Romano PRODI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 177 - seduta del 09-04-1997
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1997 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 266
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli Deputati , a nome del Governo che presiedo esprimo a voi le riflessioni che ieri ho avuto l' onore di svolgere davanti al Senato. voglio ripetere che per la prima volta da quando la Repubblica è risorta dal disastro della seconda guerra mondiale l' Italia è chiamata dalla comunità internazionale ad assumersi la responsabilità di guidare una Forza multinazionale di protezione nell' ambito di un' azione di assistenza richiesta dallo stesso governo albanese. ho già riferito in quest' Aula nella seduta del 2 aprile gli elementi essenziali dell' azione politica e diplomatica che il governo italiano ha sviluppato sin dall' inizio della crisi albanese. il governo albanese ha infatti ripetutamente richiesto alla comunità internazionale l' assistenza per ripristinare nel proprio paese condizioni di sicurezza. anche grazie alle iniziative dell' Italia ha preso avvio una vasta azione di assistenza internazionale e in particolare europea per sostenere l' Albania e per assicurare a quel paese aiuti umanitari di emergenza. già nella riunione dei ministri degli Esteri tenutasi ad Apeldoorn il 16 marzo scorso, l' Unione Europea ha preso in esame con grande senso di responsabilità la questione albanese. in quella occasione la gravità della situazione si è manifestata in tutta la sua drammaticità ed è divenuta evidente la necessità di una rapida azione per assicurare al popolo albanese assistenza e aiuto in modo da sostenere le strutture essenziali dello Stato. questa stessa necessità è stata al centro delle conclusioni adottate nella riunione del 24 marzo nel Consiglio degli affari generali dell' Unione e in quella riunione fu presa anche la decisione di inviare in Albania una propria missione. quasi contemporaneamente anche l' Osce, organizzazione della quale l' Albania fa parte, ha deciso di intervenire. nella riunione del 27 marzo il Consiglio permanente di questa organizzazione ha infatti deliberato di dare risposta agli appelli delle autorità albanesi e di operare per dare sostegno alle istituzioni del paese promuovendo e rafforzando il processo democratico. in quella stessa riunione l' ex cancelliere austriaco Vranitzky è stato incaricato di coordinare le attività dell' Osce con quelle della comunità internazionale . è stato infine molto apprezzato che alcuni stati membri dell' Organizzazione manifestassero la volontà di rispondere, in accordo con i principi della Carta delle Nazioni Unite e sulla base di appropriate azioni del Consiglio di sicurezza dell' Onu, alle richieste di aiuto pervenute dal governo albanese. il 28 marzo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha formalmente promosso l' invio di una Forza multinazionale di protezione ed ha assegnato all' Italia il compito di guidarla. la risoluzione numero 1101 dell' Onu è stata adottata in base al capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite . tale capitolo autorizza un intervento che, stando alla prassi e alle convenzioni dell' Onu, non potrebbe certamente essere svolto da un tradizionale corpo peacekeeping, cioè di caschi blu . non vi sono infatti in Albania le condizioni che legittimano il ricorso a questo tipo di intervento e mancano i presupposti che giustificano un' azione diretta da parte dell' Onu. in ogni caso, ciò che più conta è che la risoluzione del Consiglio di sicurezza ha esplicitamente promosso la formazione di una Forza multinazionale di protezione sotto la nostra guida e sotto la nostra responsabilità. il mandato assegnato è quello di intervenire con una limitata e temporanea forza internazionale di protezione allo scopo di creare le condizioni di sicurezza per l' afflusso e la consegna degli aiuti umanitari e per garantire protezione alle missioni di assistenza internazionali operanti in Albania, incluse quelle che forniscono aiuti umanitari. in sostanza, la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell' Onu individua nella Forza multinazionale di protezione uno strumento essenziale per garantire che gli interventi umanitari e, più in generale, gli interventi di sostegno alla piena ripresa della normalità istituzionale e della vita politica democratica, possano essere realizzati in condizioni di sicurezza e di efficacia. non adempiere al mandato dell' Onu costituirebbe per l' Italia non solo un disonore di fronte alla comunità internazionale , ma anche un venir meno al dovere minimo che ad ogni uomo e ad ogni comunità compete secondo il diritto delle genti : quello cioè di dare aiuto a chi ne ha bisogno e di dare tutto il proprio sostegno a chi, adempiendo a un obbligo morale prima ancora che giuridico, corre in soccorso del sofferente. il Papa stesso ha ricordato a tutti il dovere di intervenire, ciascuno secondo le proprie possibilità, a dare soccorso al popolo albanese , per evitare l' irreparabile ed impedire che altro sangue sia versato. il suo appello è rivolto alla comunità internazionale e poggia sull' esempio concreto che a tutti, governi e cittadini, offrono oggi la Caritas italiana e le Chiese del nostro paese, particolarmente nel farsi oggi, in Albania, referenti per le situazioni di estrema gravità sul piano assistenziale ed umanitario. io stesso, insieme al vicepresidente Veltroni e ai ministri direttamente interessati, ho voluto incontrare venerdì scorso tutte le organizzazioni di volontariato e le agenzie di solidarietà di ispirazione laica e religiosa che hanno offerto un contributo di generosità e di accoglienza ai profughi e che intendono oggi concorrere allo sforzo comune di intervento umanitario in Albania. nello stesso senso, e con lo stesso spirito, lunedì ho ricevuto i rappresentanti della Cei e della Caritas italiana, ringraziandoli per quanto fanno e faranno e assicurando loro che noi non verremo meno al nostro dovere. lo voglio ripetere: noi, il popolo italiano , il Parlamento e il Governo, non possiamo sottrarci al nostro compito. noi abbiamo il dovere giuridico, di fronte alla comunità internazionale ; il dovere politico, di fronte al ruolo che la storia e la geografia affidano oggi al nostro paese; il dovere morale, di fronte a noi stessi; il dovere storico, di fronte ai nostri figli: noi dobbiamo intervenire in Albania. noi dobbiamo assumerci in modo pieno e convinto il compito che la risoluzione dell' Onu ci affida. noi non possiamo limitarci ad auspicare una Albania pacificata. dobbiamo essere noi gli artefici di questa pacificazione. dobbiamo operare perché la pace, la sicurezza e la piena vita democratica tornino a regnare in un paese e in un popolo a noi così vicino per collocazione geografica e per le vicende storiche. se noi venissimo meno, chi dovrebbe fare ciò che noi ci rifiutiamo di fare? con che coraggio potremmo continuare a guardare in viso i nostri vicini, i nostri figli, noi stessi, se oggi, di fronte a un dramma che si svolge a poche miglia dalle nostre coste, girassimo il viso dall' altra parte e dicessimo che non spetta a noi ma ad altri assumersi la responsabilità che pure la comunità internazionale , attraverso le Nazioni Unite , ci ha affidato? per questo sento oggi tutto il peso della mia responsabilità e dobbiamo insieme sentire il peso della nostra responsabilità. io sono qui a chiedere alla Camera dei Deputati , come ieri ho fatto davanti al Senato, di condividere con me la responsabilità grande che è a noi ora affidata. sono qui a dire a voi, e attraverso voi a tutti gli italiani, che il Governo del nostro paese è pronto ed è determinato ad assumere gli impegni che ci sono stati affidati. come ho già detto in quest' Aula nella seduta del 2 aprile e come ho ripetuto ieri al Senato, anche per chiarire qualche incomprensione che ieri sembrava sorgere su questo punto, « noi non andiamo in Albania per intrometterci o farci coinvolgere nella complessa situazione locale; non vi andiamo per riaffermare preminenze o tutelare interessi di parte. vi andiamo per offrire agli albanesi il concreto appoggio necessario affinché essi medesimi ristabiliscano, come è loro responsabilità, le condizioni di una vita civile nel loro paese, attraverso libere elezioni » . signori deputati, questo è uno dei momenti nei quali si sente tutto il peso delle proprie responsabilità. per questo intendo ripetere, con la massima chiarezza e precisione, quali sono gli impegni, quali i piani operativi, quali le linee strategiche dell' intervento che ci è stato richiesto. la situazione della sicurezza in Albania è infatti caratterizzata da un parziale e incerto controllo del territorio, dall' esistenza di situazioni di conflittualità locale, dalla presenza di una diffusa criminalità, organizzata anche in bande armate. tutto questo costituisce una evidente condizione di rischio e di pericolo per l' arrivo, lo stoccaggio, la consegna degli aiuti e, più in generale, per l' espletamento delle varie forme di assistenza. in questo contesto la Forza multinazionale costituisce la premessa indispensabile per creare le opportune condizioni di sicurezza affinché le attività umanitarie e di assistenza possano avere luogo. la missione di questa forza deve consistere innanzitutto nell' assicurare l' agibilità dei principali terminali di accesso e delle principali vie di comunicazione. dovrà inoltre essere data protezione alle sedi delle missioni internazionali e garantita una cornice di sicurezza per le attività delle organizzazioni internazionali impegnate nell' opera di assistenza. in considerazione del perdurare della crisi e degli ulteriori segni di deterioramento che si manifestano, vi è inoltre una pressante richiesta affinché l' intervento della Forza multinazionale possa avvenire in tempi rapidi e consentire quindi il sollecito avvio dell' attività di assistenza. la rapidità dell' intervento è ritenuta, infatti, condizione del suo stesso successo e mi è stata personalmente raccomandata dal segretario delle Nazioni Unite . stiamo dunque procedendo a ritmo serrato nell' attività di pianificazione e di organizzazione della forza di intervento alla quale partecipano Austria, Danimarca, Francia, Grecia, Romania, Spagna e Turchia. parallelamente alla messa a punto delle modalità operative, il 4 aprile è stato insediato un comitato di direzione dei paesi che partecipano alla Forza multinazionale . esso si riunirà a Roma con cadenza settimanale sotto Presidenza italiana. la vicepresidenza vicaria è stata affidata alla Francia. l' istituzione di questo comitato costituisce un' iniziativa del tutto innovativa rispetto alla precedente prassi internazionale. il comitato farà regolarmente rapporto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite , tramite il segretario. verranno inoltre costantemente informate le sedi dell' Osce, dell' Unione Europea , della Ueo, che saranno invitate anche a designare osservatori, nonché della NATO. il comitato assicurerà anche una piena e corretta informazione verso l' opinione pubblica internazionale ed albanese. infine, un segretariato con sede a Roma, presso il ministero degli affari esteri , assicurerà le funzioni di raccordo tra i paesi che partecipano alla forza di protezione e curerà gli aspetti organizzativi del comitato. sul piano più strettamente militare il comitato ha deciso che l' intervento della forza di protezione in Albania debba avere inizio nella settimana che comincia con il 14 aprile. lo stato maggiore della nostra difesa sta attivamente lavorando con gli ufficiali degli altri paesi per assicurare la piena operatività della Forza multinazionale sin dai primissimi giorni della prossima settimana. la consistenza complessiva della Forza multinazionale è di 6 mila uomini, di cui 2.500 italiani. l' entità del contributo italiano è proporzionata al ruolo di guida che ci è stato affidato e al conseguente compito di assicurare la struttura di comando e la maggior parte dei supporti logistici. per quanto si riferisce poi alla durata della missione, è noto che la risoluzione del Consiglio di sicurezza la fissa in tre mesi, riservandosi il Consiglio stesso di riesaminare successivamente la situazione, anche al fine di un suo eventuale prolungamento. dal punto di vista politico, infatti, la composizione della crisi albanese passa attraverso lo svolgimento di nuove elezioni generali. l' accordo del 9 marzo tra i partiti politici albanesi, che ha portato alla costituzione dell' attuale Governo di riconciliazione nazionale, prevede lo svolgimento delle elezioni entro il mese di giugno. ove questa scadenza non potesse essere rispettata e il Consiglio di sicurezza dovesse prolungare la missione, noi valutiamo il periodo complessivo di sei mesi come un limite temporale invalicabile, tenendo presente che è comunque previsto che la forza debba ritirarsi, al più tardi, entro un mese dalla tornata elettorale. per quanto riguarda infine lo svolgimento operativo della missione, ci siamo ampiamente consultati con gli altri paesi e abbiamo assunto le valutazioni delle autorità e delle forze politiche albanesi. sulla base delle valutazioni fatte si prevede di organizzare alcuni poli di gravitazione delle forze, al nord, al centro e al sud del paese, in modo da fornire la cornice di sicurezza la più ampia possibile. circa le regole di comportamento della Forza multinazionale , il punto di riferimento è il capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite , sul quale si basa anche la risoluzione del Consiglio di sicurezza . è stato pertanto disposto un insieme di regole chiare e credibili, finalizzato alla dissuasione dall' uso della forza contro il contingente multinazionale per cercare di prevenire, per quanto possibile, la necessità di dover fare noi stessi ricorso alla forza. peraltro i principi guida che ispirano queste regole sono quelli del pieno rispetto del diritto internazionale , del principio dell' autodifesa e dell' uso minimo e proporzionale della forza solo quando non vi sia altro mezzo disponibile per assicurare la sicurezza della missione. i piani operativi prevedono il controllo iniziale dei principali terminali portuali ed aeroportuali di accesso al paese e delle relative arterie di collegamento. in seguito si provvederà al consolidamento dell' insediamento e alla sua progressiva espansione verso altri centri nodali e vie di comunicazione, in modo da ampliare la cornice di sicurezza per la distribuzione degli aiuti umanitari e lo svolgimento delle attività di assistenza. signori deputati, come vedete, ho voluto essere molto preciso. il paese ha diritto di sapere: voi che, insieme al Senato, rappresentate il paese, avete il diritto di sapere. proprio per questo, desidero aggiungere ancora qualche piccola informazione. né noi né la comunità internazionale vogliamo limitarci alle iniziative che vi ho esposto. stiamo infatti operando per dare all' Albania assistenza anche in ordine al problema finanziario, che è stato l' elemento scatenante dell' attuale vicenda. in occasione della recente visita a Roma del Primo Ministro Fino è stato organizzato un incontro tra la delegazione albanese e i rappresentanti della Banca mondiale e del Fondo Monetario Internazionale . la Banca mondiale ed il Fondo Monetario hanno confermato la loro disponibilità a fornire le forme di assistenza tecnica che verranno richieste dal governo albanese, nonché a riprendere i progetti infrastrutturali oggi sospesi. presto potranno iniziare missioni della Banca e del Fondo per valutare le dimensioni dei fallimenti degli schemi piramidali e per mettere a punto un piano di assistenza tecnica nel settore finanziario. una missione della Banca mondiale potrà occuparsi di ristrutturare il sistema bancario albanese. il Fondo Monetario Internazionale ha ricevuto in questi giorni dal governo albanese la formale richiesta di assistenza per la predisposizione del nuovo bilancio statale. è segno incoraggiante che dimostra l' utilità dei colloqui di Roma e l' efficacia dell' azione intrapresa in questo complesso terreno. anche la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo ha risposto positivamente alle nostre sollecitazioni. nell' ambito della collaborazione fra il nostro paese e la BERS si sta attualmente esaminando l' ipotesi di ricorso ad un trust fund , come è avvenuto con la Russia e con la Bosnia. di grande rilievo sono infine le iniziative umanitarie che abbiamo già assunto o che stiamo preparando. è previsto nei prossimi giorni, di concerto con il Programma alimentare mondiale, il trasporto di alcune migliaia di tonnellate di aiuti alimentari. dell' intervento della Caritas e delle altre iniziative umanitarie delle Chiese italiane e delle organizzazioni del nostro paese ho già detto, esprimendo la riconoscenza e la gratitudine mia, del Governo e, credo, di tutti noi. in ogni caso il Governo non intende lasciare soli quanti operano in questi settori, forti solo della loro generosità. il ministro per la Solidarietà sociale sta svolgendo il compito di coordinare, a nome del Governo, tutte le iniziative che possono favorire e aiutare quanti si stanno impegnando nell' assistenza umanitaria. abbiamo inoltre chiesto a queste organizzazioni e a chi le dirige di non far mancare al Governo, e a chi per il nostro paese è impegnato nell' azione in Albania, il conforto e l' aiuto costante dei loro consigli e della loro partecipazione. inoltre, nei prossimi giorni istituiremo una struttura di alto livello per il coordinamento di tutti gli interventi volti alla rinascita dell' Albania, dalle strutture amministrative a quelle sanitarie, agricole, creditizie e finanziarie, industriali e produttive. infine, guardiamo anche al di là dell' emergenza attuale. in questo quadro pensiamo di proporre, nell' ambito dell' Unione Europea , la convocazione di una conferenza internazionale sulla stabilizzazione e la riabilitazione economica e finanziaria dell' Albania, sulla falsariga di quanto già sperimentato per la Bosnia. a questa conferenza, che potrebbe essere tenuta a Roma non appena le condizioni in Albania lo consentiranno, dovranno essere invitati i nostri partner dell' Unione Europea e dell' Osce, oltre alle istituzioni finanziarie internazionali. essa potrà permettere di porre le basi per un intervento internazionale in grado di aiutare le autorità albanesi a ridare a quel paese e a quel popolo una vera e concreta speranza per il futuro. signori deputati, voi già sapete quale sia stato ieri l' esito del dibattito al Senato. in quell' Aula ho potuto registrare un amplissimo consenso a favore degli impegni assunti dal Governo. tutti i gruppi, tranne quello della della Lega Nord e quello di Rifondazione comunista , hanno convenuto sulla necessità che il nostro paese onori gli impegni assunti e guidi la Forza multinazionale di protezione. ho potuto registrare anche il sostanziale apprezzamento di tutti i gruppi, sempre salvo l' esclusione del gruppo della Lega Nord e di quello di Rifondazione comunista , sulle linee di azione proposte dal Governo per quanto riguarda il sostegno da dare alle organizzazioni internazionali che intendono partecipare all' attività di assistenza umanitaria all' Albania e sulla strategia che il Governo intende seguire per quanto riguarda l' aiuto da dare a quel paese, sia nell' immediato futuro che in un orizzonte di medio periodo. vi è stato dunque, ieri, in Senato un pressoché generale consenso sulle dichiarazioni da me rese e soprattutto sullo sforzo che il nostro paese sta compiendo e sull' impegno difficile che ci attende nei prossimi giorni e nei prossimi mesi. le mozioni presentate lo dimostrano. ho però dovuto registrare anche che, malgrado il contenuto delle mozioni presentate fosse assai simile e malgrado la disponibilità a sostenere l' impegno dell' Italia nell' ambito della Forza multinazionale di protezione fosse amplissima, non è stato possibile unificare le due principali mozioni presentate né giungere ad un voto che registrasse sul piano formale della votazione tale sostanziale unità di intenti. si è inserito infatti nella nostra discussione sulla vicenda albanese un elemento altro, un elemento diverso, che riguarda direttamente il Governo inteso come espressione della maggioranza parlamentare . si è verificato, cioè, come tutti sappiamo, che un gruppo della maggioranza che sostiene il Governo, quello di Rifondazione comunista , ha espresso con le dichiarazioni del suo capogruppo, con il contenuto della mozione presentata, con il voto reso in Aula, il suo dissenso e la sua opposizione alla linea di azione proposta e seguita dal Governo stesso. questo fatto, di cui io non mi nascondo certo il significato politico che esso ha rispetto all' Esecutivo da me presieduto, ha indotto i gruppi dell' opposizione a voler rimarcare in qualche modo la loro differenza rispetto ai gruppi della maggioranza. la conseguenza è stata che, malgrado la sostanziale identità di posizioni, la votazione in Aula ha fatto registrare una profonda differenziazione nel voto. certo, le comunicazioni del Governo sono state comunque approvate dalla maggioranza del Senato e la nostra missione in Albania alla guida della Forza multinazionale di protezione ha avuto il consenso e il sostegno di quel ramo del Parlamento. e tuttavia, sul piano formale della votazione, tale sostegno e tale consenso non è stato ampio e corale come il Governo si attendeva, come il paese richiede, come i nostri soldati e tutti i nostri cittadini che parteciperanno a quella difficile missione hanno il diritto di chiedere e di ottenere. signori deputati, io sono qui oggi a chiedere a tutti voi che quanto è accaduto ieri al Senato non si ripeta nei medesimi termini anche alla Camera dei Deputati . sulla vicenda albanese, sulla missione italiana, sugli impegni che il nostro paese ha assunto ed è ora chiamato ad onorare vi è in quest' Aula, ne sono certo, un ampio consenso. vi chiedo che questo si traduca in un voto non solo responsabile ma il più ampio possibile. la risoluzione approvata ieri dal Senato è, nel suo contenuto, ampiamente soddisfacente e adeguata alle necessità del momento, così come lo era anche, è giusto riconoscerlo, la risoluzione presentata dai principali gruppi di opposizione, sulla quale infatti larghissima parte della maggioranza si è astenuta. chiedo a tutti coloro che in quest' Aula condividono nei fatti i contenuti della risoluzione approvata dal Senato e, più in generale, sono consapevoli delle ragioni profonde che oggi obbligano l' Italia a onorare i suoi impegni, di voler assumere, nelle forme che si riterranno più opportune, una analoga determinazione. è di grandissima importanza, infatti, che Camera e Senato esprimano un comune sentire in ordine a questi problemi e che il mandato parlamentare su questi temi sia chiaro, netto e sostanzialmente identico in entrambi i rami del Parlamento. lo ripeto, e so di dire una cosa che tutti voi condividete: non il Governo soltanto, ma il paese, e i nostri soldati e i nostri concittadini, ciascuno singolarmente e tutti insieme, hanno il diritto di avere dal Parlamento un indirizzo forte e netto. non solo. la comunità internazionale ci guarda. guarda questa nostra Italia che torna oggi ad assumersi fino in fondo sulla scena internazionale i doveri e i compiti che il suo ruolo e la sua posizione geopolitica le impongono in questo momento storico. guai se il Parlamento italiano apparisse agli occhi del mondo incerto, diviso, in qualche modo insicuro e dominato nelle sue decisioni più dagli orizzonti della lotta politica interna che dalla piena consapevolezza dei problemi internazionali che è chiamato ad affrontare. non possiamo e non dobbiamo permettere che in un momento così importante per tutti noi, in un momento nel quale davvero siamo sotto i riflettori del mondo, alla vigilia di una missione che si presenta oggettivamente difficile e impegnativa, noi ci dividiamo non per i nostri dissensi sulle scelte internazionali, che non ci sono, ma per i problemi interni della maggioranza che sostiene il mio Governo. problemi questi che certamente, dopo il voto espresso ieri dal gruppo di Rifondazione comunista al Senato, esistono e diventerebbero ancora più gravi e netti ove, com' è possibile, anche in quest' Aula il gruppo di Rifondazione comunista votasse contro gli indirizzi espressi dal Governo. per questo, e proprio per rimuovere i motivi che potrebbero spingere a far registrare in quest' Aula divisioni che sui nostri impegni in Albania non vi sono, dichiaro fin d' ora che se il dissenso del gruppo di Rifondazione comunista permarrà, mi recherò immediatamente dal Capo dello Stato per informarlo ufficialmente della situazione, rimettendomi alle sue valutazioni. vi chiedo però, e sono certo di avere il diritto ed il dovere di farlo, di non permettere che le nostre differenziazioni sul piano della politica interna prevalgano oggi sulla nostra sostanziale identità di vedute in ordine agli impegni internazionali da assumere. vi chiedo un voto il più possibile ampio e corale su una medesima mozione. vi chiedo di far vostro l' indirizzo espresso ieri dal Senato, in modo che vi sia chiarezza ed unità di contenuto nel mandato del Parlamento italiano. vi chiedo, onorevoli Deputati , una prova di grande responsabilità e di forte significato etico e politico. vi sono momenti in cui una classe politica deve dimostrare al paese che la politica è anche capace di volare alto e di cogliere il senso più profondo della storia che sta partecipando a costruire. questo è indubbiamente uno di quei momenti. io ed il mio Governo ne siamo profondamente consapevoli e proprio per questo non ci sottraiamo al compito di rimuovere ogni ragione che possa ostacolare ciascuno di voi ad assumere con piena libertà e senso di responsabilità le decisioni che gli competono. ci attendiamo dalla Camera dei Deputati e da voi tutti un analogo impegno. siamo certi che questo libero e corale impegno è ciò che la comunità internazionale si aspetta e soprattutto è ciò che il paese ha il diritto di avere. grazie.