Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XII Legislatura - Assemblea n. 47 - seduta del 02-08-1994
Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio per l’anno finanziario dal 1 luglio 1949 a1 30 giugno 1951
1994 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 260
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signora presidente, onorevoli colleghi , signor presidente del Consiglio , lei, onorevole Berlusconi, riesce sempre a stupire anche i più pessimisti, tra i quali io mi colloco. ella vanta l' inesperienza nella politica; mi permetto di farle un complimento: lei è esperto ma, ahimè, negli aspetti peggiori del mestiere politico! non riesce a prendere quota come statista, ma se la cava molto bene come comiziante. le posso dare un consiglio? altro è il tono di uno statista di fronte alle difficoltà e ai seri problemi che si pongono in questo dibattito. e non vale alzare la voce per dire, ad esempio, che il Governo è stato compatto nella vicenda del decreto legge sulla custodia cautelare , perché, dato che tutti gli italiani sanno che non è così, non credo che nelle case applaudano: al massimo ridono. io avverto un pericolo serio, cioè che su questioni molto importanti stiamo ripiombando, per gli argomenti e per i toni, nel periodo più drammatico della crisi della prima Repubblica . d' altro canto, molto di quello che è accaduto in queste settimane è stato un succedersi di cose già viste: il conflitto tra i partiti di Governo, la rissa tra i ministri (non con l' onorevole D'Alema , persona tranquillissima!), i vertici di maggioranza, i guasti e le malattie del passato che ritornano come se nulla fosse cambiato, la confusione e il conflitto tra i poteri dello Stato, l' attacco alla magistratura che ella qui ha voluto appena appena attenuare nei toni. noi, i progressisti, il Pds, siamo una forza schierata a tutela della distinzione dei poteri e di una corretta dialettica tra i poteri dello Stato. abbiamo difeso e difendiamo l' autonomia della magistratura e la funzione che essa ha svolto in questi anni portando alla luce un intreccio tra politica, affari e criminalità, e ripristinando la legalità. ma abbiamo tante volte sottolineato che noi siamo perché la lotta alla corruzione e la difesa della legalità siano compatibili con il garantismo, con la tutela della libertà dei cittadini, con un senso di misura e di umanità nell' adozione di misure gravi (come la custodia cautelare ), con la tutela dei diritti della difesa. nello stesso tempo siamo assai sensibili nel pensare che le prerogative e le funzioni del Parlamento, del Governo, delle istituzioni, della politica debbano essere difese. da dove è derivato un alterarsi di questo equilibrio? dalla cattiveria dei magistrati? in realtà, non è così. è derivato da una perdita di prestigio, di autorità, di legittimazione del potere politico . se le indagini hanno assunto, obiettivamente, un peso politico è perché esse hanno investito una classe dirigente ; ma non si poteva certo pensare che la tutela della legalità si arrestasse sulla soglia dei palazzi del potere. questo sembrava voler dire il suo decreto: altro che garantismo! ma ciò non è accettabile in un paese democratico e in uno stato di diritto , e non è stato accettato. la polemica sul ruolo politico della magistratura viene curiosamente dalla sua persona. nessuno può negare che senza le inchieste giudiziarie di questi due anni, che hanno travolto i partiti di Governo e indebolito la stessa credibilità dei partiti di opposizione, ella non siederebbe in quest' Aula come presidente del Consiglio , massimo beneficiario del peso politico della magistratura in Italia. ed è talmente vero questo concetto, peraltro così elementarmente visibile a tutti, che ella stessa ha voluto, all' indomani delle sue elezioni, invitare il dottor Di Pietro e, si è detto, anche il dottor Davigo, cioè il fior fiore del pool milanese, a fare parte del suo Governo. quale maggiore riconoscimento del ruolo politico della magistratura; e senza che si presentassero alle elezioni, onorevole Berlusconi! ma qual era il messaggio al paese di questa sua iniziativa? il messaggio al paese era questo: con la mia vittoria elettorale la rivoluzione italiana è finita; ed i suoi protagonisti di punta possono venire con me a governare l' Italia. solo che non era vero. perché quel sistema di potere illegale che ha dominato il nostro paese non erano soltanto i partiti, non era la politica, ma una realtà più complessa, un intreccio tra ceto politico, una parte del mondo finanziario e imprenditoriale, uomini e settori degli apparati dello Stato. e il motore non era soltanto la bramosia di un finanziamento occulto per i partiti politici , ma l' alterazione delle regole del mercato, la conquista o la difesa di rendite, di franchigie, di posizioni di monopolio. per questo oggi lei non è credibile. per questo lei oggi attacca la magistratura non come uno statista che voglia ristabilire l' equilibrio tra i poteri dello Stato, ma come un uomo colpito non solo nei suoi affetti, che io rispetto, ma nella sua posizione di proprietario di una grande impresa investita da una grave indagine giudiziaria per un reato, quello di corruzione verso pubblici ufficiali ...... allo scopo di frodare il fisco. chiedo solo lo scomputo del tempo...! per un reato — dicevo — probabilmente diffuso ma non meno odioso, soprattutto agli occhi di tutti quei cittadini che le tasse le devono pagare puntualmente sulla loro busta paga , ai quali ella si è rivolto con tanta efficacia in campagna elettorale . vuole farci credere che c' è un complotto? vuole farci credere che l' uomo al quale ella voleva affidare il ministero dell'Interno è un complottatore politico contro questo Governo? via, non siamo ridicoli! vede, l' attacco alla magistratura mentre la magistratura agisce nell' ambito delle sue funzioni con atti e sentenze è inaccettabile. non le ho sentito dire una parola sulla sostanza di questa vicenda. non le ho sentito dire che lei, fondatore e proprietario della Fininvest, non era a conoscenza di quelle pratiche illegali. non le ho sentito dire che lei le riprova, signor presidente del Consiglio ! non le ho sentito dire che lei nel misterioso incontro di Arcore ha dato disposizione ai suoi collaboratori perché non ripetano più tali atti e perché collaborino con i magistrati per fare piena luce su di essi. io penso che molti cittadini si aspettassero queste parole dal presidente del Consiglio ; e non l' attacco ai magistrati! in lei non c' è la serenità e la credibilità di uno statista, ma il risentimento di un uomo colpito e incalzato. sentimento legittimo, ma non compatibile con la funzione che ella svolge. e qui torna il tema, anche in una materia così delicata, del conflitto di interessi . conflitto d' interessi tra il presidente del Consiglio ed il proprietario di una grande impresa investita da un' inchiesta della magistratura. questione che torna, che spunta ad ogni passo e che costituisce — questo sì, non i trabocchetti dell' opposizione — il vero grande ostacolo rispetto alla possibilità che il Governo svolga il suo compito istituzionale. lei oggi ne prende atto dopo aver pensato di scartare; indica una possibile soluzione, che non risolve. la questione — vede — è molto complessa. c' è un vuoto di regole, c' è una vetustà delle leggi, c' è un' assenza, nel nostro paese, di un' autentica legislazione moderna liberaldemocratica in materia di controlli, di trasparenza, di autorità indipendenti. questa è la verità, altro che la Romania! in Romania il presidente del Consiglio era proprietario della televisione, proprio come in Italia! onorevole Berlusconi, è in America che è proibito! in Romania è come in Italia! mi scusi la battuta, mi scusi se mi sono fatto prendere la mano dal suo modo di discutere! in realtà non c' è altra soluzione possibile che quella di affidare le sue proprietà (mi riferisco in particolare a quelle più delicate, a quelle televisive) ad un gestore con mandato a dismettere...... in tempi e modi che non siano lesivi dei suoi legittimi interessi. aggiungo che contemporaneamente si impone, su un piano distinto ma ugualmente decisivo, che proprio questo Governo consenta che si vari al più presto una legge antitrust in materia di informazione radiotelevisiva come condizione del pluralismo di una compiuta democrazia dell' alternanza. questo sarebbe il vero segno — e mi avvio alla conclusione — che lei intende governare questo paese, o cercare di farlo; cosi si potrebbe cominciare a restituire una qualche credibilità alle istituzioni e allo Stato e certezza di guida al Governo. sin qui tutto ciò è mancato. il lavoro degli italiani sta sortendo risultati importanti, non i decreti del Governo! vedo anzi gli effetti perversi di un' iniziativa confusa e demagogica; vedo che abbiamo un basso tasso di inflazione ma curiosamente un rialzo dei tassi; vedo i segni di una sfiducia degli investitori, italiani e stranieri, che ci preoccupa per il futuro del nostro paese. lei ha di fronte un' opposizione non rissosa, ferma e saggia. in questi giorni siamo stati accusati persino di un eccesso di prudenza. non è così, è rispetto verso gli elettori che hanno votato per lei in maggioranza; è comprensione, attenzione al delicato momento di avvio di una nuova fase della vita democratica che, se dovesse davvero franare, in poche settimane rischierebbe di travolgere con sé le istituzioni e la credibilità della democrazia. per questo non abbiamo fatto ricorso a trabocchetti né riproposto la vecchia scena della mozione di sfiducia ; l' abbiamo sfidata a governare, signor presidente del Consiglio , cioè proprio quello che lei non riesce a fare. cominciamo a pensare che lei non ce la farà a causa del groviglio di interessi, dei condizionamenti, delle divisioni della maggioranza, dei mille fili, anche oscuri, che legano questo Governo e il suo presidente al passato. nei giorni scorsi lei ci ha ammoniti a citare non i giornali scandalistici ma i giornali stranieri seri, fra i quali lei ha elencato — ahimè, un infortunio! — il Wall Street Journal . le risparmierò di citare il Wall Street Journal di oggi, perché penso che l' abbia già letto. sentiamo in questo momento tutta la responsabilità delle opposizioni e delle forze democratiche verso le istituzioni, l' urgenza di cominciare a preparare non trabocchetti ma un' alternativa di Governo, una via di uscita dalla grave crisi politica ed istituzionale della nostra Repubblica che il paese non ha imboccato il 27 e il 28 marzo scorsi. mi riferisco alla via delle riforme, dello sviluppo moderno della nostra società, della restituzione di autorevolezza allo Stato e alle istituzioni. questa è la prospettiva che si pone la coalizione democratica che abbiamo proposto, alla quale vogliamo lavorare, alla quale siamo pronti a concorrere con il senso delle responsabilità che ci competono di fronte all' Italia.