Gianfranco FINI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 253 - seduta del 07-10-1997
Stato di previsione della spesa del Ministero dell'Africa italiana
1997 - Governo VI De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 522
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor presidente del Consiglio e colleghi, non ho alcuna difficoltà ad esordire dicendo che, pur con un tono che ci è parso un po' caramelloso, con molta retorica, con una certa dose eccessiva di autoconsiderazione (perché la realtà nazionale non è rose e fiori così come è stata dipinta nel corso del suo intervento), pur con questi eccessi — per certi aspetti, comprensibili — di tono, non ho alcuna difficoltà nel dirle che il suo discorso, signor presidente del Consiglio , ha ai miei occhi una notevole dignità politica. contrariamente a quello che qualcuno si attendeva, ella, presidente del Consiglio , ha puntigliosamente ribadito, sotto gli occhi di tutti, quelle che possiamo a buona ragione definire le ragioni dell' Ulivo, le ragioni del suo Governo. ha detto che la finanziaria è intrinsecamente valida, strutturalmente valida; che le pensioni di anzianità devono essere riviste, perché rappresentano una anomalia nella legislazione sociale che l' Europa in qualche modo non comprende; che dell' orario di lavoro si deve discutere, ma lo si deve fare in un contesto che ci veda in sintonia con i partner e in ogni caso non con interventi di carattere legislativo, bensì tutt' al più delegandoli alla contrattazione tra le parti sociali . ha ribadito che l' Iri, certo, può anche essere rivista come una sorta di agenzia per la formazione, ma non può diventare un istituto in grado di assumere i disoccupati. quindi, non si meravigli se io dico che una certa dignità nel suo discorso noi l' abbiamo colta. ma è evidente che quando si ha coerenza necessariamente si determinano risposte altrettanto coerenti. come poteva risponderle l' onorevole Bertinotti, se non rivendicando tutte le ragioni della sua diversità, tutte le ragioni di una identità che a noi non solo non piace ma appare addirittura antistorica, ma che esiste? vi è stato un discorso da parte del presidente del Consiglio certamente all' insegna della coerenza e vi è stata una replica da parte dell' onorevole Bertinotti anch' essa all' insegna della coerenza. mi auguro che non si voglia far precipitare in una condizione per davvero ridicola ciò che al contrario fino ad oggi è chiaro ed è, se pur con diverse valutazioni, tutto sommato assai nobile, se si crede nella trasparenza della politica, nella sacralità dell' Aula, nell' assunzione di responsabilità davanti alla pubblica opinione . le ho dato atto, signor presidente del Consiglio , di una certa dignità nel suo discorso: mi auguro che in sede di replica lei voglia avere una dignità di comportamento. non finga di non vedere, non finga di non avere sentito ciò che tutti hanno sentito. non tenti, come ha fatto molto abilmente dal suo punto di vista l' onorevole Marini, di minimizzare la portata di uno scontro. non è una questione tra chi conosce meglio la tecnica e la tattica di trattare con la quale i rappresentanti di Rifondazione comunista si sono seduti al tavolo. è qualche cosa di molto più complesso e forse lei ha ragione quando dice che la crisi in questo momento sarebbe una follia, ma credo lei sappia perfettamente che sarebbe folle non rendersi conto che la crisi politica in atto è la conseguenza non di una incomprensione, di una impuntatura, di un incidente di percorso; essa è la conseguenza per molti aspetti imprevedibile non nella genesi, ma nei tempi di due programmi economici alternativi l' uno all' altro: quello dell' Ulivo e quello di Rifondazione comunista e, a ben vedere, vi sono valori di riferimento profondamente diversi se non opposti l' uno all' altro. lei ha ascoltato l' onorevole Bertinotti, l' abbiamo ascoltato tutti. egli ha ricordato che non gli si può chiedere di fare un sacrificio ulteriore per entrare in Europa, avendo egli dell' Europa una valutazione ed un giudizio che certamente non è quello dell' Ulivo né, per molti aspetti, quello del Polo. non si può parlare astrattamente della necessità del risanamento se non si è in grado di comprendere che lo stesso può essere inteso tanto come tagli strutturali (è ciò che ci chiede il Fondo Monetario Internazionale ), quanto come aumento della tassazione, così come è accaduto in altre leggi finanziarie. l' onorevole Bertinotti in un recente dibattito pubblico (non svelo quindi segreti, anche perché non ci sono colloqui privati), ha detto che l' ultima legge finanziaria fu resa possibile perché il governo dell' Ulivo, introducendo l' eurotassa, rese in qualche modo possibile differire nel tempo quei tagli strutturali di spesa che al contrario anche l' anno passato venivano indicati come ineludibili. il risanamento è da tutti giudicato un valore, ma quando si è portatori di politiche economiche diverse o addirittura di valori di riferimento diversi si può in un' occasione trovare un compromesso, che non sempre regge nel tempo. anche per quanto riguarda il concetto di modernizzazione, presidente, certo è difficile sostenere che essa non rappresenti un obiettivo, un valore, un traguardo. è modernizzazione dar vita ad una politica di privatizzazioni che, nella sua identità comunista antagonista, Bertinotti le ha qui, ancora una volta, negato? o al contrario è modernizzazione dar vita ad una politica che in qualche modo porti di nuovo a concepire l' Iri come possibile sbocco per la disoccupazione giovanile? è modernizzazione dar vita ad interventi di flessibilità o al contrario ritenere che essa serva, come viene detto in tante circostanze dalla sinistra antagonista, unicamente ai padroni? onorevole Bertinotti, mi permetta, ma quando sento ancora usare questi termini capisco perché il suo concetto di modernizzazione è molto diverso non solo dal mio, ma anche da quello del presidente del Consiglio . è modernizzazione prevedere di dar vita a riforme che mettano in concorrenza pubblico-privato o al contrario rivendicare la centralità dello Stato e, quindi, in qualche modo il ruolo subalterno di tutto ciò che è privato? persino sul concetto di occupazione, che è quanto di più caro dovrebbe essere a tutti coloro che sono impegnati in politica, le ricette a ben vedere non solo sono profondamente diverse, ma discendono in molti casi da valutazioni di carattere culturale antitetiche. è occupazione promettere lavori socialmente utili o borse lavoro, ma è anche occupazione pensare di potere incentivare coloro che producono ricchezza e che quindi hanno la possibilità di offrire non un posto, ma un lavoro stabile. certo è che se tutto il lavoro autonomo viene ritenuto, come quotidianamente fa Rifondazione comunista , la quintessenza dell' evasione fiscale diventa assai difficile pensare ad una politica che sia di sostegno non solo dell' industria automobilistica ma anche di tutto quel commercio, di quel terziario e di quell' artigianato che in qualche caso può dare lavoro. ed allora se io mi sono dilungato un attimo forse più del dovuto su questi aspetti è per dirle, signor presidente del Consiglio , che tutti hanno ben chiaro che cosa è accaduto e che cosa sta accadendo. io mi auguro per davvero che da parte sua e del suo Governo vi sia l' assunzione piena della responsabilità, il comportamento all' insegna della dignità, perché può anche oggi attaccarsi alle ultime parole dell' onorevole Bertinotti: « dateci un solo segnale! » . le parole a volte costano poco, non costano nulla, ma le parole possono essere impegnative quando sono pronunciate dal presidente del Consiglio . così dovrebbe essere! e lei sa, come noi, che la crisi può anche essere stoppata questa sera ma può scoppiare tra quindici giorni, tra un mese, tra due mesi, tra tre mesi. Rifondazione comunista , a scanso di equivoci , gliel' ha detto quando ha rivendicato le ragioni della contrarietà al governo dell' Ulivo non solo sulle materie economiche ma su tutta un' altra serie di questioni: l' Albania, la bicamerale, la scuola, l' immigrazione. non esiste un programma dell' Ulivo, del suo Governo, ma esiste il programma che Rifondazione vuol trattare giorno per giorno. lei, ovviamente, è libero qui stasera di dire che dall' intervento di Bertinotti vi è stata un' apertura che fa ben sperare. capisco le ragioni dell' onorevole Marini, e al suo posto farei la stessa cosa, però tutti sanno che è un modo molto, molto pericoloso di giocare con le sorti del paese. è un modo pericoloso perché rischiamo di prolungare nel tempo quel che, al contrario, è oggi qui chiaro a tutti. ed allora ognuno si assuma la propria quota di responsabilità. e badate che, a scanso di equivoci , io non dico soltanto (anche se credo che correttezza così vorrebbe): salga al Colle e rassegni le dimissioni! dico anche: verificate, ma fatelo in tempi brevi, se siete in grado di fare ciò che in qualche modo è l' unica vera alternativa all' apertura della crisi, vale a dire la stesura di un programma vincolante per un anno (o per sei mesi o per due anni), che però rechi quella discriminante progressista che è stata richiesta. perché all' opposizione oggi si può chiedere tutto tranne che di non pretendere chiarezza. ci sono due programmi, due visioni diverse dell' economia, due modi diversi di confrontarsi con la realtà ed allora delle due l' una: o lei prende atto che la maggioranza non ce l' ha, perché Bertinotti è stato esplicito nel dire: sulla finanziaria la maggioranza non la diamo e non la votiamo, e si dimette, oppure lei — se ne è capace, se il centro dell' Ulivo glielo consente, se Bertinotti non alza troppo la posta — si ripresenta dicendo che non c' è più il programma dell' Ulivo e quello di Rifondazione, ma c' è un nuovo programma vincolante, di fronte al quale l' opposizione saprà ovviamente confrontarsi, che ponga fine a questa intollerabile situazione di ambiguità. noi la invitiamo ad essere chiaro. è evidente (e non spendo parole a tale riguardo) che l' accettazione della cosiddetta discriminante progressista altro non sarebbe che lo snaturamento del suo patto con gli elettori. lei è il leader dell' Ulivo, del Governo di centrosinistra; se vuole diventare leader del Governo di sinistra, se vuole evitare di avere due lingue ma una sola lingua, parlando però quella della sinistra più estrema, lo faccia pure, però credo che non sfugga, non soltanto a me ma a tutti quanti coloro che ci ascoltano, che cambierebbe molto la natura del suo Governo e il rapporto con i suoi elettori. ricordando il 21 aprile — e lo capisco — ha ricordato la bandiera dell' Ulivo. beh, onorevole Prodi, la storia la ricordi tutta! c' erano due bandiere: c' era quella dell' Ulivo e c' era quella rossa di Bertinotti. c' erano due lingue perché lei parla il linguaggio dell' Ulivo ma Bertinotti parla il linguaggio di Rifondazione. ed allora l' invito dell' opposizione è molto semplice: o parlate una lingua sola e vi assumete la responsabilità di dirci qual è, dopo di che noi diremo agli italiani se quella lingua ci piace o non ci piace (ed è ovvio che non ci piace), oppure — per favore — non attaccatevi ai bizantinismi. non prendete per buono non il concetto ma l' ultimo aggettivo pronunciato da Bertinotti prima di rilanciare! non ingannate voi stessi, gli italiani e, se posso dirlo, anche il Parlamento, avendo il Polo chiesto che questo dibattito avvenisse qui in Parlamento! la invito a tenere un comportamento all' insegna della dignità anche nella sua replica, come quella di cui ha dato prova, e gliene ho dato atto, nel discorso che ha aperto questo dibattito. qualora ella decida di prendere atto di ciò che è, e quindi di porre al Capo dello Stato il problema, oggi certificato, della inesistenza di una maggioranza sulla finanziaria, le ribadisco quanto le hanno già detto l' onorevole Buttiglione, l' onorevole Casini e le dirà da qui a qualche istante l' onorevole Berlusconi, vale a dire che l' opposizione il senso di responsabilità lo avverte. anche in altri momenti abbiamo avvertito senso di responsabilità , ed ovviamente facciamo riferimento all' Albania. avvertiamo senso di responsabilità perché siamo ad un passo dall' Europa. con molta franchezza — e sono cose che ci siamo detti più volte — lei sa che l' opposizione ritiene sbagliata la via che lei sta seguendo per portarci in Europa. è una strada costellata di molti sacrifici — come lei stesso ha detto — , di molte tasse, di pochi incentivi all' economia reale, ma è comunque un dato che, anche in ragione di una congiuntura internazionale per il risultato francese oltreché inglese, siamo ad un passo dall' Europa. non saremo certo noi a dire che l' Europa non ci interessa, però così come siamo coscienti del fatto che per tutti è necessario entrare in Europa, siamo anche coscienti che oltre all' Europa è stato avviato il percorso per realizzare le riforme; insieme a ciò vi è il doveroso rispetto non soltanto del bipolarismo, che è una formula un po' astratta mentre vorrei usare una espressione più diretta, almeno per far capire il mio orientamento, ma soprattutto del responso delle urne. in altra circostanza ho detto in Aula che una regola aurea è che al Governo deve stare chi ha vinto le elezioni e all' opposizione chi è stato sconfitto. allora tutti questi convincimenti, vale a dire il fatto che la finanziaria ci deve portare in Europa, che l' Europa è a un passo, che le riforme non possono essere azzerate e che deve essere difeso il bipolarismo come lo intendiamo, rappresentano delle preoccupazioni che l' opposizione deve avere ben presenti. mai come in questo momento c' è stata una assonanza piena nel ragionamento e nell' intendimento dell' opposizione, però la responsabilità non si tramuta in una disponibilità a votare una finanziaria che in parte non conosciamo né in una disponibilità ad intervenire a sostegno di una finanziaria che in parte non condividiamo. signor presidente del Consiglio , colleghi, noi, se ce ne sarà data l' opportunità, se si aprirà la crisi, dimostreremo la nostra responsabilità. tuttavia, poiché in questo momento non tocca a noi bensì a lei mostrare senso di responsabilità , concludo il mio ragionamento esortandola a non coprirsi gli occhi, a non fingere, per strappare qualche giorno in più, che non sia accaduto nulla perché tutti gli italiani hanno compreso, avendolo visto in diretta, quello che sta accadendo. poiché ho detto in altre circostanze che, quando la politica è trasparenza ha una sua dignità, quando la politica risponde non a degli interessi di parte, ma ad interessi di parte collegati, per certi aspetti, ad una visione di valori anche diversi, non ci deve essere nulla di male nell' ammettere una realtà, la invito a prendere atto che la realtà è quella di un Governo in crisi, non per un incidente, bensì, al contrario, perché sulla più importante legge di un Governo, la legge finanziaria , le visioni fra Ulivo e Rifondazione sono per molti aspetti antitetiche e quindi non è certo di un rattoppo in extremis che l' Italia ha bisogno. la invito pertanto a recarsi dal Capo dello Stato per rassegnare le dimissioni.