Fausto BERTINOTTI - Deputato Appoggio
XIII Legislatura - Assemblea n. 178 - seduta del 11-04-1997
1997 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 178
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signori deputati, la dichiarazione del presidente del Consiglio e la risoluzione dei capigruppo ci inducono a rinnovare la nostra fiducia al Governo Prodi. grazie! nella dichiarazione del presidente del Consiglio oggi alla Camera ci sono state, rispetto a quella fornita ieri al Senato, delle diversità, ma sono diversità che non fanno una differenza, tanto meno una differenza politica. dunque confermiamo la nostra fiducia. da qualche parte ci è stato chiesto come avremmo motivato questa nostra fiducia dopo il dissenso, anche da noi considerato rilevante, sulla missione militare. se questa domanda intende crearci qualche difficoltà va allora detto che non ce ne crea assolutamente alcuna. noi siamo stati gli unici a dire, dall' inizio di questa drammatica vicenda, « no » alla missione militare e « no » alla crisi di Governo . sulla missione militare non vorrei tornare qui, se non per tre brevissime osservazioni. noi non useremo strumentalmente questo dissenso per farlo pesare su altri elementi della politica del Governo. ho letto che il deputato socialista Roberto Villetti ha dichiarato: la manovrina ci offre l' occasione di dare uno strattone al Governo per controbilanciare il peso di Bertinotti dopo l' Albania. pessima politica, ripeto: pessima politica! ci si può confrontare e si può dissentire sul merito ma non si può giocare di carambola; in ogni caso, presidente del Consiglio , vengono più minacce al Governo da atteggiamenti come questi che da un franco confronto sul contenuto. in secondo luogo non vogliamo continuare qui questo dibattito doloroso e tuttavia rispetto agli elementi che vengono continuamente riprodotti vorremmo testimoniare che è nostra convinzione che man mano che i giorni passano e i fatti vanno avanti si conferma la nostra opinione. in terzo luogo è stato usato contro di noi un argomento polemico e provocatorio quando è sembrato essere impossibile confrontarsi sul merito della questione della missione. è stato detto: vedete questi comunisti italiani, non riescono neppure nel Parlamento europeo a guadagnare il consenso delle altre forze antagoniste e comuniste. peccato che questa sia una cattiva osservazione dei fatti accaduti nel Parlamento europeo dove tutti i gruppi del GUE hanno preso le distanze dalla missione militare ed oggi — lo posso comunicare a quest' Aula — i responsabili internazionali di Izquierda unida e del partito comunista francese ci hanno fatto arrivare i segni della loro condivisione di fondo della posizione del partito di Rifondazione comunista . lo dico per troncare una polemica inutile. noi tuttavia siamo qui oggi per dire il nostro « no » alla crisi di Governo e non perché abbiamo sottovalutato il dissenso sulla missione militare, ma per senso di realtà, perché non c' è una alternativa al Governo Prodi e non c' è oggi nell' imminenza di un grande passaggio che investe direttamente il futuro del nostro paese. per questo noi, che ci siamo presi l' impegno coraggioso di dissentire nei confronti di un atto significativo come la missione militare, oggi vogliamo far rivivere il nostro consenso a questo Governo, come è stato richiesto, ovviamente perché possa agire nell' assoluta pienezza dei suoi poteri. del resto siamo stati gli unici a tenere questa rotta, quella del « no » sulla missione militare e del « no » alla crisi. non l' hanno tenuta altri partiti; non l' ha tenuta il Partito Democratico della Sinistra , che è sembrato voler cercare la crisi o per piegarci o per disegnare nuovi scenari anche se non dichiarati. il suo segretario D'Alema aveva minacciato il nostro partito con un' intervista a L'Unità : se continueranno su questa strada, se non si fermeranno si va a votare! noi proseguiamo su questa strada, non ci sentiamo minacciati, ma non abbiamo voluto la crisi, non la vogliamo e, dunque, votiamo la fiducia. non ha lavorato in questa direzione il Partito Popolare . Marini, il suo segretario, ha proposto addirittura un Governo di minoranza per contrastare il Partito della Rifondazione comunista ed aprire al Polo, a quel Polo da cui è venuta una sistematica aggressione alle politiche di questo Governo in nome delle istanze liberiste che trovano conforto solo nell' oltranzismo della Confindustria. le destre hanno scommesso tutto per mettere in crisi il Governo e mettere fuori il Partito della Rifondazione comunista . hanno puntato alla crisi del Governo Prodi, all' ammucchiata, alla crisi del Governo Prodi previa ammucchiata, hanno aggredito e blandito, aggredito gli uni e blandito gli altri: non ce l' hanno fatta! con il voto di fiducia , per ora, questa loro offensiva è stata ricacciata indietro! con il nostro voto di oggi, come dopo il 21 aprile, le destre in Italia restano in minoranza! ieri, nei giorni scorsi, nel voto sulla missione militare come donne e uomini della sinistra abbiamo vissuto una pena, quella di veder votare insieme il Pds e Forza Italia , i popolari e il Ccd ed il Cdu, i Verdi con Alleanza Nazionale ; ma oggi no, oggi siamo contenti di poter, appunto, riguadagnare uno schieramento di maggioranza che mette le destre all' opposizione. ma l' argomento di fondo di questo nostro investimento di fiducia è più importante. davanti a noi sta la questione dello stato sociale , la « madre » di tutte le questioni. lo stato sociale parla della vita concreta della gente, parla di pensioni, di sanità, di scuola, di lavoro, di occupazione; parla della possibilità o meno di essere curati quando si è malati; parla della possibilità per i figli delle classi meno abbienti di andare o non andare a scuola; parla della vecchiaia, affinché possa essere non una maledizione, ma una condizione di vita. lo stato sociale è il fondamento del patto tra i cittadini, della cittadinanza sociale. e noi sentiamo non solo un dovere politico, ma un dovere etico e morale di fronte al fatto che viene obiettivamente all' ordine del giorno in discussione questa grande questione, la « madre » di tutte le questioni. noi sentiamo il dovere di non far mancare, non solo nelle Aule del Parlamento, ma nella maggioranza parlamentare , una forza come la nostra che ha difeso e difenderà in maniera irriducibile gli interessi dei più deboli, dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani. lo sentiamo come una necessità forte! e investiamo di fiducia il Governo e la maggioranza per questa grande sfida. se no, con chi affrontarla, con quale schieramento? forse uno che comprendesse chi è mosso da interessi di classe e scatena oggi un' offensiva così dura, di attacco allo stato sociale ? no, ci dobbiamo provare noi, le forze, sia pure diverse e sia pur con diversi programmi, che hanno battuto le destre il 21 aprile ed hanno suscitato così tante attese e così tante speranze. è difficile — intendiamoci — questa sfida per tutti noi. è difficile, anche per ragioni politiche. perché il dissenso, anche nella recente vicenda della missione militare, peserà, non evapora facilmente. è difficile perché c' è un contrasto, anche politico, tra di noi. è difficile perché una forza così importante come il Pds, in una polemica contro una sinistra come noi, che sarebbe ideologica ed antica, fa affiorare un' idea anche sullo stato sociale che spesso appare come rinunciataria rispetto alla capacità e alla necessità di aggredire le grandi ingiustizie sociali e di classe, senza le quali non si riforma lo stato sociale , e che può aprire la via anche ad idee di ridimensionamento che altri, anche nella maggioranza — lo dico dolorosamente — , già avanzano. sono rimasto impressionato guardando in televisione il dibattito intervenuto tra Marini e Fini, i quali hanno ripetutamente dichiarato delle convergenze su questi temi, sull' idea di « sforbiciare » alcune prestazioni sociali per risanare magari il bilancio dell' Inps; ma così non si risana lo stato sociale , così si finirebbe per coprire le magagne del sistema, che invece vanno affrontate a fondo. e allora facciamola questa grande sfida per il paese! smettiamo le guerre di schieramento tra i partiti e apriamo una competizione positiva, valorizziamo le differenze tra di noi, in questa maggioranza composita, attorno alla sfida per la riforma dello stato sociale ! noi, Rifondazione comunista , entriamo con grande spirito di ricerca unitaria, portando il nostro contributo e la nostra elaborazione. quando parliamo di uno spostamento a sinistra dell' asse programmatico del Governo ci riferiamo non ad astratte geografie politiche, ma alla possibilità di attingere nel paese ad interessi e valori che possano contrastare fino in fondo un emergente conflitto e l' egoismo di classe che — questo sì — porta a pregiudicare il futuro dello stato sociale . ma la vedete la posizione della Confindustria? questo atteggiamento punta a difendere egoisticamente ogni interesse, punta al totale disinteresse rispetto ad ogni elemento di equità! questa Confindustria, che pure annovera tra i suoi potenti un' industria, come la FIAT, che vede la sua leadership condannata per falso in bilancio (come ieri per schedatura dei lavoratori), non dice nulla dello stato delle classi dirigenti di questo paese? bisogna riformare lo stato sociale ... per farlo però bisogna dare fiducia e speranza alle forze motrici e riformatrici esistenti nel paese e contrastare gli interessi egoistici e le posizioni di privilegio e di conservazione. contro questa aggressione classista apriamo un confronto, nella maggioranza e con il paese: noi l' affronteremo come sempre con grande impegno, con grande ricerca unitaria, con grande fiducia nelle nostre argomentazioni. siamo stati presentati anche in questi giorni come quelli del « no » : vedo che anche chi si esercita su questa nostra presunta collocazione sul fronte del « no » non sa enumerare che cinque o sei di questi « no » ... si tratta di « no » che tuttavia noi rivendichiamo orgogliosamente, perché sono altrettanti « sì » : sono i « sì » alla difesa del potere d'acquisto dei salari, nazionalmente e localmente; sono i « sì » alla difesa della pensione e dello stato sociale e al rifiuto di aumento dei ticket. sono la difesa anche di un patrimonio pubblico, e voglio sperare che non vi sia nessuno, nello schieramento progressista e democratico, che si inquieti se l' Enel resta pubblico e in grado di contribuire alle politiche industriali del paese. certo, questa difficile navigazione, in cui tutti si sono sperimentati con fatica e con pazienza, ha dato luogo ad un compromesso in cui si è prodotto un efficace risanamento dei bilanci dello Stato, con un aumento di risorse recuperate di proporzioni gigantesche, che nessuno avrebbe previsto, bilanciate semplicemente dal rifiuto al taglio della spesa sociale. ma questo punto di equilibrio, presidente del Consiglio — bisogna dirlo — , è arrivato anche a mettere obiettivamente in luce un logoramento, una fatica, perché i grandi mali sociali del paese, la disoccupazione e l' ingiustizia sociale, non sono ancora stati aggrediti. e dunque eccolo il banco di prova dello stato sociale , un' occasione per affrontare questa sfida, per sentire la connessione tra la questione dello stato sociale e quella dell' assetto della democrazia che viene affrontata nel dibattito sulla bicamerale: né l' una né l' altra, e in entrambe il Partito della Rifondazione comunista darà il suo contributo attivo. noi sentiamo che oggi davvero la situazione del paese può cambiare in meglio; oggi, da uno stato di necessità, può uscire una virtù. ci sono forze importanti oggi, anche forze con cui noi abbiamo polemizzato, come i sindacati, o grandi organizzazioni di associazioni, che dicono di voler essere protagoniste di queste discussioni, e noi con loro. quando la vecchia e grande Cgil dice di fare questa discussione ma di partire dal fatto che non ci possono essere tagli, che non ci possono essere trasferimenti dalle pensioni ad altre voci, quando diciamo che bisogna fare questa discussione ma per migliorare lo stato sociale , sono convinto che in Parlamento entri un' aria buona di cui tutti potremo giovarci.