Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XII Legislatura - Assemblea n. 97 - seduta del 16-11-1994
Misure di razionalizzazione della finanza pubblica
1994 - Governo I Berlusconi - Legislatura n. 12 - Seduta n. 97
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli Deputati , è del tutto evidente che il voto di fiducia richiesto dal Governo produce un salto ulteriore nello scontro sociale e politico nel paese. il problema che abbiamo qui di fronte è quello di cercare di capire, in questo scontro e nella sua asprezza, quali questioni vengono affrontate e quali possono essere risolte, nonché quali sono le prospettive che si aprono sul futuro del paese. lo scontro si radicalizza per questioni che sono insieme di contenuto e di democrazia, si acutizza non solo nella battaglia parlamentare — anche se nelle forme tipiche di questa sede — ma anche nel paese. la decisione delle organizzazioni sindacali di dar corso ad un nuovo sciopero generale il prossimo 2 dicembre è di grande peso e di grande importanza: vorrei che si ricordassero i dibattiti molto seri, impegnati e difficili che hanno attraversato in tutti questi anni il movimento sindacale quando si trattava di ricorrere ad un' arma di lotta così impegnativa. dopo la straordinaria realizzazione dello sciopero generale del 14 ottobre, dopo la recente manifestazione di Roma, le organizzazioni sindacali proclamano di nuovo uno sciopero generale . ed allora, forse, la discussione che principalmente riguarda questo Parlamento, che noi cerchiamo di proporre, è su come esso nel suo insieme possa recuperare un ruolo e non segnare una sua drammatica scissione e separazione dal paese. io credo che il Parlamento debba ragionare sul fatto che oggi solo le opposizioni si propongono l' obiettivo di realizzare quello che Antonio Gramsci considerava il compito degli intellettuali per capire: realizzare una connessione sentimentale con il popolo. questo Parlamento, oggi, solo nella sua opposizione si propone di realizzare una connessione sentimentale con il popolo, senza la quale non si capisce né il paese né l' economia. noi condurremo qui in Parlamento una lotta politica con tutti i mezzi per impedire che il voto di fiducia esplichi la sua efficacia devastante; ricorreremo, quindi, a tutte le forme possibili, comprese quelle che nel linguaggio parlamentare si chiamano di ostruzionismo, perché nell' ostruzionismo oggi vi è appunto questo segno positivo: non semplicemente l' interdizione al fare del Governo, ma appunto il proposito di ricostruire una connessione sentimentale ed una capacità di capire ciò che si agita in questo movimento di popolo. la richiesta del voto di fiducia dimostra che non si capisce la partecipazione delle masse a questo momento della vita politica e, con una sorta di furia, si tende a cancellare questa partecipazione con un atto dall' alto, arbitrario, che si pretende risolutivo — il voto di fiducia , appunto — e nel far questo si pretende anche di cancellare l' ordinaria dialettica parlamentare. ma insisto nel dire che con il voto di fiducia si dimostra di non capire la partecipazione delle masse; l' atto di violenza, per così dire, è la conseguenza dell' incomprensione di una cultura politica , che non consente di interpretare ciò che accade. la manifestazione del 12 novembre non è stata un fatto ordinario, non è stata un' ordinaria vicenda sindacale e sociale né, tanto meno, un' operazione di strumentalizzazione, da parte delle opposizioni, di un conflitto sociale; non è stata questo, davvero non lo è stata. si è costituito un moto di tale ampiezza e proporzioni da non avere — badate — precedenti in Italia (mi riferisco anche ai rappresentanti del Governo che hanno lunga conoscenza dei movimenti sociali in Italia). la manifestazione del 12 novembre non è stata neppure la ripetizione della grande manifestazione che si è avuta a metà degli anni Ottanta contro il taglio della scala mobile e neppure delle grandi manifestazioni dell' inizio degli anni Settanta ; ciò che si è costituito oggi è qualcosa di diverso, perché in quella manifestazione è emerso un principio elementare, è emersa una sorta di presa di coscienza, da parte della gente, della devastazione che si produceva su di sé, come classe, lasciatemelo dire, come popolo che, appunto perciò, si costituiva contro i provvedimenti sulle pensioni, che mettono in discussione il riconoscimento di questo ruolo e di questa presenza. le pensioni, proprio perché intervengono quando il lavoro non c' è più, e quindi può essere riconosciuto perché cessato, determinano il riconoscimento generale, da parte della società, del ruolo del lavoro nella società medesima. l' attacco alle pensioni colpisce, dunque, un' identità collettiva, un senso di appartenenza, una presenza politica, sociale e culturale ed è per questo che a quella manifestazione hanno partecipato insieme coloro che hanno votato Rifondazione comunista , Pds, Lega, Alleanza Nazionale e Forza Italia . ciò che prevale, infatti, rispetto alle divisioni politiche, è proprio l' identità di appartenenza al mondo del lavoro , che viene così violentemente colpito da un' operazione d' urto. e voi, a questa sollecitazione di partecipazione, a questo militare per sé, con il senso di sé, per una proposta che riguarda il paese, rispondete, come Tecoppa, in questo modo: « stai fermo che ti infilzo, e se scioperi fai male, dovresti invece andare a lavorare, stare zitto e smarrirti come identità collettiva » . il voto di fiducia è proprio questo; è il rifiuto a considerare il grande fatto — lo dico senza retorica — del ricostituirsi del popolo sulla base della percezione del senso generale del conflitto economico e sociale . il voto di fiducia , poi, è il tentativo di irreggimentare coloro che possono essere permeati da questo movimento di popolo. è così, dal momento che forse anche tanti deputati della maggioranza, nel loro collegio, avvertono che un' operazione del genere non si può realizzare con il consenso. forse essi verrebbero in quest' Aula (probabilmente con qualche traccia di opportunismo) a lenire la contraddizione in cui si vengono a trovare per essere, da un lato, appartenenti ad una maggioranza che compie un' operazione così duramente antisociale e, dall' altro lato, rappresentanti del popolo , che viene così duramente colpito. da questa contraddizione voi tentate di uscire imponendo la fiducia. vorrei essere intellettualmente onesto: l' atto della fiducia è grave per chi lo propone, il Governo, e per chi lo subisce, la maggioranza, e credo vada criticato in particolare il comportamento della Lega. lo dico perché, sebbene questa parte politica abbia espresso una critica severa sugli atti dell' Esecutivo in materia di pensioni (forse perché permeata dalla critica diffusa di una parte della sua base sociale, che ritiene insopportabile questa politica economica ), tuttavia subisce il ricatto e procrastina al domani la resa dei conti interna al Governo. no, il problema, qui, è davvero quello delle pensioni. siamo noi che avremmo interesse a dire, come ci proponiamo: questo Governo se ne vada, a dire che il problema di oggi è quello di risolvere il nodo delle pensioni. e voi dovete rispondere a tali questioni. il Governo deve rispondere! dovete dire per quale ragione intendete cancellare di fatto la pensione di anzianità con trentacinque anni di contribuzione! dovete dire il perché, e dovete dire perché volete fare questa operazione, che è come uno schiaffo a chi ha lavorato per trentacinque anni (avendo cominciato a quattordici-quindici anni), a chi ha fatto ricco il paese e attende, adesso, un risarcimento per il proprio lavoro. la pensione di anzianità dopo trentacinque anni non è un' ingiustizia, è semplicemente...... salario differito nel tempo. dovete dire perché non volete scorporare le pensioni dalla legge finanziaria , perché non volete ridisegnare un' operazione che ha aperto una crisi di fiducia con il paese. non lo volete fare semplicemente per una ragione: perché altrimenti, ad essere messo in discussione, sarebbe il blocco sociale delle iniquità che sta dietro questo Governo. per questa ragione non solo ci opporremo alla fiducia, ma non parteciperemo ad un voto che riteniamo semplicemente un atto di sfida al paese e al Parlamento.