Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XII Legislatura - Assemblea n. 310 - seduta del 10-01-1996
1996 - Governo Dini - Legislatura n. 12 - Seduta n. 310
  • Comunicazioni del governo

signori presidenti, signori deputati, la politica sta subendo in questi giorni un grave oltraggio e rischia di diventare impresentabile. le cause sono due. da mesi la politica del palazzo ignora il paese reale , i suoi problemi e la gente, molta gente, perde interesse nella politica. la politica separata, a sua volta, si corrompe, spezza le sue stesse leggi, le sue regole e il suo statuto; ed il suo volto si sfigura in una smorfia in cui si raffigura soltanto la cupidigia di potere dei ceti politici. noi denunciamo la causa prima di questa corruzione nel protrarsi di un Governo tecnico e nella sua politica, dottor Dini! per questo riteniamo che il suo Governo se ne debba andare, affinché possa essere riconquistata dignità e forza alla politica. è il suo Governo che soffoca i problemi del paese. le condizioni di lavoro di milioni di persone si aggravano; lo dice un indicatore terribile: stanno aumentando i morti sul lavoro! e chi conosce la situazione lavorativa in Italia è rimasto particolarmente colpito dalla morte di un lavoratore all' acciaieria di Terni; una città-fabbrica in cui i lavoratori, per tanti anni, avevano costruito le condizioni per uscire da quel terribile ricatto. la salute della popolazione è oggi più esposta al rischio di ieri e le popolazioni sono peggio curate. siamo rimasti colpiti dall' episodio di due donne a Napoli che hanno dovuto giocarsi a sorte il posto in una corsia d' ospedale! venti, trenta mila immigrati hanno perso il loro posto di lavoro dopo l' emanazione del suo decreto. e qui, davanti alla Camera, abbiamo ascoltato alcuni immigrati del Bangladesh raccontarci le loro storie: molti di loro avevano perso un posto di lavoro grazie al quale guadagnavano 800-900 mila lire al mese, con 300-400 mila della quali vivevano qui, mentre con il resto consentivano a quattro-cinque persone di vivere nel loro paese. nel sud d' Italia un giovane su due è disoccupato. presidente del Consiglio , ha provato a pensare cosa vuole dire per i genitori di quei ragazzi del Mezzogiorno stare in queste condizioni? al nord migliaia di lavoratori rischiano il posto di lavoro , come all' Alfa. i lavoratori del pubblico impiego sono senza contratti. la condizione della scuola si ricava andando a visitare qualche scuola media superiore o qualche università nel sud. ma la politica, la sua politica, non affronta questi problemi! e chi, se non il Governo dovrebbe farlo con leggi e provvedimenti? ma lei viene qui, presidente del Consiglio , e si compiace del 3,6 per cento di aumento del prodotto interno lordo e non si avvede che così aggrava la sua responsabilità e la sua colpa, perché quell' aumento di ricchezza avrebbe dovuto servire ad affrontare questi problemi. e, allora, perché la gente non dovrebbe disaffezionarsi? ma la gente non capisce, anche perché la politica si fa ambigua, confusa e contraddittoria! vorrei dire anch' io, come Zavattini, le seguenti parole: « vorrei vivere in un Parlamento in cui buongiorno, voglia dire buongiorno, e non il suo contrario » . presidente Dini, lei ha promesso in quest' Aula di dare le dimissioni entro il 31 dicembre: è il 10 gennaio ed è ancora qui; le dimissioni qui non le ha date, ma ha fatto semplicemente la mossa, come in certi avanspettacoli. le dimissioni ci sono solo quando, dopo questo atto, non c' è più chi le ha date, altrimenti sono false, e le sue sono false! lei presiede un Governo, soi-disant, tecnico; già un Governo tecnico è l' eclissi della politica ma, se dura, è la morte della politica! dunque, eccezionalmente, un Governo tecnico dovrebbe essere transitorio, breve, e la fine del suo mandato dovrebbe essere rigorosamente rispettata; invece lei è ancora qui, e per starci. lei aveva una sola cosa da fare: venire alla Camera, dare le dimissioni spiegarne le ragioni e chiedere semmai su questo un voto al Parlamento. invece no, siamo qui in una condizione in cui i deputati neppure sanno se ci sarà, alla fine del dibattito, un voto di sfiducia o di fiducia: è una condizione inaudita! Il Parlamento deve poter deliberare, se no è ridotto ad un' assemblea consultiva, che può esserci o non può esserci, un optional. lei dice: « ho dato le dimissioni al presidente della Repubblica e il presidente della Repubblica , per evitare una crisi extraparlamentare , le ha rifiutate » . è una chiamata di correo. intendiamoci: noi pensiamo che la responsabilità del presidente della Repubblica sia seria e grave nella rottura delle regole democratiche di questo paese. con l' atto di respingere le sue dimissioni e con il discorso di fine anno il presidente della Repubblica non si è configurato tale, ma come il leader di una coalizione politica ed ha sospinto questa repubblica parlamentare verso i lidi di una repubblica presidenziale , operando così peraltro senza avere il voto dei cittadini italiani. ma questa grave responsabilità del presidente della Repubblica non riduce la sua, dottor Dini: se c' è una crisi — e la crisi c' è perché ella ha concluso il suo mandato, come peraltro aveva annunciato — e se si vuole evitare la crisi extraparlamentare , si fa in modo che la crisi sia nel Parlamento. altro che crisi al buio : questo è l' unico luogo dove si possa e si debba fare la crisi quando si conclude un mandato! invece no, con un passaggio sul Colle lei ha fatto sparire la crisi come un prestigiatore, ma il trucco si vede e non è riuscito a nascondere la realtà. lei non ha presentato qui le dimissioni; invece ha cambiato discorso e per proseguire è ritornato sul semestre europeo, sull' esigenza di rivedere la Costituzione: grandi temi ma qui spesi, lasciatecelo dire, come puri pretesti! lasciamo stare la Costituzione. è stato detto giustamente che si cambia quando si perde una guerra o quando si vince una rivoluzione; ciò vale per dire che sono discussioni da grandi tempi di cambiamento. non è questo il nostro tempo e la nostra Costituzione è alta e forte, figlia di un tempo di grandi ideali e per tanta parte nel suo impianto culturale parla ancora dei problemi di oggi. perciò siamo contrari all' Assemblea costituente , ma essa sarebbe comunque discutibile e forse persino anticostituzionale, perché se c' è un bisogno — e noi crediamo che non ci sia — di profonda revisione costituzionale, c' è un modo previsto dalla Costituzione per farlo. c' è invece qualche bisogno di modifiche istituzionali. sì, c' è bisogno di stati-regioni forti, capaci di intervenire nella crisi del paese; c' è bisogno di ridurre il balletto tra due Camere, ormai ridotto a puro barocchismo; c' è bisogno di semplificare di democratizzare i corpi intermedi, di creare nuovi diritti di accesso ai cittadini: si parta da questi problemi, ci si confronti alle elezioni e dopo si intervenga, ma si smetta di usare la discussione costituzionale come pretesto per tirare a campare! parlate del semestre europeo; rispetto alle elezioni è un argomento inventato, falso. avete costruito un festival di ipocrisie sul semestre europeo: lo sanno tutti che questo argomento è infondato, che in altri paesi si è votato durante il semestre europeo ed anche coloro che lo usano sanno che questo è un ragionamento ipocrita. ma se fosse vero, allora avremmo dovuto votare prima, a giugno, a novembre; se fosse vero, dovremmo votare presto, rapidamente, in modo che nel semestre europeo ci sia un Governo legittimato democraticamente a poter parlare in Europa, e oggi questo Governo non c' è. se la questione europea è impegnativa, non possiamo certo affrontarla con un Governo che si dice tecnico né con un Governo che ha visto aggravarsi nel paese il problema principale dell' Europa: la disoccupazione. crescono, dottor Dini, i critici alla sua politica anche tra coloro che l' hanno sostenuta fino a ieri; molti si chiedono in questi giorni, anche da tribune autorevoli, perché con il massimo aumento della produzione non sia stata neppure scalfita la disoccupazione. e allora chiediamoci: in quale periodo è risultata fallimentare la sua politica? durante un periodo di crescita economica impetuosa il suo Governo ha imposto duri sacrifici al paese, ma la disoccupazione è rimasta ferma al 12 per cento ; e se è così in un periodo di crescita, cosa sarà in una fase di rallentamento, che già si annuncia? Segni recessivi si sono già manifestati in Francia, ed ora anche in Germania; se fino ad oggi è piovuto, in termini di disoccupazione, domani grandinerà, se proseguirà la sua politica. cresce anche il numero dei critici verso Maastricht la cui politica ha aggravato i problemi della disoccupazione in Europa, che oggi coinvolge circa 22 milioni di persone. la convergenza fiscale sarebbe rovinosa per l' Europa, come molti affermano, compresi coloro i quali all' inizio avevano espresso un parere favorevole, perché la pagherebbero le popolazioni europee e l' Italia in particolare. se il semestre è impegnativo, allora l' Italia ha bisogno di un altro governo, di un' altra politica economica e sociale per cambiare gli indirizzi di Maastricht. per riabilitare la politica c' è una sola via: dottor Dini, presenti in quest' Aula le sue dimissioni. per il paese c' è una sola strada, quella di immediate elezioni affinché possa dire quale politica e quale classe dirigente vuole. noi l' abbiamo accusata di fellonia, facendo uso di una parola aspra e desueta, per operare un richiamo severo. come tutti sanno, fellone è colui che spezza il patto tra il sovrano ed il popolo, e qui è stato spezzato un patto, venendo meno alla parola che lei ha dato in quest' Aula. quando si produce una slealtà di queste proporzioni, si tocca un punto-decisivo delle istituzioni: la certezza delle regole e dei comportamenti. rifletteremo ancora su un tema che abbiamo già portato in quest' Aula, cioè il sovversivismo delle classi dirigenti italiane e il loro disprezzo per la democrazia. invitiamo tutti a osservare con attenzione quanto accade in questi giorni: oggi non siamo più di fronte ad un governo parlamentare della Repubblica, bensì ad un Governo tecnocratico del presidente. in questo momento il Parlamento non è più un organismo deliberante e sovrano, ma un organo consultivo. è necessario che esso si riappropri della sua responsabilità e della sua facoltà preliminare e prioritaria, quella di scegliere e di deliberare. noi di Rifondazione comunista chiediamo ad ogni singolo parlamentare di assumere questa responsabilità anche aderendo ad una mozione di sfiducia che consenta al Parlamento di riappropriarsi di questo suo diritto dovere e di riprendersi quello che il Governo gli vuole togliere. Oggi denunciamo il torto grave già subito: quello non è più il banco del Governo , ma una giunta illegittima. lei, dottor Dini, oggi non è più presidente del Consiglio della Repubblica italiana , lei oggi si configura come un usurpatore! per questo chiediamo al Parlamento di sfiduciarla e chiediamo ad ogni parlamentare... chiediamo ad ogni parlamentare un' assunzione di responsabilità per ripristinare la prerogativa principale del Parlamento, che è quella di decidere, e per recuperare — uso ancora un termine desueto — l' onore che rischia di essere perduto.