Pier Ferdinando CASINI - Deputato Maggioranza
XII Legislatura - Assemblea n. 119 - seduta del 21-12-1994
1994 - Governo I Berlusconi - Legislatura n. 12 - Seduta n. 119
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , intervenendo nel dibattito sulla fiducia al Governo, all' indomani delle elezioni politiche , noi dicemmo testualmente: « agli alleati di questa coalizione vogliamo solo dire che non verremo mai meno ad un patto stipulato in primo luogo con gli elettori, e io denunciavo i rischi di un ritorno alle peggiori abitudini della vecchia politica. non so se la coerenza con le proprie idee, la linearità dei propositi, la serenità nel confronto politico siano elementi estinti o legati solo alle migliori fasi della prima Repubblica . di certo so che a questi principi si è ispirato e si ispira il centro cristiano democratico . a questo comportamento si sono attenuti, in circostanze difficili per la vita nazionale i ministri del lavoro, Mastella, e della pubblica istruzione , D'Onofrio , nonché, in eventi drammatici per il nostro paese, il sottosegretario alla protezione civile , Fumagalli Candii . per queste ragioni non abbiamo che da confermare, in una fase in cui troppi cambiano idea troppo spesso, che siamo ancora dello stesso parere, che in questo dibattito parlamentare confermiamo l' impegno assunto il 27 marzo con la gente di questo paese e ci rammarichiamo profondamente che le incomprensioni non consentano il proseguimento di un' esperienza in cui ha creduto la maggioranza dei cittadini italiani. c' è qualcosa di nuovo, oggi, nella nostra vicenda. lo ha detto bene il coordinatore di Alleanza Nazionale , Gianfranco Fini. c' è un convitato di pietra , destinato a influenzare profondamente il nostro confronto politico: è l' esito del referendum elettorale che, per la prima volta, rende atipica la crisi politica in atto. il Parlamento è, sì, libero e sovrano e il nostro sistema costituzionale ne prevede la centralità; forse, però, non è improprio dire, come ha fatto il presidente del Consiglio , che questo Parlamento si muove in spazi di sovranità limitata . per la prima volta nella storia del dopoguerra un nuovo meccanismo elettorale ha presentato ai cittadini, sia pure in forma atipica e ancora immatura, una coalizione di partiti. per la prima volta gran parte dei parlamentari sono stati legittimati da una pluralità di movimenti. ecco la novità di cui non potrà non tenere conto, nel suo alto e illuminato operato, il Capo dello Stato , arbitro e garante delle istituzioni democratiche, a cui rivolgiamo i sensi di una stima e di una fiducia profonda. la nostra moderazione, che è un sistema di valori prima ancora che una scelta politica, ci induce ad essere diffidenti verso quanti, alzando oltre misura il tono della propria voce, dimostrano di avere una profondità di pensiero inversamente proporzionale all' intensità con cui la esprimono. è per queste motivazioni che vorremmo registrare, nell' alta sede della Camera dei Deputati , almeno un punto di incontro tra maggioranza e opposizione nel definire atipica la situazione in cui siamo e anomala la crisi politica in atto. il referendum ed il nuovo sistema elettorale pesano, e non poco, prima ancora che sotto il profilo della legittimità giuridica, nel giudizio morale e politico che ciascuno di noi è chiamato ad esprimere. è perciò il momento di rispondere dei propri comportamenti e di assumere le proprie responsabilità. gli alti moniti dell' l'Osservatore Romano , che esprimono il senso di disagio rispetto al tradimento perpetrato, sono più eloquenti di ogni mia parola. il gruppo del centro cristiano democratico ha sempre cercato di capire le ragioni delle altre forze politiche . più volte ha usato la propria moderazione per contribuire alla soluzione dei problemi. basti pensare, per tutte, alla rigorosa difesa dell' autonomia della Banca d'Italia e all' intesa con i sindacati sulla materia pensionistica, che ha evitato un pericoloso conflitto sociale. è per questo che non abbiamo mai sottovalutato i rilievi della Lega sul tema oggi decisivo del federalismo e della riforma dello Stato, sull' antitrust e sulla legge elettorale . in questo campo si sarebbe potuto e dovuto fare di più, ma ciò avrebbe richiesto un abbassamento della soglia dei veleni, delle pretestuosità, delle strumentalizzazioni che le opposizioni hanno sparso a piene mani. ci siamo anche rammaricati della difficoltà dell' Esecutivo nel definire piattaforme convincenti su questo terreno, ma oggi dobbiamo rivolgere un appello a quanti nella Lega sanno distinguere tra i problemi che esistono e i pretesti che si creano. abbiamo registrato un tasso di litigiosità davvero eccessivo, causa primaria di una continua fibrillazione dei mercati e di una debolezza organica della nostra moneta, che nessun provvedimento di bilancio potrà sanare se non si trasmette, prima di tutto, la sensazione di una coalizione compatta e determinata. era giusto concedere il beneficio della buona fede a chi, pur essendo in gran parte responsabile di questo stato di disagio, lo motivava con ragioni programmatiche, sia pur in condizioni irrituali, come quando ministri proponenti di decreti con eccessiva disinvoltura ne rinnegavano la paternità a poche ore di distanza; abbiamo sempre cercato di capire. l' importante riforma in senso federalista che accordava alle regioni la possibilità di scegliere il sistema elettorale è stata affossata in quest' Aula dalla sinistra e dalla Lega, contro il parere — è giusto che io lo ricordi — del ministro Speroni, che ha abbandonato per protesta il banco del Governo . proprio perché non siamo animati da pregiudizi e prevenzioni, siamo oggi indotti a ritenere che le ragioni fossero pretesti, le richieste alibi. l' epilogo di una vicenda governativa come questa, al di là delle intenzioni dei singoli e persino di quelle di Bossi, non consente grandi margini di dubbio. si è voluto lucidamente porre fine ad un' esperienza di Governo che non è stata in realtà consumata nella sua potenzialità. si è precocemente stravolto un impegno assunto con gli elettori e confermato all' atto della formazione di questo Governo, che ha visto sedere accanto a Berlusconi ministri di Alleanza Nazionale e della Lega Nord , simbolicamente rappresentati nella nomina di due vicepresidenti del Consiglio , che hanno avuto ed hanno tutta la nostra fiducia. per questo la nostra situazione è traumatica: da un lato una componente essenziale della maggioranza si dissocia e se ne va, dall' altro non si prefigura uno schieramento politicamente omogeneo e in grado di costituire un' alternativa al Polo delle libertà e del buon governo . all' opposizione tradizionale si aggiungono settori della maggioranza, ma la confusione aumenta e l' instabilità politica si rafforza. l' unico cemento che sembra tenere assieme questa compagine così eterogenea è l' antiberlusconismo, il risentimento proporzionalista, la nostalgia di una grande ammucchiata. l' onorevole Bossi (mi dispiace non sia presente l' onorevole Buttiglione) ha attaccato in quest' Aula il senatore Andreotti, che, vorrei ricordarlo, appartiene al Partito Popolare italiano, firmatario, con Bossi, della mozione di sfiducia . evidentemente comincia presto a dissociarsi dai nuovi alleati! il Governo delle regole — lo dico a chi lo ha proposto — in questa condizione non avverrebbe per libera scelta delle forze politiche , ma come conseguenza di un capovolgimento di alleanze da parte della Lega, come diretta espressione di una volontà precisa, quella di capovolgere a tavolino il risultato di una partita giocata in primo luogo dagli elettori del nostro paese. quanta nobiltà diversa vi era (è il caso di ricordarlo anche a chi ha avversato questo corso politico) in disegni come le larghe intese , nello stesso compromesso storico in versione morotea e berlingueriana: è un po' come se volessimo paragonare la scena di un teatro ai modesti arredi di una compagnia di guitti! a lei non piace, onorevole Buttiglione, la parola ribaltone, ma l' unica alternativa vera a questo Governo, l' unica alternativa costruttiva è una grande coalizione, da Rifondazione comunista al Partito Popolare , poiché le tre forze della maggioranza hanno confermato in quest' Aula che sono indisponibili a seguire altre strade. un Governo tecnico , un governo tecnico-politico è una variazione sul tema, ma la sostanza non cambia: è il ribaltamento a tavolino delle alleanze e una grande coalizione che pone al centro gli sconfitti del 27 marzo. questa vicenda rischia davvero di trasformarsi in una farsa o di degenerare in tragedia. allora, la richiesta di elezioni anticipate che da più parti si leva (le ha chieste anche l' onorevole Bertinotti) non è un arrogante atto di sfida, ma la presa di coscienza che ogni altra strada è ostruita. in queste condizioni, dare la parola al popolo è compiere un elementare atto di chiarezza. il Centro cristiano aveva avanzato, nel corso delle passate settimane, la proposta di istituire, parallelamente al Governo, un tavolo delle regole, individuando nel Parlamento o in un' Assemblea costituente la sede di questo confronto. un doppio binario avrebbe garantito al paese un Governo Berlusconi conforme alla volontà espressa il 27 marzo scorso e, nel contempo, la definizione di un nuovo assetto istituzionale, con il coinvolgimento, nella fase di elaborazione, di tutti i soggetti politici: alla maggioranza la gestione ordinaria del paese e a tutti, maggioranza e minoranza, la possibilità di determinare nuove regole, di chiudere in questo modo partite che non possono rimanere ancora aperte, come quella che drammaticamente tocca lo stato di diritto nel conflitto permanente tra il legislatore e il potere giudiziario . questo doppio tavolo è stato precocemente bruciato nella corsa dissennata contro Berlusconi. come se fosse possibile scaricare sul presidente del Consiglio le contraddizioni di tutte le forze politiche e lo stesso disagio istituzionale che si vive in una delicata fase di passaggio tra il vecchio e il nuovo. e come se l' evocazione o la demonizzazione di Berlusconi potesse, di per sé, semplificare questioni terribilmente complesse. non è così. signor presidente , lei ha potuto contare sull' appoggio e sulla solidarietà del centro cristiano democratico ; ne eravamo e ne siamo convinti, quale che sia l' esito di una vicenda segnata da troppe debolezze e piccinerie umane. rivolgiamo l' auspicio che in questa fase così difficile per le istituzioni il paese possa sempre contare sull' intelligente generosità e sull' onestà intellettuale del suo lavoro politico. dopo venti anni di prediche, di auspici, ora che il maggioritario consegna agli elettori la chiave per scegliere tra proposte alternative, non mi spiego perché all' improvviso questo percorso che tutti insieme — sinistra e destra, centro e centrosinistra — abbiamo deciso di imboccare ci appaia così impervio e insidioso. il pericolo sta, semmai, nel rinviare ancora un appuntamento con la storia, che da tempo abbiamo fissato all' evoluzione della nostra democrazia. voglio però essere chiaro su un altro punto, a conclusione del mio intervento, in primo luogo con i partners di Forza Italia e Alleanza Nazionale , a cui ci lega un patto di serietà e di lealtà: non c' è bisogno di andare in piazza per spiegare le nostre ragioni, perché esse sono chiare agli italiani; non c' è bisogno di surriscaldare il tono di un dibattito, che va invece attenuato. a noi, a noi del centrodestra, si chiede un supplemento di sensibilità istituzionale, un supplemento di compostezza, proprio perché abbiamo interpretato nel paese quell' ansia di normalità, quel bisogno di serenità che è stata la vera richiesta del 27 marzo. ribadire la sovranità degli elettori e custodire l' interesse generale delle istituzioni dello Stato: questo è il nostro compito, questo è il nostro obiettivo! tra queste due ragioni non c' è contraddizione, c' è, all' opposto, una forte, inestricabile complementarietà. è sul filo di tali ragioni, signor presidente , che il centro cristiano democratico conferma la sua posizione politica di solidarietà nei suoi confronti e il suo ruolo nell' alleanza tra i partiti e dinnanzi al paese.