Nichi VENDOLA - Presidente del Consiglio Maggioranza
XII Legislatura - Assemblea n. 280 - seduta del 15-11-1995
Sulla situazione politica generale
1995 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 271
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , signor presidente del Consiglio , colleghi e colleghe, ad ogni passaggio di questa tormentata ed interminabile transizione politicostituzionale torna con violenza, in modo aspro, il tema della giustizia. questo accade perché la giustizia è terreno minato e terra di frontiera al tempo stesso ; ed accade, vorrei ricordarlo, perché veniamo da una storia di mezzo secolo di subordinazione della casta dei giudici al potere politico . quando la crosta di questa subordinazione si è rotta ( « e il gesto ancor m' offende » , dice qualcuno, in qualche vacanza nordafricana) è accaduto anche che ci fosse uno straripamento del potere giudiziario dai propri confini e che si affermasse un elemento di supplenza rispetto ad una politica latitante. vede, signor presidente del Consiglio , noi siamo insoddisfatti per il suo discorso che, nel complesso, ci è apparso notarile e monco, nonostante i molteplici argomenti svolti in maniera puntuale e convincente. è monco perché la sua narrazione sfuma il contesto in cui accadono taluni fatti inquietanti, seleziona solo alcuni di questi fatti, omettendone altri. noi non abbiamo alcuna reticenza nell' esprimere un grave turbamento comune — lo abbiamo fatto nell' immediatezza degli episodi — per l' avviso di garanzia ricevuto dai colleghi Sgarbi e Maiolo, non solo perché già dalla prima lettura del testo si aveva la sensazione di un avviso di garanzia senza capo né coda, ma soprattutto perché temevamo l' ipoteca sulla pienezza e sulla libertà delle funzioni del parlamentare, che in quel provvedimento veniva posta. quindi lo abbiamo criticato e lo critichiamo, così come facciamo nei confronti di qualunque episodio di giustizia-spettacolo: da ultimo, l' irruzione della polizia nei locali di Radio Radicale . non abbiamo alcuna reticenza, ripeto, nel dire questo. poiché, però, in quest' Aula ormai tutti fanno professione di garantismo, mi sarà concesso di formulare alcune osservazioni su questo garantismo schizofrenico o a corrente alternata, che attraversa, devo dire, in maniera trasversale tutti gli schieramenti politici. cos' è il garantismo, se non l' idea che non si debba più procedere in un' ottica dell' emergenza, che non debba rispondere ad una improvvisa e dilatata, marcatamente gonfiata emozione dell' opinione pubblica con un provvedimento di emergenza? simili provvedimenti, infatti, nascono con l' idea di governare una contingenza dolente e poi, in realtà, si candidano a governare l' eternità, esattamente come è accaduto per tutta la legislazione sull' emergenza. mi chiedo, allora, come si possa essere tutti profeti del garantismo e poi varare — permettetemi di fare riferimento ad un tema sul quale sono molto impopolare — , sull' onda di una incredibile campagna di emozione, la legge sugli stupri, che è stata approvata in quest' Aula. tale legge risponde esattamente a quell' ottica dell' emergenza, della dilatazione della pena e ad una cultura della pena tutta fondata sul carcere, come risposta totalizzante a problemi che meritano ben altri, strutturali interventi. mi chiedo come si concili tutto ciò con il garantismo (voi siete tutti maestri di cultura liberaldemocratica, io no, sono un alunno e anche un po' ribelle), che è universalistico nei suoi principi. questo è il difetto dei principi liberaldemocratici, che o valgono sempre oppure c' è qualcosa che non va nella macchina. siete tutti garantisti, quindi, ma poi sappiamo che giungeranno al varo provvedimenti i quali affermano che la presunzione di non colpevolezza vale per tutti, purché abbiano la pelle bianca, mentre per gli altri non vale. il garantismo è una cosa seria e vorrei dire ai colleghi garantisti del Polo che dovrebbe essere meno urlato e meno unilaterale. per esempio, si dovrebbe non soltanto proporre il problema del singolo detenuto e delle sue condizioni di vita nel carcere, ma finalmente affrontare un dibattito sul perché in Italia la legge Gozzini sia stata progressivamente strozzata negli ultimi anni, sul perché sia tornata ad affermarsi l' idea della segregazione come unica risposta ad ogni forma di devianza e sul perché il carcere sia in Italia la più grande comunità di accoglienza, destinata a risolvere le due emergenze dei tossicodipendenti e degli immigrati. perché, cioè, non affrontiamo alle radici il problema del garantismo? io credo che su questa discussione ci troverete più che interessati. poi discuteremo anche della giustizia civile — tema sul quale nel discorso del presidente del Consiglio vi sono stati accenni importanti — , del processo penale e del bisogno, che noi condividiamo, di riequilibrare l' accusa e la difesa e di garantire la terzietà effettiva del giudizio o del giudice. discuteremo anche di tutto questo! però perché è monco il suo discorso, signor presidente del Consiglio ? perché in questo periodo non vi è semplicemente uno straripamento del potere giudiziario nei confronti della magistratura: vi è altro. quando l' onorevole Silvio Berlusconi , a proposito del fatto che vive una carriera che lo porta dall' avviso di garanzia alla condizione di indagato e poi di imputato, parla di Stato di polizia; quando si costruisce una campagna ininterrotta nei confronti delle procure di Milano e di Palermo; quando illustri colleghi del Polo delle libertà l' altra mattina manifestavano dinanzi al tribunale di Palermo con cartelli sui quali era scritto « Musotto libero » — Musotto, non la vittima di un teorema ma il presidente della provincia di Palermo arrestato perché incolpato (certo bisognerà dimostrare l' accusa) non di avere avuto comunicazioni con un suo assistito, tale Leoluca Bagarella (perché non era suo assistito), ma di avere avuto rapporti con il numero due di Cosa nostra — ; quando avviene tutto questo, cari amici del Polo, si determina in una città come Palermo un fatto gravissimo. se a ciò si aggiunge poi lo sciopero degli avvocati penalisti, che mette a rischio della vita la non partecipazione di tanti altri avvocati di Palermo, ci si rende conto della situazione! abbiate pazienza, anch' io ho apprezzato i distinguo di Della Valle e di altri deputati di Forza Italia su questo terreno, ma Palermo e la mafia non sono un giochino che si possa risolvere con le battute della cara Tina Lagostena Bassi ! il voto di scambio non è un' invenzione fumettistica: voi conoscete bene la realtà del sud e che cosa significhi lì determinare un clima di oppressione e di soggezione soprattutto delle masse popolari ! noi non diciamo che bisogna dar vita ad una epifania dei teoremi. diciamo invece che bisogna delimitare e definire, recintare la natura dei reati. ma quei reati esistono e vanno colpiti duramente. onorevoli colleghi , c' è stata una polemica anche molto forte, sul tema dello squilibrio tra i poteri. posso dire una parola — anche questa non vuole essere irrispettosa, assolutamente no — nei confronti del Capo dello Stato ? io non ho apprezzato, noi non abbiamo apprezzato l' incontro che vi è stato tra il presidente della Repubblica ed i presidenti della Camera e del Senato! noi non lo abbiamo apprezzato perché non apprezziamo il protagonismo del presidente Scalfaro, il protagonismo politico di chi ha come obiettivo dichiarato la sopravvivenza di questa legislatura oltre ogni logica, oltre ogni buon senso ! non è mancanza di rispetto, ma noi crediamo che alcune dichiarazioni ed alcune iniziative e l' idea stessa che ha partorito questo dibattito — posso dirla tutta e francamente? — e cioè che si potesse selezionare il terreno della giustizia come terreno di un possibile nuovo patto consociativo per far sopravvivere la legislatura, siano inquietanti. è per questo che questa sera la discussione sulla giustizia è finta: esattamente per tale motivo, perché era nata con quell' intenzione e la tensione si è poi progressivamente sgonfiata. ha detto l' onorevole Berlinguer che vi è bisogno di tornare alla politica. certo, tornare alla politica significa tornare a guardare i problemi reali del paese. noi, amici del Polo, non siamo tra coloro che fanno l' equazione destra uguale mafia. noi diciamo una cosa ben diversa: c' è un blocco sociale e di potere, che è quello a cui fanno riferimento gli interessi mafiosi, che è intatto, nonostante gli arresti di tutti i Totò Riina ! è intatto! e la destra ha rischiato di surrogare i vecchi riferimenti politici rispetto a questo blocco di potere, a questo blocco sociale ! ecco il punto che dovrebbe interessare anche la vostra riflessione! vorrei dire al compagno Berlinguer (ho finito veramente): certo, anche per parlare meglio di queste cose, in un confronto libero, nel sud e in tutta Italia bisogna tornare alla politica. e quale migliore occasione che quella di andare finalmente a votare?