Silvio BERLUSCONI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 223 - seduta del 03-07-1997
Istruzione scolastica
1997 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 223
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , signor ministro, la questione della scuola è oggi, più che mai, una questione nazionale, decisiva per le sorti del paese e per la qualità della vita delle future generazioni. dalle scelte che si faranno per la scuola dipenderà in gran parte il destino di quella riforma liberale della società e delle istituzioni che noi tutti del Polo auspichiamo e che rappresenta la ragione d' essere del nostro modo di fare politica e concepire la democrazia. vorrei qui dire con forza a tutti, e in primo luogo al Governo, che il Polo per le libertà pone la riforma della scuola tra i punti più alti del suo impegno politico e programmatico. da qui nasce la nostra mozione, la nostra richiesta di un serio dibattito. è ormai tempo di aprire un confronto in Parlamento sulle linee di riforma della scuola e capire le reali intenzioni del Governo. è tempo che in questa materia si proceda finalmente con scelte chiare e non contraddittorie. non ha senso, infatti, discutere un progetto di riordinamento dei cicli scolastici o addirittura voler riformare l' esame di maturità, senza risolvere prima il nodo della parità tra scuola pubblica e scuola privata . il tema della scuola libera è della più alta importanza. ciò per molteplici ragioni. ragioni di principio che riguardano la libertà di educazione ed il ruolo delle famiglie e che non possono non stare a cuore non solo ai cattolici ma a chiunque abbia una genuina concezione della libertà di iniziativa e ritenga, secondo il principio di sussidiarietà, che lo Stato non debba monopolizzare ma promuovere lo sviluppo dell' istruzione. ma anche ragioni di fatto: se non si interviene rapidamente, la scuola libera in Italia è destinata praticamente a scomparire, a causa di una politica che ne ha costantemente ignorato le più elementari esigenze. ragioni di fatto che riguardano anche il sistema scolastico italiano nel suo complesso: soltanto una libera e sana competizione, nel quadro di un organico sistema pubblico dell' istruzione, garantito nei suoi parametri fondamentali dalla legge dello Stato, può consentire il miglioramento qualitativo del nostro sistema scolastico , con una sua maggiore agilità e aderenza all' evolversi delle esigenze e delle situazioni, senza — nel medio periodo — un aggravio del bilancio dello Stato . di fronte a questo obiettivo di superiore importanza per l' intero paese, le forze del Polo si muoveranno secondo una logica non di parte, ma ispirata unicamente agli interessi del paese, nella consapevolezza che soltanto da un ampio accordo può uscire, su un tema come questo, una soluzione durevole ed efficace. fu questa già la linea del mio Governo che, con l' impegno dell' allora ministro D'Onofrio , perseguì tenacemente la ricerca di un ampio consenso per una legge sulla parità scolastica. è la linea che seguiremo ora dai banchi dell' opposizione. ciò che chiediamo al Governo è di presentare rapidamente una sua proposta, che contempli una effettiva parità per la scuola non statale, impegnando questa scuola a garantire gli standard qualitativi dell' istruzione e dell' educazione, ma rispettando pienamente l' originalità e la libertà dei suoi progetti educativi. le vie concrete per il finanziamento della scuola non statale possono essere varie: le esamineremo con animo aperto, guardando, appunto, al concreto. è indispensabile, comunque, che questi finanziamenti giungano al più presto e siano adeguati, perché, se vogliamo salvare la scuola libera in Italia, non abbiamo assolutamente più tempo da perdere. chiediamo al Governo di presentare in tempi brevi i regolamenti e permettere così alle Commissioni parlamentari di utilizzare l' intero periodo previsto dalla legge per esprimere il loro parere. anche il riordino dei cicli scolastici proposto dal Governo suscita la nostra più ferma contrarietà. viene scardinato radicalmente l' impianto e l' architettura fondamentale della scuola italiana: si abolisce la scuola media , si stabilisce l' obbligo di frequentare la materna a cinque anni, si azzera e si ridefinisce la struttura delle superiori. e tutto questo contro i diritti delle famiglie. ma non basta: l' insieme delle « linee per uno statuto delle studentesse e degli studenti » , dei « principi per le nuove norme per la disciplina » e del disegno di legge sugli organi di governo delle scuole finirà per minare l' intero edificio della scuola italiana e vanificare ogni altra possibile riforma. è giusto garantire agli studenti il diritto all' apprendimento, alla tutela della riservatezza, al rispetto della loro personalità, alla trasparenza della valutazione e a far sentire la propria voce. ma in questi testi c' è ben altro. si dà agli studenti la facoltà di decidere anche su materie che solo i docenti possono valutare. è come se in campo medico si pensasse di tutelare i diritti dei pazienti, consentendo loro, non di scegliere il medico, ma di decidere la terapia. tutto questo porta ad una limitazione pesante della libertà degli insegnanti, che anche per tali motivi si sentono sempre più umiliati e frustrati. non c' è dunque da meravigliarsi se un gran numero di loro abbia chiesto di lasciare la scuola. tutto ciò preannuncia un degrado tale da travolgere e rendere impossibile anche la migliore delle riforme. molta preoccupazione desta inoltre l' intenzione del Governo di procedere ad una generale revisione dei programmi, prima che siano chiari i termini della riforma. questo non potrà avvenire senza l' apporto del Parlamento, senza una discussione aperta, libera e democratica. con questi intenti e nel rispetto degli ideali in cui crediamo, ci batteremo per le nostre proposte, contenute nella mozione che ho qui illustrato anche per ribadire le giuste prerogative del Parlamento. da questa Aula, dall' Aula del Parlamento, ci opporremo ad ogni soluzione contraria alla libertà di scelta delle famiglie, alla libertà di apprendimento, alla libertà di insegnamento, alla libertà della scuola.