Umberto BOSSI - Deputato Maggioranza
XII Legislatura - Assemblea n. 310 - seduta del 10-01-1996
1996 - Governo Dini - Legislatura n. 12 - Seduta n. 310
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor presidente del Consiglio , onorevoli colleghi , desidero anzitutto esprimere a lei, dottor Dini, a nome della Lega Nord la mia considerazione per il difficile compito che ha portato avanti con il suo Governo tecnico , impedendo che una delle troppe crisi al buio determinasse un ulteriore inasprimento della difficile e confusa situazione politica che ha contrassegnato la vita di questa legislatura. la sua presenza è un atto dovuto, ed è stata decisa dal Capo dello Stato nell' ambito della sua competenza costituzionale. aggiungo che, nonostante la naturale limitazione del suo programma, il Governo tecnico ha predisposto la soluzione di problemi determinanti per il paese, tra i quali in particolare il nuovo ordinamento delle pensioni, la legge finanziaria nonché i quattro punti posti alla base del programma di Governo . esaurito il suo programma, lei ha illustrato alla Camera il bilancio del suo operato e ha chiesto all' Assemblea di decidere in merito all' immediato futuro. è chiaro che spetta alla Camera, nella sua sovranità, valutare i contenuti della sua esposizione ed esprimere il suo giudizio in proposito: favorevole o sfavorevole. in particolare spetta alla Camera valutare quale scegliere tra le tre soluzioni da lei indicate per evitare una crisi al buio : un Governo di garanzia — come l' ha definito lei — sostenuto da un' ampia intesa sulle riforme che devono essere realizzate; un Governo solo per il semestre italiano della presidenza europea; lo scioglimento delle Camere e il voto. debbo innanzitutto dire che non desidero polemizzare con quegli opinionisti che affermano, direi a comando, che la Lega sarebbe oggi in difficoltà oppure che starebbe per compiere un controribaltone. niente di tutto questo; al contrario la Lega era ed è il motore della politica riformista del paese. lo ha dimostrato rinunciando al potere per far cadere il Governo Berlusconi e ricorrendo alla forza della sinistra non per andare a sinistra, bensì per riabitare il centro, che costituisce il vero canale da parto della riforma federalista . certo è stato difficile arrivare sin qui, perché si è tentato di impedire la riforma federalista cambiando la legge elettorale . con il sistema maggioritario si è scelto di distruggere l' area di centro affinché, dopo che la Lega aveva affondato la Dc e i socialisti, l' elettorato di centro non passasse o non restasse alla Lega. l' area politica di centro, sorta nel dopoguerra, impregnata di solidarismo cattolico è diventata poi assistenzialista e dissipatrice in contrapposizione alle ideologie fascista e comunista. la prima è un' ideologia debole perché sconfitta dal secondo conflitto mondiale; la seconda, l' ideologia comunista, vedeva, nella dialettica borghese, i proletari come la forza motrice della storia. dopo la caduta del muro di Berlino e dopo il fallimento dei paesi del socialismo reale e la conseguente crisi dell' ideologia socialista, non vi è alcun dubbio che, se non fosse intervenuta la legge elettorale maggioritaria , avremmo assistito al distribuirsi dell' elettorato moderato in tre poli: a destra, a sinistra e al centro. la legge maggioritaria , invece, distruggendo l' area di centro, ha obbligato l' elettorato moderato a spostarsi forzosamente a destra e a sinistra, cioè su posizioni politiche che non consentono di realizzare in Parlamento un sistema federalista. soltanto se fosse rimasto un centro forte nelle mani della Lega, con il possibile appoggio sia della destra sia della sinistra, si sarebbe potuto realizzare in Parlamento la riforma federalista . sottolineo che con un sistema elettorale proporzionale sarebbe stato più facile ottenere la riforma federalista , perché sia la destra che la sinistra avrebbero dovuto conquistare i voti dei moderati che rappresentano l' elettorato più sensibile ai vantaggi della riforma federalista dello Stato. con la legge elettorale maggioritaria l' elettorato moderato è stato, per così dire, regalato alla destra e alla sinistra, e la conservazione, che fu un giorno democristiana e socialista, rischia oggi di annidarsi nei poli di destra e di sinistra, che non solo sono poco sensibili alle riforme, ma si sono addirittura trasformati in poli nei quali si ristrutturano le potenti componenti conservatrici del passato. se infatti attraverso la sinistra scende dal nord un grande capitale antiliberista, attraverso la destra sale dal sud il tentativo delle mafie meridionaliste di impadronirsi di nuovo del frutto del lavoro della Padania. quindi, la legge maggioritaria non ha solo impedito che la crisi della prima Repubblica , determinata dall' attacco della Lega, portasse al superamento dello Stato centralista , ma ha anche dimostrato che non può generare stabilità politica e governabilità. è una legge che obbliga i partiti ad unirsi in poli elettorali che sono poi destinati a sfaldarsi; sotto le tensioni delle riforme impossibili, da destra e da sinistra. la legge maggioritaria genera anche un' altra anomalia, che direi gravissima; i partiti, a quanto pare, non nascono più nella società, ma in Parlamento; non nascono più, cioè, dai bisogni sociali bensì da una scelta di potere e di interesse, anche di singoli parlamentari. basti vedere la dimensione dei gruppi misti della Camera e del Senato per appurare e toccare con mano questa verità. c' è lo sfaldamento dei poli e l' impossibilità di dar vita a governi politici stabili, perché essi non possono fare la riforma federalista in Parlamento. la comparsa del cosiddetto Governo dei tecnici non è che la prova provata dell' impossibilità di governare e di riformare la Costituzione contemporaneamente. onorevole presidente , onorevoli colleghi , tutto questo sottolinea che il federalismo si può fare solo con l' Assemblea costituente , cioè dando al popolo direttamente la ricerca di quelle soluzioni che in Parlamento sono introvabili a causa del sistema maggioritario . tra i nemici della Costituente c' è anche chi teme la nascita di un nuovo centro, che si potrebbe alleare, di volta in volta, a destra 0 a sinistra e che in questo modo potrebbe annullare l' alternanza tra i due schieramenti antagonisti del sistema maggioritario . non vi è il minimo dubbio che un centro politico, equidistante sia dalla destra sia dalla sinistra, sarebbe l' arbitro della situazione politica ed è più che naturale che i partiti del polo di destra e di quello di sinistra, che si sono salvati grazie alla legge maggioritaria , siano ora spaventati dalla forza della Lega e dal centro riformista che avanza nel paese. vedete, voi fate un po' orecchie da mercante fingendo di non sapere che vi sono due vie di uscita; o si cambia il sistema elettorale da maggioritario a proporzionale, rinunciando ad imbrigliare elettoralmente un paese che deve cambiare la Costituzione, oppure si crea un Governo di garanzia, a larghe intese — chiamatelo come volete — e si avvia l' iter di un' Assemblea costituente che riconosca il potere costituente del popolo, se non altro perché il Parlamento, a causa della legge maggioritaria , non può più riuscire ad esprimere tale potere costituente . insomma, i boiardi sanno che un' Assemblea costituente federale distruggerebbe ogni forma di feudalesimo politico e soprattutto bloccherebbe le operazioni restauratrici in atto per riaprire la vecchia strada di compromesso che passa attraverso la politica, tra gli interessi del grande capitale del nord e della mafia del sud. ma, tornando all' analisi delle sue dichiarazioni e soprattutto alle tre conclusioni che lei ha prospettato, la nostra risposta è come sempre chiara e precisa; la Lega non rinnega nessuna delle proprie impostazioni programmatiche e soprattutto chiede perentoriamente che si pongano subito le basi di un' Assemblea costituente federale. nessun compromesso di alcun genere e soprattutto nessun cedimento nei confronti di chi tenta di ingannare ancora una volta le legittime attese del popolo. la nuova Assemblea costituente è un prezzo storico che i partiti devono pagare per garantire all' Italia un' autentica democrazia compiuta; un prezzo storico troppo a lungo rinnegato, dal 1870 ad oggi, perché solo il federalismo può garantire l' autentica L'Unità d' Italia. ed allora è sempre il federalismo che fa paura ai grandi interessi politici e finanziari ed io direi che è ora di farla finita con le crisi provocate dalle commistioni personali e partitiche, dai compromessi tra il grande capitale ed un sistema politico dove prevalgono, usando qualsiasi mezzo, gli interessi di coloro che , giunti al potere, hanno pensato esclusivamente a strumentalizzare la stanza dei bottoni . per questo insistiamo sugli indirizzi della nostra risoluzione. da troppo tempo, nonostante le enfatiche adesioni federaliste, siamo ancora alle proposte delle cosiddette Commissioni bicamerali, destinate soltanto a dialoghi bizantini e quindi, dopo ogni legislatura, a restare nella polvere degli scaffali del Parlamento. sarebbe solo la produzione di qualche centinaio di metri in più rispetto ai chilometri di volumi sui lavori delle bicamerali che giacciono sugli scaffali! ecco perché, dottor Dini, la Lega ribadisce la sua irremovibile posizione politica. il federalismo in Italia è maturo ed è l' unica soluzione costituzionale improrogabile che può garantire il passaggio sicuro dalla prima alla seconda Repubblica , che può risolvere i problemi che ci assillano e soprattutto che può restituire all' Italia il suo prestigio internazionale nell' ambito europeo; ma più ancora esso può risolvere i problemi interni tra i quali innanzitutto quello del rapporto tra nord e sud del paese, tra Padania e meridione, se ci si siede attorno ad un tavolo e si trovano le vie che possano essere di interesse e di vantaggio per le due parti. è inutile perdere altro tempo discettando su locuzioni bizantine tipiche del politichese. l' opposizione alla richiesta della Lega di aprire subito l' Assemblea costituente , che proceda alla riscrittura, in chiave federale, della seconda parte della Costituzione, non ha bisogno di ulteriori commenti. ecco perché in questa difficilissima congiuntura noi poniamo con estrema chiarezza il problema di una decisione immediata. presidente, la nostra risoluzione coincide con la prima ipotesi da lei avanzata, ossia quella di un Governo di garanzia, cioè di ampia intesa sulle riforme; in questo caso è determinante la precedenza assoluta ad una nuova Assemblea costituente federale, la quale dovrà essere completata da altre collegate riforme, fra le quali, in sede primaria se non è possibile avere il federalismo — una legge elettorale differente da quella attuale. per quanto riguarda la seconda ipotesi da lei avanzata, ossia quella di un Governo che resti in carica soltanto per il semestre della Presidenza italiana dell' Unione Europea e che quindi si impegni esclusivamente nell' ordinaria amministrazione per sciogliersi subito dopo, la Lega risponde immediatamente di no. resta allora la terza ipotesi: il voto subito, dopo la constatazione che questa crisi è insolubile. la Lega non teme le elezioni anticipate ; la Lega ha a Mantova il suo polo, che oggi è diventato il polo della grande Padania. di fronte all' arroganza dei vertici politici alla guida dei due poli contrapposti, la Lega risponde confermando che proprio essa è il terzo polo! ed è con la Lega, terzo polo, che ambedue gli schieramenti dovranno fare i conti, qualunque sia la soluzione che questo Parlamento vorrà scegliere. la Lega conferma la sua fedeltà ai suoi programmi e alla sua base. coloro che costituiscono le ipotesi politiche e le geometrie variabili — ne ho sentita qualcuna prima — nell' ambito della pubblica opinione sappiano che gli indici dei sondaggi confermano che la Lega è in fortissima ascesa in tutto il nord... e che se non si vuole... attenti! attenta soprattutto la destra, affarista e comunque meridionalista! se non si vuole la secessione della Padania...... occorre avviare subito la Costituente federalista prima che contrasti, rivendicazioni o anche semplici errori inneschino tensioni senza ritorno! nessuno qui dentro può illudersi seriamente che possano agire da fattore deterrente alla secessione quelle norme che rendono il codice penale italiano (almeno per quanto riguarda alcuni articoli di questo codice Rocco ) fuorilegge, in contrasto con il principio dell' autodeterminazione dei popoli, sancito dallo statuto dell' Onu e dall' atto di Helsinki . nessuno qui dentro può illudersi che lo stato nazione Italia, sorto nell' Ottocento dispotico ed accentratore, possa restare così com' è senza ricercare il punto di equilibrio accettabile tra il principi dell' integrità territoriale degli Stati e quello dell' autodeterminazione. ovunque i rapporti tra il potere centrale ed i popoli, che costituiscono gli Stati nazionali, cambiano. in Canada si parla ormai di instaurare un' associazione di sovranità tra Ottawa e il Quebec... una prospettiva nuova, che potrebbe valere per tutti gli Stati che hanno al loro interno fermenti autonomisti insoddisfatti o addirittura repressi, come in Italia, che rischiano di sfociare in scelte di scessione. gli esempi sono infiniti, ormai. per restare vicini a noi, basti ricordare la Corsica, l' Ulster, i Paesi baschi , la Catalogna, la Scozia, il Galles. per i soliti distratti di questo Parlamento ricordo che proprio ieri la Lega ha sottolineato al segretario generale dell' Onu Boutros Ghali , in visita a Roma, la condizione del tutto insoddisfacente della Padania...... che si sente sfruttata, oppressa e soffocata in questo Stato, che tra l' altro ha un ordinamento costituzionale nel quale mancano i meccanismi di modifica costituzionale nel senso referendario-propositivo e nel quale norme penali risalenti al periodo fascista prevedono addirittura l' ergastolo a carico di chi ponga in essere atti, anche non violenti , finalizzati a modificare l' assetto unitario dello Stato. ciò in totale spregio al principio dell' autodeterminazione dei popoli. è stato chiesto a Boutros Ghali che l' Onu possa garantire, in assenza di una trasformazione federale della Costituzione una consultazione referendaria per consentire al popolo della Padania di poter esprimere in piena libertà la propria volontà di autodeterminazione. oggi coloro che credevano fosse facile fare a pezzi la Lega registrano una clamorosa sconfitta della loro arroganza e della loro insipienza politica. ecco perché la Lega sottolinea, valutandone le conseguenze per il paese, il suo invito, onorevole presidente Dini, a non aprire crisi al buio . senza esitazione, come ho già detto, la Lega è pronta ad andare subito a nuove elezioni e durante la campagna elettorale denuncerà al popolo tutte le responsabilità di chi usa il voto, l' ambiguità politica come mezzo esclusivo per rafforzare soltanto i propri poteri personali, l' acquisizione del posto, il codice della nomenklatura e delle mafie. e sarà il popolo a giudicare. onorevole presidente del Consiglio , lei personalmente non avrà alcun delegittimazione da parte della Lega. ci sono voluti 150 anni perché un presidente del Consiglio italiano parlasse in Parlamento di federalismo! ne sia certo: il popolo e la storia non dimenticheranno.