Gianfranco FINI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XII Legislatura - Assemblea n. 155 - seduta del 14-03-1995
Sulla politica interna
1995 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 53
  • Attività legislativa

signor presidente , colleghi, signor presidente del Consiglio , credo veramente che sia il caso di dire che prima o poi tutti i nodi vengono al pettine; quanto è accaduto qualche ora fa in quest' Aula era ampiamente prevedibile se, ovviamente, qualcuno avesse voluto vedere con gli occhi dell' obiettività ciò che era stato dichiarato pubblicamente nelle scorse settimane. voglio ricordare a me stesso, onorevoli colleghi , che il Governo presieduto dal dottor Dini in quest' Aula, al momento in cui chiese la fiducia, non ebbe una maggioranza. il senso di responsabilità delle forze del Polo fece sì che, dopo la fiducia ottenuta al Senato, ella, presidente Dini, potesse iniziare a governare con l' astensione delle forze del Polo a Montecitorio. vale la pena di ricordare che era chiaro a tutti, fin dal minuto successivo all' esito della votazione di fiducia in quest' Aula, che il suo Governo, presidente del Consiglio , non aveva una maggioranza politica: era di tutta evidenza in ragione della natura del suo Esecutivo, che è un Governo tecnico , e degli eventi politici che avevano determinato la caduta del Governo Berlusconi. non aveva però nemmeno la maggioranza numerica. il Governo Dini ha avviato i suoi lavori a seguito dell' astensione del Polo. il primo, l' unico atto che fino a questo momento può vantare come dimostrazione della capacità di adempiere gli impegni che aveva preso, l' approvazione della legge elettorale regionale, si è reso possibile in ragione del concorso determinante delle forze del Polo. non a mia memoria ma secondo la realtà, non c' è alcun atto di questo Governo che non sia stato possibile a seguito del consenso delle forze del Polo. qualche settimana fa, signor presidente del Consiglio , ricorderà che i segretari dei partiti del Polo si recarono presso di lei per dirle che, in presenza della necessità di dar vita ad una manovra di aggiustamento di circa 20 mila miliardi, le forze del Polo, che non le avevano votato la fiducia, erano disponibili a votare tale manovra a condizione che non fosse sganciata dagli interventi che tutti considerano indispensabili per fare in modo che l' economia nazionale non subisca gravi rischi. noi che non avevamo votato la fiducia le dicemmo: chieda alla sua maggioranza una delega per presentare la riforma del sistema pensionistico ; quanto di più responsabile, dunque, possano fare forze politiche nei confronti di un Governo al quale non hanno dato fiducia. la sua risposta al Senato fu di sostanziale impossibilità di accedere alla nostra richiesta, in quanto così, evidentemente, le avevano detto coloro che le avevano dato la fiducia. signor presidente del Consiglio , il senso di responsabilità deve valere per tutti. al termine di quell' incontro, dopo la sua replica noi dicemmo: il Polo da oggi è all' opposizione, riportiamo la dialettica nella fisiologia della democrazia in un Parlamento; se vi è una maggioranza, governi, l' opposizione è opposizione. quando, però, si prende atto — e concludo — che la maggioranza non c' è; quando si prende atto che non valgono nemmeno i tentativi di chi non dovrebbe occuparsi di queste cose di costituire maggioranze a sostegno; quando si prende atto che non è neanche sufficiente chiamare al Colle più alto i deputati uno ad uno per ottenere una maggioranza; quando si prende atto di tutto ciò, senso di responsabilità vuole, signor presidente del Consiglio , che, prima di fare appello al Parlamento perché voti, l' appello va fatto alla sua coscienza di uomo libero, affinché si sottragga ad una vicenda politica in cui lei è vittima, certamente inconsapevole, di un gioco tutto politico volto ad evitare che il Parlamento si esprima liberamente nella piena assunzione di responsabilità di ogni deputato. quando questo Governo è nato ci è stato detto: il Parlamento è sovrano. io dico adesso: il Parlamento è sovrano e ogni deputato vota secondo la propria coscienza.