Achille OCCHETTO - Deputato Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 209 - seduta del 11-06-1997
Sui rapporti tra Governo e sindacati
1997 - Governo Colombo - Legislatura n. 5 - Seduta n. 472
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , è un peccato che per il teatrino della politica nazionale si perda tanto tempo in quest' Aula — soprattutto quando le televisioni garantiscono ai leader di poter fare le loro comparsate, che molte volte sono prive di contenuto e di significato — e che per la politica estera non troviamo mai l' occasione per una discussione seria. abbiamo dato alla politica estera il tempo dello spuntino, del breakfast, non so come chiamarlo: questa è una vergogna per il Parlamento italiano! è una vergogna per i capigruppo e una vergogna per la Presidenza! soprattutto ora che entriamo in un periodo decisivo per ciascuna nazione, in un periodo decisivo per l' Europa: un periodo che potrebbe avere anche riflessi nazionali inauditi. comunque, cercherò di dire l' essenziale nei pochi minuti che mi vengono concessi. l' appuntamento di Amsterdam — lo vedete — sta diventando la questione delle questioni. mano a mano che ci avviciniamo, le politiche nazionali entrano in fibrillazione; si teme improvvisamente per l' Europa, per la moneta, per il nostro futuro. un' opinione pubblica lasciata sonnolenta dalla stampa improvvisamente viene dalla stessa stampa destata con annunci di catastrofe. ma una cosa voglio dirla subito: facciamo attenzione, perché se tutto non va per il verso giusto non possiamo dare la colpa a chi ha il coraggio di dire che « il re è nudo » . perché il re è veramente nudo e in questo caso il re è il pensiero unico mondiale monetarista. qualcosa sicuramente non ha funzionato nell' impostazione complessiva che deve portarci alla moneta unica . devo dire che l' onorevole Martino, da sponde diverse e con un taglio che naturalmente in gran parte non condivido, tuttavia ha avuto il merito di tenere alta la soglia critica e credo che anche chi non condivida le idee dell' onorevole Martino debba sentire che questa soglia critica deve essere presente, se vogliamo per davvero raggiungere l' obiettivo della moneta unica . naturalmente questo non vuol dire che occorre rinunciare all' Europa, ma semplicemente che bisogna proseguire sulla strada della moneta unica perché ciò è di fondamentale e vitale importanza per il nostro paese. proprio per questo confermo tutti gli elementi della mozione di cui sono il primo firmatario , però non posso non vedere che dal momento in cui è stata presentata questa mozione ad oggi sono accadute molte cose. per questo intendo dire la mia sulla dichiarazione del ministro dell' Economia francese in ordine ad una pausa di riflessione sul patto di stabilità . naturalmente la pausa riguarda il governo francese che è stato appena « eletto » ; tuttavia io sono favorevole ad una riflessione sul patto di stabilità a condizione che continuiamo ad esercitare un vero spirito costituente andando anche oltre le nostre immediate convinzioni. porre delle serie condizioni al patto di stabilità non può voler dire naturalmente rinunciare alla costruzione delle regole per un' Europa in movimento, vuole invece dire che si capisce finalmente che la costruzione europea non può riflettere una sola cultura, quella del pensiero monetarista delle banche centrali. nello stesso tempo, come nei momenti di grande difficoltà, le grandi componenti ideali e culturali dei fondatori dell' Europa, la componente cattolica, quella liberale e quella socialista, devono ritrovare la forza di sapersi unire per evitare un possibile stallo. sono allora necessarie parole chiare, senza infingimenti, senza prendere lo spunto dalle difficoltà del momento per rimettere in discussione una grandiosa opera alla quale dobbiamo rivolgere tutta la nostra iniziativa. non dobbiamo certo gettare la spugna sulla via della moneta unica ; nello stesso tempo abbiamo il dovere di evitare che si abbia una catastrofica associazione tra una politica monetaria restrittiva ed una fortissima disoccupazione. per questo sento l' esigenza di un arricchimento della stessa mozione da me presentata e a questo proposito voglio dire subito che ha fatto bene Ciampi a ricordare la lettera dell' articolo 104 del trattato di Maastricht e la sua interpretazione autentica e politica (sottolineo politica), perché un' effettiva interpretazione politica comporta che si abbia la capacità di evitare ogni forma di subordinazione della dimensione politica dell' Unione Europea a quella monetaria, sostenendo la necessità di un forte coordinamento tra le scelte di politica economica e sociale e quelle relative alla moneta unica ; comporta, secondo gli auspici dello stesso Jospin a proposito dell' ingresso dell' Italia, che si attribuisca un crescente rilievo alle determinazioni politiche verso i vari paesi, anche tenendo conto della loro importanza storica, strategica, economica e sociale (l' Italia ha certo bisogno dell' Europa, ma dobbiamo dire con estrema chiarezza che l' Europa ha bisogno dell' Italia); comporta che non si subordini la politica economica a quella monetaria, ma si abbia la capacità di correggere il patto, creando istituti di governo dell' economia che possano stabilire procedure effettivamente democratiche ed idonee a fronteggiare la disoccupazione e a contrastare l' evasione fiscale . sul tema del lavoro dobbiamo operare un vero e proprio rovesciamento di prospettiva. con questa mozione chiediamo al governo italiano di tenere alte le ragioni dell' Europa politica affinché la conferenza intergovernativa non si concluda con un nulla di fatto. troppo spesso ci si dimentica che compito principale della conferenza intergovernativa è quello di introdurre proposte e modifiche politico-istituzionali, di affrontare il grande tema dei poteri del Parlamento, della Commissione e del Consiglio, anche se il dibattito ha fatto emergere temi estranei come quelli della moneta e dell' allargamento della NATO; temi importantissimi a patto che si subordini tutto ciò all' unione politica, all' allargamento dell' Unione Europea . una NATO ampliata deve andare di pari passo con un' Europa politica ampliata. l' Europa non può essere fatta solo dalle banche e dalla NATO. non possiamo ammettere uno strisciante abbandono del principio di coesione, che è il vero punto di forza della costruzione europea, e nemmeno una sottovalutazione dei diritti di cittadinanza, intesi come diritti universali rispetto ai quali si riscontra e deve riscontrarsi il limite del mercato. noi dobbiamo allargare la sfera dei diritti di cittadinanza, fare diventare diritti di cittadinanza alcuni diritti sociali elementari, come il lavoro, la qualificazione, il salario minimo di base; non solo, ma anche il diritto alla sicurezza nel quale si colloca come banco di prova essenziale l' accoglienza degli immigrati, che è una prova di civiltà per un paese, la lotta al razzismo, se vogliamo davvero andare nella direzione di un' Europa plurietnica. ciò è essenziale per realizzare l' Europa dei popoli e degli Stati, perché l' Europa si deve fare con i cittadini. per parlare ai cittadini io integrerei la stessa mozione con la tutela dell'ambiente come presupposto dell' attuazione di tutte le politiche comunitarie e affronterei il grande tema delle pari opportunità , dei diritti di parità tra uomo e donna. se vogliamo davvero l' Europa, il governo ad Amsterdam non dovrà transigere, dovrà muoversi soprattutto per il rafforzamento delle istituzioni e per l' estensione del voto a maggioranza rispetto al quale — lo sappiamo — i nostri amici inglesi, benché abbiano fatto grandi passi avanti, rimangono ancora estremamente freddi. la nostra carta da visita, in sostanza, deve contenere tre parole semplici e chiare: lavoro, solidarietà e cittadinanza. voglio anche dire, in conclusione, che ogni valutazione critica del processo di unità europea non significa di per sé un abbandono. noi diciamo di sì all' Europa, ma poniamo chiare condizioni perché si abbia una netta correzione nella direzione di una Europa sociale e di una Europa politica. dobbiamo dire di no ad un' Europa senza anima, dobbiamo andare ai fondamenti dell' identità europea, rimettendo in campo due idee che purtroppo in questo secolo sono state troppo separate tra di loro come l' idea di libertà e di uguaglianza, per le quali l' anello di congiunzione è la solidarietà. quindi, non mi interessa il tempo della pausa, mi interessa la riflessione, però: una riflessione che metta subito l' Europa monetaria al passo con l' Europa politica. per questo, con la risoluzione che presenteremo, vogliamo dare al Governo mandato forte perché si impegni per ottenere risultati di alto profilo per l' affermazione di una chiara identità politica dell' Unione Europea . credo che questo impegno alto possa essere dato con le nostre parole, anche se ritengo che l' errore fatto dai gruppi e dalla Presidenza nel condurre in questo modo un dibattito di politica estera sia estremamente grave, quindi per protesta mi allontano in questo momento dall' Aula.