Silvio BERLUSCONI - Deputato Opposizione
XII Legislatura - Assemblea n. 268 - seduta del 24-10-1995
Sfiducia al governo
1995 - Governo Dini - Legislatura n. 12 - Seduta n. 268
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , signor presidente del Consiglio , signori deputati. non voglio ripercorrere le vicende della caduta del Governo da me presieduto e della nascita del Governo in carica , della specificità e transitorietà dei suoi compiti, della necessità, da tutti o quasi tutti condivisa, che la sua durata fosse breve, la più breve possibile, per restituire agli italiani il diritto di scelta. quella del Governo Dini doveva essere una piccola parentesi, perché nessuna democrazia può sopportare indenne l' eventualità che un Governo tecnico prolunghi la sua esistenza oltre i suoi limiti naturali. per me e molti di noi è già difficile concepire l' esistenza di un Governo tecnico , se non come evento non solo eccezionale, ma assolutamente fugace. concepire poi un Governo tecnico che nel nome dell' interesse generale avanza pretese di durata indefinita significa bandire la stessa idea di politica e rinunziare ad avere una democrazia parlamentare degna di questo nome. non ci si dica che questa è una fase transitoria necessariamente più lunga del previsto, trascorsa la quale la democrazia italiana tornerà a vivere la sua normalità democratica. quando avrete assuefatto il paese all' idea di poter essere governato anche a lungo da un Governo tecnico , avrete inferto ai principi della democrazia una ferita difficile da rimarginare. è questa la principale ragione per la quale noi del Polo abbiamo proposto la mozione di sfiducia nei confronti del Governo Dini ed è per questo che invitiamo tutte le forze che hanno un minimo comune sentire della democrazia a votare a favore di questa mozione. per votarla non è infatti necessario avere la stessa concezione dello Stato ed essere sorretti dalle medesime idee. qui è in discussione la democrazia, se nell' idea di democrazia includiamo anche il diritto di scelta degli elettori e non, invece, la supina, prolungata accettazione da parte del Parlamento di un Governo di palazzo. ed è qui che si misurano i sentimenti di tutti noi e il nostro autentico pensiero sulle istituzioni democratiche. chi pensa che la democrazia italiana possa continuare a sopportare il deterioramento e lo svilimento della politica ed il suo asservimento all' opportunismo di un Governo di tecnici che vuole durare a tutti i costi voti pure contro la nostra mozione. si sappia, però, che lo fa per un piccolo e meschino tornaconto di parte e che non ha a cuore la nostra democrazia. le forze del Polo, per parte loro, sono sorrette da una comune idea della democrazia che non tollera la confisca,...... per un periodo ormai così irragionevolmente lungo, del diritto delle forze vincitrici alle elezioni di non essere cacciate all' opposizione, se non a seguito di nuove elezioni. non ci lamentiamo, quindi, soltanto del fatto che un Governo tecnico resti tenacemente avvinghiato agli scranni quando e tempo ormai di tornare alla democrazia e di ascoltare la libera voce degli italiani: anche se questo solo basterebbe per votare la sfiducia, altre e non meno gravi ragioni ci inducono a dire basta e ad invitare il Governo a dimettersi. NATO per adottare specifiche e limitate misure che consentissero un passaggio elettorale in un contesto di maggiore serenità della vita pubblica , il Governo Dini, assumendo compiti squisitamente politici che non si addicono ad un Governo di tecnici, ha voluto redigere la finanziaria, che costituisce l' atto politicamente più significativo di un Governo. signori deputati, nessuno può nascondersi che il mantenimento di una prospettiva europea ed il raggiungimento degli indici di economia e di finanza pubblica richiesti da Maastricht affinché nel 1999 l' Italia possa restare compresa tra le nazioni che partecipano all' Unione Europea a pieno titolo richiedono un Governo autorevole, dotato di un serio sostegno parlamentare, in grado di proporre agli elettori quelle grandi riforme liberali che non sono più differibili. è nel 1997 che i nostri partners europei decideranno se due anni dopo l' Italia sarà in grado di affrontare il duro passaggio dell' unione monetaria . è adesso, quindi, che dobbiamo dedicarci con tutte le nostre forze a quelle riforme liberali, a quella ristrutturazione radicale della spesa pubblica , della politica economica , della politica fiscale , senza le quali la via dell' Europa ci sarà preclusa. questo Governo, con la sua inadeguata e, al tempo stesso , ingiusta proposta di legge finanziaria , con l' abolizione di quei sostegni all' industria e all' iniziativa privata che erano invece — mi si consenta di esserne fiero — il primo segnale lanciato dal Governo che ebbi a presiedere, conferma la sua inadeguatezza a guidare l' Italia in Europa. ho detto « conferma » , perché le sue misure di inasprimento fiscale nella cosiddetta manovra di aggiustamento hanno condotto, come avevamo facilmente previsto, ad un' allarmante ripresa dell' inflazione in una misura che, restando in carica l' attuale Governo, ci impedirà l' accesso all' Europa e comporterà il declino inarrestabile del nostro sistema economico produttivo. tutto questo non è stato un operare da tecnici, è stato invece un agire da consumati uomini politici di vecchia specie, quella specie che gli italiani avevano sperato il 27 marzo di aver allontanato per sempre. tutto per avere consenso a buon mercato tra quelle forze tuttora presenti che ancora pensano di poter illudere il paese sull' inesauribile capacità di perpetuarsi dello Stato assistenziale . questo Governo, lasciandosi galleggiare e scrivendo leggi sotto la dettatura della sinistra politica e sindacale, si è progressivamente trasformato da tecnico in politico ed è riuscito a suscitare il consenso e il sostegno dei tragici epigoni dello Stato assistenziale . persino la Lega Nord , nata sotto la spinta di istanze riformatrici, assicura il suo appoggio a questo Governo restauratore, nella speranza, forse, che la definitiva cacciata dell' Italia dall' Europa faccia esplodere il risentimento degli italiani del nord. il processo di politicizzazione strisciante al quale questo Governo tecnico non ha saputo sottrarsi è giunto al suo compimento nella vicenda del ministro Mancuso. un ministro irreprensibile, che incarna la migliore tradizione della magistratura italiana, è stato slealmente sacrificato dal Governo quale prezzo della propria sopravvivenza. non so dire fino a qual punto ci si sia resi conto, nel Governo in carica e tra le forze che hanno approvato quella mozione di sfiducia individuale , dell' enormità del fatto e del grave turbamento che esso ha arrecato al corretto svolgimento dei rapporti tra ministro di grazia e Giustizia e magistratura. la promozione dell' azione disciplinare da parte del ministro guardasigilli, il solo ministro nominato dalla Costituzione per la peculiarità della sua posizione, comporta logicamente la titolarità di poteri ispettivi che lo stesso ministro ha il dovere di esercitare tutte le volte in cui abbia notizie di comportamenti di magistrati non conformi ai loro doveri professionali. un Governo che consenta che un suo ministro venga mandato a casa solo perché ha avviato un' attività di vigilanza ed ha chiamato l' organo di alto governo della magistratura a verificare se determinati comportamenti fossero censurabili, è un Governo che, per prona ed opportunistica acquiescenza ad una maggioranza politica, ha fatto proprio un indirizzo di politica giudiziaria illiberale ed autoritario; un indirizzo che contraddice al ruolo che la Costituzione assegna alla magistratura e che le forze del Polo respingono con fermezza. ma la vicenda è ancora più grave. dissociare la responsabilità del Governo dalla politica giudiziaria , addirittura mostrando disinteresse verso le vicissitudini parlamentari del ministro Mancuso, vuol dire avere un' assai angusta visione dell' indirizzo politico governativo ed un' idea della responsabilità di un Governo inaccettabile in un regime parlamentare . non so se nello Statuto albertino , in base al quale il re nominava e revocava i ministri, tutto ciò sarebbe stato concepibile, ma in un moderno governo parlamentare, con riferimento ad un ambito governativo così decisivo e strategico nell' attuale fase della vita istituzionale — l' ambito, appunto, della vigilanza sull' attività dei magistrati — , pensare che l' eventuale responsabilità del ministro guardasigilli non ricada sull' intero Governo significa avere un' idea della responsabilità governativa per noi inaccettabile. la politica giudiziaria del Governo Dini con la sfiducia al ministro Mancuso è pervenuta ad esiti illiberali, illegittimi e controproducenti, così come si è rivelata controproducente — fummo troppo facili profeti — la sua politica economica , finanziaria e monetaria. sento dire che i cedimenti della lira, dei titoli di Stato e della Borsa azionaria intervenuti in questi giorni ricadrebbero sotto la nostra responsabilità. si tratta di una vera e propria menzogna, smascherata dai fatti. e i fatti sono questi: il Governo del Polo ha lasciato il cambio della lira rispetto al marco ad una quota di circa 1.038 lire; da allora la lira ha già raggiunto e superato varie volte le 1.150 lire ed oggi viaggia oltre le 1.160. il tasso di inflazione , che il Governo precedente aveva lasciato al livello del 3,8 per cento , è da mesi al 5,8 per cento . i tassi d'interesse sono in questi mesi aumentati di due punti ed in proporzione sono caduti i titoli di Stato . infine, la Borsa ha conosciuto ripetuti rovesci — con un calo di oltre il 10 per cento prima del caso del ministro Mancuso — rendendo via via più difficile la politica delle privatizzazioni. durante il Governo del Polo, ad ogni stormire dei mercati, la sinistra non ha perso occasione di rovesciare attacchi contro l' Esecutivo. oggi, che non si tratta di stormir di foglie ma di vera e propria crisi del mercato valutario, finanziario e azionario, la responsabilità non è naturalmente del Governo in carica , non è della maggioranza numerica che lo sostiene ma — incredibile a dirsi! — del Polo e delle sue legittime e — come vedete — documentate denunce. la verità è che il paese è stato precipitato in una crisi istituzionale senza precedenti, con un susseguirsi di acrobazie politiche e costituzionali che lasciano interdetti gli operatori esteri, confusi i mercati e sfiduciati i cittadini. si è violato il responso delle urne, si è inventata la formula del Governo tecnico e si è infine giunti a sfiduciare un ministro tecnico per ragioni politiche. si tratta di fatti inauditi, senza precedenti nel mezzo secolo di vita della nostra Repubblica. non ci si può, quindi, davvero meravigliare del giudizio negativo dei mercati sulla crisi istituzionale verso cui il paese è stato cinicamente sospinto. non vi è stato atto politico di qualche rilievo compiuto da questo Governo che non abbia suscitato critiche di inadeguatezza. così è stato per la riforma delle pensioni ; così è per la legge finanziaria : una finanziaria contro lo sviluppo; una finanziaria virtuale, non credibile! intanto, mentre ci si esercita nelle acrobazie politiche e nei giochi di palazzo, non avete pensato che si potrebbe arrivare a sfiduciare Dini come ministro del Tesoro , confermandogli la fiducia come presidente del Consiglio ? i problemi quotidiani del paese intanto attendono di essere risolti e, nell' attesa, diventano più complicati e difficili da districare. la disoccupazione resta elevata ed il Governo non trova di meglio che ridimensionare un provvedimento di grande efficacia sotto il profilo della creazione di posti di lavoro come la legge Tremonti ; un provvedimento che non dovrebbe essere indebolito ma, anzi, affiancato ed arricchito da altri provvedimenti dello stesso tipo. è infatti necessario tornare ad una politica per lo sviluppo, ad una politica per il Mezzogiorno, ad una politica per i giovani cui bisogna dare una speranza di lavoro, ad una politica di moderna infrastrutturazione del paese ed anche ad una politica che escluda dallo stato sociale i finti invalidi...... i pensionati eccellenti, gli inquilini privilegiati e tutti gli sprechi e le ingiustizie di cui pagano lo scotto i veri deboli della nostra società, le tante povertà misconosciute, tradite ed umiliate! signor presidente , signor presidente del Consiglio , signori deputati, mi sia consentito di rivolgere un estremo invito al presidente Dini: quello di considerare l' ipotesi di rassegnare le dimissioni prima del voto della Camera per rendere possibile il chiarimento politico. per quanto ci riguarda, ad una provocazione gravissima come la sfiducia personale data al ministro Mancuso, abbiamo risposto con fermezza ma anche con grande moderazione, limitandoci a chiedere subito quel chiarimento che da tutti era comunque ritenuto necessario ed auspicato al più tardi dopo l' approvazione della finanziaria. quel chiarimento, adesso, è necessario farlo subito. se il Governo Dini non lo renderà possibile, rassegnando le dimissioni, noi di Forza Italia , insieme alle altre forze del Polo, voteremo la sfiducia al Governo in carica e ci auguriamo che altre forze, altri uomini liberi, votino nella stessa maniera. ma anche se questa mozione fosse respinta, avremo avuto il merito di esserci battuti in maniera trasparente per una causa nobile: quella dei diritti e della democrazia. svolgeremo il nostro ruolo di opposizione in maniera responsabile ma ferma e ci adopereremo, con ogni mezzo legale, per tentare di contenere i gravi danni, i gravi pregiudizi che una maggioranza sorda ai richiami del buon senso , sorda ai richiami della democrazia, sorda ai richiami della storia, ostinatamente schierata in difesa dei privilegi dello Stato assistenziale , non mancherà di produrre al nostro paese, alle nostre famiglie, al nostro presente e al nostro futuro.