Gianfranco FINI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XII Legislatura - Assemblea n. 47 - seduta del 02-08-1994
1994 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 4
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signora presidente, signor presidente del Consiglio e colleghi, anche a costo di apparire un po' presuntuoso — e ne chiedo scusa — dirò che, come era ampiamente prevedibile, come avevo ampiamente previsto, un dibattito iperenfatizzato — nemmeno fosse la ripetizione della finale della coppa del mondo di calcio — di cui parlavano i giornali da qualche giorno, di cui nei corridoi e nei conversari mattutini si era prefigurato chissà quale scenario, si sta concludendo davanti a tutti gli italiani esattamente come era logico pensare si concludesse. vale a dire: non è successo assolutamente nulla. e questo è stato il vero colpo a sorpresa di cui ieri ha parlato con una certa abilità il ministro per i Rapporti con il Parlamento . non è successo nulla se non quello che in qualche modo noi desideravamo succedesse, vale a dire che l' opposizione ha mostrato un po' i muscoli e quella postcomunista ha fatto vedere di essere pronta alla battaglia. onorevole D'Alema , non mi sembra neanche questo un comportamento da grande statista, specie quando si legge un « compitino » preparato prima ed il più delle volte non si ascolta neppure quel che dice il presidente del Consiglio . qualcuno, nell' ambito dell' opposizione non schierata a sinistra, si è limitato a dire le cose che aveva detto un mese fa e che, ne sono certo, dirà tra un mese in quest' Aula; altri, come era logico e prevedibile accadesse, hanno ripetuto argomentazioni che erano ampiamente riecheggiate e la maggioranza, pur con qualche distinguo, pur con qualche sottolineatura « padana » , si è ritrovata sostanzialmente d' accordo nel dire che alternative a questo Governo non ve ne sono e che quindi esso è necessitato ad andare avanti. non è stato, signor presidente , il dibattito nella sua conclusione baciato dalla fortuna: era nella logica delle cose. e quella che in un primo tempo poteva apparire una mossa avventata, cioè la sua decisione di venire subito in Parlamento a riferire, si è dimostrata, al contrario, una mossa azzeccata. lei ama dire: non sono un professionista della politica . certo è che non è uno sprovveduto, perché i professionisti della politica , quelli che oggi piacciono tanto all' opposizione che fino a qualche anno fa li contestava insieme a noi e che oggi ha in sorte di rimpiangerli, non sarebbero mai venuti in quest' Aula nel momento della massima polemica. io non ho una grande esperienza parlamentare. vivo una sorta di trauma: non so se sono, dopo undici anni che siedo in Parlamento, un esperto o se, avendo soltanto quarantadue anni ed essendo sempre stato all' opposizione, sono anch' io un dilettante. lo lascerò decidere agli elettori! certo è che i professionisti della politica non sarebbero venuti qui nel massimo della polemica, non si sarebbero prestati al dibattito parlamentare ed avrebbero detto ai parlamentari e agli italiani: andiamo tutti in ferie e chi si è visto si è visto. allora, senza voler dare l' impressione di essere il grillo parlante, io le dico, signor presidente del Consiglio : prenda spunto da questa mossa azzeccata per ripetere nel futuro quella che si è rivelata appunto una saggia decisione. il Parlamento deve discutere e deve farlo, come questa sera, sulla base di alcune linee guida che il Governo ha il diritto dovere di dare. deve poter discutere, il Parlamento, e legiferare in particolar modo su questioni che tanto appassionano gli addetti e pochissimo interessano, al contrario, i cittadini. credo che della affascinante discussione sul blind trust gli italiani da questo dibattito sappiano esattamente ciò che sapevano prima, vale a dire che si tratta di una questione importante che però non può mai e poi mai essere considerata o la Caporetto o la Vittorio Veneto di un Governo, di un qualsiasi governo. discuta il Parlamento e legiferi il Parlamento su tutti gli aspetti importantissimi in una democrazia, ma contemporaneamente il Governo governi! io qualche giorno fa mi sono permesso di dire: il Governo Berlusconi non si faccia impantanare in discussioni accademiche! per questo dicevo all' amico Bossi: a volte giocare per il re di Prussia non significa favorire il nemico. so perfettamente che Bossi non è uno sprovveduto, che non vuole le elezioni. in questo momento, certamente, le elezioni non le capirebbe nessuno. nessuno può fare i conti con il Capo dello Stato che giustamente invita questo Parlamento a legiferare. certo è che, in qualche circostanza, fare il gioco del re di Prussia significa anche unirsi al coro delle opposizioni su una questione che, tutto sommato, non era e non è centrale, specie nel momento in cui coloro che ci hanno votati il 27 marzo chiedono al Governo di governare, e di governare sugli argomenti che hanno rappresentato la forza del presidente del Consiglio e di Forza Italia e che sono oggi, al 100%, gli argomenti sia della Lega sia di Alleanza Nazionale . mi riferisco al rilancio dell' economia, alla tutela del mondo del lavoro , alla ripresa di quella che è la speranza del popolo italiano . allora, ogni qual volta — e capiterà chissà quante altre volte, perché sarà un Governo inesperto, come qualcuno dice, sarà un Governo che discute molto, il che certamente è vero, ma è altrettanto vero che è un Governo libero, un Governo libero anche di discutere, e capace poi di trovare un punto di incontro per proseguire — vi saranno chissà quanti altri argomenti più o meno accademici che potranno dividerci (dal momento che non tutto quello che dice l' onorevole Bossi è da me condiviso, e viceversa; non tutto quello che dice in qualche circostanza Forza Italia trova il consenso generale della maggioranza e gli stessi amici del centro cristiano democratico so che sono estremamente attenti su tali questioni), il confronto dovrà avvenire in questa sede. perché questa è la sede: il Parlamento è sovrano, il Parlamento discute, il Parlamento legifera, nel Parlamento si vede quella che è la vera buona volontà delle opposizioni, che io credo vi sia, a tal punto che non dico « lasciateci governare » , ma dico alla maggioranza: abbiamo il diritto dovere di governare. discutiamo, quindi, in questa sede, ma successivamente il Consiglio dei ministri legiferi, operi, agisca, faccia. perché la pubblica opinione una volta può accettare un dibattito come questo, ma la seconda volta verrebbe veramente a chiedere a tutti quanti noi, oltre che alle opposizioni: ma il nuovo che cos' è? il nuovo è anche nel ritmo diverso, nella velocità diversa con cui si affrontano i grandi, spinosi problemi del paese. la ringrazio, presidente, al termine del mio breve intervento, per aver individuato nel Parlamento il luogo costituzionalmente idoneo e politicamente saggio per depotenziare polemiche che, se vengono affidate ad alcuni corsivisti dei giornali, rischiano di deflagrare con la stessa intensità con cui esplode un palloncino in un tunnel: un grande rumore sui giornali, ma in realtà assolutamente quasi nulla nella pubblica opinione . portiamo qui le discussioni e non deflagra assolutamente nulla! ma contestualmente governiamo! Alleanza Nazionale crede in questo Governo perché sa che è un Governo — e lo dico agli esponenti dell' opposizione — che, contrariamente a ciò che ha detto l' onorevole D'Alema , non nasce con la convinzione che la rivoluzione sia finita, nasce con la convinzione che la rivoluzione comincia nello stesso momento in cui c' è questo Governo. sono due atteggiamenti strettamente legati ed opposti. soprattutto questo è un Governo che non ha alcuna necessità di affidarsi perennemente ai sondaggi o ai dati di opinione, perché ha dalla sua la possibilità di ricorrere a quel consenso popolare che non è certamente patrimonio esclusivo delle opposizioni. io dico: il Governo governi, il Governo si confronti in Parlamento con le opposizioni, il Governo non abbia difficoltà e non abbia timore, nel momento in cui dovesse essere necessario, di far capire al Parlamento che il consenso popolare non è un' esclusiva delle sinistre, non è un' esclusiva delle opposizioni. in altre circostanze, se la mia parte politica avesse detto ciò che sto per dire, molto probabilmente ci sarebbe stato chissà quale clamore e chissà quale ulteriore polemica. oggi penso di poter dire, dopo due mesi che siamo al Governo, che non c' è alcun pericolo da questa parte, perché abbiamo dimostrato perfettamente quanto fosse sincero ciò che dicemmo in occasione della fiducia. oggi penso di poter dire che far ricorso alle manifestazioni popolari non può essere esclusiva soltanto di chi protesta contro il Governo; si può fare anche quando si è al Governo, a sostegno del Governo, ovviamente a condizione che il Governo governi! allora, l' invito che io rivolgo al presidente del Consiglio , al Consiglio dei ministri ed alla maggioranza è il seguente: il confronto con le opposizioni è il sale della democrazia, il Parlamento è il luogo istituzionale di tale confronto, ma noi abbiamo il dovere di governare! quando lo sappiamo fare, la pubblica opinione ci apprezza; quando lo sappiamo fare, la pubblica opinione perdona anche quelle che possono essere le divisioni che in qualche circostanza ci sono! siamo stati eletti per governare e adesso tocca a noi dimostrare di saperlo fare; ed all' opposizione — fino a quando non sarà forza di maggioranza — il compito, in questi dibattiti parlamentari , di mostrare i muscoli ma soprattutto il compito di concorrere ad un esercizio del buon governo , senza minacciare il ricorso alla piazza; perché ad una piazza che dovesse eventualmente scatenarsi contro il Governo, questa è una maggioranza che è in grado di opporre un consenso popolare molto più alto, molto più motivato e molto più organizzato!