Silvio BERLUSCONI - Deputato Opposizione
XIII Legislatura - Assemblea n. 135 - seduta del 22-01-1997
Istituzione di una Commissione parlamentare per le riforme costituzionali
1997 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 135
  • Attività legislativa

non posso che confermare, come ha appena ricordato l' onorevole Fini, ed in precedenza gli altri segretari delle forze che compongono il Polo delle libertà e del buon governo , come al nostro interno abbiamo lungamente meditato sul voto da dare alla Commissione bicamerale e come il documento su cui tutti ci siamo ritrovati sia stato portato alla discussione di tutti noi, e come da questa discussione sia venuto un voto unanime, un voto che è stato davvero unanime, se soltanto tre sono stati i voti di astensione. noi quindi partecipiamo alla votazione che ci sarà tra poco con il profondo convincimento che questo sia il « luogo » che noi non abbiamo voluto, che ci è stato offerto come unica possibilità per poter perseguire quelle riforme che da sempre abbiamo sostenuto. ricordo che io qui, per primo, parlando a nome di tutto il Polo il 2 agosto del 1995 dopo l' esperienza di Governo, affermai che non era procrastinabile ulteriormente un ammodernamento del sistema istituzionale del nostro paese. il Polo delle libertà è l' espressione italiana di quel grande movimento per la libertà che è iniziato con la caduta del muro di Berlino ; un movimento che in Italia ha messo in crisi tutti i partiti storici, obbligandoli a cambiamenti radicali o addirittura cancellandoli. dopo decenni in cui la politica italiana sembrava, come diceva uno dei suoi esponenti, l' eterno ritorno dell' identico, siamo entrati in una fase in cui è difficile riconoscere la verità del rinnovamento voluto dal popolo. è necessario creare le basi di un consenso nazionale che garantisca la legittimità delle istituzioni, dando al principio di libertà un carattere universale. per questo, sin dall' inizio del mio impegno politico, ho creduto che la legittimazione della politica richiedesse una revisione dei principi, della cultura e dell' impianto del nostro sistema costituzionale. per indicare la novità che volevamo esprimere abbiamo identificato nella riscrittura integrale della Costituzione la risposta adeguata alla vastità del mutamento avvenuto nella storia europea ed italiana. è sul centrodestra che si è verificato il più radicale mutamento politico. Forza Italia non esisteva, è nata dopo l' anno del grande cambiamento — il 1989 — mentre la Lega era ancora ai primi passi . la fine dell' unità dei cattolici e la legittimazione democratica della destra hanno determinato un nuovo orizzonte, che finalmente ha reso possibile anche da noi il bipolarismo. anche a sinistra è avvenuto un mutamento. dalla storia del Pci sono nati due diversi partiti con diversa cultura e prospettiva; anche in una parte della sinistra è sorta la volontà di rispondere alla domanda dell' elettore di scegliere il Governo e non di delegarne la decisione ai partiti. è per questo che ora esiste nel Parlamento una maggioranza vasta per le riforme che, diversamente dalle legislature precedenti, nasce quando un evento politico si è compiuto ed il bipolarismo, che pure fatica a compiersi pienamente, è un processo ormai irreversibile. l' impegno del Polo delle libertà è per la realizzazione della ragione per cui il popolo ha voluto il bipolarismo: la scelta del Governo da parte degli elettori. il nostro favore per il presidenzialismo non nasce dal disconoscimento delle istituzioni rappresentative, ma dalla convinzione che il Novecento si chiude con una domanda di democrazia diretta , di un vincolo immediato tra il popolo ed il Governo. il Parlamento controlla con la legislazione i governi che il popolo ha eletto. questo è il punto di equilibrio tra istituzioni rappresentative e democrazia diretta che si afferma alla fine del secolo più denso della storia umana ed è per questo che i referendum hanno una parte crescente sia nella democrazia americana che nella nostra. noi vogliamo che il popolo diriga lo Stato, non che lo Stato diriga il popolo. vogliamo che l' anima popolare pervada le istituzioni e consumi tutti i fantasmi del passato. siamo dinanzi ad un cambio di civiltà in cui la vita dei singoli, la vita dei popoli, la vita del mondo saranno sempre più intrecciate e in cui la libertà di creare, di costruire sarà il vanto degli ordinamenti politici che la riconoscono. la globalizzazione, la mondializzazione in cui ci addentriamo sempre di più in un futuro che viene dal futuro chiede che gli uomini imparino non a subire ma a dirigere la storia: è quello che il presidente Clinton ha chiesto alla democrazia americana e che può essere chiesto alla democrazia italiana. vogliamo che un principio fondamentale della società occidentale, un principio della cultura cattolica più autentica, quello di sussidiarietà, sia la forma vivente del nuovo ordinamento dell' Italia. ciò significa che lo Stato non può compiere gli interventi che sono nella disponibilità delle comunità locali. la prima dimensione della cittadinanza si esercita nel territorio in cui si vive. la nuova dimensione internazionale rimette in onore le radici delle persone nella comunità alla quale appartengono. questo è il nostro concetto di federalismo. quando pensiamo a poteri ravvicinati al popolo, li vediamo non come vincoli ulteriori, come è accaduto e potrebbe ancora accadere, ma come applicazioni di un principio di libertà in cui le leggi esistono per ampliare la libertà della persona, non per restringerla, ed ogni potere deve avere e conoscere il suo limite, anche quello dei giudici. il governo dei giudici, come lo chiamò Wilson, non è democrazia. una Costituzione deve garantire diritti di libertà innanzi a tutti i poteri, anche a quello giudiziario, soprattutto perché esso è un potere morale, che deve mantenere intatta l' imparzialità anche nell' immagine e soffre tanto dell' eccesso di onore quanto del disprezzo. non è questa la realtà che viviamo: agli eccessi dei partiti hanno risposto gli eccessi dei giudici. per questo crediamo che la nuova Costituzione debba affrontare anche questa riforma. le riforme sono l' obiettivo con cui il Polo ha accettato di partecipare ad una strada, quella della Commissione bicamerale che, come ho ricordato, è l' unica scelta offertaci dalla maggioranza. ogni Costituzione è sempre il contemperamento di diverse esigenze, ma vi è un punto di qualità che distingue una nuova realtà dalla mera ripetizione della precedente. noi ci impegnamo nella realizzazione di un sistema di democrazia compiuta, di federalismo reale, di legittimità della giustizia; non cerchiamo un compromesso storico in edizione rinnovata. iniziamo con i partiti del centrosinistra un cammino sapendo già delle differenze che ci separano e, se queste differenze ci impediranno di proseguire l' opera che cominciamo, ne prenderemo atto. abbiamo un legame profondo con la gente, con i cittadini che rappresentiamo. non faremo nulla che essi non vorrebbero che facessimo, cioè che togliessimo senso a quella seconda Repubblica che la novità costituzionale vuole esprimere. vi ringrazio.