Fausto BERTINOTTI - Deputato Appoggio
XIII Legislatura - Assemblea n. 253 - seduta del 07-10-1997
Sulla crisi politica
1997 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 253
  • Comunicazioni del governo

signori presidenti, signore deputate, signori deputati, esprimo anch' io, a nome del mio gruppo, la solidarietà per le popolazioni terremotate e la solidarietà per l' azione che il Governo intraprende per alleviare il dramma di queste popolazioni. avremmo voluto poter dire in questo dibattito: « ce l' abbiamo fatta » e non solo per noi, per questa maggioranza, a cui ci sentiamo legati, ma per poter dire cose importanti alle genti di questo paese. per poter dire a ogni persona che ha una malattia cronica, invalidante, evolutiva o bisognosa di prevenzione: « guarda che dopo questa finanziaria non pagherai più i ticket » . avremmo voluto poter dire ad un lavoratore di Brescia, come di un' altra parte del paese, che ha lavorato 36 anni: « puoi andare in pensione, come è tuo diritto, puoi progettare il tuo futuro e la tua vita » . avremmo potuto voler dire ad un giovane disoccupato del Mezzogiorno: « c' è una novità grande: questo Governo ha deciso di realizzare 300 mila posti di lavoro reali, di buon lavoro e di risanamento ambientale nel Mezzogiorno. tu puoi essere in questa prospettiva » . avremmo cioè voluto dare certezza, dopo tanti anni di sacrifici, che potesse cominciare un periodo di giustizia sociale e di riforme. ho sentito nelle parole del presidente del Consiglio l' eco di queste aspettative, non le soluzioni. non potrei, dunque, allo stato, dire parole di certezza a questa gente. non avremmo voluto fare questo discorso severo. temiamo la destra politica di questo paese, questa destra, che anche nell' attuale vicenda, così importante, in cui è in discussione una discriminante programmatica di fondo per il paese, non ha capito per molti versi quello che accadeva ed ha pensato fosse una sceneggiata. questa destra dal cui interno vengono attacchi alle magistrature più coraggiose e più impegnate nella lotta contro il crimine e contro la corruzione, come quelle di Milano e di Palermo. questa destra la cui cultura aziendalista non le ha consentito neanche di risolvere il controverso conflitto di interesse che si porta in seno. questa destra che quando è stata al Governo ha scatenato un attacco alle pensioni, che per fortuna un grande movimento di massa ha impedito. questa destra può cercare di speculare su una divisione della maggioranza. ma perché, signori del Governo, non avete ascoltato in tutti questi mesi la nostra richiesta assillante di cercare un compromesso tra posizioni che erano diverse? la destra cresce anche sul disagio sociale. non sono nostre fantasticherie: ad Amburgo i neonazisti prendono il 5 per cento , perché i socialdemocratici falliscono nel compito di Governo. c' è un' altra destra, una destra sociale, forte, incidente, quella confindustriale. signori del Governo, l' anno scorso l' avevate contro sulla legge finanziaria , ma quest' anno si è mobilitata, seppure in una mobilitazione un po' virtuale, come si conviene ai padroni. quest' anno, essa sostiene l' attuale disegno di legge finanziaria: ciò non vi dice niente? per combattere l' una e l' altra destra bisogna avviare una politica di riforme sociali coraggiose ed è per tale ragione che abbiamo sostenuto questo Governo e questa maggioranza e l' abbiamo fatto con grandi sacrifici. abbiamo realizzato una desistenza tra posizioni diverse con l' obiettivo di battere la destra. abbiamo fatto nascere questo Governo, senza chiedere nulla, sapendo delle differenze programmatiche che esistevano tra noi. abbiamo provato e riprovato a ricercare ogni volta l' accordo. l' anno scorso abbiamo realizzato un compromesso sulla legge finanziaria ed è passata una impostazione, che certo non era nostra, in cui tuttavia ci si è adoperati per salvaguardare pensioni e sanità, e così è accaduto. poi l' azione del governo si è sfilacciata oppure ha preso direzioni che noi non abbiamo condiviso e ci siamo assunti responsabilità onerosissime. avete stipulato quello che è stato chiamato il patto per il lavoro, un' intesa con le organizzazioni sindacali sulla cui piattaforma eravamo contrari, sul cui esito siamo stati contrari; un' intesa che ha introdotto in Italia una soluzione come quella del contratto ad interim , cui siamo stati avversi. abbiamo cercato di condizionarla, di ricavarne un qualche risultato come quelle centomila occasioni di lavoro che ancora aspettano di essere realizzate e che a questo punto sono diventate ventimila. abbiamo cercato un compromesso sulle privatizzazioni tentando di far passare una cosa che non ci piaceva — non ci piace la privatizzazione di Telecom — per ottenere in cambio il controllo pubblico su grandi settori strategici dell' energia, come quello dell' Enel. la Telecom è una privatizzazione fatta in una direzione che noi neppure condividiamo e sull' Enel ogni giorno arrivano squilli di privatizzazione preoccupanti. abbiamo avuto una controversia sulla scuola in una condizione in cui essa è stata stretta nella morsa insegnanti ed investimenti scolastici duramente ridotti. avete posto in discussione inopportunamente il problema del finanziamento della scuola privata quando era quella pubblica che aveva bisogno di investimenti e di impegno. abbiamo discusso senza provocare crisi, così come quando ci siamo trovati di fronte una proposta sugli esami di Stato che ci è sembrata un aiuto a « diplomifici » privati: abbiamo votato contro senza trascinare conseguenze irreparabili. abbiamo mostrato grande senso di responsabilità su una vicenda come quella degli immigrati, in cui l' elemento che ci sembrava prezioso nella proposta del Governo, cioè la possibilità per gli immigrati di votare nelle elezioni amministrative , per una considerazione del Governo di « immaturità » costituzionale, è stato tolto. l' abbiamo criticata, abbiamo sofferto, non ne abbiamo tratto conseguenza di crisi. sento dire a volte, un po' ingenerosamente, anche dal presidente del Consiglio , che noi ci saremmo impegnati sul documento di programmazione economica e finanziaria: è contro la verità dei fatti. ci siamo astenuti al Senato dove, come si sa, il voto equivale al voto contrario; abbiamo votato alla Camera solo per evitare la crisi di Governo , dopo aver concorso con il sindacato a togliere i riferimenti a tagli specifici sulle pensioni e abbiamo così evitato di provocare una crisi su dichiarazioni di intenti, per portare invece il confronto sullo stato sociale e su questa finanziaria. su elementi politici che avrebbero potuto indurre ad una crisi politica della compagine governativa siamo stati noi a circoscrivere il dissenso; così sull' Albania dove altre forze avrebbero voluto la crisi, così sulla bicamerale rispetto alla quale — caso di scuola — si potrebbe dire che una maggioranza che non ha un' idea omogenea — non autarchica ma omogenea — sullo sviluppo della democrazia del paese certo non è una grande maggioranza! abbiamo un radicale dissenso sulle conclusioni della bicamerale: lo dico perché c' è troppa malizia su questo elemento, essendovi l' accordo solo sulla proposta di legge elettorale ed essendovi dissenso su un impianto segnato dall' egemonia della destra. non abbiamo tratto alcuna conseguenza politica; lo potevamo fare con il Dpef, abbiamo evitato di farlo. ed abbiamo tentato di fare questo per portarci al punto necessario di una operazione politica riformatrice. nel frattempo? nel frattempo, avvenivano grandi cose; il presidente del Consiglio le ha rivendicate: un' operazione di risanamento gigantesco (100 mila miliardi); il ministro del Tesoro , che non è certo, diciamo, uomo incline a facili atteggiamenti, l' ha chiamato temerario. è stato realizzato. ciò che non è stato realizzato dalla Francia, dalla Germania è stato realizzato anche con il nostro concorso. ma perché abbiamo concorso ad una politica di stampo tipicamente liberale, come quella che assolutizza il risanamento? perché? perché abbiamo investito sul tempo della riforma sociale e della giustizia. e così invece ci troviamo con una economia che va bene (tutti i parametri macroeconomici danno questi risultati) ma invece il bilancio sociale del paese continua a battere la crisi. l' economia va bene ma la società va male; i bilanci dello Stato vanno bene ma i bilanci di tante famiglie di lavoratori vanno male, in condizioni di ristrettezza. e voi in questa situazione, invece di piegare la politica economica ad affrontare i grandi problemi sociali, avete fatto una finanziaria di stampo, come è stato detto, continuista, potremmo dire dentro una logica sostanzialmente moderata. questa finanziaria è, come è stato detto, la prima vera finanziaria del centrosinistra; è stata redatta mentre c' è una ripresa e mentre in Europa avviene una novità come quella che porta al Governo le sinistre in Francia, che dischiudono una possibilità: che l' Europa di Maastricht abbia una correzione rilevante in direzione della giustizia sociale e della lotta alla disoccupazione; in Italia, della lotta alla disoccupazione e all' evasione fiscale che costituisce uno dei mali peggiori di questo paese. vi abbiamo chiesto un impianto riformatore, non l' avete voluto accettare; avete presentato una finanziaria con il nostro dissenso. abbiamo chiesto il ritiro della finanziaria ma siccome siamo persone responsabili e realiste abbiamo dato al termine « ritiro » un significato possibile, ancora, di un confronto. vi abbiamo detto: lasciamo stare la forma, cambiamo la sostanza! e già venivamo da una trattativa che avete aperto con i sindacati sullo stato sociale in cui, faccio solo notare, non vi era una posizione comune della maggioranza. noi avevamo scelto la linea della riforma dello stato sociale e non della pura resistenza, ma non quella dei tagli, che invece è stata dominante nell' impostazione del Governo. ora siamo qui e questo è il tempo e il modo della scelta. risparmiateci, per favore, alcune discussioni sull' Europa! l' Europa è stata strumentalizzata per qualsiasi cosa, mentre meriterebbe un discorso più decoroso. ricordo che si è spiegato persino che non si poteva votare nel semestre di Presidenza italiana, mentre abbiamo votato. è stata sostenuta a più mani l' ipotesi che non saremmo mai entrati nel sistema della moneta unica e per questo si è fatto un sacrificio imponente, mentre oggi si dispongono ad entrare paesi come la Francia e la Germania che non raggiungono l' obiettivo del 3 per cento che era stato indicato. veramente lasciamo da parte lo spauracchio del « dilapidiamo lo sforzo fatto » . quando si passa, nella riduzione del deficit, dal 7 al 3 per cento , quando si rastrellano 100 mila miliardi, questi restano, non li dilapida nessuno e tali obiettivi sono stati realizzati anche grazie al nostro impegno. e non si dica, per favore: visto che avete fatto 30, fate 31, perché si può fare 31, 32, 33, 34, 35. non c' è ragione per fermarsi in questa logica. se l' Europa, questa Europa di cui parlate, oggi chiede, per consentire il nostro ingresso, il taglio alle pensioni, domani, per rimanerci, chiederà il taglio di altre parti della spesa sociale. allora o cambia questa idea dell' Europa o questa Europa peserà anche nella continuità a chiedere tagli! nessuno quindi può esonerarsi dal compiere oggi delle scelte. o cambiamo ora oppure entriamo in una logica conservatrice. i francesi ci provano e noi che cosa facciamo? imitiamo Kohl o ci allineiamo allo sforzo innovatore del governo di Jospin? noi abbiamo avanzato proposte concrete e abbiamo detto dall' inizio che avremmo difeso le pensioni di anzianità. ci siamo dichiarati disposti a realizzare una riforma strutturale del sistema previdenziale , separando assistenza da previdenza. chiediamo che vengano colpiti i privilegi, a volte scandalosi, che esistono nel sistema previdenziale italiano, come negli stipendi e nelle remunerazioni di funzionari pubblici, che andrebbero messi sotto controllo determinando, con una operazione di giustizia, almeno un ventaglio che stabilisca un minimo o un massimo, in modo da produrre un fenomeno di moralizzazione. siamo noi ad avanzare questa richiesta, ma tale operazione necessitava di una misura di equità: la difesa delle pensioni di anzianità. invece sono state bombardate da una richiesta continua di cambiamento. noi abbiamo aperto il ventaglio delle nostre richieste. abbiamo chiesto allora di discutere anche dello stato sociale e dell' occupazione. abbiamo addirittura proposto un anno di accordo alla maggioranza e al Governo. abbiamo chiesto un anno; poteva essere una cosa a rischio, ma abbiamo avanzato tale richiesta perché volevamo discutere anche di scuola, di presenza pubblica, di diritti dei lavoratori, ma abbiamo soprattutto indicato quali fossero i terreni da percorrere per risolvere i problemi immediati, quelli dell' occupazione e dell' equità, con dei segnali. sull' occupazione abbiamo avanzato delle proposte che vediamo oggi, almeno in senso generale, accolte. quando parlavamo della riduzione dell' orario di lavoro — proposta presentata alla Camera e al Senato anche nella scorsa legislatura — venivamo spesso considerati gente un po' strana. oggi troviamo un riscontro del tema, ma non una soluzione. parimenti quando parliamo del Mezzogiorno ci troviamo di fronte ad un ascolto, che apprezziamo, ma non ad una soluzione. lo stesso avviene quando parliamo di equità: sia se facciamo riferimento ai ticket sia se ci riferiamo alle pensioni di anzianità ci troviamo di fronte ad un ascolto, ma non ad una soluzione del problema. allora ve li riproponiamo. le proposte che avete avanzato sull' occupazione non funzionano. per quanto attiene all' orario di lavoro lei, presidente del Consiglio , si è confuso nel fare riferimento al governo francese , perché la legge di incentivazione dell' orario è del Governo precedente. noi proponiamo il traguardo del 2000 per realizzare le 35 ore. chiediamo troppo? proponiamo una riduzione di un' ora ogni anno. gli incrementi di produttività, che sono stati registrati persino nella previsione del Dpef, accompagnati da un possibile intervento dello Stato, nelle quantità che voi vorrete stabilire, lo consentirebbero. perché non lo fate? perché si oppone la Confindustria? ma perché, se ci sono le possibilità, non deve essere data la certezza di conseguire un traguardo? la contrattazione, gli incentivi favoriscono, ma il traguardo rende certo l' obiettivo. così anche sull' occupazione nel Mezzogiorno. voi avete sentito finalmente questo dramma ma non avanzate una soluzione adeguata; parlate di incentivi, di aiuti, ma questi non bastano, perché ci vuole un intervento in senso repubblicano: questo Stato deve dire che cosa vuole fare su queste grandi questioni. noi abbiamo proposto l' assunzione in tre anni di 300 mila persone. volete discutere la quantità? discutetene, come sull' orario! non va bene il 2000? indicate un' altra data! non vanno bene 300 mila? proponete un' altra cifra! occorre comunque una grande capacità di creare per i giovani non solo lavoro ma intervento attivo, occasioni; invece su queste certezze, su questa sfida non rispondete, come non rispondete quando sull' evasione vi diciamo: perché quello che funziona negli USA non dovrebbe funzionare in Italia? perché non si può fare la tassazione sul capitale speculativo? apprezziamo che, anche per effetto della nostra azione, ci sia una sensibilità su questi temi, però non c' è alcuna risposta alle nostre richieste. ora, signori del Governo, noi ripresentiamo le nostre proposte; voi, rifiutandole, non ci avete convinti. noi, come abbiamo deciso, voteremo contro questa legge finanziaria . abbiamo chiesto un cambiamento di fondo, continuiamo a chiederlo, ma su questa finanziaria e sulla politica economica che oggi qui ha illustrato il presidente del Consiglio il Governo non può contare sulla sua maggioranza. il nostro sforzo ha portato ad un risultato: nelle sue parole, signor presidente del Consiglio , abbiamo trovato l' eco delle nostre istanze; i problemi sono ora davanti al paese, mentre prima erano nascosti. lei però non ha indicato le soluzioni e allora, se ha una parola di certezza, signor presidente del Consiglio , la spenda ora! se lei pensa davvero che le pensioni di anzianità degli operai, dei lavoratori privati e dell' industria non si toccano, lo dica così, in maniera chiara, mettendolo al riparo per oggi e per domani da tutte le possibili incursioni. non si usino termini come « usuranti » per definire determinati lavori, perché non si sa cosa vuol dire (e infatti non sono mai stati così definiti), né si usino formule che inducono i lavoratori a pensare che si procederà come è avvenuto nel caso della scala mobile , e cioè ad una revisione fino a non trovarla più. se ha una parola di certezza, la dica! se ha una parola di certezza circa l' assunzione di centinaia di migliaia di giovani nella Pubblica Amministrazione allo scopo di creare lavoro e non di fare assistenza, dando vita a nuove strutture, lo dica! in ogni caso, signori del Governo, le nostre proposte restano lì, sono proposte forti; rifiutandole non ci avete convinti, ma le parole di apertura che abbiamo colto nell' intervento del presidente del Consiglio ci hanno confermato la validità e la giustezza delle nostre proposte. non dico « prendere o lasciare » , non dico « il Governo le assuma tutte » , ma ne assuma almeno qualcuna significativa, che dia il segno di un cambiamento: l' Italia e il popolo di sinistra ve ne sarebbero grati.