Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 135 - seduta del 22-01-1997
Bilancio ministero affari esteri
1997 - Governo VI De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 519
  • Attività legislativa

signor presidente , cari colleghi deputati, se — come io spero — questa sera il voto della Camera darà vita alla Commissione per le riforme costituzionali , noi saremo posti di fronte, nello stesso tempo, ad una grande occasione ed a una sfida: l' occasione di dare finalmente al nostro paese quelle riforme costituzionali di cui si parla da tanti anni e che sino ad oggi non siamo stati in grado di fare; l' occasione di dimostrare che c' è in Italia una nuova classe dirigente capace, sia pure nel momento in cui si svolgono una lotta politica ed un confronto programmatico, talora necessariamente aspri, di riunirsi nell' opera tesa a dare alla nostra democrazia regole e valori condivisi. è anche una sfida tutto questo. io resto convinto che la ricerca di un' intesa, in tutto o in parte, è sempre impresa più difficile che non lo scontro e la contrapposizione di diverse impostazioni. l' accordo esige un grande coraggio, il coraggio di sfidare i propri elettori, i propri seguaci, che è sempre più difficile che sfidare gli altri; ed è la prova nella quale si misura la forza di un dirigente politico, la capacità cioè di guardare agli interessi generali del paese oltre alle passioni e alle idee, pure legittime, della propria parte. credo da questo punto di vista che le forze politiche che hanno sostenuto e che sostengono l' Assemblea costituente e che tuttavia questa sera voteranno a favore della costituzione della Commissione bicamerale abbiano compiuto un atto di coraggio e un atto di responsabilità di fronte al paese, che è un buon inizio per il nostro cammino. non ho mai demonizzato l' idea, il progetto, la proposta di un' Assemblea costituente né credo si possa considerare eversiva l' ipotesi di chiamare a votare i nostri concittadini per dare vita ad un' assemblea per riformare la Costituzione. tuttavia in questo momento questa mi appare come la via più problematica, più lontana e più tortuosa. dico sinceramente che non mi pare giusto contrapporre la via parlamentare ad una pretesa via popolare che sarebbe rappresentata dall' Assemblea costituente . la sovranità popolare si esercita attraverso le istituzioni; l' Assemblea costituente altro non sarebbe che un' assemblea di eletti dal popolo, esattamente come questa nella quale siamo legittimamente riuniti. eletti dal popolo come noi, dunque, non il popolo. in più — voglio dirlo — con quelle inevitabili rigidità delle posizioni che verrebbero dopo una campagna elettorale giocata su questi temi nella inevitabile contrapposizione e con quella frantumazione della rappresentanza che il ricorso al metodo proporzionale determinerebbe, non vedo davvero come l' Assemblea costituente potrebbe mettere da parte quelle difficoltà reali che oggi, come nel caso dell' Assemblea, noi dovremo affrontare. il problema vero non è il metodo ma sta nella capacità di un confronto approfondito, sgombro di pregiudizi; sta nella volontà di andare al fondo dei problemi, di evitare una contrapposizione ideologica, di parole, di ricercare soluzioni che inevitabilmente dovranno essere, su talune e delicate questioni, di compromesso. mi sembra che in questi giorni sia tornata una polemica contro i compromessi. è una polemica molto facile e anche popolare. secondo Antonio Gramsci era una manifestazione di primitivismo culturale la polemica contro i compromessi, di subalternità. non c' è materia come le regole che richieda ragionevoli compromessi per poi potersi scontrare, senza compromessi, sulle scelte necessarie per il nostro paese. noi lavoreremo per una intesa su tutto e su ogni parte, in modo che alla fine non ci debbano essere vincitori o vinti, così come questa sera non ci sono vinti o vincitori. vorrei anche dire all' onorevole Comino che a me dispiace. nessuno di noi si pone il problema di come eliminare la Lega (queste sono ossessioni di natura patologica). solo qualche mese fa abbiamo collaborato con la Lega per sostenere il Governo del paese. io lo ricordavo a loro che sembra che vengano dalla luna! ricordo il vostro voto di astensione di qualche settimana fa sulla bicamerale, ora rappresentata come la sentina d' ogni male. dichiaro sinceramente che sono dispiaciuto che la Lega sembri regredire su posizioni puramente propagandistiche, stemperando così quella carica innovatrice che l' ha animata. mi dispiace anche che l' onorevole Comino, sia pure simpaticamente con un bel proverbio piemontese, abbia annunciato che la Lega si ritira sui rami, seguendo un cammino che appare nella direzione opposta rispetto a quello della naturale evoluzione della specie! scendemmo dai rami, onorevole Comino. ma si può avere fiducia e noi l' abbiamo! se riusciremo a fare le riforme, vinceremo tutti. credo che i cittadini misureranno la qualità e la serietà della classe dirigente anche dal modo in cui affronteremo questa sfida. chiedo scusa, è stata una battuta per scherzare. vorrei molto serenamente dire a chi in questi giorni ha insistito sulla necessità di garanzie che per certi aspetti a noi è ben chiaro che rischia di più chi di più ha voluto questa Commissione bicamerale, chi ha scommesso sulla possibilità che questo strumento possa produrre le riforme. eppure in questo momento noi non chiediamo garanzie, se non quella di affrontare questo passaggio con serietà, con impegno e con animo sgombro da pregiudizi. il paese ha bisogno di un potere più vicino ai cittadini, nel senso di quel federalismo che molti auspicano e che ora è alla prova delle proposte concrete. il paese ha bisogno di un Parlamento più autorevole e ridotto nel numero; più autorevole nel legiferare, nell' indirizzare e nel controllare. il paese ha bisogno certamente di un Governo che abbia una più diretta legittimazione popolare. ma, vorrei dire all' onorevole Berlusconi, a questa necessità, in molti paesi si è data una risposta diversa rispetto al presidenzialismo. non è affatto detto che una più diretta investitura popolare dell' Esecutivo debba avvenire attraverso la elezione di una persona. in realtà, in tutti i paesi europei di più antica democrazia, i cittadini scelgono di fatto il Governo; in molti di questi paesi i cittadini scelgono il capo del governo , senza che vi sia il presidenzialismo e senza che sia spezzato quel vincolo fiduciario tra Parlamento e Governo che è il tratto caratteristico delle democrazie europee. il lodo Maccanico prevedeva un adattamento del modello semipresidenziale alla tradizione parlamentare del nostro paese. lo cito a memoria perché me ne occupai molto da vicino. e quindi, non prevedeva affatto il presidenzialismo. e in molti paesi europei si elegge direttamente il presidente della Repubblica senza che questo sia presidenzialismo. dico sinceramente che occorrerebbe avere la forza di liberarsi da una contrapposizione che troppo spesso mi appare nominalistica e ideologica. noi dovremmo cercare di partire dai problemi del paese e delle istituzioni, più che dai progetti, e risalire dai problemi alle riforme necessarie. questo non potrà consentire di superare tutte le diversità legittime di opinioni, ma almeno sarà una base comune per lavorare. io credo che si debba guardare all' Europa. l' Europa è non soltanto la meta del faticoso processo di integrazione economica con i sacrifici che comporta per noi; l' Europa è anche un campo politico e istituzionale, una tradizione e direi una civiltà nella quale siamo profondamente immersi. l' Europa sono queste democrazie forti, aperte ad un ricambio delle classi dirigenti , fondate non soltanto su un patto di cittadinanza ma anche su un patto sociale . e noi siamo parte dell' Europa, di un sistema politico europeo, di forze politiche europee e di un quadro istituzionale di tipo europeo! se saremo guidati da questi principi e da questo spirito, credo che avremo successo. e, vorrei in questo essere creduto, in questo momento noi, che veniamo erroneamente dipinti come i vincitori, ci sentiamo messi, forse più di altri, alla prova come forza politica nuova, nata per riformare la nostra democrazia. voi e i cittadini giudicherete se saremo all' altezza di questa prova, ma vi prego di credermi se io dico che noi intendiamo affrontarla con grande coraggio.