Umberto BOSSI - Deputato Maggioranza
XII Legislatura - Assemblea n. 230 - seduta del 02-08-1995
Revisione della parte seconda della Costituzione
1995 - Governo Dini - Legislatura n. 12 - Seduta n. 230
  • Attività legislativa

onorevole presidente , approfitto della discussione della proposta di legge costituzionale di cui è primo firmatario l' onorevole Bassanini per precisare la posizione della Lega non solo in rapporto alla modifica di alcuni articoli della Costituzione, specialmente dell' articolo 138, ma soprattutto in rapporto a tutti i problemi di carattere costituzionale per il passaggio dall' attuale sistema bloccato e centralista al sistema federalista. tale argomento investe il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica , riguarda la battaglia ultradecennale della Lega e per quello forse il mio intervento potrà contribuire a chiarire, alla massa eterogenea dei critici spesso improvvisati della Lega — che naturalmente affermano di essere eccezionali esperti di diritto costituzionale — che non basta la revisione di alcuni articoli della Costituzione per passare al federalismo, bensì deve essere riscritta tutta la Costituzione. certo, esistono principi essenziali, insostituibili, che devono essere riproposti anche nella nuova Costituzione e che è assolutamente necessario difendere perché attraverso essi si salva l' essenza stessa della democrazia e dello dato civile, ma è indubbio che la Costituzione vada riscritta tutta e che non possa essere semplicemente « rabberciata » dal Parlamento. ma per modificare la Costituzione la Lega ritiene occorra dar vita ad un' Assemblea costituente eletta dal popolo e che quindi il problema del Parlamento e dei partiti debba essere quello di individuare la via, i passaggi cronologici che consentano una riscrizione legittima della Costituzione. la Lega ritiene che al primo posto vada posta la revisione dell' articolo 138 — ed è quello che ci accingiamo a fare — da modificare in modo tale da prevedere nella Costituzione stessa l' Assemblea costituente . come secondo passo, noi vediamo l' attivazione di un referendum per verificare che tipo di trasformazione dello Stato italiano voglia il popolo. al terzo posto, vediamo l' elezione della Costituente. si tratta di tre passaggi, scanditi, evidentemente, da altrettante proposte di legge che, a dir la verità, la Lega ha già debitamente depositato in Parlamento. per quanto riguarda la proposta di legge costituzionale Bassanini, va detto innanzitutto che in essa c' è qualcosa che ci suscita un dubbio legittimo. in quella proposta, infatti, per federalismo si intende solo un piccolo regionalismo. non trovo in essa alcun riferimento all' articolo 132 della Costituzione, sul quale, peraltro, aveva concluso i suoi lavori la Commissione bicamerale sulle riforme istituzionali . dico la verità: mi sembrò che quella Commissione abbia concluso i lavori per timore che si potessero creare macroregioni, quindi che le regioni del nord unite potessero dar vita ad una forte macroregione, capace di sferrare colpi micidiali alla partitocrazia romana e ai suoi succulenti intrallazzi! sostanzialmente la proposta di Bassanini non modifica la struttura assolutamente rigida della nostra Costituzione. ciò la pone in grave contrasto con quanto confermano oggi i sondaggi di opinione, secondo i quali, ad esempio, oltre il 90 per cento dei cittadini del nord è favorevole al federalismo. a dir la verità tutti partiti oggi sostengono di essere favorevoli al federalismo, perfino i fascisti; evidentemente ne è passata di acqua anche sotto i ponti di Roma dal tempo in cui nacque la Lega e cominciò a risvegliare la coscienza democratica del paese! l' impegno dei partiti in questa direzione appare però più teorico che decisamente costituzionale. abbiamo quindi la Costituzione in vigore , varata nel 1948, ispirata più alla necessità di eliminare qualunque influenza di carattere autocratico e fascista che a prevedere possibili cambiamenti futuri della Carta stessa. nonostante queste caratteristiche rigide e nonostante il momento storico in cui la Costituzione venne approvata, in essa vi è un principio di flessibilità federalista all' articolo 132, laddove si afferma esplicitamente che con legge costituzionale , sentiti i consigli regionali , si può disporre la fusione di nuove regioni con un minimo di un milione di abitanti. tale articolo, quindi, è molto importante e su di esso si bloccò la discussione nell' ultima Commissione bicamerale, proprio perché a mio parere in esso esiste la configurazione precisa del sistema organico che la Lega intende estendere al paese per creare finalmente il circuito federale e macroregionale destinato ad espellere per sempre dalla storia italiana qualunque residuo di centralismo partitocratico e di nomenclatura oligarchica. queste ultime posizioni (centralismo e nomenklatura) annullano l' articolo 1 della Costituzione, il quale sancisce il principio irreversibile dell' appartenenza per sempre al popolo della sovranità popolare , che non è possibile considerare delegabile al Parlamento nel caso di un nuovo patto costituente. il popolo non ha perso la sua forza costituente perché una volta vi è stata un' Assemblea costituente . ripeto che il popolo non ha mai inteso rinunciare alla sovranità; in particolare le regioni del nord, quelle in cui risiedo, alle quali appartengo, non hanno mai inteso rinunciare al loro potere costituente a favore del Parlamento di Roma. il popolo, quindi, scrive la Costituzione attraverso l' Assemblea costituente , il che equivale al superamento delle nomenclature, del centralismo, per ribadire tutte le libertà democratiche inserite nella parte della vigente Costituzione che riguarda i diritti ed i doveri dei cittadini. sono cose, queste, su cui bisogna essere estremamente chiari, anche ricordando che l' articolo 21 della Costituzione statuisce il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione; è un principio costituzionale importantissimo, che sta alla base della libertà di informazione e della libertà di cercare di convincere la gente democraticamente. il principio difeso dall' articolo 21 sta alla base dell' attività politica democratica; guarda caso tale articolo si scontra con l' esistenza dei monopoli nell' informazione, che contrastano con la libera circolazione delle idee. sono questioni sulle quali bisogna essere estremamente chiari, altrimenti si creano pericolosi rigurgiti che sanno di passato antiliberale. a questo punto penso a chi vorrebbe toccare la garanzia inviolabile della libertà di pensiero e di parola, minacciando il ricorso al codice Rocco contro il mio discorso al parlamento di Mantova. mi chiedo se sia stato osservato, prima di denunciarmi ai sensi dell'articolo 231 del codice fascista Rocco, il principio sancito dall' articolo 49 della Costituzione, in base al quale tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere in modo democratico a determinare la politica nazionale; sottolineo l' espressione « a determinare » , cioè non a partecipare passivamente. sono marchingegni di bassa politica dietro i quali si nascondono tentativi di restaurazione. è il caso di ricordare che trasformismo significa cambiare nome, fingere di mutuare i programmi politici da un' altra forza politica e riuscire ad evitare che essa riesca a cambiare, a salvare il paese (mi riferisco ovviamente alla Lega). il lupo, dunque, perde il pelo ma non il vizio, anche se va detto che questa volta sulle tracce del lupo spelacchiato, a calvizie incipiente, fiduciario al nord della mafia, al banchetto consociativo — se banchetto si tenterà di fare — c' è un leone, il leone della Lega. e i conti si dovranno fare, non c' è codice Rocco che tenga! il codice Rocco , cardine di tutti i processi celebrati dal tribunale speciale per la difesa dello Stato fascista, non è evidentemente lo strumento idoneo per uno Stato democratico . non contesto i magistrati, perché la mia iscrizione tra, gli indagati dopo le denunce per secessionismo è un atto dovuto. ma, a questo punto, non posso non chiamare in causa l' impunità per la P2, per le cosiddette schegge impazzite dei servizi segreti , per l' attività della mafia, della camorra e delle altre organizzazioni criminali, quelle sì secessioniste, perché operano ricorrendo ad omertà politiche estesissime come stati nello Stato. ecco perché l' unico delitto della Lega è quello di denunciare l' esistenza di un' autentica secessione tra nord e sud, suggellata dalle eredità borboniche che ancora oggi occupano il potere e che non vogliono rinunciare all' assistenzialismo per il mercato dei voti di scambio . può darsi che dire la verità e denunciare la realtà dei fatti costituisca un grave delitto. tuttavia confermo che a Mantova resta attivo il parlamento della Lega, che non è né goffo né inutile...... è solo figlio del mancato cambiamento, per cui occorre garantirsi che la lunga marcia federale non venga spezzata facilmente. è un parlamento contro ogni tentativo di riportare tutto come prima e peggio di prima, magari attraverso intese — speriamo di no — di restaurazione. nelle mie dichiarazioni di Mantova ho ribadito che il nord è stanco di continuare a svolgere il ruolo di donatore di sangue, non certo per rafforzare le classi dei diseredati e dei più deboli del Mezzogiorno...... non per rafforzare le classi dei diseredati e dei più deboli del Mezzogiorno, ma per continuare a vedere che i mezzi assistenzialistici vengono usati dai professionisti dell' usura, delle cosche mafiose e camorristiche. io non posso non esprimere il mio disprezzo per chi parla di federalismo solo per restare a galla e si atteggia a patriota per nascondere la sua truffa. ho detto più volte che anche nell' uso del « politichese » c' è un limite. metto in guardia quanti ritengono il federalismo soltanto uno slogan del « politichese » . Mantova è un monito per dissuadere i continuatori dell' inganno gattopardesco in base al quale si dice che tutto deve cambiare per non cambiare niente! so bene che forse è già troppo tardi per salvare il paese...... che bisognava realizzare prima il federalismo, in sostituzione della costosa intermediazione centralista; che bisognava tagliare prima 1 assistenzialismo nel sud, sostituendolo con uno sviluppo vero. ciò non è stato possibile perché la politica pretendeva di mantenere il suo primato, che faceva leva sull' assistenzialismo. le conseguenze sono un debito pubblico che si avvia a mangiarsi il 50 per cento delle entrate dello Stato e che prima della fine del secolo potrebbe arrivare a mangiarsi tutto ciò che incassa lo Stato. diciamolo francamente: questo debito pubblico è il grande problema inespresso della politica italiana , la variabile incontrollabile, che può far saltare in aria lo Stato per fallimento. potremo togliere, non solo tagliare, le pensioni ai lavoratori, chiudere gli ospedali, chiudere con lo stato sociale , ma tutto questo non basterebbe a salvare lo Stato italiano dal fallimento. è l' economia finanziaria e monetaria che ci condanna; e l' eredità di Craxi e di Andreotti che ci obbliga ad un discorso più complessivo, cioè a rivedere contemporaneamente stato sociale , Costituzione centralista, assistenzialismo e relativo primato della politica, anche nel sud. come fare? la Lega, a dir la verità, indica da tanti anni la via da seguire. la ripeto. al primo punto vi è la revisione dell' articolo 138 fino a comprendere l' Assemblea costituente ; al secondo punto, il referendum — o i « referenda » — attraverso cui il popolo possa indicare alla politica la sua volontà in merito alla forma dello Stato o anche del Governo; al terzo punto, l' elezione da parte del popolo dell' Assemblea costituente . ho detto a questo proposito che, pur avendo la Lega già presentato una proposta di legge costituzionale per l' istituzione dell' Assemblea costituente , nonché una proposta di legge costituzionale per la modifica dell' articolo 138 della Costituzione (proposta che prevede che la revisione della Costituzione possa avvenire mediante l' elezione di un' Assemblea costituente con il sistema proporzionale su base regionale), non faremo una resistenza pregiudiziale se, per mettere in moto la riforma della Costituzione, si dovesse passare attraverso un' apposita Commissione costituente, dal cui seno dovesse sgorgare la proposta di un' Assemblea costituente . anche a questo proposito occorre essere estremamente chiari e ripetere che la Commissione costituente da sola, senza l' Assemblea costituente , non può riscrivere la Costituzione. quanto al presidenzialismo vagheggiato dall' ex premier Berlusconi, mi pare di poter sottolineare che, assicurando la sua proposta tutti, molti o troppi poteri all' Esecutivo, il suo possa definirsi un presidenzialismo addirittura imperialistico. il suo discorso aveva echi antichi, da monarchia costituzionale . il presidenzialismo, evidentemente, al posto del federalismo: per Berlusconi, cioè, il problema, la causa dei mali del paese, non è il centralismo, ma il fatto che il centralismo sia troppo poco, troppo debole. per questo, non ci sarebbe né stabilità né efficienza. noi sappiamo che la verità è l' esatto contrario; ma evidentemente non lo sa Berlusconi, visto che, parallelamente, ha definito il sistema federale sostenuto dalla Lega fumoso e parolaio, dimenticando che, se non altro, al tempo in cui lui pascolava le capre nelle ridotte del potere craxiano, la Lega avanzava rispondendo colpo su colpo al regime, spingendo avanti la bandiera del federalismo, della parte produttiva del paese, non degli oligopoli, ma delle imprese e dei lavoratori. Berlusconi, d' altra parte, deve ricordare quello che io sostenni allora, al momento della caduta del suo Governo e della sua massima reazione — quella, sì parolaia — nei miei confronti. chi cade — dissi — per mano della Lega non ritornerà mai più a Palazzo Chigi ! e i segni e i tempi daranno ragione a questa che io ritengo una scelta ben pensata. a questo punto del dibattito è forse bene chiarire una cosa: la Lega è l' ago della bilancia in questa tormentata fase politica. senza il consenso della Lega... Craxi era amico di tale Berlusconi e assieme sono venuti in quest' Aula a portar via la legge Mammì nel 1989, a chiedere il patentino di mafiosi buoni, di pirati buoni! io sono tra quelli che hanno votato contro la legge Mammì! occorre quindi fare grande chiarezza! senza il consenso della Lega — dicevo — va ricordato che nessun polo può vincere, tranne il polo di centro, se la Lega e le altre forze politiche di centro lo costruissero. ciò significa anche che, se non verrà avviata la fase federalista per il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica , tutte le alchimie partitiche e parlamentari tutte le contorsioni — e penso ad alcuni articoli della vecchia Costituzione — provocheranno soltanto il perpetuarsi di una situazione caotica ed ingovernabile. la stabilità invocata in quest' Aula da molti parlamentari — e stamattina anche da Berlusconi — ritengo non possa esistere in un paese che, da un momento all' altro, potrebbe non essere più in grado di pagare le conseguenze del suo debito pubblico . la stabilità, cioè, è nel cambiamento. l' impegno che noi dobbiamo assumerci è per il cambiamento, anche se a volte può apparire molto difficile. intanto io affermo che non si può lasciare a metà il lavoro ottimamente compiuto dal Governo Dini; il suo ciclo ha dato risultati positivi, ma rimangono molti i nodi da sciogliere. pertanto, il dovere di questo Parlamento non è quello di suicidarsi, ma quello di consolidare con altri provvedimenti essenziali il programma ridotto del Governo tecnico . la Lega non ha paura delle elezioni anticipate , intendiamoci bene! io mi auguro che voi riusciate a portare il paese alle elezioni: e vedrete come uscirete dal nord! attraverserete il Po con i piedi in avanti, voi! la Lega vuole adesso la conferma che le basi della ricostruzione economica, politica sociale e costituzionale siano impostate solidamente. certo, occorrono le regole, che non sono tutto — intendiamoci bene! — ma sono tanto! sopratutto se pensiamo a come sono state eluse le regole scritte nella Costituzione e in molte altre leggi. le regole, lo sappiamo, riguardano la par condicio , l' antitrust, il blind trust ; sono tutte regole contro le quali c' è una fortissima opposizione da parte di chi pretende, a parole, di far credere al paese che è un fattore di cambiamento. senza soffermarmi troppo sui particolari, considero positivamente le anticipazioni del dottor Dini su quello che è assolutamente necessario fare per il naturale passaggio dalla prima alla seconda Repubblica . spetta poi al Capo dello Stato lo scioglimento delle Camere , ma direi che spetta alla coscienza di tutti i parlamentari la valutazione esatta, vista l' eccezionale situazione che stiamo attraversando, di scegliere quando questa eccezionale legislatura avrà esaurito almeno i suoi doveri essenziali. fino ad allora penso che sia perfettamente inutile andare ad elezioni per ritrovarsi poi, più o meno, in una situazione come quella attuale. dobbiamo respingere, quindi, qualunque piano di assalto delle nuove generazioni di gattopardi: anche dentro i due poli, anche tra i cespugli! dobbiamo, insomma, bloccare ogni forma di restaurazione e di riciclaggio, dobbiamo uscire dal tunnel. e per farlo noi della Lega, caro Segni, dovremo essere molto cattivi, da Mantova, e non solo da Mantova, da Pontida, e non solo da Pontida! la Lega non è un cespuglio, ma una forza di tutta la storia italiana!