desidero innanzitutto ringraziare il relatore, onorevole Vignali, e l' onorevole Malgieri per gli interventi svolti e per aver compreso molto bene il senso del provvedimento in esame. non meravigli, peraltro, la contemporanea presenza di un ministro e di un sottosegretario ad una seduta come quella odierna, perché si tratta di un provvedimento importante che corrisponde alla filosofia, che stiamo cercando di introdurre, per la quale, anziché inseguire le tante emergenze causate di volta in volta da ragioni diverse, si devono utilizzare altri strumenti. non so come si concluderà la vicenda giudiziaria che riguarda il teatro La Fenice di Venezia: allo stato degli atti mi pare che risulti esserci stato un intervento doloso e questo cambia un po' i termini della questione; non so dire quale sarà la conclusione delle indagini sulla vicenda di Torino; tuttavia, quali che siano quelle conclusioni, non c' è dubbio che abbiamo un problema drammatico di messa in sicurezza del nostro patrimonio culturale. la stessa vastità del patrimonio culturale è una nostra straordinaria ricchezza, la sua diffusione sul territorio, oltre che un' opportunità, è un immenso problema; con questo provvedimento, dunque, cominciamo ad invertire la logica emergenziale per entrare in una logica di prevenzione. e non solo con questo provvedimento. come ha già detto l' onorevole Vignali — lo ripeto per rassicurare l' onorevole Malgieri — questa mattina abbiamo presentato la carta del rischio e l' abbiamo consegnata ai sovrintendenti. è un provvedimento molto importante che ha messo in sequenza 55 banche dati , 57 mila siti archeologici e monumentali; è un grande lavoro che sarà uno strumento fondamentale per una politica di prevenzione per quanto riguarda tutti i possibili eventi che possono attaccare il nostro patrimonio. ciò che è certo, e che questa mattina si è reso evidente, è che non si tratta solo di affidare ai sovrintendenti qualche strumento in più per poter restaurare i monumenti; le cause di degrado del nostro patrimonio sono complesse e riguardano le condizioni ambientali, il tipo di sviluppo economico e sociale , la caratteristica della vita nei centri urbani, il grado di inquinamento che si produce e via dicendo. vi è cioè una serie di concause che determinano una situazione di precarietà e di incertezza del nostro patrimonio. questo provvedimento è per noi importante e mi fa piacere registrare, come già si è verificato al Senato, un così ampio consenso. sottolineo il fatto che su tali materie trovo una sensibilità diffusa nel Parlamento, che riguarda sia la maggioranza sia l' opposizione; è un fatto veramente importante e giusto, giacché stiamo parlando di un settore che non riguarda una forza politica o le fortune di un ministro, ma il paese. stiamo parlando infatti della principale ricchezza di cui l' Italia dispone e sulla quale stiamo operando una serie di interventi di cui si occupano ormai anche i giornali, riconoscendo il fatto che vi è stato un mutamento, dall' apertura dei musei la sera, alla riapertura di tanti siti archeologici e monumentali e di musei che giacevano in una condizione di degrado, ed ancora a provvedimenti legislativi e ad interventi tesi alla valorizzazione complessiva del nostro patrimonio. voglio dire qualcosa all' onorevole Malgieri, a proposito dei 25 miliardi per le « canzonette » . non conoscevo e non avrei immaginato i precedenti rock dell' onorevole Malgieri, che potrebbe, insieme a Vignali, mettere su un gruppo per il quale mi viene in mente anche un nome, ma che non suggerirò: tuttavia voglio rassicurarlo. mi rendo conto della sua osservazione — e ciò evidenzia come siamo messi, purtroppo! — , ma il provvedimento, di 41 articoli, è rivolto all' organizzazione di tutto il settore della musica che non sia riferito agli enti lirici, che abbiamo già riformato con la trasformazione in fondazioni. di questi 41 articoli, quattro sono dedicati alla musica popolare e contemporanea; gli altri 37 sono dedicati alla musica — lo dico tra virgolette — colta. dico questo perché a mio giudizio è importante considerare unitariamente tutta la musica: il jazz di John Coltrain non è meno importante di altri fenomeni musicali. quindi, un paese, uno Stato serio deve tutelare tali manifestazioni, a fronte di tanti demagoghi disinformati, che magari scrivono articoli sui giornali sdegnandosi e poi mettono in prima pagina grandi articoli non dico sul Festival di Sanremo — che già sarebbe comprensibile — ma su ben altro genere di cose (ma così va il mondo e non ci si può lamentare di questo). come dicevo, si tratta di quattro articoli in un provvedimento tutto volto a favorire, per esempio, le scuole di alta formazione musicale (penso alla scuola di Fiesole e ad altre), la produzione dei giovani musicisti nel campo dell' arte contemporanea (e non della musica popolare contemporanea); dedicato a differenziare l' area della stabilità musicale e quella della continuità musicale. in definitiva, è un decreto legge molto ampio, nell' ambito del quale vi sono appunto questi quattro articoli che hanno l' obiettivo, innanzitutto, di garantire un intervento negli spazi, utilizzando il credito sportivo, affinché possano essere finanziate le ristrutturazioni di palasport ed altre strutture, in modo tale da renderli ospitali nei confronti della musica. non mi rassegno all' idea che i ragazzi italiani debbano andare in luoghi nei quali la musica, che a loro piace, non sia tale, ma un evento; mi piacerebbe che potessero ascoltare la musica civilmente. per un' altra parte, attraverso la costituzione di un fondo, il provvedimento è dedicato non a sostenere le « canzonette » , come qualcuno ha scritto in tono dispregiativo ed inutilmente snobistico (poi magari, ci si deve occupare, tutti i giorni, di star televisive, di telenovelas e non so cos' altro), ma a favorire la promozione della musica italiana all' estero e le produzioni di elevata qualità culturale da parte delle industrie fonografiche; è destinato inoltre a giovani gruppi che si costituiscano per fare della musica e che abbiano bisogno di un sostegno, così come si fa in tutti i paesi civili del mondo. nello stesso provvedimento vengono stanziati 40 miliardi per un sistema di residenze multiculturali . come lei sa, perché, ne abbiamo discusso in Commissione a proposito della legge sul teatro, abbiamo esteso la normativa a residenze multiculturali nelle quali si possa suonare anche musica colta, stanziando a questo scopo 40 miliardi. complessivamente, per la musica, diciamo così classica, dei 900 miliardi del FUS vengono spesi 600 miliardi. mi sembra quindi che, francamente, non vi siano ragioni per allarmarsi. credo sia invece giusto che uno Stato, come accade in tutti gli altri paesi europei , si preoccupi anche di disciplinare un grande fenomeno che non può essere utilizzato — d' altra parte vi è un disegno di legge del suo gruppo che va esattamente nella stessa direzione — solo per vendere una copia in più dei giornali o per le feste dei partiti. si tratta di un fenomeno culturale che riguarda milioni di ragazzi italiani e centinaia di migliaia di persone che lo producono e che tengono viva questa forma musicale di cui la giornata della musica di sabato scorso è stata una testimonianza e che quindi credo sia importante tutelare. chiusa questa parentesi in risposta alle sue osservazioni, voglio solo aggiungere che sarò molto grato alle forze politiche e parlamentari per l' approvazione, che mi auguro intervenga il più rapidamente possibile, di questo provvedimento, perché esso va appunto in controtendenza, ed ha l' obiettivo di rafforzare strumenti di prevenzione e di tutela del nostro patrimonio culturale.