Gianfranco FINI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XIII Legislatura - Assemblea n. 173 - seduta del 02-04-1997
1997 - Governo VI De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 393
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , signor presidente del Consiglio e colleghi, desidero innanzitutto esprimere, a nome del mio gruppo, la solidarietà di Alleanza Nazionale verso i familiari delle vittime della tragedia nel canale di Otranto. esprimo anche la profonda insoddisfazione, signor presidente del Consiglio , per il suo intervento e più vastamente per tutto il modo con cui il Governo da lei presieduto ha condotto la questione albanese. è un' insoddisfazione che deriva da una valutazione che facciamo circa una caratteristica dominante, quella dell' ambiguità. ci sembra di poter affermare che il suo Governo è stato ed è un Governo ambiguo nei confronti di ciò che è accaduto e di ciò che accade in Albania. vi è stato un disinteresse nei confronti del popolo albanese , nonostante esso parli la nostra lingua, nonostante sia geograficamente e culturalmente vicino, nonostante chieda di essere da noi aiutato. è un disinteresse che in molti casi si è mescolato alla evidente volontà di qualcuno, di qualche forza politica , di destabilizzare il governo albanese. quando anche in quest' Aula si sente dire che il ruolo del presidente della Repubblica Berisha è in qualche modo un ostacolo, è evidente che si ha una visione di parte legittima, ma si ha anche una volontà di interferire nelle vicende di un paese che, fino a prova del contrario, ha eletto democraticamente il suo parlamento. del resto, onorevole Bertinotti, mi permetta di dirle che ci vuole una buona dose di immaginazione per ricordare, come lei ha detto, che probabilmente il liberismo economico sfrenato ha determinato forti destrutturazioni sociali in Albania... ma dimenticare che tale paese è stato condannato per cinquant' anni ad essere vittima di uno dei più oppressivi regimi comunisti nel cuore dell' Europa è veramente dimostrazione di una visione un po' di parte! mi permetta questa considerazione con la stima che, pur da posizioni antitetiche, le porto. al di là delle ambiguità (da un lato la sottovalutazione, dall' altro lato il disinteresse e poi il tentativo di destabilizzare), ciò che maggiormente ci preme mettere in evidenza è che quando è esplosa la rivolta vi è stata una sottovalutazione di ciò che essa significava, una rivolta (oggi lo sappiamo) sicuramente alimentata dalla crisi economica , dal malessere, dalla truffa organizzata dalle società piramidali ma anche una rivolta alimentata da bande criminali e da un preciso intervento di segno e di carattere politico. la conferma della sottovalutazione della questione da parte del Governo, signor presidente del Consiglio , è in una notizia, che ha colpito non soltanto i parlamentari ma tutti gli italiani, essendo stata improvvisa e imprevista: mi riferisco alla sua decisione di proclamare nientemeno che lo stato d' emergenza fino al 30 giugno e su tutto il territorio nazionale . lei sa che questa è una decisione che non ha precedenti; è una decisione che evidentemente è stata assunta perché vi siete resi conto, tardi e male, che la situazione rischiava di diventare esplosiva. avete tenuto gli occhi chiusi prima e, poi, li avete aperti all' improvviso e vi siete spaventati! e avete confermato una doppia incapacità: la prima consiste nell' accogliere civilmente i profughi. mi chiedo come si possa essere così insensibili di fronte alla tragedia delle donne, dei bambini e dei vecchi: e non lo dico in ragione di convincimenti di carattere religioso che, se vi sono, appartengono alla sfera individuale, ma in ragione di convincimenti di carattere civile. un popolo che non comprende che ha il dovere di accogliere i profughi, è un popolo che in qualche modo ha completamente smarrito la propria identità; è un popolo barbaro! e lo dico proprio perché da questi banchi la polemica nei confronti di un certo lassismo verso l' immigrazione l' abbiamo fatta e, se necessario, la continueremo a fare. ma vi è una grande differenza morale tra il dovere di solidarietà nei confronti dei profughi e una politica di fermezza che ci consenta anche di rispettare l' accordo di Schengen. dicevo che avete dimostrato incapacità nell' accogliere i profughi e, contestualmente, incapacità — questa è la seconda alla quale facevo riferimento — di garantire la sicurezza del cittadino italiano individuando ed espellendo i criminali presenti in quei boat people della disperazione. poi, improvvisa, la sciagura di Otranto. presidente del Consiglio , mi permetta di dire che in questo caso alla incapacità e alla sottovalutazione il suo Governo ha aggiunto un altro comportamento — mi dispiace rilevarlo — tipicamente italiano, ma poco nobile: quello della fuga fisica del Governo e lo scaricabarile! anziché chiedere a se stessi o alla pubblica opinione se l' onorevole Berlusconi abbia fatto bene o male ad andare a Brindisi, io credo che molti esponenti della maggioranza avrebbero dovuto chiedere a se stessi perché non si è trovato un solo sottosegretario che fosse in qualche modo presente per garantire, in quella circostanza, l' azione, il ruolo e il segnale fisico della presenza di un Governo. siete stati latitanti e, come sempre accade, pronti a scaricare le responsabilità addosso ad altri! allora vi è chi ha sparato sulla marina e chi, peggio ancora, sulla stampa; lo dico non perché — per carità! — la stampa sia esente da critiche, ma perché quando si ha a che fare con il comportamento di un ministro della Difesa , quale l' onorevole Andreatta, io credo che si superi davvero il limite della decenza politica e, mi permetta di dirlo, signor presidente del Consiglio , sarà una malizia la mia, ma il ministro della Difesa aveva il dovere di stare qui oggi; l' incontro con il suo collega albanese poteva essere tranquillamente messo in agenda un' ora prima o un' ora dopo il dibattito in quest' Aula. abbiamo assistito allo scaricabarile e alla fuga fisica e, poi, dopo una gestione così improvvisata e per certi aspetti così sciagurata, il presidente del Consiglio si rivolge quest' oggi al Parlamento e fa appello all' interesse nazionale e quindi, in qualche modo, al coinvolgimento delle opposizioni, per dare il via libera alla missione internazionale di sicurezza e di aiuto. signor presidente del Consiglio , noi abbiamo il dovere di accogliere il suo invito, per ragioni che sono chiare (per lo meno a chi vi parla): perché è nell' interesse dell' Italia, in quanto scompariremmo — come è stato detto — dalla lista dei paesi affidabili, non solo in sede europea ma anche in sede internazionale, se ci rifiutassimo di far fronte ad un impegno che ci chiede l' Europa. abbiamo il dovere di contribuire alla missione internazionale di sicurezza e di aiuto perché è interesse non soltanto italiano, ma anche del popolo albanese che ce lo chiede, così come era stato chiesto anche a lei dai pochi imprenditori che avevano avuto un po' di fiducia nel Governo Prodi e che erano andati ad investire in Albania... chi ha nostalgia... lei che ha nostalgia del comunismo, dovrebbe andare in Albania a spiegare di che cosa ha nostalgia! dicevo che questo è interesse del popolo albanese , che ci chiede di aiutarlo a progredire. l' onorevole Marini ha fatto un' affermazione da molti condivisa: non aiuteremo mai quel popolo, come tanti altri popoli, fino a quando non garantiremo a coloro che vi nascono la possibilità di continuare a vivere nella loro terra. chi ha conosciuto il dramma dell' emigrazione sa che vi è un desiderio profondo nel cuore di ogni emigrato, che è quello di poter tornare a lavorare e vivere laddove è nato. aiutare l' Albania significa anche evitare che vi siano altre boat people della disperazione e altre pagine tragiche quali quelle che abbiamo già vissuto. dobbiamo quindi dare via libera alla missione di pace perché ce lo chiede l' interesse nazionale , perché ce lo chiedono gli amici albanesi, perché ce lo chiede l' Europa! l' Albania è nel cuore del Balcani, è un focolaio che può destabilizzare una zona strategica; l' Albania rischia di essere una Colombia nel cuore dell' Europa. abbiamo quindi mille e una buona ragione per dire, mettendo da parte tutte le polemiche che ci sono state e che ci saranno ancora, che è giusto che l' opposizione si associ. però, presidente del Consiglio , con altrettanta franchezza prenda almeno atto di cosa è accaduto; lei oggi ha parlato a nome di una maggioranza che di fatto non esiste più su una questione strategica quale è quella dell' invio o meno di una missione internazionale di pace e di sostegno al popolo albanese . l' onorevole Bertinotti glielo ha chiaramente detto e l' onorevole Marini, con molta sincerità politica, ha posto in quest' Aula una questione che si pongono tutti i commentatori fuori di qui. il Governo Prodi, se l' opposizione oggi decidesse di votare contro, cosa dovrebbe responsabilmente fare, dopo aver visto vanificare la sua maggioranza su una questione che non riguarda una bega di cortile ma la credibilità stessa del nostro paese di fronte all' Europa e al mondo intero? la risposta la lascio a lei e, mi permetta, alla sua dignità. abbia uno scatto di dignità: oggi è interesse nazionale dare il via libera alla missione internazionale di pace, ma è anche dovere di un presidente del Consiglio prendere atto che non ha più una maggioranza su cui poter contare.