Valter VELTRONI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 252 - seduta del 02-10-1997
Concernente la questione di fiducia
1997 - Governo I Amato - Legislatura n. 11 - Seduta n. 132
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , siamo costretti ancora una volta a parlare di nuove e profonde ferite che il nostro paese ha dovuto subire; siamo costretti, ancora una volta, a misurare i danni ed a pensare con sofferenza ad una parte irrimediabilmente perduta del nostro patrimonio comune; a vedere famiglie rimaste prive della loro casa, dei loro oggetti e della loro intimità domestica; a stringerci attorno ad altre famiglie colpite dal dolore della morte. ed è proprio rivolgendo un pensiero alle vittime del terremoto che intendo cominciare il mio intervento. ad Assisi quattro vite sono state spezzate, altre nei comuni colpiti dal terremoto. ad Assisi in particolare, è stato inferto un danno gravissimo al nostro patrimonio artistico ed una ferita profondissima ad uno dei luoghi più amati dagli italiani e dal mondo. per quanto riguarda il nostro ministero per i beni culturali ed ambientali, si deve anche registrare la perdita di due tecnici che stavano compiendo il loro dovere, i quali — ne sono certo — hanno agito nella convinzione di fare qualcosa, che a loro competeva, senza eroismi ma nella normalità di un lavoro che spesso incontra situazioni difficili, così come avviene ogni giorno per tanti altri loro colleghi, tra molti disagi operativi ed in assenza — bisogna ammetterlo — di particolari riconoscimenti e gratificazioni. vorrei allora ricordare Claudio Bugiantella e Bruno Brunacci, morti nella normalità talvolta eroica del loro lavoro, esponendovi i fatti per come mi sono stati riferiti nella relazione che il loro sovrintendente mi ha inviato, relazione che proprio nel suo tono altrettanto normale e piano mi è sembrata la testimonianza più realmente drammatica e contemporaneamente il ricordo più affettuoso dei due tecnici scomparsi: « una violentissima scossa sismica (poi si sarebbe saputo del nono grado della scala Mercalli) sorprendeva tutte le persone all' interno della chiesa e del convento, senza dare tempo a ciascuno di noi di mettersi in salvo . il sottoscritto veniva sbattuto contro una parete e veniva colpito da alcune pietre e leggermente ferito ad una gamba. si alzava un fittissimo polverone che non lasciava vedere niente ed impediva anche una respirazione normale. camminando ed inciampando sui detriti murari, raggiungevo l' uscita posta verso la facciata, aiutato da alcuni operai. dopo qualche minuto sopraggiungevano altri in stato di grande agitazione, chiamando i nomi dei due geometri, Claudio e Bruno, che ancora non si vedevano all' intorno. dopo alcune ore si estraevano le salme dei due frati del convento, periti sotto le macerie in prossimità dell' uscita della chiesa, e dopo altro poco tempo anche i corpi senza vita dei nostri colleghi. faremo in modo che le famiglie dei due tecnici scomparsi non debbano sommare al dolore che stanno provando il disagio dell' attesa immotivata di quanto a loro spetta di diritto. la scomparsa dei due tecnici e dei due religiosi è stata la conseguenza di un contemporaneo grave pregiudizio alla basilica di San Francesco . i danni subiti dal complesso francescano di Assisi riguardano principalmente la caduta parziale delle vele dipinte che costituiscono la volta nella prima campata della basilica superiore. si sono persi l' affresco, variamente attribuito, raffigurante San Girolamo , la vela dipinta da Cimabue e raffigurante l' evangelista San Marco ed un' altra vela decorata. a parte queste rilevanti perdite, non si notano per fortuna particolari danni alle altre pitture, se non il riaprirsi di alcune fessurazioni in precedenza stuccate; là dove il supporto murario ha tenuto, gli affreschi sono rimasti saldi sulle loro pareti. il sisma ha causato inoltre il riaprirsi di antiche lesioni e l' aggravamento del quadro statico complessivo, che appare ad una prima osservazione particolarmente preoccupante nel punto di raccordo del transetto sinistro dell' abside. alcuni ambienti del sacro convento hanno subito dissesti notevoli. nella basilica inferiore non si sono registrati, ad una prima osservazione, particolari danni ed il complesso delle fondamentali decorazioni murali, da Giotto a Simone Martini , da Lorenzetti al Maestro di San Francesco , appare integro. neppure un minimo frammento è caduto sul pavimento. ugualmente salve sono tutte le opere conservate nel museo. non è possibile, allo stato, stabilire se e quanto possa avere influito sugli effetti del sisma il restauro strutturale realizzato alla fine degli anni Cinquanta con la sostituzione delle travi in legno con travi in cemento armato e con la realizzazione di un cordolo lungo i muri perimetrali della basilica. solo il confronto del quadro preesistente, noto e documentato, con la situazione attuale delle lesioni consentirà agli specialisti di disporre di elementi più precisi sui quali basare valutazioni utili anche per individuare le migliori misure antisismiche da adottare nella fase della ricostruzione. le attività che preparano il nuovo restauro sono già cominciate e consistono: primo, nel recupero e nella classificazione delle vele cadute; secondo, nella revisione del manto di coperture e del sistema di smaltimento delle acque piovane per impedire, nel caso prevedibile di un mutamento del clima, che infiltrazioni di acqua possano raggiungere le preziose superfici dipinte, innescando danni gravissimi; terzo, nell' affidamento immediato a due noti strutturisti, che già conoscono l' assetto statico del complesso conventuale, dell' incarico di progettazione e di esecuzione del puntellamento delle volte e dei frammenti di vele non ancora rovinate sul pavimento per impedire la perdita di altre parti dei dipinti e per consentire di poter lavorare in sicurezza all' interno della basilica; quarto, nella realizzazione di percorsi di sicurezza coperti, interni ed esterni al complesso conventuale, per agevolare le azioni di recupero e di salvaguardia agli addetti ai lavori ed alla stessa comunità conventuale; quinto, nella revisione puntuale dell' assetto statico della basilica inferiore e della tomba di San Francesco per poter arrivare a dichiararne l' agibilità in caso positivo entro il 4 ottobre prossimo, festività del santo; sesto, nel trasferimento delle opere d' arte conservate nel museo in locali sicuri dello stesso complesso conventuale; settimo, nel puntellamento e messa in sicurezza degli altri ambienti del convento per consentire la ripresa dell' attività della comunità francescana. il crollo parziale della volta della basilica di San Francesco è stato certamente il fatto che ha avuto maggiore risonanza tra quelli riguardanti il patrimonio artistico delle zone colpite dal sisma, che però ha avuto conseguenze ben più estese e che tuttora non sono apprezzabili nelle loro esatte dimensioni. tutti i dati che riguardano l' estensione delle aree colpite, i danni complessivi al patrimonio immobiliare delle Marche e dell' Umbria vi saranno forniti dal sottosegretario Barberi, il quale in questo momento sta svolgendo al Senato, come io ho fatto prima di lui, risposte ad analoghe interrogazioni. mi limiterò però a delineare un quadro sintetico dei danni ad oggi accertati agli immobili di interesse storico-artistico, dandovi alcune rapide indicazioni sui centri più colpiti e sui monumenti di maggior rilievo tra quelli danneggiati. infatti, se anche nelle interpellanze si è prestata grande attenzione — come è giusto sia — ai danni subiti dalla basilica di Assisi, vorrei ricordare che l' ampiezza del fenomeno sismico ha messo in discussione moltissimo del patrimonio storico, artistico, monumentale ed archeologico concentrato in due regioni straordinariamente importanti da questo punto di vista come sono le Marche e l' Umbria. l' attenzione dell' amministrazione, dunque, in particolare del ministero dei beni culturali , è rivolta al restauro ed al recupero della basilica di Assisi ma, al tempo stesso , fin dal primo momento si è indirizzata a cercare di capire la dimensione completa e reale delle ferite che il sisma ha provocato all' intero patrimonio di queste due regioni. in Umbria nessuno dei comuni limitrofi all' epicentro è stato risparmiato. i danni coprono l' intero arco delle possibilità, che vanno dalla distruzione totale di alcuni edifici a lesioni, almeno apparentemente, lievi. in linea generale, tutti i campanili della zona hanno subito danni e nella maggior parte dei casi appaiono gravemente compromessi. per quel che riguarda i singoli centri, il sovrintendente riferisce che le verifiche effettuate a Montefalco, Gualdo Tadino , Assisi, Spello, Perugia, Spoleto e Bevagna, offrono un quadro dei danni che può essere definito « più grave delle apparenze » , in particolare per alcune lesioni da spostamento che, pur relativamente modesto, può essere staticamente grave. così a Montefalco per il museo di San Francesco e per la chiesa di santa Illuminata; così a Spello per Santa Maria Maggiore , Vallegroria e San Claudio ; così a Spoleto per la chiave di volta dell' abside del duomo; così a Bevagna per le chiese di San Michele , San Domenico , San Francesco e San Silvestro ; così a Perugia per la galleria nazionale, la chiesa di San Pietro , la chiesa del Gesù, il duomo e varie altre chiese. a Foligno si sono avuti danni gravi al duomo, al palazzo comunale, alla chiesa di San Salvatore ; danni gravissimi ad alcuni edifici di Nocera Umbra , tra cui il duomo, San Francesco e San Filippo . nella zona montana dello stesso comune e dei comuni di Foligno e di Spoleto si sono avuti alcuni crolli totali, come per la parrocchiale di Annifo e per altre chiese minori. gli edifici di Serrone, Verchiano e Cerreto sono seriamente compromessi o rovinati. il sovrintendente dell' Umbria ha confermato che la chiesa di San Pietro d' Isola di Nocera è stata demolita in relazione ad esigenze di riattivazione della viabilità. pur essendo particolarmente ampia la documentazione fotografica relativa ai beni culturali della zona e pur essendo disponibile, come riferito dal sovrintendente, anche quella riguardante la struttura e gli arredi della chiesa andata distrutta — il che lascerebbe presagire una possibilità di riproduzione di alcuni degli elementi andati perduti — tuttavia non può non rilevarsi con disappunto che si è registrato, unitamente a quelli determinati dal terremoto, un ulteriore pregiudizio non riparabile, e forse non ineluttabile, al nostro patrimonio artistico . i danni più rilevanti nella regione Marche hanno interessato principalmente i comuni delle province di Macerata e di Ancona, ma si estendono anche nelle altre province. per quanto riguarda il patrimonio architettonico, è stata accertata l' esistenza di gravi dissesti nei comuni di Camerino, Fabriano, Tolentino, San Severino Marche , Ussita, Visso, Castelsantangelo sul Nera , Castelraimondo, Fiastra, Fiordimonte, Montecavallo, Montefano, Pievetorina, Serravalle del Chienti e Serrapetrona. nel comune di Fabriano nella chiesa di San Claudio ha ceduto la copertura e nel complesso di San Biagio vi sono stati crolli diffusi, oltre a danni ad immobili privati. in provincia di Pesaro si segnalano lesioni alla volta della chiesa ex convento di San Vittorio in località Fratterosa, dissesti all' eremo di Fonte Avellana e al palazzo comunale in località Serra Sant'Abbondio ed infine nel comune di Pergola il palazzo comunale, la cattedrale di San Francesco e la chiesa di santa Maria hanno subito lesioni strutturali e murarie. nella provincia di Macerata ha subito forti danni il comune di Bolognola, in cui è stato dichiarato inagibile il palazzo comunale e si sono riscontrate gravi lesioni a chiese, palazzi, mura antiche e al castello. si è riscontrata un' accentuazione dello stato di dissesto della ex chiesa di santa Lucia in località Sassoferrato, in provincia di Ancona, nella quale si stavano già effettuando opere provvisionali da parte della sovrintendenza. nell' ambito della provincia di Ascoli Piceno , i comuni di Amendola e Cupra Marittima hanno subito lesioni più lievi, se pur con successivo aggravamento delle generali condizioni di stabilità. per quanto riguarda il patrimonio archeologico, al momento attuale non risulta che esso abbia subito gravi pregiudizi. danneggiato risulta l' edificio del museo archeologico statale di Cingoli in provincia di Macerata e sia questo museo che le due aree archeologiche in località Monte Rinaldo in provincia di Ascoli Piceno sono state comunque precauzionalmente chiuse al pubblico. ribadisco comunque che questi dati vanno integrati e sono largamente parziali. voglio però sottolineare come sin dalla riunione del 27 settembre il gruppo operativo, la cosiddetta unità di crisi, ha convenuto sull' assoluta urgenza di procedere all' inventario dei danni subiti dal patrimonio culturale colpito dal sisma attraverso un rilevamento sistematico che utilizzi i dati e le metodologie del progetto denominato « carta del rischio » , la cui conclusione del lavoro in questa circostanza si è rivelata particolarmente utile per conoscere da subito l' entità, la dimensione e la rilevanza degli effetti che il fenomeno sismico poteva aver determinato sul nostro patrimonio. il rilevamento sistematico deve avvenire con il coordinamento dell' Istituto centrale per il restauro. la procedura adottata ha permesso ad oggi di individuare sulla base cartografica della regione, centrando sull' epicentro del sisma e con un raggio di 30 chilometri — proprio facendo leva sulla carta del rischio — , l' area interessata, vale a dire i 55 comuni dell' Umbria e delle Marche gravemente coinvolti nel terremoto. per ogni comune sono stati redatti gli elenchi dei monumenti e dei beni archeologici presenti nella zona, come base di orientamento per i sopralluoghi necessari per il censimento. sono stati contati nelle province di Ancona, di Macerata e di Ascoli Piceno 369 beni architettonici e 19 beni archeologici; nella provincia di Perugia e nella parte del ternano coinvolta 1.066 beni architettonici e 97 beni archeologici. questo è dunque il campo di riferimento degli interventi. è presumibile che una rilevante percentuale dei circa 1.600 beni censiti presenti danni più o meno gravi. le prime sommarie valutazioni indicano tale percentuale in circa il 50 per cento , ma si tratta, come è ovvio, di stime ancora con un largo margine di oscillazione. per giungere in tempi rapidi ad una rilevazione puntuale dei danni è stata predisposta una scheda di rilevamento dei danni subiti dagli edifici, dalle loro pertinenze decorative e dal patrimonio dei dipinti murali. la scheda è articolata in modo da definire anche le necessità del pronto intervento e delle risorse umane e finanziarie indispensabili per questa prima fase. i sovrintendenti, utilizzando i propri tecnici e funzionari, quelli provenienti dalle sovrintendenze e dagli istituti delle regioni vicine che abbiamo messo a disposizione, e i volontari qualificati che si sono mobilitati generosamente, stanno organizzando squadre di rilevamento con lo scopo di documentare lo stato di conservazione e i danni subiti dal patrimonio. le schede saranno raccolte nelle sovrintendenze competenti e una copia sarà inviata all' Istituto centrale del restauro , dove sarà realizzata una elaborazione automatizzata dei dati in grado di fornire un quadro complessivo delle necessità e una prima quantificazione delle risorse umane , finanziarie ed anche di quelle organizzative disponibili. ciò che mi sento di dire, alla luce dei dati di cui già oggi disponiamo, è che gli interventi necessari per il ripristino del nostro patrimonio culturale saranno risorse ingenti e per le quali sarà necessaria una forte mobilitazione, italiana ed internazionale. sarà questa la base-dati che consentirà la redazione del piano degli interventi immediati e che nel contempo fornirà gli elementi indispensabili per l' elaborazione del piano completo dei restauri futuri. è questo l' impegno attuale cui sono sottoposti gli organi tecnici del ministero, sia a livello centrale che a livello periferico. in definitiva, l' amministrazione dei beni culturali è stata in grado di conoscere sin dai primi momenti quale fosse l' ambito qualitativo e quantitativo degli immobili di interesse culturale presenti nelle zone colpite, è stata in grado di determinare in tempi estremamente rapidi il tipo di rilevazione necessaria per disporre dei dati occorrenti per la futura programmazione degli interventi di recupero e, su tali basi, è stata in grado di individuare con estrema celerità alcune possibilità e necessità di intervento immediato. mi è stato ad esempio comunicato dal sovrintendente delle Marche che il prossimo 6 ottobre inizieranno i lavori di consolidamento e restauro di 21 edifici monumentali siti in vari comuni, tra cui Camerino, Fabriano e Urbino, per i quali gli interventi di ripristino sono stati considerati di assoluta urgenza. a questo risultato è stato possibile giungere anche in base alle misure adottate subito dopo il sisma per far fronte alla fase dell' emergenza, di cui darò rapido riscontro per rispondere alle numerose questioni formulate sul punto. nel corso di una riunione tenutasi il giorno stesso del sisma, il 26 settembre, ad Assisi prima e a Foligno poi, si decidevano, insieme ai responsabili operativi dei vari settori interessati, i primi interventi e le più urgenti linee operative. abbiamo subito nominato un gruppo operativo coordinato dal direttore generale dell' ufficio centrale per i beni archeologici, architettonici, artistici e storici e di cui ho chiamato a far parte, oltre ai sovrintendenti delle regioni interessate, il direttore dell' Istituto centrale del restauro , un funzionario dello stesso Istituto responsabile del progetto « carta del rischio » e infine il professor Paolucci, al quale ho chiesto di interessarsi in particolar modo delle questioni inerenti la basilica di San Francesco di Assisi. il gruppo operativo ha immediatamente effettuato una prima riunione in Assisi, decidendo, oltre ad alcune misure di dettaglio riguardanti in particolare il recupero e la protezione delle macerie del crollo della basilica superiore, il piano di censimento dei danni dell' area di cui ho già parlato. a tali provvedimenti ha poi fatto seguito l' ordinanza adottata dal ministro dell'Interno , delegato per il coordinamento della protezione civile , che prevede specifiche disposizioni per il patrimonio storico-artistico delle zone colpite dal sisma, consentendo, attraverso uno stanziamento inizialmente fissato in 7 miliardi e già aumentato fino a 15 miliardi, l' attuazione di due distinte tipologie di interventi urgenti sul patrimonio, da un lato quelli volti ad evitare l' aggravamento dei danni e dall' altro quelli intesi ad avviare la progettazione per il recupero dei monumenti e dei beni artistici danneggiati. tali interventi saranno attuati da un commissario delegato, che presiederà un comitato tecnico-scientifico. l' ordinanza consente l' adozione di procedure semplificate di affidamento dei lavori e di spesa per la realizzazione degli interventi urgenti. commissario delegato è stato nominato il direttore generale dell' ufficio centrale per i beni archeologici, architettonici, artistici e storici, già chiamato a presiedere il gruppo operativo costituito immediatamente dopo gli eventi tellurici. si tratta di una soluzione che in primo luogo consente il migliore coordinamento tra l' attività di censimento dei danni e di individuazione di alcune delle iniziative da attuare, demandata al gruppo operativo interamente composto di esperti dell' amministrazione dei beni culturali , e l' attività di più generale definizione ed attuazione degli interventi urgenti, affidata al commissario delegato al comitato tecnico-scientifico. in secondo luogo, ma è un aspetto non meno importante, va sottolineato che, una volta cessata la fase di urgenza, il direttore generale dell' ufficio centrale sarà anche responsabile dell' attuazione degli interventi in via ordinaria per il recupero del patrimonio storico-artistico delle zone terremotate e quindi il rischio di disarmonie (sempre possibili in queste circostanze) tra quanto realizzato nel periodo di emergenza e quanto dovrà essere programmato ed attuato successivamente appare oggettivamente ridotto facendo capo allo stesso soggetto la responsabilità decisionale nell' una e nell' altra fase. dell' attività di ricognizione dei monumenti danneggiati ho già riferito. è inoltre in corso l' attività per la messa in sicurezza delle opere mobili di interesse artistico e storico presenti nei musei e nelle chiese che risultano più danneggiate, al fine di trasferirle in ambienti più protetti. alcuni interventi sono stati attuati anche sul fronte del personale. presso le sovrintendenze delle regioni interessate dal sisma, risultano pressoché totalmente coperte le dotazioni organiche dei ruoli tecnici. tenuto conto della vastità dei compiti che ricadranno nella fase dell' emergenza sul personale tecnico si sta procedendo, secondo le progressive richieste dei sovrintendenti, ad inviare ulteriore personale dalle altre sovrintendenze. come ho già detto, quelle del Lazio e della Toscana hanno già inviato architetti e geometri. per le esigenze della fase di emergenza si è provveduto immediatamente ad accreditare alle sovrintendenze delle Marche e dell' Umbria le somme necessarie per le spese di missione, in modo da consentire la più ampia possibilità di movimento ai tecnici impegnati nell' area colpita. questo è dunque il quadro delle misure adottate nei primi giorni successivi al sisma. terminata la fase di emergenza gli interventi rientreranno nella programmazione generale delle attività del ministero e sarà ovviamente necessario far convergere adeguati mezzi finanziari a sostegno dell' attività di restauro e ricostruzione. sempre in risposta ad alcune specifiche questioni rilevo che il commissario delegato, anche nella sua veste di direttore generale , avrà il compito di coordinare anche eventuali iniziative di solidarietà che provengano dall' estero. a questo proposito desidero informare l' Assemblea che ho inviato una lettera al commissario europeo per la cultura Marcelino Oreca sollecitando un' iniziativa a livello europeo per il recupero del patrimonio culturale ed artistico che ha subito danni in questo sisma e già ieri è giunta una prima risposta con una prima disponibilità ed un primo stanziamento che la Commissione ha deciso per gli interventi di emergenza. è allo studio l' opportunità di aprire in tempi rapidi una contabilità speciale ove destinare anche i contributi che dovessero pervenire per il restauro degli edifici storici danneggiati. eventuali iniziative promosse dall' Italia per coinvolgere nella ricostruzione organizzazioni internazionali , al di là degli interventi di solidarietà, appaiono più facilmente percorribili nella fase di recupero e di restauro che nell' attuale fase di interventi di prima urgenza. vorrei fare ora cenno ad un altro tema, quello della prevenzione, su cui ugualmente si sono incentrate numerose questioni poste dagli interroganti. sulla questione generale esprimerà le proprie valutazioni il dicastero dell' Interno e pertanto mi limiterò ad alcune osservazioni specificamente attinenti al ministero per i beni culturali ed ambientali che sin dal 1984 ha istituito, di concerto con la protezione civile , il comitato per la prevenzione del patrimonio culturale dal rischio sismico, composta da esperti di chiara fama e qualificazione a livello nazionale . attraverso questo comitato sono state stipulate numerose convenzioni con università italiane che hanno dato luogo ad una serie di ricerche finalizzate all' individuazione delle migliori misure di prevenzione da rischio sismico ed alla previsione di nuovi strumenti legislativi volti a colmare le lacune esistenti nell' ordinamento. oltre a ciò il comitato ha elaborato una serie di direttive, alcune delle quali specificatamente rivolte alla disciplina delle fasi di emergenza dopo eventi tellurici. in particolare il dicastero ha in corso la concertazione con il ministero dei Lavori Pubblici delle norme tecniche per la redazione dei progetti di restauro relativi a beni architettonici di valore storico-artistico in zona sismica predisposti dal comitato. è già da tempo fissata per metà ottobre la riunione che dovrebbe portare all' approvazione definitiva di tale disciplina. vorrei infine descrivere brevemente il già menzionato progetto « carta del rischio » , che in questi mesi è diventato operativo con lo scopo di raccogliere ed elaborare in un unico centro tutti i dati relativi ai fattori che possono determinare il degrado o la rovina dei monumenti e di misurare l' entità e la tipologia dei rischi gravanti su ciascun monumento, creando le basi per una gestione più efficace delle risorse investite nell' attività di prevenzione e restauro. presso l' Istituto centrale del restauro è stata quindi realizzata una struttura informativa nella quale è stata ricostruita, su base informatica, l' intera cartografia nazionale con i confini amministrativi, le principali strade e ferrovie, i rilievi montuosi, i fiumi, i laghi ed altre informazioni relative al territorio. è stato realizzato un primo repertorio di oltre 57 mila siti archeologici, monumenti medievali e moderni, tratto dalla bibliografia più dettagliata esistente nel settore: si tratta in pratica di tutti i monumenti che hanno rilevanza dal punto di vista storico-artistico. sono state acquisite 55 banche dati nazionali e locali, le cui informazioni sono state sintetizzate in tre principali categorie di rischio: statico-strutturale, ambientale e antropico. la rielaborazione dei dati ha permesso la classificazione di singoli territori comunali, in funzione della diversa incidenza dei componenti del rischio elaborata nelle carte di pericolosità territoriale. questi dati, incrociati con la reale consistenza del patrimonio sul territorio, consentono di valutare per grandi categorie il grado di esposizione dei monumenti ai rischi. ad esempio, si possono incrociare i dati sulla sismicità di un comune con quelli relativi a torri e campanili che, come si è visto anche in questa occasione, sono tra le strutture che risentono maggiormente dei terremoti. oppure si possono incrociare i dati sull' intensità dell' inquinamento atmosferico con la presenza di monumenti nei centri storici . tra i risultati di maggiore interesse, ad esempio, si è rilevato che il 51 per cento dei monumenti si trova nei 6.470 comuni con meno di 15 mila abitanti: questo conferma la diffusione capillare sul territorio del patrimonio italiano e dimostra le difficoltà di operare in assenza di un' adeguata base informativa in occasioni di calamità che colpiscano — come è accaduto in Umbria e nelle Marche — un' ampia area di territorio ove insistono numerosi comuni medio piccoli e piccoli. ritengo che l' ulteriore sviluppo del progetto consentirà in via ordinaria manutenzioni e restauro mirati e pertanto più economici ed efficaci, con una complessiva minore esposizione al rischio dei monumenti e allo stesso tempo, in caso di calamità, si rivelerà come un efficace strumento operativo nella fase dell' emergenza, come già si sta verificando in quest' ultima occasione. il tema della prevenzione, come abbiamo già detto in diverse circostanze, è senz' altro centrale in ogni politica di tutela del patrimonio culturale che voglia essere effettivamente lungimirante ed è realmente centrale — lo dico con piena convinzione — nell' attuale politica del ministero. si sta passando da una fase di incertezza a quella della predisposizione di strumenti di analisi e di intervento di considerevole sofisticazione. in conclusione, non ci sentiamo impegnati solo nell' opera di prevenzione e, come si è visto, di puntuale registrazione degli effetti che un sisma della violenza di quello che abbiamo conosciuto in Umbria e nelle Marche provoca nel nostro patrimonio. lo sforzo nel quale ci sentiamo concentrati e impegnati è quello della ricostruzione — nella misura del possibile, che ci auguriamo sia la più vicina alla totalità del calcolo probabilistico — del patrimonio storico, artistico e archeologico esattamente come era prima dell' evento del terremoto. le risorse che saranno necessarie, gli impegni organizzativi, strutturali e normativi che saranno necessari verranno messi in campo, perché la parte del patrimonio nazionale concentrata in Umbria e nelle Marche è una parte consistente del patrimonio culturale dell' umanità.