Fausto BERTINOTTI - Deputato Opposizione
XII Legislatura - Assemblea n. 217 - seduta del 14-07-1995
Riforma del sistema pensionistico
1995 - Governo Dini - Legislatura n. 12 - Seduta n. 217
  • Attività legislativa

signor presidente , signori deputati, vorrei provare, malgrado le condizioni in cui stiamo lavorando, ad avanzare un' altra proposta al Governo, prima di svolgere alcune brevissime considerazioni sull' immobilismo e sulla deplorevole fissità con cui l' Esecutivo ha vissuto questo dibattito parlamentare : fissità nelle repliche di comportamento parlamentare. abbiamo svolto questa discussione oppressi da una fiducia immanente sui lavori dell' Assemblea, che poi si è trasformata in fiducia reale. l' unico argomento che è stato usato è quello di un ostruzionismo che avrebbe in qualche modo reso obbligatorio il ricorso al voto di fiducia . abbiamo ripetutamente osteggiato questa argomentazione ma poi, alla prova dei fatti, abbiamo messo il Governo nella condizione di doversi comportare diversamente, perché non si può usare la stessa argomentazione di fronte a 2.700 emendamenti oppure a 35 o 37 emendamenti. anche quando gli emendamenti sono calati dall' ordine delle migliaia a quello delle decine, l' atteggiamento del Governo non si è affatto modificato e la fiducia incombente si è trasformata ancora una volta in fiducia reale. qualunque mutamento del comportamento delle opposizioni non ha indotto alcun mutamento di comportamento nel Governo, caratterizzato semplicemente da immobilismo e da fissità. il ministro del Lavoro , che saluto in quanto è arrivato ora in Aula... Fortunato io, che ho la possibilità di rivolgermi alla tua autorevole persona! stavo dicendo che il ministro del Lavoro , che è un esperto di problemi contrattuali, sa che non c' è peggiore pratica contrattuale della fissità dei comportamenti rispetto al modificarsi dei comportamenti altrui. in queste condizioni in genere si perde, tranne quando si ha un potere spropositato, come quello cui si fa ricorso in quest' Aula per supplire con esso (si potrebbe parlare di arroganza del potere) alla mancanza di capacità di confronto sul terreno delle argomentazioni. persino di fronte al modificarsi della geografia del consenso nei suoi confronti, il Governo ha replicato con l' assoluto immobilismo e con l' assoluta fissità. è stato invocato molto il consenso del sindacato a questa ipotesi legislativa, ma adesso una parte importante di esso revoca in dubbio i propri comportamenti, solleva dubbi e qualche inquietudine. ieri una parte molto significativa del sindacato, che ha concorso a determinare la tanto invocata maggioranza dei consensi dei lavoratori ad un accordo che noi consideriamo pessimo sottolineando lo straordinario peso dei « no » , ha affermato che il maxidecreto del Governo può far venire meno (sono parole testuali della Fiom) gli elementi di certezza e di stabilità che sono alla base della riforma pensionistica . la Fiom regionale del Piemonte, che è una parte significativa di tale organizzazione, ha aggiunto: « in questo modo » (quello posto in essere dal Governo) « viene a mancare il principale elemento a favore della riforma, cioè la certezza del futuro, e si va ad una sorta di abnorme concertazione del sistema pensionistico » . ancora: « il dibattito parlamentare , invece che venire incontro alle esigenze, sollevate dai metalmeccanici e più in generale dal lavoro industriale, di miglioramenti sul trattamento di anzianità, sta operando modifiche peggiorative gravi rispetto al testo dell' accordo » . cambia la geografia del consenso, ma il Governo mantiene la sua assoluta fissità; anzi, quando avanza proposte di modifica (come ha rilevato una parte importante del sindacato), quali la clausola di salvaguardia, cui fa riferimento la nota critica da me citata, peggiora il testo in questione. così come lo peggiora quando, surrettiziamente, in maniera ancor meno evidente di quanto faccia con la clausola di salvaguardia, introduce un massimale annuo della base contributiva e pensionabile nella misura di 132 milioni con un' operazione che, se ben comprendo, spezza qualunque residuo di solidarietà e costituisce un ulteriore premio alle assicurazioni private. ma anche questo viene fatto in maniera ovattata, un po' nascosta. quello che risulta è solo l' immobilità di questo Governo che, a qualunque mutamento della tattica parlamentare o della geografia del consenso del paese, risponde semplicemente con la fiducia. cambia anche il quadro concettuale, intervengono novità conoscitive che dovrebbero indurre il Governo a qualche riflessione o spiegazione; invece nulla: immobile e fermo. intanto in Italia e in Europa modificazioni avvengono; da quando è cominciato il dibattito e dopo che il Governo ha presentato la propria proposta di legge con l' ispirazione fondamentale di concorrere alla riduzione del deficit del bilancio pubblico, è giunta l' informazione che l' incremento di produzione italiano costituisce un record mondiale e che l' incremento di produttività cresce ad un tasso più elevato di quasi ogni altro paese europeo. tale produzione di surplus di ricchezza viene totalmente ignorata dal Governo; i salari reali continuano a degradare di fronte all' aumento dell' inflazione mentre si produce maggiore ricchezza. ma nessuno viene sfiorato dal dubbio che una parte della ricchezza prodotta in presenza di una riduzione dei salari reali potrebbe essere usata per migliorare la proposta pensionistica qui avanzata. inoltre, in Europa viene presentato dalla commissione temporanea per l' occupazione e dal suo autorevole presidente, l' onorevole Ken Coats , un rapporto sul debito in Europa che dovrebbe far sfiorare da qualche dubbio gli autorevoli componenti di questo Governo, che invece, se si può usare un termine volgare, « se ne fottono » totalmente. si afferma nel rapporto di Ken Coats che studi indipendenti indicano attualmente che i costi deflazionistici (cioè l' attacco all' occupazione) inerenti al rispetto delle soglie del 3 per cento del bilancio e del 60 per cento del debito pubblico , previsti dal trattato di Maastricht nella prospettiva di una moneta unica , sono assai più alti di quanto generalmente valutato. Faccio notare che i riferimenti a indicatori sul debito pubblico contenuti nei trattati internazionali sono stati essenziali nell' ispirazione del Governo; tali elementi vengono però oggi messi fortemente in dubbio e in modo autorevole per i loro effetti deflazionistici. recita infatti ancora il rapporto: « in un' analisi del caso italiano, Alpha Metrix » — un istituto di Cambridge — « afferma che occorrerebbe ridurre del 30 per cento la spesa pubblica rispetto al livello del 1994 in termini reali o, alternativamente, raddoppiare le aliquote fiscali per raggiungere gli obiettivi indicati dal Governo » . vi apprestate a fare così? a ridurre del 30 per cento la spesa pubblica rispetto al 1994 o a raddoppiare le aliquote fiscali? badate che, sempre secondo Alpha Metrix , perseguire questi obiettivi « avrebbe effetti catastrofici sull' occupazione » . recita infine il rapporto: « il quadro si fa drammatico se si estrapolano tali ipotesi per quanto riguarda il rispetto del criterio relativo alla riduzione dell' indebitamento sul prodotto interno lordo di Svezia, Finlandia, Paesi Bassi , Belgio, Italia e Spagna. in questo caso si potrebbe verificare una perdita di oltre 10 milioni di posti di lavoro rispetto a quelli esistenti » . la conclusione del ragionamento si riassume in queste parole: « tale strategia ci appare suicida » ; ed inoltre: « ci sembra fondamentale dimenticare i criteri di bilancio del trattato » . sembra indispensabile, dunque, dimenticare i criteri di bilancio del trattato. a ricordarlo invece testardamente paiono essere soltanto gli esponenti del governo italiano , che infatti mantiene, testardamente, questa propensione suicida con una legge sulle pensioni ispirata proprio a quei criteri. muta la tattica parlamentare delle opposizioni? fiducia. muta il numero degli emendamenti e la loro composizione? fiducia. mutano gli elementi della situazione del paese e quelli della letteratura scientifica europea? niente, immobili: fiducia. tuttavia, poiché noi continuiamo ad essere fiduciosi circa la disponibilità e l' intelligenza, vogliamo fare tentativi fino all' ultimo minuto. vogliamo allora proporre un' ulteriore sfida alla vostra immobilità. signor ministro del Lavoro , le proponiamo una fiducia in più: visto che avete questa coazione a ripetere la posizione della questione di fiducia , invece di tre ponetene quattro, una in più ve la proponiamo noi. vi suggeriamo cioè di presentare un articolo aggiuntivo e di porre su di esso la questione di fiducia . ho bisogno solo di qualche minuto per illustrarlo. come ella sa, signor ministro, noi siamo stati tenacemente legati all' idea che il caposaldo fondamentale della grande conquista riformatrice dei lavoratori e delle lavoratrici italiani sia stata la pensione a 35 anni con il 2 per cento di rendimento, ossia la possibilità di andare in pensione, dopo 35 anni di lavoro, con il 70 per cento della propria retribuzione. continuiamo a considerare questo l' architrave di qualsiasi idea riformatrice degna di tale nome, però abbiamo capito che, qui, non c' è spazio per procedere su questo terreno, per cui proveremo a riproporlo ai cittadini italiani, nel prossimo programma elettorale, come base di una riforma. nell' immediato, quindi, avanziamo una proposta formale che differisce da questa nostra aspirazione, ma che potrebbe essere in grado di sfondare in qualche misura questo muro di immobilismo, perché rispondente ad una cultura largamente diffusa rispetto al lavoro industriale. la pregherei quindi, signor ministro, di ascoltare attentamente la proposta che avanziamo formalmente. suggeriamo al Governo di presentare un articolo aggiuntivo — sul quale chiedere un quarto voto di fiducia — , volto ad introdurre nel progetto di riforma la previsione della pensione di anzianità a 35 anni con il 2 per cento di rendimento solo per il lavoro manuale. vorrà riconoscere, il Governo, che il lavoro manuale è usurante. il ministro del Lavoro conosce la letteratura sull' argomento e sa che è difficile distinguere i diversi gradi di usura nel lavoro manuale. il lavoro notturno è certamente, di per sé, largamente usurante, ma se volessi proseguire in ipotesi descrittive di ogni posizione di lavoro credo che sarei in grado di dimostrare facilmente (ed il ministro del Lavoro , che è uomo di lettere, su questo argomento non potrebbe smentirmi facilmente) che ogni posizione lavorativa connotata dall' attività manuale è usurante. qualunque esempio della letteratura ergonomica sull' argomento lo confermerebbe. conosciamo tutti la letteratura sui quattro fattori di rischio e sappiamo che il quarto di essi costituisce un connotato di tutto il lavoro manuale. si potrebbe dire, in realtà, che l' intero lavoro contemporaneo è connotato da questo quarto fattore: in ogni caso, certamente lo è, in maniera assolutamente incontestabile, il lavoro manuale, sia nell' organizzazione taylorista sia in quella toyotista. in entrambe queste due grandi configurazioni dell' organizzazione del lavoro, e in particolare di quello manuale, esistono due generali caratteristiche: la parcellizzazione e/o la sorveglianza, cioè l' attenzione. ebbene, entrambi questi elementi — o almeno uno dei due — connotano tutti i lavori manuali. come si sa, la sorveglianza e l' attenzione sono fattori largamente usuranti perché costituiscono un vincolo persino superiore a quello che si realizza nella catena di montaggio , dove — almeno per certe esigenze fisiologiche — ci si può distaccare dal proprio posto di lavoro ed essere sostituiti, mentre non è così nella sorveglianza, che richiede un' attenzione costante, prestata dalla stessa persona, non sostituibile. ebbene, questo elemento è fortemente usurante. non parliamo, poi (perché la letteratura, oltre all' esperienza operaia, ne fa testo), di quanto sia usurante il lavoro parcellizzato e ripetitivo, che non mi sembra destinato a scomparire. in una recente indagine fatta sul lavoro nelle piccole imprese del Veneto, che costituiscono un caso straordinario dello sviluppo italiano, e di questa ripresa in modo particolare, si è stabilito che la stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori di queste piccole aziende — che in genere vengono indicate come i luoghi deputati a forme di autogoverno, a forme di partecipazione del lavoratore che invece non vi sarebbero nella grande concentrazione lavorativa — svolge un lavoro parcellizzato, con un tempo di intervento inferiore o attorno al minuto. stiamo parlando delle aziende del decentramento dell' apparato produttivo più innovativo, dei sistemi di aziende cui guarda tanta parte della riorganizzazione del nostro apparato produttivo. per farla breve, siamo di fronte, in ogni caso per i lavori manuali, qualunque sia la loro connotazione, a Mirafiori come a Melfi, nell' ospedale come nell' azienda pubblica, ad una condizione usurante. dunque, non volete accogliere la nostra posizione dei 35 anni per le pensioni di anzianità per tutti i lavoratori? Bene, ma assumete almeno un minimo dì coerenza rispetto al vostro tanto sbandierato criterio del lavoro usurante. usurante è ogni lavoro manuale. questo lavoro manuale, quindi, venga salvaguardato nella vostra impostazione! assumetevi almeno questo elemento di coerenza. ella sa, signor ministro, che la vita media di un operaio è inferiore alla vita media di ogni cittadino: con questo sistema pensionistico voi derubate gli operai ed i lavoratori manuali, i quali vivono meno degli altri e dunque percepiranno la pensione per un minore periodo della loro vita rispetto ad altri. non vi chiediamo di assumere il nostro punto di vista sulla riforma pensionistica perché non siamo riusciti a convincervi; vi chiediamo di rispondere ad un principio elementare di equità e di coerenza persino con i vostri ragionamenti. se volete in qualche misura salvaguardare il lavoro usurante, visto che usurante è tutto il lavoro manuale, prendete un provvedimento che salvaguardi almeno questa realtà. lo potete fare con un emendamento aggiuntivo e con un voto di fiducia in più!