Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XII Legislatura - Assemblea n. 47 - seduta del 02-08-1994
Interessi che si concentrano nella persona del Presidente del Consiglio dei ministri e sui rapporti tra potere esecutivo e potere giudiziario
1994 - Governo I Berlusconi - Legislatura n. 12 - Seduta n. 47
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

ho visto alzare, in segno di dileggio verso la nostra parte, il pugno chiuso. vorrei ricordare in quest' Aula che questa Repubblica è nata perché tante donne e uomini, socialisti e comunisti, insieme ad altri...... hanno avuto il coraggio di alzare quel pugno chiuso contro il regime fascista...... e abbatterlo. noi, pur sentendoci indegni, ci onoriamo di appartenere a questa storia e a questa tradizione! signor presidente , signore, signori, fosse dipeso da noi questo Governo — come vi è noto — non avrebbe avuto corso, non ci sarebbe stato...... fosse dipeso da noi non ci sarebbe o verrebbe deposto. signor presidente , intendo svolgere con dignità il mio intervento e non mi associo ad elementi rissosi... vorrei che si assumesse un atteggiamento più consono a quest' Aula, presidente! dipendesse da noi, questo Governo — ripeto — non ci sarebbe o verrebbe deposto. consideriamo nostro compito — e del resto è compito fisiologico di un' opposizione che non si riduca ad opposizione di sua maestà — lavorare per abbattere e sconfiggere il Governo e aprire la strada alla costruzione di un' alternativa. il fatto che consideriamo questo Governo un Governo delle destre e un Esecutivo che opera per la costruzione di un inedito regime, rende per noi più acuta l' esigenza di proporci l' obiettivo di sconfiggere, con il Governo, anche tale esito; esito, del resto, non scontato per le contraddizioni che questa tendenza suscita nel paese; esito sul quale pensiamo di intervenire per rovesciarlo e avviare un nuovo corso nella vita politica. sentiamo tale impegno più acutamente oggi, dopo che sono quasi trascorsi i fatidici cento giorni dal momento in cui l' Esecutivo ha avuto la fiducia delle Camere. è in genere questo il periodo dello stato di grazia di un Governo: esso gode di un' attesa favorevole, è nel pieno dello slancio dello stato nascente, o almeno dovrebbe esserlo. mi sembra che questo Governo, invece, piuttosto che incontrare lo stato di grazia , abbia conosciuto solo la condizione del peccato. questo Governo ha accresciuto le nostre preoccupazioni, mentre si è incrinato ed è diminuito il consenso che lo aveva accompagnato. non è questa, certo, la sede per un bilancio, ma si può dire che i problemi della Repubblica si sono aggravati e che la principale questione del paese, una disoccupazione di massa e strutturale, non è stata neppure scalfita, malgrado i cenni di ripresa economica . trovo — me lo si lasci dire — un po' sconcertante, da questo punto di vista , l' ottimismo del presidente del Consiglio . la replica del suo Governo va in una direzione che incancrenisce i problemi dell' occupazione e che produce una nuova frantumazione sociale. è così nella realtà di fatto del paese, è così nelle proposte che vengono avanzate sulla precarietà del lavoro, è così negli indirizzi del documento di programmazione economica e finanziaria, che sembrano ignorare del tutto le grandi questioni del nostro paese e del nostro tempo. le preoccupazioni della gente comune per il futuro della propria vita si sono accentuate; si pensi ai pensionati o a coloro che si apprestano ad andare in pensione. la minaccia allo stato sociale , ai già precari assetti civili e sociali del paese si è accentuata e nessuno dei problemi strutturali dell' economia e dello sviluppo è stato affrontato. non è, dunque, la sfiducia in questo Governo a mancarci. se non abbiamo presentato una mozione è solo perché tale strumento ci è sembrato del tutto inefficace rispetto all' obiettivo da noi perseguito, quello cioè di costruire un' alternativa all' attuale Esecutivo. per noi è chiara l' esigenza fondamentale: sconfiggere il Governo e far maturare un' alternativa di indirizzi, di politiche, di programmi e di forze. è questo il senso della nostra battaglia parlamentare e nel paese. ed è nel paese che noi ci proponiamo di avviare quest' autunno una grande mobilitazione. ci proponiamo di lanciare fin d' ora e da qui, per settembre, una grande campagna di mobilitazione, di partecipazione di massa e di lotta per costruire nell' unità dell' opposizione le tappe di un' alternativa alle politiche del Governo. ma noi oggi siamo qui, con questo Governo, in questo Parlamento e con questa maggioranza. allora vorremmo dire che di fronte a noi, e non solo di fronte a noi dell' opposizione, ma a tutti, è aperta una questione cruciale per la vita del paese, una questione morale , una questione di garanzie democratiche. già nel dibattito sulla fiducia a questo Governo scorgemmo che si era aperto un vulnus, una lacerazione; oggi troviamo che questa lacerazione si è approfondita ed aggravata fino a configurare gli elementi di una vera e propria crisi democratica. questo dibattito è perciò un passaggio molto importante, che credo dovremmo tutti vivere con molta serietà. questo dibattito deve, infatti, saper porre rimedio a questa crisi democratica, perché, al contrario, se non vi ponesse rimedio, si potrebbero aprire prospettive inquietanti per il paese. ponemmo nel dibattito sulla fiducia e, prima ancora, al presidente della Repubblica , tre problemi riguardanti le garanzie repubblicane: la questione del legame tra il presidente del Consiglio ed una grande proprietà privata nei rapporti con lo Stato, il problema di un drastico taglio con il sistema della corruzione di Tangentopoli e quello della contaminazione fascista del Governo. su tutti questi punti abbiamo misurato un preoccupante aggravamento. sulla presenza dei fascisti qui in Italia voi siete riusciti a far compiere passi concreti in avanti alle peggiori tesi revisionistiche tanto che la questione sembra persino esser stata derubricata e, con essa, derubricata la questione della fedeltà e della lealtà alla Resistenza ed all' antifascismo che hanno fondato questa Repubblica. nonostante il discredito che questa prassi vi ha aperto a livello internazionale, ciò potrebbe persino essere considerato un successo dal punto di vista del Governo; ma noi ci impegniamo a non rassegnarci, a riprendere la battaglia per la civiltà e la democrazia ed a rilanciare la grande questione della religione antifascista come elemento costruttivo del paese. su due altre grandi questioni, però, il Governo è già andato clamorosamente ad infrangersi proprio sugli scogli dell' opinione pubblica che aveva evocato. è venuta alla luce una vera e propria crisi di consenso del paese nei confronti di atti fondamentali del Governo, cosicché ora quei nodi che avevamo indicato sono divenuti ineludibili: una questione morale ed una questione democratica sono obiettivamente all' ordine del giorno del Parlamento e del paese. su Tangentopoli ed in rapporto con la magistratura il Governo è addirittura « rovinato » contro l' opinione democratica del paese: il decreto è stato chiamato — nel paese — decreto « salvapotenti » e « salvaladri » ; la condanna è stata ampia e radicale, una condanna così inequivocabile che ha costretto il Governo ad arretrare. si è detto che si voleva porre mano a questioni di civiltà, come quelle cui rinviano i temi della custodia cautelare , del carcere preventivo e delle modalità con cui si compiono le inchieste giudiziarie. si è invece realizzata una condizione di privilegio per i reati di concussione e di corruzione, che avrebbe impedito ai magistrati di fare giustizia, ed al paese di chiudere con la storia di Tangentopoli, arrivando finalmente ai processi e alle sentenze. siamo noi a chiedere che si riformi in modo da arrivare in tempi brevi ai processi. non vogliamo essere, e non saremo, secondi a nessuno nella difesa dei principi dell' habeas corpus e dei diritti della persona ; ma voi, signori del Governo, laddove le persone non c' entrano e c' entrano solo i patrimoni e le ricchezze, perché sfuggite e vi negate perfino al confronto? dai primi giorni di questa legislatura abbiamo presentato una proposta di legge per requisire tutti i beni, i patrimoni e le ricchezze realizzate con Tangentopoli: abbiamo chiesto che fosse il primo atto di questo Parlamento, abbiamo chiesto ripetutamente che tale progetto di legge venisse iscritto all' ordine del giorno , ma non abbiamo avuto risposta. perché? in realtà la risposta è venuta con il vostro sciagurato decreto legge , ora ritirato con una vittoria dell' intervento autonomo dei magistrati, dell' opinione pubblica e delle forze d' opposizione. vi proponiamo di cogliere questa lezione e di fare un passo indietro, di lasciar lavorare i magistrati affinché, per quanto attiene ai reati di concussione e di corruzione, si arrivi finalmente ad individuare i colpevoli e a punirli — questi colpevoli di reati contro la Repubblica e contro i cittadini! — , approvando subito una legge per la requisizione dei beni che dia il senso che il paese vuole davvero cambiare pagina. invece di fare questa autocritica, il presidente del Consiglio si è mosso all' attacco dei magistrati. e qui viene in luce una seconda questione, precisamente quella delle garanzie democratiche ed il rapporto con la divisione e l' autonomia dei poteri. qui è avvenuta una sistematica manomissione e non credo che derivi solo da una cultura aziendalista. l' attacco ai magistrati prima e l' attacco alla Rai-TV poi hanno la stessa natura, muovono nella stessa direzione. nell' attacco alla Rai abbiamo visto — e badate che se guardassimo soltanto agli interessi di parte, non avremmo certo ragioni per difenderla — la stessa logica che è stata mossa contro i magistrati: il rifiuto del pluralismo, dell' accettazione della pluralità dei poteri, della dialettica democratica. vediamo allora venire alla luce ed alla ribalta, proprio su queste basi, una questione di prima grandezza: il problema della garanzia democratica che risiede nella contraddizione, oggi esistente, nella figura del presidente del Consiglio e di grande proprietario. ieri, nel dibattito sulla fiducia, avanzammo questa come questione di principio; oggi la poniamo come questione di fatto, perché i fatti l' hanno squadernata di fronte a noi. oggi, dopo l' attacco alla magistratura, dopo il decreto « salva potenti » , non potete non vedere che può essere concretamente aperto — come è — un sospetto di interessi privati nelle politiche del Governo; oggi, dopo le vicende della Rai-TV, non potete non vedere come possa essere intravisto un interesse privato nelle politiche del Governo. oggi questo è il fatto e questo fatto non accetta una soluzione pasticciata né formale: un problema di sostanza richiede una soluzione di sostanza. onorevole presidente , lei ha proposto una formula che richiamava quella del blind trust . si può discutere in generale e si può discutere nello specifico, ma qui siamo in un' altra condizione; qui l' ipocrisia giuridica può diventare ipocrisia di fatto e politica. ed allora bisogna dire con grande nettezza che vi è un solo modo per ripararla: o il presidente del Consiglio lascia la proprietà della Fininvest, o lascia la Presidenza del Consiglio . non vi è altro modo per risolvere questo problema! è difficile da realizzare? sì, lo sappiamo, è difficile. ma questa difficoltà il presidente del Consiglio la conosceva anche prima e noi ci siamo incaricati in ogni caso di avvertirlo. ora, delle due l' una; tertium non datur . potrei fermarmi qui, ma posso dire che il nostro allarme non si ferma a questo punto, che oggi siamo preoccupati che in tanti atti del Governo, che possono essere esemplificati nel provvedimento di condono edilizio , vediamo venire avanti una vocazione a reinserire nel corpo della società italiana molti elementi di illegalità. vogliamo quindi manifestare con grande nettezza la preoccupazione che, attraverso questa operazione economica, sociale e di civiltà giuridica, si intenda compiere la seguente operazione: realizzare un blocco sociale per poter avere la forza di perseguire quelle politiche antipopolari altrimenti impossibili. voi state realizzando un intreccio tra attività economiche criminose ed attività economiche pulite per poter sopperire... sissignori. perché, il condono edilizio cosa regala? per potere sopperire — stavo dicendo — ad un deficit di capacità espansiva di queste politiche economiche di sviluppo. non siete in grado di realizzare lo sviluppo per via ordinaria e trovate una supplenza anche in attività illegali, ma questo corrode la coesistenza sociale e civile di questo paese. a noi interessa che qui, in questo Parlamento, si introduca un elemento di inversione di tendenza e ci preoccupa il fatto che in questo Parlamento ancora non si sia presa consapevolezza della drammaticità della situazione. ci preoccupa che le parole del presidente del Consiglio non abbiano... il presidente del Consiglio non ha mostrato questa consapevolezza, alla quale abbiamo il dovere di richiamarlo. presidente del Consiglio , lei ha un solo modo per riaprire a tutto il paese di fronte a sé, una certezza di garanzia democratica: o lascia la proprietà della Fininvest, o lascia la Presidenza del Consiglio !