Silvio BERLUSCONI - Deputato Opposizione
XII Legislatura - Assemblea n. 47 - seduta del 02-08-1994
Interessi che si concentrano nella persona del Presidente del Consiglio dei ministri e sui rapporti tra potere esecutivo e potere giudiziario
1994 - Governo Dini - Legislatura n. 12 - Seduta n. 47
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , signori deputati, l' atmosfera politica si è surriscaldata nel corso delle ultime settimane. su alcune questioni importanti, come il rapporto tra il potere politico e l' ordinamento giudiziario o la soluzione del potenziale conflitto di interessi creatosi con la mia nomina alla Presidenza del Consiglio , si sono manifestati forti contrasti con l' opposizione parlamentare, aree di dissenso nel paese, tensioni nella stessa maggioranza di Governo. osservatori non proprio imparziali né disinteressati hanno addirittura preconizzato un « martedì nero per Silvio Berlusconi » . sarà che sono una persona di buon carattere, un inguaribile ottimista, ma nella giornata che volge al termine non vedo nulla di nero. e in questo dibattito parlamentare , da voi richiesto ed immediatamente fissato dal Governo, non vedo affatto le insidie di cui ho letto nei giorni scorsi. infatti, un presidente del Consiglio che risponde ai deputati su questioni da essi sollevate, e che riflette ad alta voce e davanti al paese sulla situazione in cui si trova lo Stato, rappresenta la manifestazione più naturale e più costituzionalmente corretta della vita di una grande democrazia repubblicana, grande anche nei contrasti, quale è la nostra. un altro motivo di serenità, e forse anche di ottimismo, è per me il fatto che le cose in Italia cominciano ad andare bene. si fa molto chiasso nel mondo politico, ma nel paese si è cominciato a lavorare con fiducia. non voglio fare propaganda, ma se volessi farla mi riuscirebbe assai bene, perché il Governo ha molti dati e molte cifre dalla sua parte. tra aprile e giugno sono nate quasi centomila nuove imprese, con un saldo attivo vicino alle trentamila. si stanno cominciando a creare, dopo che nello scorso anno si erano persi ottocentomila posti di lavoro , nuovi posti di lavoro . la produzione industriale è in aumento, il commercio è in ripresa e l' inflazione è al suo minimo negli ultimi venticinque anni. in settanta giorni di lavoro del Governo, con oltre duecento provvedimenti presi, abbiamo cercato di promuovere investimenti di rischio ed assunzioni di personale da parte delle imprese; abbiamo cercato di rilanciare l' edilizia pubblica e quella privata. non ci sono state nomine all' insegna della lottizzazione;... ha sempre prevalso il criterio della professionalità e della competenza. ma soprattutto abbiamo varato una manovra economica senza chiedere nuovi sacrifici fiscali agli italiani. ovviamente qualche rinuncia bisognerà farla, ma faremo in modo che non sia inutile come quelle del passato. capisco che i settori più fanatici ed estremi delle opposizioni non apprezzino queste elementari verità. preferirebbero vedere un presidente del Consiglio rassegnato ai loro sberleffi e magari rinunciatario. ma dal momento che il presidente della Camera ha concordato di riprendere la nostra discussione in diretta televisiva, per rispetto al Parlamento e al paese non si possono tacere queste informazioni. delle liti fra l' onorevole D'Alema e il Governo, delle risse e del chiasso dei partiti, gli italiani non si curano molto. preferiscono essere messi a conoscenza di quello che si fa, per poter giudicare e per poter giudicare anche di quello che non si riesce a fare. signor presidente , signori deputati, questo Governo, come tutti i governi democratici del nostro ordinamento, ha tre fonti eguali di legittimazione. la prima è il voto degli italiani. la seconda è l' incarico da parte del Capo dello Stato . la terza è il voto di fiducia del Parlamento. nel nostro caso, dal momento che per mezzo di un referendum il popolo ha scelto una nuova legge elettorale maggioritaria , che impone una logica di coalizione tra forze diverse prima del voto, il consenso degli elettori ha un valore, per così dire, speciale: gli italiani, per la prima volta nella storia della Repubblica, hanno, quattro mesi fa, votato una coalizione che si presentava, malgrado le turbolenze interne e la obbligata precipitazione con cui fu costruita, come una compagine destinata a governare, in caso di vittoria, o a fare l' opposizione, in caso di sconfitta. tengo a ricordare questo dato fondamentale della nostra vita pubblica per una ragione molto precisa. in occasione della recente turbolenza politica, seguita al varo del decreto sul riequilibrio dei rapporti fra accusa e difesa nel processo penale .... e sull' uso della carcerazione preventiva, voci autorevoli hanno posto il problema dell' opportunità di una crisi di Governo . nel vecchio sistema, le dimissioni del ministero erano un' arma ordinaria della lotta politica. si facevano e disfacevano governi, chiamandoli con il suffisso bis o tris, a seconda delle convenienze di partito, e persino delle diverse correnti di partito. si facevano e disfacevano governi di « transizione » , di « attesa » , di decantazione, di non sfiducia, delle astensioni, e addirittura governi estivi di balneazione chiamati appunto « governi balneari » . quando non si poteva fare o disfare a proprio piacimento un ministero di bel nuovo, allora ci si limitava a minacciare un Governo cosiddetto « istituzionale » , come se esistessero governi non istituzionali, o addirittura « un Governo del presidente » , come se ciascun governo non si reggesse anche sulla fiducia del Capo dello Stato . lunghe attese per l' economia, instabilità eretta a sistema, le dimissioni dell' Esecutivo intese come trappola per avversari e alleati, un linguaggio oscuro ed allusivo che pervadeva le estati romane come uno scirocco maligno e metteva il palazzo della politica al riparo della curiosità e dell' interesse della gente comune. con il sistema maggioritario , signori deputati, quel tempo è definitivamente tramontato. quel tempo è alle nostre spalle! viene spesso ricordato a noi inesperti della politica, a noi dilettanti della politica che è decisivo il rispetto delle regole. talvolta si tratta di un monito lanciato in buona fede , giustificato da qualche errore da noi compiuto o da qualche ritardo di cui ci siamo resi responsabili, qualche altra volta si nota una certa cattiva fede, una certa petulanza propagandistica. ma non importa. noi crediamo sul serio nelle regole e, partendo dal rispetto di quelle che ci sono, siamo qui per cercare di costruirne di nuove, insieme con quell' opposizione che proprio su questo terreno ha il diritto e il dovere di collaborare nel senso più pieno ed autentico della parola. ma le prime regole imposte dalla nuova legge elettorale e dalle sue conseguenze, se vogliamo mettere il buon senso e la logica al posto delle risse barocche del vecchio sistema, sono le seguenti. primo: un Governo che, tra le sue diverse fonti di legittimazione, ha un mandato diretto degli elettori, è tenuto, costi quel che costi, a governare in nome del programma voluto dagli italiani finché un esplicito e motivato voto delle Camere non gli imponga le dimissioni. secondo: questo Governo può essere sostituito da una nuova compagine solo se il nuovo Esecutivo del ricambio ottenga, oltre alla fiducia delle Camere e del Capo dello Stato , un nuovo e chiaro mandato politico dagli elettori. solo in questo caso il cambio di timone sarebbe un atto credibile e rispettoso dei diritti degli italiani. le alternative al Governo attuale possono dunque ben maturare, ed anche in un tempo ravvicinato; ma su un punto credo si debba essere inflessibili, per rispetto a noi stessi ed a chi ci ha voluti in quest' Aula come rappresentanti del popolo : di queste alternative, oltre che nei conciliaboli e nei corridoi della politica, occorre parlare con i nostri signori e padroni, cioè con gli italiani iscritti nelle liste elettorali . signor presidente , signori deputati, la vera sfida su cui questo Governo è nato e si è costruito il successo della sua maggioranza è quella dell' alternativa al consociativismo, è quella del cambiamento, è quella del rilancio dell' economia italiana . ho già detto qualcosa su quel che abbiamo fatto e su quel che intendiamo fare, cominciando da una manovra economica fortemente innovativa e passando per il vaglio della legge finanziaria . ma prima intendo rispondere con puntualità, e naturalmente con uno sforzo di sintesi, al contenuto delle varie interpellanze ed alle critiche delle opposizioni sulle due questioni del rapporto con i magistrati e delle norme riguardanti il potenziale conflitto di interessi nella persona del presidente del Consiglio . non risponde a verità, ed è anzi un' aperta falsificazione a scopo strumentale, presentare questo Governo come un Governo nemico dei magistrati, ostile ai giudici, estraneo all' opera di moralizzazione della vita pubblica o da essa infastidito. il fatto che un componente della mia famiglia sia stato raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare e che il gruppo da me fondato abbia subito indagini giudiziarie insieme con molti altri gruppi finanziari ed industriali, non autorizza nessuno a confondere vicende private e vicende pubbliche. in linea di ipotesi, tutte le speculazioni astratte sono sempre possibili. si può pensare che ci sia accanimento contro di me da parte di magistrati troppo politicizzati oppure si può pensare che ci sia un pregiudizio di chi presiede questo Governo contro magistrati solerti nell' accertamento obbligatorio di responsabilità che riguardano la sua sfera privata. ma le ipotesi astratte non devono avere, fino a prova contraria, diritto di cittadinanza in un sereno e ordinato svolgimento della vita politica e il fatto di utilizzare il privato di un avversario, e perfino i suoi affetti personali, brandendolo come un' arma propagandistica buona a tutti gli usi è una manifestazione di intolleranza e di inciviltà che credo questo paese non si meriti. il problema da me posto nel discorso tenuto alla convenzione nazionale del centro cristiano democratico è un problema generale, che vale per tutti i cittadini e per l' insieme della società italiana e delle sue istituzioni. sapete bene di che si tratta. si tratta di porre fine, nei modi appropriati, ad un lungo periodo di supplenza della politica e del ruolo delle istituzioni elettive da parte dei magistrati dell' accusa, i procuratori della Repubblica, sulle cui spalle è caduto l' onere di avviare e guidare per due lunghi anni il processo di moralizzazione del sistema politico . si tratta di ristabilire un equilibrio dei poteri là dove questo equilibrio si è rotto, senza per questo processare le intenzioni o bruciare sul rogo del primato della politica il lavoro dei magistrati. queste cose le sanno bene anche i colleghi delle opposizioni. non credo di dover citare le cose molto ragionevoli dette al Il Corriere della Sera dal professor Rocco Buttiglione mentre infuriava la tempesta sul decreto in materia di custodia cautelare . non credo di dover citare una vasta letteratura garantista firmata da parlamentari dell' opposizione di sinistra, come il senatore Pellegrino, il senatore Petruccioli, l' onorevole Correnti, l' onorevole Chiaromonte o il segretario del Pds, Massimo D'Alema , e anche il vicepresidente di questa Assemblea, l' onorevole Luciano Violante, insieme a tanti altri non meno autorevoli esponenti della cultura liberale che fanno parte del Polo delle libertà . non credo di dover citare le reazioni inappuntabili suscitate in tutti gli ambienti politico-parlamentari e suffragate da una lucida nota di riprovazione del Capo dello Stato , a proposito degli sconfinamenti e delle tendenze invasive di parte dell' ordine giudiziario ai danni del Parlamento e del Governo. non credo di dover dare lettura, per quanto riguarda gli orientamenti dell' associazione degli imprenditori italiani, della raccolta delle ultime due settimane de Il Sole 24 Ore , un quotidiano che ha ospitato alcuni dei commenti più lucidi e convincenti sull' intera vicenda del cosiddetto conflitto tra il Governo e la magistratura. il riequilibrio tra accusa e difesa — premessa del processo giusto — ha come finalità la tutela del cittadino. nelle scelte operate prima con il decreto, poi con il disegno di legge , il Governo ha agito con totale collegialità e solidarietà nel Consiglio dei ministri ...... chiedendo in Parlamento una corsia preferenziale . quanto alla specifica questione dell' inchiesta sulla Guardia di Finanza , anche a tale riguardo è bene usare parole chiare e precise. nessuno può seriamente negare, di fronte alla vastità del problema costituito dai fenomeni di concussione e corruzione ambientale in questo campo, che esista la questione di un danno potenziale allo spirito civile del paese ed al funzionamento dell' economia italiana , in conseguenza di una rigida ed esclusiva consegna ai soli giudici di tutti i compiti di ristabilimento delle giuste regole di condotta e di moralizzazione della vita delle imprese. la Guardia di Finanza è un corpo delicatissimo dello Stato, all' interno del quale si sono verificate degenerazioni ora oggetto di accertamento penale, ma in tutto il meccanismo dell' accertamento tributario e di bilancio nei confronti delle imprese, grandi e piccole, vi è stato in questi anni qualcosa di patologico e di profondamente insano che occorre curare con leggi, provvedimenti ed atti amministrativi, i quali risalgono, anche e soprattutto, alla responsabilità del Parlamento e del Governo. se le istituzioni della politica rinunciano al loro compito, che è quello di comprendere quando un problema penale ha delicati risvolti nella vita della comunità e rappresenta una questione politica che non può essere lasciata sulle sole spalle della magistratura togata, allora il rischio di un « governo dei giudici » e di uno spirito giacobino di odio e di vendetta civile diventa un rischio concreto ed attuale. gli italiani, d' altra parte, amano i magistrati coraggiosi che fanno le inchieste difficili, e questo è un sentimento sacrosanto di ammirazione per chi tutela il cittadino dagli abusi del potere; i demagoghi, che volessero mescolare impuramente giustizia e politica, si ricordino bene del fatto che le prime vittime della demagogia sono i demagoghi e che i governi fondati sul processo penale , invece che sulle elezioni democratiche, si sono visti in questo secolo solo nei paesi dell'est europeo, a Cuba e nella Corea del nord . i giudici coraggiosi danno giustizia, ma i governi dei giudici non danno niente: né giustizia né pane! questo ragionamento, naturalmente, non significa mai e in alcun caso che sia lecito intervenire sulle inchieste in corso con lo scopo di fermarle o con l' obiettivo di legare le mani a chi le conduce. chi si preoccupa di vigilare affinché questo non avvenga è nel suo pieno diritto ed ha in questo Governo un sostenitore; ma chi nega la prima e legittima preoccupazione per lo sconfinamento e la supplenza di potere da parte dei magistrati persegue scopi di parte, rifugiandosi — come ho detto — sotto la toga dei procuratori. e così non si rende un buon servizio né alla politica né alla giustizia! sulla questione del potenziale conflitto di interesse tra il presidente del Consiglio e la proprietà Fininvest, le cose sono state imbrogliate e confuse da molta malevolenza e da molta cattiva coscienza. gli italiani sanno che, in campagna elettorale , e cioè in uno dei momenti più alti e solenni della lotta politica, l' attuale segretario del Pds ebbe a prospettare un Berlusconi che mendicava l' elemosina nelle strade. questo era il modo con cui si intendeva risolvere il famoso conflitto di interesse! le cose sono andate altrimenti e l' onorevole D'Alema si deve rassegnare alla forse temporanea sconfitta del suo disegno. a me non verrebbe mai in mente di augurare ad un leader avversario un destino di miseria e di esilio. forse è per questo che gli italiani si sono fidati in maggioranza del Polo delle libertà , che è anche il Polo della tolleranza e della ragionevolezza. le cose, in materia di conflitto di interesse, stanno comunque così, e solo così. primo: quando sono entrato nella battaglia civile e politica, ho rinunciato del tutto alle mie funzioni di imprenditore, lasciando ogni carica nelle società da me fondate. secondo: non ho compiuto alcun atto, come candidato alla Camera, o come semplice deputato, o come presidente del Consiglio , che entri in qualche modo in conflitto con l' interesse generale e sia di premio ai miei interessi particolari. terzo: ho sempre e costantemente riconosciuto che c' era un' anomalia da sanare. non era colpa mia se i vecchi partiti erano scomparsi e la gente aveva deciso di rimpiazzare quel vuoto con persone nuove, che venivano dalla società e dal lavoro...... e avevano creato qualcosa che aveva un peso nell' economia italiana . non era colpa mia se era scemata la fiducia negli apparati e nei funzionari di partito. ma riconoscevo che era mia responsabilità trovare una soluzione al fatto, senza precedenti, di un editore e di un imprenditore della comunicazione che assumeva la carica di presidente del Consiglio dei ministri . quarto: all' atto dell' incarico ho nominato, con il consenso del Capo dello Stato , tre esperti incaricati di studiare il problema e di fare delle proposte. alla prima riunione del Consiglio dei ministri la nomina è stata confermata dal Governo della Repubblica; ed è stato questo il primo decreto del nuovo Consiglio dei ministri . quinto. venerdì scorso ho annunciato che lo schema di proposta degli esperti mi sembrava ragionevole e perciò accettabile. gli esperti propongono un netto congelamento dei miei diritti di proprietario della Fininvest ed una radicale separazione tra la gestione di questo gruppo e la mia persona. questo è l' importante, come ho detto nella conferenza stampa della scorsa settimana, ed i dettagli tecnici o i particolari istituzionali possono essere diversi da quelli studiati dai tre esperti: il Parlamento è, ovviamente, nella piena sovranità di decidere come crede. mi sia consentito di aggiungere solo questo. intorno alla Fininvest, che non è soltanto un patrimonio familiare del presidente del Consiglio , ma anche e soprattutto una libera impresa, forse l' unica tra i grandi gruppi del paese che non ha mai vissuto dell' assistenza, pubblica, né beneficiato di contributi dello Stato... di cui ha invece l' orgoglio di essere tra i primi e principali contribuenti, una libera impresa che crea lavoro e i cui diritti sono protetti dalle leggi e dalla Costituzione... ebbene, intorno a questa impresa, una libera impresa la quale — lo riaffermo — crea lavoro ed i cui diritti sono protetti dalle leggi e dalla Costituzione di questo paese, è stata ingaggiata una battaglia che ha per contenuto uno dei valori principali della nostra società: la libertà di intraprendere, la libertà di lavorare, la libera proprietà individuale. io sono il primo a proporre una soluzione di separazione drastica tra l' esercizio dei doveri di Governo e quello dei diritti proprietari, una soluzione di carattere generale e legale che ovviamente valga per tutti, e sono anche disposto ad accettare qualunque soluzione tecnica ragionevole si voglia adottare in materia. ma su un punto non transigo: la libertà di impresa e la libertà di lavoro non si toccano, perché la Costituzione non consente a nessuno di espropriare o collettivizzare la proprietà privata. siamo in Italia, per grazia di Dio , e non nella Romania di Ceausescu! signori deputati, mi sono battuto come ho potuto — anche con gli errori e le ingenuità di chi non ha mai fatto della politica la sua professione — per dare all' Italia il Governo delle libertà e della ripresa dell' economia. ma non ho mai avuto e non ho una concezione ristretta e burocratica del lavoro che svolgo. ho detto e confermo che ho intenzione di governare a lungo. ma non a tutti i costi. un deputato della coalizione — anzi, un suo leader influente — ha partecipato ad una festa della sua organizzazione ed ha detto, secondo quanto recano le cronache dei giornali, che il presidente del Consiglio è un « ostaggio » della sua maggioranza. la mia risposta è tranquilla e molto semplice: perché ci sia un ostaggio, bisogna che ci sia un sequestratore, e ciascuno è libero di scegliere il suo ruolo. se all' onorevole Bossi piace quello di sequestratore, si accomodi pure. ma per dare soddisfazione all' anonima sequestri, almeno in politica, bisogna che l' ostaggio sia consenziente. e questo non succederà mai. onorevole Bossi, chi le parla è un uomo responsabile, che non accetta e non raccoglie le provocazioni, ma anche un uomo naturalmente ed irrevocabilmente libero. un uomo che preferisce lavorare e non polemizzare; che vuole costruire...... che lotta non per demolire, ma per fare, come è nella tradizione e nel costume dell' operosità lombarda. torni anche lei, onorevole Bossi, a quella tradizione e riprendiamo insieme la strada della collaborazione leale, nell' interesse del paese! signori deputati, l' economia italiana dà segni evidenti di ripresa. il Governo sta fortemente cercando di stimolare e favorire questa ripresa. come ho ricordato, l' inflazione è ai minimi storici, nascono nuove imprese produttive e di servizi. per la prima volta un Governo ha cercato sul serio di usare la leva del fisco non per spremere i contribuenti, ma per agevolare chi lavora, soprattutto i giovani in cerca di occupazione. abbiamo dato qualche colpo ben assestato alla mentalità vincolistica che imbriglia i soggetti economici e sottopone ogni cosa al potere di veto delle corporazioni. ma siamo stati anche attenti a mantenere un rapporto di reciproco rispetto con i sindacati. la manovra finanziaria si annuncia con una rivoluzionaria novità. invece di nuove tasse, tagli rigorosi agli sprechi ed alla manomissione del pubblico denaro con la massima attenzione a non deprimere la vocazione alla solidarietà verso i più deboli da parte dello Stato. abbiamo scoperto un tesoro di duemila miliardi giacente per incuria nelle casse del sistema sanitario : nessuno ha fatto mai tanto danno all' erario quanto l' incompetenza boriosa di certi esperti e tecnici campioni del consociativismo, che ci hanno lasciato in eredità un debito di 2 milioni di miliardi di lire ! il coro dei critici continua invece ad invocare nuove imposte e tasse su benzina e sigarette, predica un rigore punitivo ed inutile, che abbiamo conosciuto in passato, quando il Governo faceva l' opposizione a se stesso e l' opposizione pretendeva di governare. pensavamo che con il sistema maggioritario dovesse cambiare il metodo di governo ed anche il mestiere dell' opposizione. abbiamo coltivato l' illusione che uomini politici di cultura non liberale avessero imparato la lezione del liberalismo politico: chi governa, governa e chi fa l' opposizione oggi controlla e critica per prepararsi a governare domani. le cose, mi pare di poter dire, stanno andando altrimenti. noi, però, continueremo cosi, anche se l' opposizione ha ripreso il vecchio gioco dei trabocchetti, delle trappole, degli espedienti. dietro lo schermo un po' appannato del cosiddetto governo istituzionale , cioè un Governo che tradirebbe il mandato degli elettori del marzo scorso, emerge l' antico vizio consociativo del sistema politico italiano. io credo fermamente nel programma di Governo che ha vinto le elezioni: liberismo, federalismo e presidenzialismo; un Governo serio ed efficiente per costruire il benessere, la ripresa dell' economia e anche le regole della seconda Repubblica , partendo dal rispetto più rigoroso di quelle esistenti. credo nell' alleanza tra lo spirito civile delle genti del nord e la giusta protesta, sempre più consapevole, del nostro Mezzogiorno. credo in una coalizione aperta al meglio della cultura politica cattolica, una tradizione che si è distribuita in forze diverse, dai popolari alla attuale maggioranza di Governo. credo nel grande progetto di definitiva costituzionalizzazione di una destra democratica ed europea. credo che dal Polo delle libertà possa venire il rilancio dello spirito riformatore, che ha informato di sé le grandi battaglie federaliste e radicali del recente passato, prime fra tutte quelle dei referendum. sono certo delle mie idee e dei fatti già prodotti dal Governo, idee e fatti che ritengo importanti più degli stessi sondaggi d' opinione; ed è con questa sicurezza, ma senza alcuna arroganza, che rispondo serenamente a tutte le forze parlamentari rivolgendo loro un semplice appello. il Governo ha lavorato sodo e vuole continuare a lavorare per la ripresa del paese: a voi il compito di controllarlo, di criticarlo, di incalzarlo e di denunciare quello che non va. ma resistete alla tentazione della delegittimazione e del discredito. lasciateci governare e lavorate voi stessi per sostituirci, se ci riuscirete, e quando ci riuscirete. nelle democrazie che funzionano si fa così! vi ringrazio.