commissione bicamerale a cui ha impedito di modificare la prima parte della Costituzione, tranne che per la legge elettorale , perché fa comodo al sistema. quella del Governo e del Parlamento è stata una scelta irresponsabile perché... è stata una scelta irresponsabile, dicevo, quella del Governo e del Parlamento in merito alla Commissione bicamerale limitata alla seconda parte della Costituzione, perché si affronta un problema determinante, come la creazione di una nuova architettura dello Stato, in termini minimalistici e gattopardeschi. evidentemente questo Governo crede ancora nel moto perpetuo del centralismo e di tutto quello che di negativo ne deriva. finora, come ha dimostrato la cronaca giudiziaria, il centralismo ha creato sicuramente molta corruzione. questo Governo crede che si possano « dribblare » le leggi dell' economia perché in fondo la società non è che una specie di pozzo di San Patrizio sfruttabile all' infinito. ma la conservazione non si limita solo all' istituzione, cioè alla forma di Stato, è estesa invece anche alle scelte di Governo; si propone infatti di riaprire una specie di Cassa per il Mezzogiorno , quando c' è bisogno dell' esatto contrario. di sicuro quello del Mezzogiorno è il più grave problema del paese, che condiziona tutte le altre scelte, che fa tagliare le pensioni ai lavoratori padani, che fa abbassare in busta paga i salari al 43 per cento dei versamenti aziendali, contro la media del 60-80 per cento nel resto d' Europa, se si esclude la Francia che è al 50 per cento . tutto questo pandemonio, tutte queste ingiustizie ci sono e si perpetuano perché non si vuole accettare l' idea di adeguare lo Stato a due economie differenti, nonostante siamo in presenza di due tipi diversi di organizzazione delle imprese. bisogna prendere atto dell' anomalia causata dal centralismo attuale, che espone alle stesse leggi un paese in via di sviluppo , come il meridione, al centottantesimo posto per competitività, ed un paese industrializzato come la Padania, al dodicesimo posto al mondo sempre per competitività. è un' unione centralista sbagliata, quella italiana, che sta anche determinando l' uscita dal mercato delle piccole imprese , che costituiscono gran parte del tessuto produttivo della Padania. se ci fossero state due casse separate, come in una confederazione, la classe dirigente meridionale avrebbe dovuto investire gli enormi capitali che il nord è stato costretto ad inviarle. certo in tutti i paesi in via di sviluppo incalza il problema di una pressante richiesta di prestiti perché il sottosviluppo genera la cronica mancanza di capitali interni; sono paesi che hanno bisogno di liquidità, ma che appunto per questo non sprecano, investono per creare lavoro, avendo ben chiaro in mente che un miliardo di dollari di esportazione equivale a ventimila nuovi posti di lavoro . se invece viene utilizzata la totalità del prestito per importare beni di consumo , allora aumenta il debito e diminuisce l' occupazione. va sottolineato, inoltre, che non bastano gli aiuti, ma che occorre anche un minimo di correttezza nell' utilizzarli. quello che è avvenuto in Italia ha dimostrato, senza ombra di dubbio , che la correttezza non va d' accordo con le regalie. quella dei paesi in via di sviluppo è senza dubbio una vita dura, che però ha il vantaggio di creare una classe politica responsabile. qui da noi è andata diversamente a causa della possibilità di usare le istituzioni per sollecitare continuamente gesti di liberalità o per imporre salassi pesantissimi, come se i soldi al nord crescessero sulle piante e non costassero sacrifici enormi a chi li deve guadagnare. la dirigenza che non ha investito è responsabile anche dell' enorme debito pubblico . non solo il meridione di questo passo arriverà alla prevista creazione di un' area di libero scambio euro-mediterranea senza avere una vera classe dirigente , ma bisogna anche prendere atto che senza la separazione della Cassa il sistema padano resterà coinvolto in una crisi finanziaria che già fino ad ora ricorda il crollo del debito pubblico del Messico del 1982. adesso non occorre, signor presidente uscente, un' altra Cassa per il Mezzogiorno , cioè un nuovo pentolone di assistenzialismo; non occorrono le bad bank per pagare di nascosto i crateri della contabilità degli istituti di credito meridionali, ma è necessaria l' autonomia della Padania dal meridione. un altro grosso peso che grava sulle gracili spalle del paese è rappresentato dal costo del dinosauro sindacale, della triplice sindacale, che ogni anno si fa pagare dalle aziende per le attività sociali che svolge: più di un milione e mezzo di giornate, con un costo che ammonta a 600 miliardi. il presidente richiamava il forte cambiamento che ha imposto al paese. a me non sembra: se passiamo dal settore privato a quello dei pubblici dipendenti, scopriamo che anche in questo caso i lavoratori distaccati dalla triplice sindacale sono almeno 5 mila. ciò non è regolare; infatti, la legge consente un distacco ogni 5 mila dipendenti e per 3 milioni e mezzo di statali significa al massimo 700 distacchi. se poi consideriamo che i loro permessi sono pagati dall' Inps, per un totale di 235 miliardi, capiamo quanti soldi, che dovrebbero servire per le pensioni dei lavoratori, finiscono invece in altre mani. diciamo la verità, si è trattato di un regalino che i sindacati hanno ottenuto grazie ad una leggina — se non sbaglio la legge numero 770 — figlia di un decreto adottato dall' onorevole Berlusconi, fatta passare nell' ottobre 1994, nell' illusione di evitare l' abbattimento del suo Governo da parte della Lega. i sindacati, dunque, vogliono, insieme al Governo, tagliare le pensioni dei lavoratori. ma ogni anno entrano nelle tasche dei sindacati 1.300 miliardi. ebbene, è una bella contraddizione: incassano dieci volte di più di quanto percepiscono tutti i partiti messi insieme. sembra non esserci alcun limite: i patronati, per la compilazione del modello 740, ricevono 400 miliardi in aggiunta a quelli che paga l' utente; le ritenute sulle pensioni ammontano a 300 miliardi, che sono obbligatoriamente pagati dai poveri pensionati; il tesseramento dei lavoratori ammonta a 350 miliardi; il lavoratore può fare il sindacalista a tempo pieno e l' azienda deve continuare a pagarlo per prestazioni che non effettua, con un costo sociale che in media ammonta a 40 milioni di lire per dipendente. per raggiungere gli incassi della triplice bisognerebbe sommare a ciò che lo Stato ha incassato privatizzando l' Ina (cioè 412 miliardi), l' utile della Pirelli, della Banca commerciale italiana, della compagnia assicuratrice Sai, della Parmalat, dell' Italcementi e via dicendo. bene, se questo è il cambiamento, onorevole presidente , allora vuol dire che siamo noi a vedere male le cose. è così grave la situazione, signor presidente del Consiglio , è così bloccata che non credo che esistano più i margini per cambiare lo Stato italiano dall' interno; il cambiamento, quindi, può essere solo rivoluzionario, cioè fatto dal popolo, che costringa a ripensare da capo sia il rapporto Stato-cittadini sia il rapporto nord sud del paese. non più dunque una Repubblica fondata sulla resistenza comunista al fascismo, ma una Repubblica fondata sulla libertà e sulla resistenza contro uno Stato dirigista. onorevole presidente , alla sua finanziaria, alle sue proposte noi rispondiamo che la Padania ha deciso di non farsi più sfruttare. è una lotta nella quale non credo che vi siano pedine che possano essere sacrificate. noi rispettiamo la legalità democratica, cioè le scelte del popolo e della maggioranza. se qualcuno vuole ridurci al silenzio sappia che è una scelta che non potrà avere successo. dopo la rottura del bipolarismo, operata dalla Lega per impedire la vittoria della restaurazione, si sente che tutto il sistema non è più in equilibrio. il regime è in decomposizione, caro presidente. se il suo Governo fosse saggio e responsabile sarebbe lieto di andarsene a casa. se lo fate ora, resterebbe viva l' ultimissima flebile speranza che nuove elezioni possano portare al Governo una dirigenza più matura, più consapevole della necessità di superare l' attuale sistema. poiché noi non abbiamo dimenticato che alla base del diritto c' è il popolo e sappiamo che non è vero che ha valore solo ciò che è interno allo Stato, solo ciò che viene dall' alto, ma vale molto di più ciò che viene dal basso, proprio per questo, onorevole presidente , il prossimo 26 ottobre si terranno le prime elezioni padane. la destra, il centro, la sinistra padani vanno al voto per dare il via allo strumento pratico della nostra libertà: un parlamento padano. come tutti sanno, l' amore per la Padania è infinitamente cresciuto ed è certo che i padani non perderanno questa occasione per rompere le catene del ladrocinio, del colonialismo, del centralismo. sopra la vostra palude aleggia il rifiuto dei padani a piegarsi a qualsiasi istituzione che non siano le nostre, o per lo meno anche le nostre. caro presidente, si metta l' animo in pace. l' inizio del nuovo millennio non si aprirà solo con il parlamento scozzese, ma anche con quello padano.