Nichi VENDOLA - Presidente del Consiglio Maggioranza
XII Legislatura - Assemblea n. 269 - seduta del 25-10-1995
Informativa urgente del Governo sulla situazione determinatasi a seguito della vicenda delle dimissioni del Ministro della giustizia
1995 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 268
  • Comunicazioni del governo

signor presidente del Consiglio , sono tra coloro i quali hanno contribuito alla nascita del suo Governo. per dirla con una fortunata metafora invalsa in tanta pubblicistica « ho baciato il rospo » , pur non avendo più l' età in cui si crede alle favole e scontando allora — mi permetterà di ricordarlo — un atto grave di disobbedienza al mio partito. oggi, proprio in virtù di quel mio voto che contribuì al battesimo del suo gabinetto, credo di avere non una ragione in meno, bensì una in più per aggiungere, a quella del mio gruppo, la mia personale sfiducia nei suoi confronti. « baciai il rospo » , non perché mi illudessi su di una eventuale trasmutazione in principe, ma perché intesi allora che si dovesse operare per sbarrare il passo alle destre, per difendere una trincea democratica e per tentare di condizionare da sinistra le scelte incombenti di politica economica e sociale. sono trascorsi molti mesi da quel giorno — per me di lacerazione — e credo sia possibile stilare un bilancio non ipocrita di quanto è accaduto nella ormai troppo lunga stagione del Governo Dini. le destre continuano a mordere nelle viscere della società italiana , rappresentando un pericolo non effimero e una sfida non congiunturale! la crisi democratica si è acuita, coinvolgendo le più delicate funzioni istituzionali e le più alte cariche dello Stato. le condizioni di vita dei lavoratori e dei giovani sono peggiorate. ogni appello strumentale — mi permettano tanti colleghi progressisti — e dell' ultima ora all' unità delle sinistre (un' unità che non è una fatica collettiva e una speranza organizzata, ma in questo caso solo un artificio polemico), ogni richiamo democratico, tanto pomposo quanto vuoto, che rimuove la realtà dei problemi veri di oggi, è solo il tentativo di far passare il mio partito, Rifondazione comunista , per le forche caudine di una scelta che sarebbe miope e suicida. proviamo allora — lo dico al collega Pinza — a discutere davvero, ad ascoltare reciprocamente le proprie ragioni, senza anatemi, come quelli, per esempio, che tanti colleghi popolari fin dall' inizio hanno scagliato nei confronti del mio partito. proviamo a discutere, per esempio, con tanta intellettualità laica e progressista; ma facciamolo davvero, e non alla maniera di Giorgio Bocca, che ha reinventato l' epiteto di « socialfascisti » , buon ultimo tra gli stalinisti, per attaccare la posizione del mio partito! vogliamo fare sul serio un confronto su come si sconfigge la destra, non dentro un escamotage di battaglia parlamentare, ma dentro le viscere della società, rimuovendone le ragioni profonde che sono nel cuore di tanta gente, nel cuore del popolo. esprimo le mie considerazioni animatamente perché tanti apologeti del pluralismo assumono poi il curioso atteggiamento di considerare che in questo trionfo del pluralismo le cose funzionano se Rifondazione comunista , che pure ha un timbro di voce politica così peculiare, in qualche maniera diventa afona e aderisca alle posizioni degli altri! che pluralismo curioso è questo! il vento di destra viene da lontano. il 27 marzo era, per così dire, carico degli anni 80, di una storia di lungo periodo. il compagno Massimo D'Alema , concludendo il suo efficace intervento, rispetto alle contestazioni ed evocando altri tumulti che in quest' Aula si sono verificati, ha fatto riferimento all' « indice » di un fenomeno preoccupante. lo so bene anch' io — posso parlarne forse — che è l' indice di un fenomeno molto preoccupante; un adagio cinese dice però che l' indice mostra la luna. e bisogna guardare anche alla luna, bisogna guardare alle ragioni più profonde, non soltanto al tumulto dell' Aula, e a quell' indice, a quel problema, non si risponde soltanto con il galateo delle regole! la democrazia o si incardina nei sentimenti diffusi e nei fatti sociali, oppure è un minuetto parlamentaristico. credo che andremo incontro a grandi illusioni e poi ad altrettanto grandi disillusioni. che è accaduto perché il 27 marzo Silvio Berlusconi potesse catalizzare sentimenti di destra che erano sparpagliati nella società e che non erano riusciti ad organizzarsi? che è accaduto? è di questo che bisogna parlare. che è accaduto a sinistra, che è accaduto negli orientamenti politici e culturali? perché riscoprire l' antifascismo quando si è in presenza di un bivio così stretto, come quello di questi giorni, ed avete aperto più di un varco al revisionismo storico, anche a sinistra? per che questi si riscoprono solo come argomenti di polemica politica, non rendendoli corposi nella vita di tutti i giorni? credo che l' antifascismo valesse bene non la criminalizzazione degli avversari, non la loro demonizzazione! non mi interessa misurare il torace del collega Storace, mi interessa però capire perché è così popolare, che cosa lo rende in sintonia con i sentimenti dei quartieri periferici di una grande metropoli in crisi: questo è il punto politico e culturale. non so quale sia la raffinatezza culturale che invoca il collega Pinza, ma questo è, credo, oggetto di analisi. vogliamo discuterne? allora, per cortesia, gli argomenti della ritorsione polemica più volgare risparmiateceli; per cortesia! lo dico a L'Unità , che oggi sottolinea come il sottoscritto dovrebbe provare imbarazzo per il fatto di votare assieme ad un deputato di Forza Italia che lo ha pesantemente insultato per il suo orecchino. io non provo imbarazzo: quel parlamentare di Forza Italia ha contribuito a far passare la legge di riforma delle pensioni ; oggi non provo alcun imbarazzo, cari colleghi , perché non posso sentirmi ricattato in questa situazione, in un momento così drammatico, rispetto al bisogno di decidere limpidamente, con la mia coscienza, con il mio partito e secondo quelli che consideriamo gli interessi del popolo e della classe lavoratrice ! la frontiera democratica: il caso Mancuso che cosa rivela? soltanto, come dire, un' improvvisa sintonia tra il guardasigilli ed il Polo delle libertà nel fare, del pool di Mani Pulite e, successivamente, della procura di Palermo, l' obiettivo di una guerra totale ? il ministro Mancuso non è stato forse un ministro del Governo Dini? non è stato Berlusconi ad indicarlo; Berlusconi ha indicato Dini come presidente del Consiglio e quest' ultimo ha indicato Mancuso come ministro di grazia e Giustizia. non mi risulta che Mancuso sia mai stato contestato in alcun singolo atto durante tutti i mesi in cui ha operato questo Governo! la collegialità di un gabinetto è un problema interessante o vi pare un sofisma, un argomento puramente polemico? la frontiera democratica... vedete, ne vorrei parlare francamente, ad esempio, con i miei amici Verdi o con i miei amici che, in questi anni, mi hanno insegnato il bisogno di svecchiare la cultura politica della sinistra, con gli amici che mi hanno detto: non puoi discutere di democrazia soltanto chiudendoti in un palazzo a ragionare, a fare alchimia, a tenere la contabilità delle regole; devi discutere di democrazia misurandoti sui problemi del pianeta, sulla vita e sulla morte, sui diritti delle future generazioni. questo è stato un Governo, diciamo, tecnicamente muto su Mururoa; e che rinnovamento della nozione di democrazia è questo? l' attuale è stato un Governo silenziosamente complice delle politiche occidentali nei confronti della guerra nell' ex Jugoslavia: e che rinnovamento, che concezione della democrazia sono questi? insomma, ditemi un po': a parte l' impostura genetica di un Governo che si definisce tecnico — che cosa meravigliosa! — trovatemi un atto, un atto solo dell' Esecutivo che possa essere tecnico. è tecnica la fotografia della tabellina o del diagramma che mostra che si consumano cento patate: ma, immediatamente dopo, è politica la scelta di determinare un prezzo, una redistribuzione delle patate secondo un criterio od un altro. che cosa significa « tecnico » ? quella di mascherarvi con tale termine non è soltanto una tecnica politica, ma è una grande impostura intellettuale; ed in questo anche i colleghi di Forza Italia recitano una parte poco credibile. il Governo Dini non è mai stato tecnico, è sempre stato un Esecutivo in sintonia con i poteri forti di questo paese! la controriforma delle pensioni, il feticcio — il feticcio! — delle privatizzazioni... a me piacerebbe discutere senza il feticcio contrario, senza il fanatismo opposto, ma nel merito di quest' operazione; invece, abbiamo incontrato un atteggiamento feticistico nei confronti delle privatizzazioni! cari colleghi , leggete la relazione del senatore progressista Ferdinando Imposimato sui binari lungo i quali corre l' alta velocità : si tratta di binari sui quali corrono, contemporaneamente, la mafia e la camorra! le opere pubbliche nel sud: per me, meridionale, leggere il vostro meridionalismo applicato nel reiterare il peggio delle politiche del passato è veramente doloroso. l' atteggiamento sull' obiezione di coscienza : nessuno tocchi il generale Corcione! e, da ultimo, i cedimenti molto gravi ed emblematici sul terreno dei diritti degli immigrati! trasformare la questione dell' immigrazione in un problema di ordine pubblico , seguire una certa logica, visto che la destra su questi argomenti cavalca demagogicamente un' onda popolare... che cosa si deve fare? non costruire un argine, uno scoglio, non ricominciare daccapo, orientare nuovamente i sentimenti; no, si prova a fare meno peggio della destra! credo che in questo modo non si salvino né la democrazia né la sinistra, colleghi progressisti. vi è un punto finale relativo alla concezione della politica: « abracadabra » , invece dei pensieri lunghi, come diceva Berlinguer. abbiamo sentito qualcuno che ha fatto la marcia su Roma polemizzare con Cossutta alleato dei fascisti; mentre quella persona faceva la marcia su Roma , il compagno Cossutta stava con i partigiani. vorrei dirlo all' amico della Lega. la politica come acrobazia, non i pensieri lunghi o il respiro strategico, ma il navigare a vista, soprattutto del gruppo dirigente del Pds, il prendere o lasciare nei confronti di Rifondazione comunista , i funambolismi continui, le acrobazie di palazzo: onorevoli colleghi , credo che in questo pantano — e il Governo Dini è il sigillo sublime del pantano, della crisi politico-istituzionale — muoia la sinistra, si acuisca la crisi della democrazia, sia destinata a crescere la spinta della destra. potete fare una grande furbata all' interno di questo luogo dorato, con stucchi magnifici e con le cose belle che tutti osserviamo, lontani dai bisogni sociali, che devono essere identificati e identificabili in un progetto di trasformazione che non c' è. non può esservi questa incredibile alchimia per cui un giorno eravamo progressisti, il giorno successivo vi è il centrosinistra e ora non c' è più neanche Prodi ma c' è Dini. vi è uno slittamento di giorno in giorno verso una deriva che non ha mai un limite. la paura della destra: tu non hai paura della destra? sì, io ho paura della destra, ma la paura non è un' analisi, una proposta politica, è un sentimento nobile. se poi la brandite come una clava perché possa vincere una strategia politica, quella del centrosinistra, che non contrasta questa destra sul terreno dell' egemonia e della società, cari amici, credo che non andiamo lontano. io, invece, penso, in piena coscienza, che di fronte a questo pericolo enorme — lo è in Parlamento, ma è ancora più grande nel cuore delle nostre città devastate — si debba avere il coraggio di lanciare la sfida, non di barricarsi nel palazzo. mi domando: barricati nel palazzo come potremmo essere credibilmente sinistra?