Rosy BINDI - Deputato Maggioranza
XII Legislatura - Assemblea n. 270 - seduta del 26-10-1995
Sfiducia al governo
1995 - Governo Dini - Legislatura n. 12 - Seduta n. 270
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signora presidente, signor presidente del Consiglio , onorevoli colleghi , questa mattina un importante quotidiano apre con il titolo « Governo, il giorno del giudizio » . senza fare ricorso ad un linguaggio apocalittico che è e deve restare estraneo alla politica, si può fare riferimento a questo titolo per affermare che questo è il momento, più che del giudizio sul Governo, dell' assunzione di responsabilità delle parti politiche di fronte al paese. è uno di quei momenti in cui emerge quali forze politiche abbiano il senso dello Stato e quali invece subordinino le sorti del paese alle proprie convenzioni di parte. il dibattito di questi giorni ha chiaramente messo in evidenza che c' è un profondo contrasto tra il paese, che domanda stabilità e governo dei problemi, e l' atteggiamento di una destra radicale ed estremistica, la quale ha cinicamente cercato accordi di ogni tipo e vuole far cadere un Governo che ha ben operato e che è apprezzato dagli italiani. mentre dal paese emerge una domanda di Governo e di guida politica che accolga le ragioni delle parti più deboli della società e che non mortifichi ma sviluppi l' enorme potenzialità dei settori produttivi, la mozione di sfiducia manifesta una fretta dissennata nel far precipitare la situazione alla vigilia della legge finanziaria , per mascherare la crisi di leadership che si è aperta nella destra. per questa crisi, per questa operazione sono state messe a tacere tutte le voci dissenzienti dentro il Polo e si è ottenuta la presentazione di questa mozione, anche se tali voci, inevitabilmente, sono riapparse nel dibattito che si è svolto in questi giorni. c' è una profonda differenza tra gli interventi dei vari leaders del Polo nella motivazione della mozione e nella richiesta degli esiti dopo questo periodo. di fronte ai cittadini del nostro paese, che dimostrano profonda sensibilità verso la questione morale e si riconoscono nell' orgoglio di un' opera di riscatto vantata tempo addietro dal presidente della Repubblica Scalfaro a Strasburgo e, di recente, dal presidente Dini negli USA, c' è chi vorrebbe far cadere il Governo perché ha registrato, come era suo obbligo, la sfiducia del Senato ad un ministro della Giustizia che ha ricoperto il suo incarico non abbandonando mai l' appartenenza ad un filone particolare della magistratura ed esaurendo la sua funzione in quella di ispettore, prestandosi così all' utilizzazione di una parte politica che vuole affermarsi rimuovendo la questione morale ; un ministro che ha convalidato la sfiducia nei suoi confronti con il comportamento inammissibile tenuto in Senato. malgrado il bombardamento dei mezzi di comunicazione dell' azienda dell' onorevole Berlusconi, gli elettori capiranno, come hanno dimostrato durante quest' anno nelle elezioni regionali e amministrative ed in tutte le suppletive della Camera, da Padova a Napoli a Pistoia, regolarmente perse dalla destra che inspiegabilmente continua a sostenere che la volontà del paese è dalla sua parte. gli italiani capiranno. noi popolari ci siamo assunti da tempo la responsabilità; quella responsabilità sulla quale oggi le forze politiche verranno valutate: la responsabilità di stare dalla parte del paese. lo abbiamo fatto da quando il Partito Popolare italiano è nato, assumendo la questione morale come questione politica ed abbiamo accolto con dignità e senso delle istituzioni l' opera della magistratura in qualunque direzione colpisse. noi non proviamo imbarazzo — come lo provate voi — nei confronti di alleati che non hanno mancato di strumentalizzare un ministro della Repubblica per propri interessi personali. lo abbiamo fatto, come Partito Popolare , sostenendo l' azione di risanamento della nostra economia prima dei governi Amato e Ciampi e, oggi, di questo Governo; lo abbiamo fatto quando ci siamo resi disponibili per una stagione delle regole che rendano le prossime elezioni fattore di stabilità; lo abbiamo fatto nella consapevolezza che, come un autorevole commentatore diceva oggi, il Governo Dini è un passaggio necessario ed obbligato nella vita di questo paese per restituire il primato alla politica: il primato di quella politica di cui oggi egli stesso ha dato prova nel suo eccellente discorso alla Camera. anche per tutte queste ragioni siamo pronti alle elezioni in qualunque momento esse vengano; siamo pronti, con la coalizione dell' Ulivo sicuramente rafforzata dalle vicende di questi giorni, dove è apparso con molta chiarezza dove stanno la responsabilità, l' equilibrio e la moderazione. siamo comunque convinti — come ha anche detto il presidente Andreotti nel suo discorso — che, quale che sia l' esito del voto, soprattutto dopo le dichiarazioni del presidente Dini (che, a quanto abbiamo capito dai commenti durante il suo discorso, vengono irresponsabilmente respinte dai gruppi del Polo e della destra), dopo l' approvazione della finanziaria ci possa essere in questo paese ancora una stagione di riforme che possa accompagnare il semestre di Presidenza italiana dell' Unione Europea . per tutto questo il gruppo del Partito Popolare italiano voterà contro la mozione Berlusconi e Fini: per riaffermare il leale sostegno al Governo Dini e per compiere un atto di responsabilità nei confronti del paese e delle sue istituzioni democratiche.