Romano PRODI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 179 - seduta del 12-04-1997
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1997 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 266
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , ringrazio, all' inizio di questo mio breve intervento, il Parlamento per questi giorni di intenso e serrato dibattito. mi spiace che quest' ultimo sia stato così serrato, l' ho voluto tale non per ridurre i tempi della discussione, che sono stati ampi ed approfonditi, ma perché, senza prevedere tempi stretti, la prossima settimana la nostra missione in Albania non sarebbe potuta partire. proprio questa mattina mi sono recato al ministero della Difesa per conoscere il quadro e gli aspetti dettagliati della missione, in modo che questa possa avere successo e raggiungere gli obiettivi che si è ripromessa. si tratta di un impegno grande, che il nostro paese si è assunto: in pochi mesi dobbiamo aiutare l' Albania nella ricostruzione della vita civile e nello svolgimento di elezioni libere e democratiche. il problema delle elezioni, che finora è stato quasi messo in secondo piano, deve essere considerato come un aspetto fondamentale della nostra missione. infatti, più presto si svolgono le elezioni, prima si può considerare esaurita la prima fase del nostro compito; mentre durerà senz' altro più a lungo la fase degli aiuti alla ricostruzione del paese. eventi di questo genere, infatti, non si esauriscono nello spazio di pochi mesi e nemmeno, forse, nello spazio di pochi anni. presidente del Consiglio dei ministri . sono grato all' opposizione per aver permesso di far partire questa missione così importante e decisiva. ricordo che in cinquant' anni di storia è la prima volta — lo sottolineo ancora, poiché è un fatto importante — in cui noi abbiamo assunto un ruolo così delicato in prima persona e non come supporto al comando tenuto da altri. vorrei accompagnare questo mio ringraziamento con un auspicio ed una richiesta, proprio perché il Parlamento continui a svolgere la grande funzione che ha avuto nell' assumere una decisione difficile sulla questione albanese. chiedo dunque se non si possa dar vita ad una commissione parlamentare di monitoraggio sull' andamento della missione in Albania. una commissione che lavori in modo rapido e che possa mantenere, nelle forme che voi sceglierete, un controllo, un' attenzione del Parlamento su questo problema che è di importanza assoluta. presidente del Consiglio dei ministri . trovate voi le forme, per esempio se debba trattarsi di un organo intercommissioni; questo non è certo compito mio. presidente del Consiglio dei ministri . credo, comunque, sia opportuno disporre di uno strumento di monitoraggio del Parlamento, proprio perché venga mantenuto quel carattere di bipartisan di osservatorio generale riguardo alla missione in Albania. tutto il paese, infatti, deve farsi carico del grande impegno che ci siamo assunti, passando rapidamente dall' impegno di supporto alla rinascita civile a quello della rinascita vera e propria e totale. ieri sono state riaperte le scuole; per coincidenza era in Albania il ministro Berlinguer; ritengo debba proseguire tale attività di rapporto stretto tra le nostre strutture civili e quelle dell' Albania. voglio esaurire questa riflessione sull' Albania con il ringraziamento per chi ha l' impegno immediato, cioè per i nostri soldati che martedì partiranno per l' Albania anche se già, come voi sapete, un contingente è partito. la struttura maggiore del contingente internazionale, però, ripeto, partirà da martedì e nell' arco dei dieci giorni successivi. mi auguro che veramente le elezioni siano rapide e che un mese dopo il loro svolgimento possa cominciare il ripiegamento delle truppe, come è stabilito dall' accordo della missione. ringrazio anche i rappresentanti della maggioranza per il riconoscimento che c' è stato in questo lungo dibattito del cammino svolto in questi undici mesi di vita del Governo. è vero quanto affermava ieri l' onorevole Casini, che noi abbiamo accumulato in questi mesi notevoli momenti di impopolarità e grandi problemi. vi sono fasce diffuse di scontentezza ed io ne sono pienamente consapevole. non è affatto vero che non ne traiamo elementi di preoccupazione; non c' è alcun compiacimento. debbo dire, però, che questi sono soprattutto una conseguenza, direi naturale, delle difficili decisioni che sono state prese. sono state attuate quattro manovre, una fortissima correzione del disavanzo e, come inevitabile conseguenza, vi è stata una tensione nell' ambito fiscale nonché, ovviamente, una tensione nell' ambito dei consumi. dobbiamo dire, però, che tutte queste manovre sono state attuate in modo da non deprimere l' economia, come solitamente avviene, in questi casi. nonostante tali manovre, infatti, abbiamo avuto un aumento dei consumi dell' 1,2 per cento , come si evince dalle stesse statistiche della Confcommercio, e quindi un andamento dei consumi non certo forte ma, comunque, sufficiente. questa attività in campo economico — devo dire che il dibattito ne ha reso atto — ha portato già grandi vantaggi all' economia. i tassi d'interesse sul debito pubblico sono diminuiti di quasi il 3 per cento : è una diminuzione straordinaria che, a regime, se mantenuta o se, come speriamo, aumentata, porta, di per se stessa , la soluzione di oltre la metà dei problemi del deficit pubblico del nostro paese. questa è l' operazione obbligatoria; questa è stata la grande necessità di questi mesi. l' andamento in calo del 3 per cento dei tassi d'interesse , dobbiamo dirlo, ha avuto una sosta un mese fa, quando i tassi d'interesse erano ricresciuti. nelle ultime aste del Tesoro — proprio quelle di ieri l' altro — vi è stato di nuovo un abbassamento dei tassi, per cui possiamo pensare che la tendenza possa progredire. dobbiamo inoltre dire che la diminuzione dei tassi d'interesse , anche se in tempi ritardati e non sufficienti, e comunque non soddisfacenti, si sta estendendo a vantaggio anche delle imprese e dei cittadini, per la diminuzione del costo del denaro da parte del sistema bancario . noi avevamo dichiarato un anno fa che le manovre di aggiustamento debbono essere accompagnate da altre misure strutturali. questo era precisato nel programma dell' Ulivo ed è quello che noi dobbiamo fare nei prossimi mesi. è un cammino difficile, di esito non scontato, ma si può dire che questo dibattito ha contribuito a ritrovare una coalizione che può portare a compimento questa difficile missione. è una missione che dovrà coinvolgere, dovrà concentrare tutta la nostra attenzione, tutta la nostra attività nei prossimi mesi. proprio per tale ragione questa coalizione non può permettersi altri strappi, come quello che ieri nel mio intervento alla Camera ho definito così grave da non consentire al Governo di proseguire nella sua esperienza senza un chiarimento forte, preciso e netto. ripeto cioè anche oggi che altri passaggi come quello che ha messo a rischio l' immagine internazionale del paese non sono più accettabili. forse conviene riflettere su questo punto, perché vi è un tipo di disciplina che discende necessariamente dal bipolarismo e che è adottata da tutti i paesi nei quali esso è diventato strumento costante di Governo, sia il bipolarismo fondato su due partiti, sia il bipolarismo fondato su due coalizioni. non dobbiamo sottovalutare le differenze che ci sono all' interno delle coalizioni e dei partiti anche negli altri paesi (esistono differenze enormi, pensiamo soltanto a quelle che quindici anni fa esistevano all' interno del partito laburista ed anche all' interno dei conservatori in Gran Bretagna ), ma alla fine, quando esiste una coalizione, quando esiste un sistema bipolare , è necessario ritrovare un accordo nel momento della decisione, un accordo che possa permettere l' attività di Governo, che possa permettere di prendere decisioni che sono necessarie. questa riflessione mi permette anche di rispondere all' onorevole Tatarella, che nel suo intervento ha fatto lunghi esempi su quello che la coalizione dell' Ulivo non vuole essere: è vero quello che ci ha detto, che non vogliamo essere Governo di minoranza, che non vogliamo avere governi di larghe intese , proprio per il motivo che dicevo poc' anzi . siamo andati alle elezioni scegliendo apertamente e ripetutamente, fino all' insistenza, la strada del bipolarismo: l' abbiamo scelta con chiarezza, l' abbiamo presentata agli elettori; rispetto a questa scelta del bipolarismo, perciò, dobbiamo essere coerenti fino in fondo. è una via faticosa, difficile, come si vede non ancora rafforzata dalla pratica e dalla consuetudine, ma è la strada che tutti noi abbiamo voluto, che gli italiani hanno scelto e che noi non possiamo abbandonare senza un forte strappo rispetto al compito che ci è stato affidato. il Governo, quindi, ha questo punto di riferimento , il Governo segue questa strada, il Governo la perseguirà con tenacia nel futuro. il bipolarismo, con la stabilità che in esso è contenuta, è l' obiettivo della nostra azione; ma proprio questo bipolarismo ha rigorose regole interne e sono lieto di constatare come continuamente, nel dibattito che abbiamo avuto in questi due giorni, sia al Senato della Repubblica sia alla Camera dei Deputati , le regole del bipolarismo siano sempre emerse come fondamentali, come necessarie, come assolutamente prioritarie per la possibilità di governare il paese. è con questo schema che affronteremo il cammino futuro, che è dedicato soprattutto — ed anche questo è frutto del dibattito — alla ripresa dello sviluppo e dell' occupazione e alla riforma dello stato sociale . i due temi sono profondamente legati fra loro: se vogliamo uno sviluppo stabile, dobbiamo essere sicuri di un equilibrio di lungo periodo dello stato sociale ; non vi è possibilità di avere l' apprezzamento dei mercati internazionali e l' accoglimento all' interno dell' unione monetaria , o di esercitare un ruolo nella vita economica internazionale, se non offriamo la garanzia assoluta di avere equilibri di lungo periodo nel nostro bilancio dello Stato . dopo trent' anni di formazione di squilibri progressivi, quest' anno siamo arrivati al deficit minimo dell' ultimo trentennio: questo non basta per garantire i nostri partner e i mercati internazionali ; dobbiamo garantire anche la via della stabilità, dobbiamo garantire che questo cammino proseguirà, dobbiamo garantire che la lotta all' inflazione non subirà soste e che il deficit continuerà ad essere sotto controllo. allora, il passaggio dalle misure eccezionali a quello che viene chiamato in linguaggio europeo il patto di stabilità è un passaggio che esige anche un attento e profondo riesame dello stato sociale . sono perciò d' accordo con Marini quando ricorda a Bertinotti e a tutti noi che, se non si lavora in questa direzione, si mettono in pericolo le pensioni stesse. non è un compito che possiamo assolutamente rimandare o mettere in secondo piano, perché è l' attuale struttura dei benefici dello stato sociale che viene messa in pericolo senza una profonda riforma, senza un riaggiustamento dello stato sociale . dovrà quindi cominciare presto, rapidamente, immediatamente, il confronto serrato sullo stato sociale . devo dire che anche a noi, onorevole Bertinotti, stanno a cuore i bisogni e le difficoltà dei più deboli. noi non vogliamo la riforma dello stato sociale per colpire i più deboli, per togliere alle persone modeste la ragione di vivere, ma la vogliamo perché questo sia garantito anche nel futuro. credo infatti che abbiamo vinto le ultime elezioni proprio assumendoci l' impegno di essere attenti ai problemi dei più deboli. la coalizione dell' Ulivo ha vinto le elezioni perché è stata capace di dare garanzie di attenzione ai problemi dei più deboli. presidente del Consiglio dei ministri . questo non significa, tuttavia, che si possa in qualche modo eludere la necessità di vedere le compatibilità, di fare i conti, di vedere soprattutto che anche nell' attuale stato sociale vi sono fortissimi elementi di ingiustizia e di disorganicità. dobbiamo perciò farci carico in modo equo di questi problemi, soprattutto nella redistribuzione dei compiti, dei pesi, dei carichi dell' economia tra giovani e anziani, tra occupati e disoccupati. allora, la redistribuzione dei pesi tra il sistema delle pensioni e il sistema dell' assistenza, l' attenzione alle famiglie numerose, il risparmio nel modello organizzativo dello stato sociale , la partecipazione delle strutture private allo stato sociale , l' incoraggiamento al risparmio dei singoli che si affianchi al risparmio garantito dalle strutture collettive sono elementi fondamentali per il riesame che dovremo fare nei prossimi mesi. in questi mesi vi è stata una forte inquietudine sul fatto che noi non volessimo affrontare questa riforma. devo dire che fin dal primo discorso di insediamento del Governo ho detto e ho ripetuto fino alla noia che lo stato sociale va riformato, ma che va riformato dopo una grande e corale discussione, dopo che tutte le forze sociali si sono espresse, dopo che questo tema è diventato elemento di dibattito nazionale. questa mia cocciuta posizione deriva anche dall' esame dell' esperienza che gli altri paesi hanno fatto. in molti casi sono state esaltate le decisioni prese, ad esempio, dai tedeschi o dai francesi in questa materia. vorrei pregare gli onorevoli colleghi di esaminare quanto è avvenuto in Francia e in Gran Bretagna . finora nessuna decisione in materia è stata presa e nei casi in cui una decisione è stata assunta, come in Francia, senza una consultazione generale, senza una forte discussione, senza il coinvolgimento di coloro che debbono poi sopportare le decisioni prese, vi è stata una ribellione generale. il governo francese ha fatto completamente marcia indietro ; vorrei ricordare lo sciopero dei camionisti e le decisioni conseguenti. per quanto riguarda la Germania, vorrei ricordare il caso dei minatori, in cui il governo tedesco ha preso decisioni unilaterali su un problema specifico, che è ritenuto addirittura ovvio dall' opinione pubblica tedesca ed europea da ormai una generazione. ebbene, anche in questo caso vi è stata una marcia indietro del governo tedesco . noi non possiamo permetterci di fare marcia indietro , quindi non possiamo permettere che questo dialogo non abbia successo, non possiamo permettere che il dialogo e le decisioni vengano prese senza la partecipazione di tutte le parti sociali , non solo perché questo è giusto, ma anche perché è necessario ed indispensabile che avvenga. noi non ci siamo ritratti da questo impegno e abbiamo dato anche una solenne scadenza: l' anno 1997, anno di finanza straordinaria; l' anno 1998 dovrà essere anno di finanza ordinaria in cui la stabilità sia elemento costante della disciplina finanziaria nel nostro paese. allora l' accordo che dobbiamo trovare in questi mesi dovrà essere inserito come collegato alla legge finanziaria e quindi entrare in vigore il 1 gennaio del prossimo anno, come era nostro impegno ed impegno solenne del Governo che mi ha preceduto. per chiudere questo intervento riassuntivo della lunga, seria e profonda discussione degli ultimi due giorni, ricordo che è vero, come ha detto D'Alema nel suo intervento, che siamo in un « cammino stretto » ; un « cammino stretto » perché dobbiamo lavorare almeno su tre fronti principali: dobbiamo rafforzare la maggioranza e tenerla unita sui programmi di riforma del paese; dobbiamo proseguire nel cammino della moneta unica e dell' entrata in Europa perché questo è il nostro destino; dobbiamo operare infine — e lo voglio ricordare come ultimo punto perché mi sembra il compito più importante che abbiamo di fronte — perché la Commissione bicamerale termini i suoi lavori con esito positivo. la Commissione bicamerale è sempre stata sullo sfondo di questo dibattito, è stata richiamata tante volte. adesso è ora che emerga con vigore in tutta la sua importanza e in tutti i suoi contenuti. se vogliamo davvero il bipolarismo, esso deve essere codificato dalla bicamerale; se vogliamo la stabilità, essa deve essere definita dalla bicamerale. è bene ricordare, onorevoli colleghi , che il successo della bicamerale è in questo momento il successo del nostro paese ed il successo della nostra democrazia.