Romano PRODI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 253 - seduta del 07-10-1997
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1997 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 266
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , prima di iniziare la lettura delle mie comunicazioni vorrei ricordare un attimo l' aggravarsi della situazione delle vittime del terremoto nelle ultime ore per l' effetto del ripetersi delle scosse, nonché ricordare che una politica di intervento rapida, massiccia, di grandi dimensioni — come di grandi dimensioni è il disastro che è avvenuto — deve essere il fondamento della nostra azione politica. appena avremo la percezione precisa della dimensione dei danni, il Governo si farà immediatamente parte diligente per un progetto di intervento di dimensioni adeguate. signor presidente , onorevoli Deputati , quando a nome del Governo mi sono presentato di fronte a voi a chiedere la fiducia, al centro del mio programma stava la coscienza profonda della gravità della crisi economica e finanziaria dell' Italia. il rischio vero ed imminente di restare fuori dall' Europa e la fermissima volontà di garantire invece che il paese non perdesse questo appuntamento è divenuto l' impegno fondamentale del mio Governo. l' altro elemento forte era la convinzione che l' Italia avesse bisogno di una stagione di profonde riforme. fin dall' inizio abbiamo infatti affermato che il risanamento economico doveva essere accompagnato da una grande opera di modernizzazione. il sistema italiano doveva essere finalmente in grado di dare il proprio contributo alla costruzione dell' Europa. il terzo grande elemento del programma riguardava la consapevolezza che né il risanamento economico, né le grandi riforme di struttura e neppure lo stesso appuntamento con l' Europa potevano essere fini a se stessi ed esaurire da soli l' impegno del Governo. si affermava infatti con assoluta chiarezza di voler « affrontare le urgenze del paese con una strategia di grande respiro, per collegare l' indispensabile risanamento della finanza pubblica con una credibile prospettiva di sviluppo economico , sociale e civile di tutta la nazione » . infine, ho detto fin da allora che l' intera strategia sulla quale il Governo aveva costruito i suoi obiettivi e si presentava a chiedere la fiducia alle Camere si inseriva in una prospettiva di un' intera legislatura. ho sottolineato infatti più volte che la lunga e difficile transizione italiana non poteva essere definitivamente superata se non attraverso un impegno duraturo nel tempo, stabile nei propositi e determinato negli obiettivi: un Governo di legislatura, appunto, che potesse operare con i tempi e con l' autorevolezza necessari a portare l' Italia definitivamente fuori dalle anomalie e dalle difficoltà che tanto avevano pesato nella recente storia. oggi, a cinquecento giorni dall' entrata in carica di questo Governo, è possibile fare un primo bilancio del lavoro svolto. un lavoro duro e difficile, che è stato possibile grazie all' impegno dei parlamentari di tutta la maggioranza (a ciascuno dei quali va il mio ringraziamento ed il mio apprezzamento), ma anche grazie al modo responsabile ed attento con il quale l' opposizione ha svolto il suo ruolo. Parlamento e Governo, ciascuno nell' esercizio delle proprie responsabilità, tutti abbiamo fatto molto in questi mesi per l' Italia. ed accanto a noi, partecipando ogni giorno allo sforzo comune, nel pieno rispetto dei suoi doveri costituzionali, grande è stato il contributo del presidente della Repubblica , che qui desidero ringraziare non solo a nome del Governo, ma a nome di tutti gli italiani. non dobbiamo dimenticare, però, che i risultati più importanti che il nostro paese ha ottenuto in questi mesi sono stati costruiti sui sacrifici dei nostri cittadini; impegno che peraltro non è stato inutile. questi sono infatti i dati dell' economia dopo i cinquecento giorni del nostro Governo. il tasso di inflazione dei prezzi al consumo era il 4,5 per cento nell' aprile 1996, è l' 1,4 nel settembre di quest' anno: ciò ha significato la vera difesa del reddito reale dei lavoratori e delle famiglie. i tassi d'interesse del mercato a lungo termine , oltre il 10 per cento quando l' Ulivo vinse le elezioni, oggi sono al 6 per cento e ricordo che, a regime, un punto di interessi in meno comporta un risparmio di oltre 20 mila miliardi per il bilancio pubblico. il calo dei tassi significa grandi vantaggi per le imprese e per i cittadini. un solo esempio: gli interessi sui mutui per l' acquisto della casa erano al 12-13 per cento sedici mesi or sono, oggi siamo fra l' 8,5 e il 9 per cento . il differenziale dei tassi d'interesse con la Germania era oltre 4 punti percentuali nell' aprile dello scorso anno ; oggi siamo tra il mezzo punto e il punto. in questi mesi, la borsa valori è cresciuta di oltre il 50 per cento . la lira è rientrata nello scorso novembre nello Sme e, dopo anni di incertezze, è tornata ad essere una valuta stabile e degna di fiducia. il miglioramento dei conti pubblici è stato consistente. l' indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è diminuito dal 7 per cento del 1995 al 6,7 del 1996 e al 3 nel corrente anno. la certezza del raggiungimento di quest' ultimo risultato è testimoniata dall' andamento del fabbisogno del settore statale, più che dimezzato nel periodo degli otto mesi del 1997 rispetto all' analogo periodo dello scorso anno . e tutto ciò è avvenuto in un contesto in cui sempre più evidenti sono apparsi i segnali di ripresa. un solo dato, che riassume il miglioramento complessivo dell' economia: il Pil è cresciuto, nel secondo trimestre del 1997, dell' 1,9 per cento rispetto allo stesso trimestre del 1996. i sacrifici che i cittadini hanno sopportato con grande senso di responsabilità dimostrano che essi sono stati perfettamente consapevoli della posta in gioco . mentre in alcuni paesi è stato necessario un combattuto referendum per sanzionare la scelta europea; mentre in altre nazioni i governi faticano a persuadere un' opinione pubblica nervosa e mutevole della necessità di mantenere ferma la rotta verso l' Europa, in Italia milioni e milioni di cittadini hanno pagato senza esitazione il loro contributo di sacrifici per l' ingresso nell' unione monetaria europea. e tutte le strutture sociali, a cominciare dalle grandi organizzazioni sindacali , hanno concorso con le forze politiche a radicare nel paese la convinzione che i sacrifici richiesti fossero giusti e necessari per non mancare a un appuntamento fondamentale con la storia. il senso della storia che abbiamo dimostrato in questi sedici mesi di impegno per il risanamento nazionale ha stupito tutti, italiani e stranieri. è bene a questo punto riassumere qui i risultati raggiunti, non per vantare i meriti, che sono innanzitutto del paese nel suo insieme, ma per avere fino in fondo la piena consapevolezza del cammino intrapreso, della strada percorsa e di quella che — è ancora più importante — ancora ci resta da fare perché il risanamento dell' Italia sia pieno e completo. per molti anni il nostro paese ha vissuto al di sopra dei propri mezzi, provocando l' aumento esponenziale del debito pubblico anche nelle fasi di favorevole congiuntura economica. l' eredità negativa che ci è stata consegnata è tutta riassunta in un debito pubblico di molto superiore alla stessa ricchezza prodotta in un anno. dopo il tempo dello spreco e della irresponsabilità, a noi è toccato di guidare il paese sul sentiero stretto e difficile del risanamento. un risanamento imposto dai vincoli di Maastricht, ma che in ogni caso avremmo dovuto perseguire, prima di tutto per senso di responsabilità verso noi stessi e verso le nuove generazioni. l' onere sul debito è infatti un' ipoteca sul futuro e toglie, se non è corretto e ridotto, ogni risorsa alla promozione dello sviluppo, alla realizzazione delle infrastrutture e alla politica di incentivazione e sostegno della scuola e della ricerca. in cinquecento giorni abbiamo proposto una politica di bilancio di assoluta coerenza, che abbiamo perseguito con ostinata determinazione. tra il giugno 1996 e il marzo 1997 abbiamo assunto provvedimenti correttivi per complessivi 100 mila miliardi. provvedimenti rigorosi, ma tutti ispirati a senso di equità e di giustizia sociale , così com' era ed è nell' impegno e nel sistema di valori che ispirano le forze politiche che hanno composto la maggioranza di Governo. quando questo Governo si è insediato, l' Italia era lontana da tutti e cinque i parametri di Maastricht e sembrava inesorabilmente destinata ad essere esclusa dall' unione monetaria . oggi possiamo dire che quattro dei cinque parametri sono stati conseguiti, mentre il quinto, il debito ed il suo costo, ha segnato finalmente un' inversione di tendenza . come ha giustamente detto il ministro Ciampi nella relazione al Consiglio dei ministri , che ha approvato il disegno di legge finanziaria per il 1997, i risultati dell' anno in corso sono stati davvero eccezionali e sono stati resi possibili grazie alla credibilità riconquistata dall' Italia sui mercati internazionali per una linea coerente perseguita con determinazione dal Governo, dal Parlamento ed anche dalle parti sociali . tutto questo ha dato all' Italia una rinnovata credibilità internazionale. proprio questo è, infatti, l' altro grande risultato di questi mesi: non abbiamo solo risanato sostanzialmente la nostra economia e realizzato le condizioni per il nostro ingresso a pieno titolo nell' Unione Europea , ma abbiamo anche ritrovato attenzione internazionale e giusto orgoglio nazionale. il ruolo stesso che ci è stato affidato in Albania è indice di questa ritrovata credibilità ed il modo con il quale abbiamo concorso a svolgerlo, modo per il quale ringrazio ancora una volta, a nome di tutti, le nostre forze armate , è la testimonianza di tale nostro grande prestigio. vorrei anche ringraziare i paesi amici che ci hanno aiutato con generosità in questa missione, che allora si presentava difficile e incerta. l' Italia sta quindi ritornando ad occupare un posto importante nella scena del mondo. in questi mesi abbiamo coerentemente impostato un' intensa attività di relazioni, consolidando alleanze, sviluppando amicizie, stringendo rapporti, aprendo nuovi orizzonti alle nostre imprese, alla nostra lingua ed alla nostra cultura, anche in aree prima molto lontane. abbiamo svolto una presenza significativa nell' area geopolitica a noi più prossima, mostrandoci attenti alle ragioni dell' Unione Europea e dell' Occidente, ma anche sensibili alle istanze di tanti paesi e popoli che tornano in questi anni ad affacciarsi sulla scena del mondo e chiedono di essere aiutati a ritrovare il posto che a loro compete. nel corso di questi mesi non abbiamo mai perso di vista la grande sfida della modernizzazione del paese e l' impegno attivato dal Governo e dal Parlamento per dare attuazione alle indispensabili riforme di settori strategici del nostro ordinamento statale è stato molto elevato. non mi riferisco solo al lavoro della commissione parlamentare per le riforme costituzionali , lavoro importante al quale il Governo guarda con estremo interesse e si augura possa proseguire fino al pieno compimento della riforma, ma che è tutto nella responsabilità del Parlamento. mi riferisco, in questo contesto, alle innovazioni che incidono sulla legislazione e sulle strutture amministrative degli apparati statali e degli stessi enti autonomi. fin dalle dichiarazioni programmatiche abbiamo infatti sottolineato l' importanza delle grandi riforme ordinamentali. abbiamo posto al centro di tutto la riforma dell' amministrazione pubblica italiana, seguendo la filosofia che « la via da seguire è quella di un ampio trasferimento di funzioni amministrative dallo Stato al sistema delle regioni e delle autonomie locali » e riservando all' amministrazione centrale una funzione di solo indirizzo e coordinamento. a distanza di poco più di un anno le linee tracciate allora hanno avuto, anche grazie alla collaborazione del Parlamento, una concretizzazione importante nelle cosiddette leggi Bassanini nn. 127 e 59. è oggi in corso una trasformazione profondissima dell' amministrazione italiana, secondo linee che questo Parlamento ha condiviso e che hanno trovato oggettivo ed ampio consenso non solo nelle regioni e nel sistema delle autonomie locali, ma anche in tutti i settori più significativi della società italiana . a queste riforme noi affidiamo in gran parte il futuro dell' amministrazione italiana, ma in un certo senso affidiamo ad esse anche il futuro del paese. l' unità nazionale non può essere in alcun modo messa in discussione ed è dovere di ciascuno di noi respingere ogni spinta alla secessione ed alla divisione del paese. ma non vi è dubbio che la migliore risposta ad ogni spinta di secessione sta nella capacità di saper finalmente dare all' Italia una struttura amministrativa articolata e flessibile, capace di esaltare le differenze e le specificità delle diverse aree del paese. per questo il Governo considererebbe oggi di gravissimo danno ogni avvenimento che obbligasse ad interrompere il processo appena iniziato, facendo così perdere all' Italia un' occasione che è davvero di importanza storica. la riforma amministrativa e la costruzione di un autentico federalismo, anche a Costituzione invariata, non esaurisce tuttavia l' impegno del Governo. rilievo particolare hanno anche la riforma del bilancio dello Stato , del sistema della contabilità pubblica, nonché l' unificazione dei ministeri del Tesoro e del bilancio: provvedimenti, questi, che concorrono a dotare lo Stato italiano di regole più certe e di un sistema più moderno di governo della spesa pubblica . essenziale è poi l' importanza della riforma del sistema tributario e fiscale. avevamo detto nelle nostre dichiarazioni programmatiche che ci impegnavamo a « promuovere un federalismo fiscale cooperativo » come « presupposto fondamentale di ogni riforma tributaria » . oggi, grazie alle deleghe della finanziaria dello scorso anno , abbiamo cominciato a dare attuazione a quegli impegni. di fatto è pressoché tutto il sistema fiscale italiano che viene ridisegnato. l' impegno riformatore che il Governo ha promosso in questi mesi non si limita però a questi pur importanti settori. la riforma della scuola, della ricerca scientifica e quella del complesso e delicatissimo « pianeta giustizia » hanno importanza strategica di pari importanza, mentre il Governo ha approvato o sta per approvare importanti ed innovativi provvedimenti nell' ambito della sanità, dei trasporti, dell' ambiente, della politica della famiglia, dell' organizzazione del mercato del lavoro e della disciplina dell' attività industriale. né minore importanza hanno tutti gli altri provvedimenti di riforma avviati o presentati in Parlamento da tutti i ministri, che qui voglio ringraziare per il lavoro che fanno e per lo spirito di collaborazione che mi dimostrano, a cominciare da Valter Veltroni che, come vicepresidente, mi è sempre particolarmente vicino. particolare attenzione abbiamo sempre prestato per sostenere l' opera della magistratura in difesa della legalità. il processo di ammodernamento del sistema italia è davvero finalmente partito ed anche questa è un' occasione che il paese non può perdere. su questo piano, del resto, il prossimo anno è destinato ad assumere un' importanza eccezionale. durante questo periodo dovranno infatti essere completate le grandi riforme di cui il paese ha assoluto bisogno per sfruttare appieno le possibilità offerte dall' adesione all' euro. è proprio questo, del resto, il grande contributo che il Governo ha dato ed intende continuare a dare. noi ci siamo mossi e intendiamo muoverci nella linea del grande riformismo europeo ed occidentale. il nostro obiettivo è lo sviluppo del paese . il nostro scopo è di fare in modo che esso, nel rispetto dell' equità e della gelosa difesa dei grandi valori della nostra tradizione democratica e sociale, possa concorrere a pieno titolo e a pari dignità con le altre grandi nazioni del mondo. la riforma della seconda parte della Costituzione, quando sarà approvata definitivamente, potrà trovare così un paese già molto avanti sul cammino delle riforme e pronto a sostenere con vantaggio il nuovo quadro costituzionale. onorevoli Deputati , ho fin qui ricordato le linee essenziali del lavoro che, con la vostra collaborazione e il vostro sostegno, del quale ancora una volta vi ringrazio, il Governo sta compiendo. il risanamento finanziario non è però un fine in sé, così come non è un fine in sé la riforma dell' amministrazione. queste sono soltanto tappe essenziali per garantire il raggiungimento di quello che deve restare il vero obiettivo che noi tutti dobbiamo avere sempre presente: il rilancio della nostra economia e la costruzione di un sistema capace di assicurare vera occupazione, vera ricchezza e vera solidarietà sociale. sono questi infatti i grandi temi con cui dobbiamo misurarci anche dentro il passaggio stretto delle leggi finanziarie. per questo l' impegno per lo sviluppo, specialmente nelle aree come il Mezzogiorno che registrano oggi altissimi tassi di disoccupazione, ha per noi costituito fin dall' inizio il terzo grande pilastro dell' azione di governo . noi abbiamo posto chiaramente tra le priorità fondamentali del paese la questione meridionale , rompendo l' epoca degli imbarazzi e dei silenzi. e abbiamo esplicitamente detto che intendiamo sostenere in ogni modo le classi dirigenti locali migliori del meridione nello sforzo, che tocca a loro fare, di far compiere finalmente anche a queste regioni un salto decisivo sul terreno dell' innovazione e della modernizzazione. abbiamo delineato così una nuova strategia incentrata sullo sviluppo dal basso e su politiche attive per il lavoro. vogliamo puntare sulla responsabilità degli attori locali dello sviluppo, accompagnando questo sforzo con infrastrutture di qualità materiali e immateriali; utilizzando i fondi comunitari; incidendo sul costo del lavoro attraverso la trattativa con Bruxelles sugli sgravi contributivi e il libero coinvolgimento delle parti sociali ; usando la leva fiscale per attrarre investimenti e per rendere il Mezzogiorno un' area in cui sarà conveniente investire anche in maniera competitiva con le altre grandi aree europee. nuovi strumenti sono stati adottati per attuare questa strategia: gli strumenti previsti dal cosiddetto pacchetto Treu, i prestiti d' onore, le borse di lavoro, i patti territoriali e i contratti d' area. volendo sintetizzare, il Governo ha attivato gli strumenti di programmazione negoziata stanziando 1.700 miliardi per i patti territoriali, di cui oltre 900 già utilizzati. entro la fine di quest' anno saranno attivati trentatre poli di sviluppo locale e tredici entro la prima metà del 1998. per quanto riguarda i patti già approvati, sono previsti investimenti per oltre 1.200 miliardi con un' occupazione aggiuntiva di 3.500 occupati. tre contratti sono già stati avviati: Torre Annunziata , Manfredonia e Crotone, che attiveranno oltre duemila posti di lavoro . il Governo ha previsto che i patti territoriali e i contratti d' area possano essere accompagnati da protocolli di intesa con le forze dell'ordine allo scopo di garantire condizioni di tutela dell' ordine pubblico e di controllo del territorio. il prestito di onore ha riscosso straordinario successo. a metà settembre del 1997 erano state presentate 33 mila domande e attivati sessanta corsi di formazione . in poco più di un anno la spesa dei fondi comunitari è più che triplicata nelle aree di obiettivo 1. se queste tendenze verranno confermate, si potrà raggiungere il 35-38 per cento di spesa dello stanziamento comunitario complessivo a fine 1997. ciò consentirà di impegnare tutti i fondi a disposizione delle aree depresse entro il 1999 e di spenderli entro il 2001. è iniziata anche l' azione di rilancio delle infrastrutture del Mezzogiorno attraverso il decreto « sblocca cantieri » e il Governo ha confermato gli sgravi previdenziali totali per i nuovi assunti nel sud. e, per fronteggiare il grave aumento del costo del lavoro nel Mezzogiorno, determinato dall' eliminazione della fiscalizzazione degli oneri sociali avvenuta durante il Governo Berlusconi, nella legge finanziaria per il 1997 e nel decreto fiscale di fine 1996 sono stati stanziati circa 2.250 miliardi per prorogare a tutto il 1997 gli sgravi contributivi per gli occupati nelle imprese del Mezzogiorno. il Governo ha avviato una trattativa con l' Unione Europea per introdurre un incentivo al lavoro nelle regioni comprese nell' obiettivo 1 coperte da deroga, sostanzialmente le zone che beneficiavano del regime degli sgravi contributivi e del differenziale di fiscalizzazione degli oneri sociali . signor presidente , onorevoli Deputati , un paese con un elevato debito pubblico non può permettersi di ridurre le imposte prima di aver riportato sotto controllo la spesa pubblica complessiva, così come non può rilanciare investimenti pubblici se prima non ha corretto in modo strutturale l' andamento della spesa corrente . questo è il criterio che ha guidato la politica di bilancio in questo anno e mezzo. per governare la spesa pubblica è stato necessario dotarsi di strumenti di intervento operativo sulla Pubblica Amministrazione e di un progetto di riforma di lungo respiro della spesa sociale. tutto ciò ha richiesto tempo e, in una prima fase, è stato necessario chiedere agli italiani uno sforzo fiscale aggiuntivo. per consentire nel prossimo futuro una più equa redistribuzione del prelievo ed un allargamento della base imponibile , è stato necessario predisporre una riforma fiscale che ha coinvolto tutti i tipi di imposte e le procedure di accertamento e di soluzione del contenzioso fiscale. per far sì che la ripresa economica in corso non frustri le aspettative di un aumento dell'occupazione e soprattutto che tali incrementi non siano concentrati solo al nord del paese, è stata predisposta una importante riforma del mercato del lavoro e l' avvio di una serie di incentivi ad accordi territoriali. il tempo non è quindi trascorso inutilmente. la riforma della Pubblica Amministrazione e del bilancio dello Stato , la riforma fiscale e del mercato del lavoro , tutte già approvate, e i progetti di riforma della spesa sociale sono gli strumenti che il Governo ha utilizzato, nel redigere la legge finanziaria del 1998, per trasformare in permanenti i risultati raggiunti nel corso del 1997. gli intenti di questo programma di lavoro sono stati pienamente percepiti dagli operatori economici e dalle famiglie, che hanno mostrato in questi mesi una fiducia crescente nel successo del programma del Governo e che ancora stentano a credere che esso possa essere messo in discussione. nel settembre dello scorso anno avevo promesso che la legge finanziaria del 1997 sarebbe stata l' ultima legge finanziaria con pesanti interventi; e così è stato. le correzioni di bilancio che il Governo si propone di apportare sono di poco superiori ad un punto di Pil, un quarto dell' entità degli interventi effettuati fra il giugno 1996 e il marzo 1997. in particolare essi si propongono, dal lato delle entrate, di redistribuire il prelievo da imposizione diretta a imposizione indiretta, rafforzando in modo significativo la lotta all' evasione fiscale , semplificando i rapporti fra il cittadino ed il fisco, attraverso l' abolizione in concreto di diversi adempimenti, e garantendo comunque una riduzione, se pure contenuta, della pressione fiscale nel prossimo anno. ciò non impedisce di assegnare notevoli sgravi alle imprese localizzate in aree di disagio occupazionale che assumano nuovi occupati (dieci milioni per il primo occupato e otto milioni per quelli successivi); di prevedere agevolazioni fiscali alle imprese che effettuino investimenti produttivi nelle aree destinatarie di contratti d' area, da attuarsi attraverso un credito d'imposta ; di prevedere, infine, importanti misure a favore del recupero del patrimonio edilizio basate sullo strumento della detrazione di imposta, pari al 41 per cento delle spese effettivamente sostenute fino ad un importo massimo di 150 milioni da ripartirsi nell' arco di cinque anni. dal lato della spesa il disegno di legge collegato alla legge finanziaria avvia un' azione minuziosa di ricostruzione dei meccanismi di funzionamento della Pubblica Amministrazione , incentrata sul principio di responsabilità dei dirigenti e delle unità di bilancio. questa impostazione consentirà di mantenere il fabbisogno finanziario delle diverse entità della Pubblica Amministrazione , compresi le regioni e gli enti locali , al livello raggiunto lo scorso anno e consentirà altresì di incentivare, con premi al personale, i miglioramenti di efficienza. i risparmi così ottenuti saranno impiegati nelle politiche di sostegno agli investimenti pubblici che potranno quindi espandersi in termini reali. per il triennio 1998-2001 gli investimenti aggiuntivi, tenendo conto sia degli stanziamenti diretti che dell' attivazione di mutui, ammontano a 38.500 miliardi. in particolare nel settore dei trasporti e della cantieristica sono previsti fondi che attivano un valore di investimento pari a 12 mila miliardi, mentre 1.800 miliardi sono specificatamente destinati alla realizzazione di collegamenti autostradali. in materia di investimenti di edilizia pubblica, 500 miliardi sono stanziati per quella scolastica e 300 per la sicurezza degli edifici pubblici. per interventi nel settore dell' ambiente sono previsti ulteriori stanziamenti per 300 miliardi e 500 miliardi sono destinati alla difesa del suolo. per il prossimo quinquennio si prevedono per il Mezzogiorno e le aree depresse 11 mila miliardi in aggiunta ai 47 mila già stanziati fino al 2001. nel settore della sanità, infine, sono previsti interventi pari a 600 miliardi in tre anni. un' attenzione particolare è stata dedicata alle imprese di pubblica utilità (ferrovie e poste). la loro gestione economica e finanziaria deve essere risanata e non può esserlo senza il consenso dei lavoratori di quei settori, pur nella consapevolezza che i livelli di maggiore efficienza nel servizio e di maggiore autonomia finanziaria devono essere raggiunti per dare solidità nel tempo ai posti di lavoro . è in questa linea che il Governo si è mosso con la riduzione dei trasferimenti a queste imprese, riduzione che è l' aspetto più superficiale di una intensa ristrutturazione che il Governo sta avviando. da ultimo, vi è un confronto con le parti sociali al fine di ridisegnare l' intera spesa sociale con un orizzonte pluriennale. molti punti di intesa sono stati già raggiunti ed essi si raccordano a ciò che il Governo ha già fatto con il provvedimento relativo alla promozione dei diritti dell' infanzia e dell' adolescenza. vorrei qui ricordare che sono un milione e mezzo i bambini e gli adolescenti che vivono in condizioni disagiate, l' 80 per cento concentrato nel Mezzogiorno. l' accordo prevede una riforma più generale dell' assistenza, con l' intento di rafforzare le politiche di sostegno alle famiglie, attraverso l' aumento dell' assegno al nucleo familiare , le norme sui congedi parentali e familiari, l' aiuto ai giovani che vogliono costruirsi una famiglia per acquistare o affittare un' abitazione. in questo ambito va ricordata l' istituzione del fondo per le politiche sociali e la lotta alla povertà, finanziato con una dotazione di 550 miliardi e lo stanziamento di 300 miliardi per le politiche a favore dei disabili. il Governo e le parti sociali sono pienamente d' accordo nell' impiegare strumenti di selezione delle prestazioni assistenziali e sanitarie da erogare, pur nel rispetto della impostazione universalistica cui si è ispirata in quest' ambito tutta la nostra azione di governo . queste determinazioni troveranno un percorso legislativo in disegni di legge collegati ai provvedimenti di bilancio. per quanto riguarda infine la previdenza, l' accordo con le parti sociali non è ancora stato raggiunto. i principi sui quali si va delineando la convergenza riguardano un' azione di equiparazione dei trattamenti pensionistici dei dipendenti privati e dei dipendenti pubblici e delle rispettive condizioni di accesso alla pensione di anzianità; una revisione delle condizioni di privilegio, che ancora permangono nelle regole di alcuni fondi pensionistici speciali; una moderata accelerazione delle condizioni di accesso alla pensione di anzianità previste dalla legge Dini , che salvaguardi le categorie operaie; la possibilità di lasciare condizioni di maggiore flessibilità nel combinare pensione e lavoro nella difficile fase di uscita del lavoro, per chi ha già passato i cinquant' anni (il tutto nel rispetto del vincolo di non appesantire la spesa pensionistica); infine, la necessità che anche il lavoro autonomo dia il suo contributo alla stabilizzazione della spesa pensionistica nei prossimi anni. il Governo è consapevole che il 21 aprile 1996 ha ricevuto un mandato dal suo elettorato, il cui contenuto principale era il risanamento economico nella salvaguardia della solidarietà sociale. il Governo è anche consapevole che uno stato sociale si legittima agli occhi dei cittadini se i processi redistributivi che mette in atto presentano caratteristiche di efficienza operativa e di equità distributiva. questa è l' azione che il Governo intende continuare a perseguire. il paese non capirebbe il suo abbandono ora che il processo di risanamento è avviato a conclusione, che la ripresa della crescita apre nuove speranze al miglioramento dello standard di vita delle famiglie. il paese non intende rotolare indietro verso nuove fasi di instabilità finanziaria e valutaria, verso tassi d'interesse più elevati, verso un' inflazione più alta e verso un orizzonte indeterminato di nuove strette fiscali. onorevoli Deputati , vi chiedo scusa di una certa, e forse eccessiva, analiticità; è molto importante però che tutti sappiano di che cosa si sta discutendo e che tutti abbiano piena consapevolezza non solo dei grandi valori in gioco, ma anche dei dettagli delle proposte del Governo. quest' anno, infatti, noi presentiamo per la prima volta dopo molti anni una finanziaria che si caratterizza non solo per quanto « taglia » ma anche per quanto investe e promuove; e consideriamo questo come un segno importante della svolta del paese. in questa finanziaria vi è il segnale al paese che si può tornare a progettare, anche in positivo, il proprio futuro. peraltro, in questa strategia complessiva un posto rilevante lo assume la riforma dello stato sociale . ho detto già nelle dichiarazioni programmatiche che « un alto grado di solidarietà sociale è un imperativo di civiltà » . ed ho detto anche — e lo ripeto oggi — che « lo stato sociale è la conquista più grande di tutto il ventesimo secolo » . ho detto anche, però, che « lo stato sociale va ridisegnato, va adattato alle nuove esigenze e alle nuove sensibilità del nostro tempo » . e su questi temi abbiamo avuto occasione di tornare durante il dibattito sulla fiducia al Governo che si è svolto il 10 aprile 1997 al Senato e l' 11 aprile alla Camera. abbiamo detto in quella occasione al Senato che « per dare ai nostri giovani, che ne hanno il pieno e irrinunciabile diritto, la garanzia che essi saranno nel futuro protetti, dobbiamo oggi rivedere regole e tutele che sono state pensate e messe a punto in un diverso contesto storico » . ed abbiamo aggiunto: « a tal fine il Governo avvierà con le parti sociali colloqui per definire le riforme della spesa sociale... le conclusioni raggiunte troveranno la loro formulazione legislativa nel collegato alla legge finanziaria 1998 » . in sede di replica, sempre al Senato, dissi poi in modo ancora più chiaro: « e deve essere altrettanto chiaro che chi oggi ci darà fiducia deve condividere il progetto di ampio respiro al quale abbiamo lavorato e che vogliamo portare a compimento » . parole analoghe sono state pronunciate alla Camera il giorno seguente. ecco perché, io ed il Governo, non possiamo comprendere l' atteggiamento di quelle forze di maggioranza che nell' aprile scorso ci confermavano ancora una volta la loro fiducia e che in questi giorni invece hanno fatto della nostra ferma volontà di rivedere in modo consensuale con le parti sociali il welfare state un motivo di conflitto e di tensione. è certamente vero che il nostro problema è quello di « andare in Europa, salvaguardando gli elementi essenziali della tutela sociale e avviando una politica economica e sociale che dia risposte positive al disagio dei ceti popolari » . è vero però anche che la ridefinizione di uno stato sociale e il ridisegno del sistema della previdenza e dell' assistenza costituiscono l' ultima, ma indispensabile, condizione della nostra marcia verso l' Europa. per questo il Governo su questo punto non può assumere atteggiamenti di cedimento. del resto il Governo ha buone ragioni per attendersi in questo sforzo sostegno dalla maggioranza che solo pochi mesi fa gli ha riconfermato, proprio su questo punto, la fiducia. noi vogliamo procedere alla ridefinizione dello stato sociale con il più ampio consenso possibile; per questo ci siamo impegnati in un confronto serrato con le organizzazioni rappresentative dei datori di lavoro e dei lavoratori; per questo, specialmente su questo terreno, ci siamo dichiaratamente impegnati a utilizzare tutti i possibili strumenti di concertazione e di accordo con le parti sociali . per questo siamo disposti a discutere con le forze politiche che ci hanno sostenuto in questi mesi e con tutto il Parlamento ogni modifica alla nostra proposta che non metta a rischio l' obiettivo di fondo che noi dobbiamo raggiungere. in ogni caso, però, noi sentiamo di avere tutto intero, come Governo e come maggioranza politica, il dovere di procedere senza incertezza su questa via; una via che deve essere attentissima alle ragioni dell' equità e alla tutela dei più deboli, ma che deve essere attenta anche alle ragioni dei giovani, che hanno diritto a vivere in un paese che usa le sue risorse non solo per assistere gli anziani, cosa doverosa, ma anche per costruire il futuro delle nuove generazioni, incentivando la ricerca, l' impresa e l' occupazione. è un dovere che abbiamo come Governo e come maggioranza politica. con le linee della politica economica e istituzionale che ora ho richiamato è coerente la proposta di legge finanziaria del 1998; questa proposta è stata approvata in modo unanime e convinto dal Governo, ma ha incontrato il dissenso di una parte significativa della maggioranza. una parte della maggioranza che peraltro ha sinora sostenuto con grande lealtà il Governo ed è stata parte essenziale nello sforzo di risanamento compiuto in questi cinquecento giorni. i gruppi parlamentari di Rifondazione comunista hanno manifestato in modo formale la loro contrarietà e questo ha oggettivamente aperto una crisi nella maggioranza politica, che può trasformarsi in una crisi di Governo ; una crisi che sarebbe, come ho detto, la crisi più pazza del mondo. voi attendete ora da me una valutazione su quanto sta accadendo. onorevoli Deputati , io vi debbo dire questo: siamo ad un passo dal raggiungere in modo stabile e definitivo un traguardo di assoluta importanza storica per il paese. come ho già detto, quando questo Governo iniziò il suo lavoro eravamo lontanissimi da questo obiettivo. noi, tutti noi oggi presenti in quest' Aula e tutti gli italiani che vivono nel nostro paese, siamo stati e siamo protagonisti di un passaggio storico che può aprire a noi, ai nostri figli, alle generazioni future la via dello sviluppo, del progresso, della dignità, del giusto e legittimo orgoglio di far parte di un paese davvero grande, davvero moderno, davvero capace di competere al pari degli altri sulla scena mondiale. e siamo stati capaci di fare questo nella sostanziale concordia nazionale, attenti a difendere i più deboli, a salvaguardare la sostanza preziosa di uno stato sociale capace di garantire tutti dai grandi rischi della vita e i più deboli anche dai bisogni quotidiani che l' indigenza o le vere difficoltà della vita possono comportare. noi oggi siamo al bivio: possiamo andare avanti e completare il processo intrapreso, giungere al termine della strada che stiamo percorrendo, arrivare finalmente, dopo una lunga notte, a veder sorgere il sole di un giorno nuovo; ma possiamo anche fermarci e tornare indietro, chiudere gli occhi, ricercare nel tempo ormai passato un futuro che non troveremmo. in passato questo cammino lo abbiamo fatto insieme e così dicendo mi rivolgo certo a tutti voi e a tutto il paese, ma mi rivolgo specialmente alle forze della maggioranza che in questi mesi ci hanno sostenuto con determinazione e con impegno. queste forze hanno acquisito meriti grandi, dando fiducia ad un Governo che ha chiesto sacrifici e che ha fatto, nel corso di un anno soltanto, una manovra finanziaria di dimensioni enormi, quale la storia d' Italia non aveva ancora visto compiere in un tempo così breve! a queste forze ora mi rivolgo: so quanto sia costato sostenere l' azione del governo , so quali siano i valori di riferimento, i ceti che si vogliono tutelare, i bisogni sociali ai quali vogliono che si dia risposta. ebbene, a queste forze ed a tutta la maggioranza che ci ha sostenuto rivolgo un invito aperto, leale e fermo a non far venir meno il loro impegno. a me sembra che non vi siano ragioni perché questo accada. la finanziaria per il 1998, presentata la settimana scorsa in Parlamento, si caratterizza innanzitutto per il fatto di prevedere tagli alla spesa sociale pari a circa la metà di quelli previsti nel Dpef, che pure questo Parlamento ha approvato soltanto nel luglio scorso. da questo punto di vista , dunque, si tratta di una finanziaria obiettivamente leggera, estremamente attenta a limitare, per quanto possibile, i tagli alla spesa, in modo da non incidere eccessivamente sui ceti più deboli. anche con questa finanziaria, in sostanza, continua la linea che in questi mesi abbiamo sempre perseguito con attenzione, quella cioè di non far gravare sacrifici eccessivi su chi è più debole ed in difficoltà. proprio per questo, però, ci pare di avere il diritto di attenderci sostegno da chi, quasi per definizione oltre che per scelta ideologica e politica, mette al centro della propria azione la tutela dei ceti più deboli. del carattere che assume questa finanziaria sul versante delle spese ho già detto; permettetemi però di manifestare, in questa sede, il mio profondo stupore per l' atteggiamento di chi pare sottovalutare, quasi sprezzare, lo sforzo che in essa viene compiuto ed il segnale che viene dato. in questi giorni abbiamo fatto sforzi rilevanti per delineare, persino al di là di quanto esplicitamente contenuto nella finanziaria, un grande disegno di intervento pubblico a sostegno dell' occupazione, a tutela di alcune categorie di malati particolarmente meritevoli di attenzione, alla messa a punto di una revisione del sistema pensionistico che rispetti le ragioni dei lavoratori precoci e di quelli addetti alle lavorazioni usuranti. tutti questi temi, del resto, sono nostri, fanno parte naturale del patrimonio di valori di una grande alleanza riformistica, che l' Ulivo ed i suoi alleati hanno concorso a costruire. per tale motivo abbiamo messo a punto un insieme importante di proposte che possono avere una rapida attuazione in un quadro di compatibilità con la manovra complessiva che ci viene richiesta per cogliere pienamente e definitivamente l' obiettivo europeo. permettetemi di esporvi tali proposte, in modo che tutto il Parlamento possa rendersi ragione di quale sia il vero atteggiamento di un Governo e di una maggioranza che rivendica la sua appartenenza alla migliore tradizione riformistica, europea ed occidentale. sul piano dell' orario di lavoro , tema importante che molti altri paesi stanno ponendosi, come del resto dimostra il recente vertice italo-francese di Chambéry, noi abbiamo proposto di presentare in Parlamento un disegno di legge che assuma le caratteristiche della legge di indirizzo. tale disegno, in sintonia con il « libro bianco » di Delors e la risoluzione Rocard, dovrebbe impegnare il Governo a ricercare, in ambito europeo, tutte le cooperazioni e gli accordi utili nonché a battersi per ottenere incentivi, anche a livello comunitario, che consentano l' avvio concreto di un percorso comune con gli altri partner europei in ordine alla riduzione dell' orario di lavoro . con il disegno di legge verrebbe istituita una conferenza triennale permanente sulla questione dei tempi di lavoro, con la partecipazione dei lavoratori, dei datori di lavoro nonché dei ministri più direttamente coinvolti, secondo un modello simile a quello suggerito in Francia. alla conferenza spetterebbe il compito di monitorare il processo di riduzione dell' orario di lavoro , verificando tempi, modalità applicative ed eventuali problemi. ogni singolo adeguamento dell' orario di lavoro dovrebbe essere oggetto di valutazione e di approvazione delle parti sociali . il disegno di legge dovrebbe inoltre confermare la « batteria » degli incentivi previsti dalla legge Treu, eventualmente rafforzando gli stessi stanziamenti contenuti nella finanziaria per il 1998. è convinzione del Governo che, se la convenienza degli incentivi fosse effettiva e visibile, concreti risultati potrebbero essere ottenuti sul fronte delle assunzioni, soprattutto con riferimento ad imprese di nuova creazione e di imprese che si insediano al sud. infine, si potrebbe pensare ad introdurre agevolazioni dirette a favorire contratti nazionali di lavoro che contemplino riduzioni dell' orario di lavoro direttamente collegate ad aumenti occupazionali. si può pensare anche ad una sorta di progressività di questo strumento di incentivazione in sede di contrattazione nazionale: maggiore l' aumento dei posti di lavoro , maggiore l' entità dello sgravio. come si vede, si tratta di un insieme articolato di proposte coerenti con le modalità ed i contenuti del dibattito che sul tempo di lavoro si sta svolgendo anche negli altri paesi. analoghe riflessioni debbono essere fatte per quanto riguarda la proposta che il Governo ha recentemente avanzato in materia di assistenza sanitaria . di fronte alle comprensibili richieste di diminuire, almeno per alcune categorie, gli oneri legati ai ticket sanitari, il Governo si è dichiarato pienamente disponibile a tener conto della situazione dei malati cronici o di quelli lungodegenti. va ricordato inoltre che è stata presentata la richiesta di una legge delega per la modifica della legge numero 502 volta a consolidare il servizio sanitario nazionale, a rilanciare la dimensione di universalità delle prestazioni ed a regolare i rapporti pubblici e privati . quanto alla tutela degli anziani, tra gli investimenti previsti nella finanziaria ci sono anche le risorse per la creazione di un fondo diretto per i servizi alternativi al ricovero ospedaliero, per qualificare e migliorare l' assistenza ai non autosufficienti, ai malati cronici e terminali. infine, sempre in questo settore, siamo anche in grado di chiudere la lunga stagione del precariato, che coinvolge una parte consistente del personale del servizio sanitario nazionale. in ordine al tema complesso e delicato delle pensioni il Governo si è dichiarato disponibile ad intervenire nelle zone di privilegio, riformando le regole di tutti i regimi, compresa la tradizionale distinzione tra pubblico e privato. per quanto riguarda le pensioni di anzianità dei dipendenti privati, si è proposto un intervento modesto di accelerazione dell' età di accesso alla pensione, ma salvaguardando i lavoratori precoci, quelli cioè entrati sul mercato del lavoro tra i 14 e i 18 anni e quelli che hanno svolto attività usuranti. si tratta di deroghe tutt' altro che modeste, giacché solo quella dei lavoratori precoci riguarda almeno un terzo degli interessati al pensionamento di anzianità. con questo e con altri strumenti il Governo si è proposto cioè l' obiettivo di tutelare in modo « dedicato » e particolare il lavoro operaio. in ordine ai dipendenti privati dell' industria si è proposto di esaminare l' eventualità di un pensionamento graduale, permettendo negli ultimi anni di lavoro un part-time sovvenzionato, secondo il modello positivamente sperimentato in Germania. infine, sugli incentivi all' occupazione abbiamo proposto di utilizzare le risorse e le competenze dell' Iri, cosicché dalle ceneri di questa antica holding possa nascere una nuova struttura in grado di sfruttare al meglio, in funzione dello sviluppo del sud, le competenze in materia di progettazione, creazione di lavoro ed organizzazione del lavoro. più in concreto, abbiamo proposto di creare una grande, unica agenzia che possa unificare in forma di società per azioni tutte le diverse e spesso scoordinate attività che oggi sono poste in essere da numerose agenzie di promozione industriale operanti sul territorio. questa agenzia dovrebbe indirizzare le proprie attività su tre grandi direzioni: innanzitutto, operando attraverso le esistenti società di progettazione, realizzare grandi progetti, come la messa a punto del sistema delle acque nel Mezzogiorno, nonché attività di progettazione specifica al servizio del territorio e delle autonomie locali. la ricaduta di queste attività, anche in termini di utilizzazione di fondi strutturali europei, è evidente. un secondo settore di intervento riguarda l' unificazione e la razionalizzazione delle attività di creazione di lavoro e di promozione industriale. l' agenzia dovrebbe operare affinché nelle aree più svantaggiate vengano promossi nuovi investimenti produttivi. le attività da intraprendere sono parecchie e vanno dallo scouting di impresa alla fornitura di venture capital , alla definizione di forme quali l' aggiornamento delle banche dati per fornire le opportunità localizzative del territorio. il terzo grande ramo potrebbe essere quello di organizzare, secondo una logica più funzionale e diretta, i lavori socialmente utili al sud, attivando secondo una logica più conforme al mercato del lavoro e della produzione le nascenti cooperative per il lavoro interinale. secondo la proposta del Governo questa agenzia, che ha bisogno di una ingente dotazione di capitale per far fronte ai compiti assegnati, potrà utilizzare alcune migliaia di miliardi che deriveranno all' Iri dal conguaglio relativo alla vendita di Telecom Italia ; conguaglio che deriva dal differente valore di Borsa oggi esistente rispetto al momento in cui la Stet fu acquisita dallo Stato. accanto a questa proposta il Governo guarda con attenzione ad azioni che favoriscano l' investimento al sud da parte di imprese del centro-nord. si tratta di promuovere una grande sfida all' insegna del sud che chiama il nord e del nord che risponde in modo dinamico ed economicamente produttivo. la strada alla quale si pensa è analoga a quella dei contratti d' area. si tratta di snellire procedure, di rendere certi i tempi amministrativi, di assistere le imprese nell' iter amministrativo e di assicurare infrastrutture di base. si tratta di un progetto ambizioso, ma di enorme utilità ed interesse. il Governo pensa, infatti, di sperimentare una sorta di gemellaggio tra aree ed imprese del nord ed aree ed imprese del sud. su queste linee, che sono oggettivamente molto innovative, il Governo è impegnato, ma non ha potuto registrare da parte dei suoi interlocutori un adeguato interesse. onorevoli Deputati , ancora una volta sono stato minuzioso nell' esposizione e me ne scuso con voi. volevo però che fosse chiaro a tutti che la grande strategia riformatrice che il Governo persegue non si esaurisce, neppure per l' anno che ci sta davanti, soltanto nei provvedimenti disegnati nella finanziaria: nel nostro orizzonte c' è molto di più. c' è una grande attenzione a promuovere lo sviluppo e l' occupazione, uno sviluppo sano, basato su un' occupazione vera, un' occupazione che può dare affidamento ai lavoratori perché legata ad un processo di sviluppo dell' economia del paese. questo è il nostro disegno riformatore. a questo obiettivo tutto è legato e, quando noi diciamo Europa, vogliamo dire sviluppo, occupazione, modernizzazione del paese, capacità di reggere la concorrenza internazionale, possibilità di tornare a progettare davvero il nostro futuro. per questo noi siamo convinti di avere le carte a posto verso il paese. non solo con l' aiuto di tutti e con il senso di responsabilità di ognuno abbiamo potuto sviluppare in questi mesi una politica dura, ma saggia, che ci ha rimesso finalmente sulla diritta via. noi abbiamo l' ambizione di fare molto di più: abbiamo l' ambizione di aiutare l' Italia a diventare in tutti i suoi aspetti un paese moderno ed un paese giusto. per questo io e il Governo ci auguriamo che, al di là delle tensioni di questi giorni, l' azione intrapresa trovi il consenso della maggioranza del Parlamento. la finanziaria presentata può certamente essere rivista e discussa approfonditamente in ogni sede. le strategie che intendiamo porre in essere richiedono necessariamente di essere discusse e confrontate con tutti e, prima di tutto, con quanti hanno assunto davanti agli elettori, in modo diretto o indiretto, l' impegno di sostenerci. per questo chiedo qui sostegno e appoggio all' attività del Governo. noi siamo disposti, anzi interessati, a discutere in Parlamento e con il Parlamento le nostre proposte e le nostre iniziative. quello che non vorremmo, quello che non riterremmo giusto è che per le nostre incomprensioni, le nostre incapacità, il paese fosse chiamato a pagare un prezzo alto ed ingiustificato. so che questo invito è superfluo per la gran parte dello schieramento di Governo. so che questo invito può apparire rivolto ad una soltanto delle componenti della maggioranza, quella che con le sue dichiarazioni contro la finanziaria proposta dal Governo ha di fatto provocato la crisi politica che ha dato origine a questo dibattito. eppure io vi assicuro che, rivolgendomi ai parlamentari di Rifondazione comunista , non ho davanti a me solo i loro volti e quelli dei loro elettori: ho davanti a me tutti coloro che un anno e mezzo fa diedero fiducia a questo Governo, i milioni e milioni di persone che in questa proposta di Governo hanno creduto ed hanno riposto la loro speranza. e vedo anche coloro che nella sera del 21 aprile sono scesi in tutte le piazze d' Italia sventolando la bandiera dell' Ulivo. ho davanti a me i milioni di nostri concittadini che, al di là delle loro opinioni politiche, hanno finalmente a portata di mano la via del risanamento economico e finanziario e, dunque, anche la via della crescita e dello sviluppo. guardando ora tutti voi, vedo attraverso di voi tutti gli italiani che ci hanno seguito e che stanno riacquistando voce, speranza ed orgoglio. noi non possiamo tradire queste aspettative, non possiamo tornare indietro e non abbiamo diritto di rinunciare a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati e che anche questo Parlamento, approvando nel luglio scorso il documento di programmazione economica e finanziaria, ha sanzionato. per questo dico oggi che il Governo ha la massima apertura e la massima disponibilità a discutere ogni aspetto della legge finanziaria e dei suoi collegati. allo stesso tempo, ribadisco che il Governo non mancherà di continuare a cercare, come ha già fatto in questi mesi, il massimo consenso sociale, oltre che il massimo consenso politico alle misure che propone e che proporrà. ma quello che il Governo non può fare, che io non posso fare, che nessuno di quanti di noi, un anno e mezzo fa, presentarono agli elettori il programma che diede poi vita a questo Governo, può oggi fare è rinunciare ad andare avanti sulla via del risanamento economico, della modernizzazione del paese, della riforma di uno stato sociale più equo e più giusto, non solo nei confronti di chi oggi è vivo, ma anche di chi verrà alla luce domani. signori deputati, io e il mio Governo siamo qui oggi a dirvi che intendiamo andare avanti e compiere fino in fondo il nostro dovere. siamo qui a dirvi che noi, per quanto ci riguarda, intendiamo rispettare senza cedimenti il patto contratto un anno e mezzo fa con gli elettori. siamo qui a dirvi che abbiamo un rispetto altissimo per questa istituzione, per le forze politiche e per i partiti che ne fanno parte, e abbiamo un rispetto altrettanto alto per i nostri elettori e per i nostri concittadini. gli italiani hanno infatti il diritto di avere un Governo serio, che mantiene gli impegni assunti. per questo chiedo ancora una volta alla maggioranza e alle forze che hanno sostenuto il Governo di non concorrere a vanificare i risultati raggiunti e di non gettare il paese nella difficoltà di una crisi che sarebbe certamente difficile e che in ogni caso non potrebbe che rendere più lontano quello che gli italiani hanno il diritto di volere e di avere: un paese guidato da un Governo autorevole e responsabile, aperto al futuro e rispettato da tutti. colleghi, il Governo è convinto di aver fatto tutto ciò che era in suo potere per raggiungere questo obiettivo. questo è stato ciò che ci ha ispirato, che ha ispirato la vita del Governo durante l' azione di risanamento del paese e nel suo passaggio verso il periodo dello sviluppo e del rilancio dell' occupazione. abbiamo compiuto ogni passo senza perdere di vista nemmeno per un attimo la direzione del nostro cammino, curandoci soprattutto del destino dei più fragili e dei più deboli. pur avendo dovuto mettere in atto azioni di risanamento che non hanno precedenti nella storia italiana, abbiamo potuto assistere negli ultimi mesi all' inizio e al rafforzamento della ripresa economica . anche se in termini e dimensioni non ancora sufficienti, si è profilato l' inizio della diminuzione della disoccupazione. nel paese e presso i nostri partner esteri si è diffuso un senso di fiducia nelle prospettive future dell' Italia. ora siamo ad un passaggio arduo e difficile. il Governo è disposto a rispettare le ragioni di tutti e soprattutto le posizioni di chi fino ad ora lo ha sostenuto. una cosa sola non vogliamo fare: venir meno agli impegni assunti e riportare l' Italia indietro al tempo delle coalizioni continuamente mutevoli e degli equilibri sempre incerti. grazie.