Silvio BERLUSCONI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XII Legislatura - Assemblea n. 119 - seduta del 21-12-1994
1994 - Governo I Berlusconi - Legislatura n. 12 - Seduta n. 119
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signori deputati, ho chiesto questo dibattito parlamentare — e vi ringrazio per l' attenzione — perché è giusto che la Camera dei Deputati e i cittadini che l' hanno eletta sappiano che cosa è davvero in gioco nella disputa lacerante che si è aperta sul significato del voto del 27 marzo. prima di darvi la mia personale valutazione sulla crisi politica che sta investendo il paese, consentitemi però un fermo richiamo ai principi fondamentali sui quali si basa la convivenza civile degli italiani. quando l' assenza di principi offusca le menti e ingarbuglia le lingue, allora per uscire da Babele e ricominciare a parlare un linguaggio comune c' è una sola via: il ritorno alla Costituzione, nel pieno rispetto dei suoi valori di libertà e di responsabilità. nella Costituzione della Repubblica è scritto a chiare lettere che « la sovranità appartiene al popolo » . non è per caso che sono state usate quelle parole e non altre. i fondatori della nostra democrazia hanno voluto essere chiari come il cristallo. non hanno scritto che « la sovranità emana dal popolo » o che « la sovranità proviene dal popolo » : hanno invece stabilito, con una precisione chirurgica, che essa gli « appartiene » , che il popolo è l' unico ed esclusivo titolare della sovranità politica. in parole chiare e semplici: l' Italia è una repubblica parlamentare , ma tutto il nostro sistema istituzionale deriva la sua legittimità dal più scrupoloso rispetto della libera volontà degli elettori. chiunque operi contro la volontà libera degli elettori, per qualunque motivo e in qualunque momento, offende per ciò stesso lo spirito e l' anima della Costituzione democratica e lacera la materia stessa di cui è fatto il patto che unisce i cittadini, taglia le radici stesse da cui questo patto si alimenta. un grande spirito europeo, Maritain, diceva che « il popolo è la vera sostanza, vivente e libera, del corpo politico » e affermava con forza: « il popolo è al di sopra dello Stato, il popolo non è per lo Stato, lo Stato semmai è per il popolo » . un altro grande, il presidente americano Abramo Lincoln, sosteneva che la democrazia si può definire soltanto così: « il Governo del popolo, attraverso il popolo, per il popolo » . anche i nostri padri fondatori , da Luigi Sturzo a Piero Calamandrei, da Umberto Terracini a Ugo La Malfa , sapevano che una vera democrazia non consente mai, in nessun caso e per nessun motivo, che il corpo delle istituzioni si ribelli alla sua matrice, a quel corpo elettorale che solo conferisce legittimità alle istituzioni sovrane e che non tollera di essere vilipeso e tradito, sbeffeggiato e ingannato dal politicantismo di palazzo. il potere dei deputati e dei senatori è certamente molto ampio, ma ha anch' esso un limite insuperabile: questo potere non può e non deve mai essere usato contro la libera volontà di chi lo ha conferito. su tale questione intendo essere ancora più chiaro e ricorro subito ad un esempio che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. l' onorevole Umberto Bossi è stato eletto deputato al Parlamento con i voti determinanti degli elettori di Forza Italia . finché esprime quei voti e li rappresenta, come tanti parlamentari leghisti sono convinti e consapevoli di rappresentare, l' onorevole Bossi esercita la sua funzione senza vincolo di mandato, come prescrive la Costituzione. ma nel momento in cui egli rinnega i suoi stessi elettori e li tradisce, espropriando la loro volontà politica e trasportandola nel campo degli avversari, in quel preciso momento il suo mandato parlamentare si trasforma in un inganno che carpisce la buona fede dei cittadini italiani, in una clamorosa violazione del primo articolo della Costituzione: in quel preciso momento il suo mandato diventa carta straccia ! signor presidente , signori deputati, avrei volentieri presentato alle Camere, nell' ambito della prevista verifica dell' attività di Governo, un rapporto politico e parlamentare dettagliato su quanto abbiamo fatto e comunque ho inviato a tutti i parlamentari un volume, che è risultato ponderoso, sui sette mesi di attività di questo Governo, il cui contenuto affido alla vostra meditazione. avrei voluto aggiungere un altro volume sul tanto che resta da fare e sulla situazione generale del paese. ma questo problema è oggi superato da un' altra questione, molto più grande, e per certi versi, ancor più drammatica. la dirigenza di una delle componenti della maggioranza ha presentato una mozione di sfiducia al Governo, una mozione che suona come uno schiaffo alle regole e come una clamorosa offesa al buonsenso e alla fiducia dei cittadini nelle proprie istituzioni democratiche. infatti, con quella mozione, non si annuncia un ripensamento e un ritorno alla fonte della sovranità, agli elettori che hanno mandato qui, con il loro suffragio, i firmatari della mozione. quel ripensamento sarebbe politicamente sbagliato, ma moralmente legittimo. non ci sarebbero obiezioni se l' onorevole Bossi dicesse: « ebbene, mi sono sbagliato, l' alleanza che ho stipulato per me non è più valida, vi rimetto il mandato, vi propongo una nuova alleanza, si torni alle urne per battezzare una nuova maggioranza » . anzi, una frase simile contribuirebbe a rasserenare il clima politico e istituzionale. invece no. le cose non stanno così. con quella mozione si annuncia soltanto un' autentica truffa a danno degli elettori.... e spavaldamente si afferma che con il ricavato del bottino si intende dare vita a un nuovo Esecutivo che porti al Governo i partiti sconfitti alle elezioni e metta all' opposizione i movimenti usciti vincitori dalle urne della scorsa primavera. il referendum del 18 aprile 1993, in cui l' 80 per cento degli italiani si pronunciò per una nuova legge elettorale , e l' ottenne, è stracciato e insultato da quella mozione. i voti del Polo delle libertà , che nel nord del paese sono stati dati a più simboli (Lega, Forza Italia , cristiano-democratici e Unione di Centro ) e per una sola politica, apertamente contrapposta al programma del polo progressista e dei popolari, vengono oggi arbitrariamente sequestrati e offerti ad una « politica di palazzo » che ha il timbro proditorio di una vera e propria attività di ricettazione. questi voti — i voti del Polo delle libertà — erano stati espressi per difendere un programma liberista e federalista, per costruire un Governo liberale capace di contrastare i programmi e lo stile di comando del vecchio apparato comunista riciclato: ora vengono rubati e svenduti con un' operazione di puro trasformismo parlamentare. come è stato autorevolmente scritto, questo sarebbe « un messaggio devastante per la democrazia » , sarebbe un modo di dire : « cari elettori, care elettrici: le elezioni non contano un bel niente » . in tutta franchezza, vi dico che non oso nemmeno pensare che un simile messaggio possa portare l' avallo, la firma, l' incoraggiamento di tutti coloro che rivestono responsabilità istituzionali, civili e politiche nella nostra vita pubblica . purtroppo questa triste storia, di cui si vorrebbe scrivere oggi l' epilogo, è cominciata subito dopo le recenti elezioni politiche . per sette lunghi mesi l' onorevole Bossi ha messo a dura prova la pazienza non soltanto mia, ma anche quella di tutto il Governo. per sette lunghi mesi gli italiani che lavorano, che vivono la loro vita quotidiana battendosi per salvare e migliorare questo paese, sono stati sottoposti a un bombardamento di polemiche, di accuse calunniose, di intemerate, di bugie e di chiacchiere senza costrutto. per sette lunghi mesi è stato preparato il terreno all' offensiva finale, alla grande rapina elettorale. le promesse saranno mantenute se avremo la possibilità di governare: tutte, dalla prima all' ultima, perché noi rispettiamo i patti ed il contratto è stato firmato con gli elettori attraverso il voto che ci hanno conferito. per sette lunghi mesi il prestigio internazionale dell' Italia, la credibilità della nostra moneta e dei nostri titoli sui mercati internazionali , la stabilità e la credibilità delle nostre istituzioni sono state messe in pericolo e gravemente danneggiate da chi oggi si manifesta, senza alcun pudore, come un autentico distruttore politico pervicacemente teso a portare discredito al nostro paese. la stessa umanità dell' onorevole Bossi, il suo carattere rude e popolano che in una certa fase della vita italiana era sembrato un elemento di chiarezza contro le fumisterie della vecchia politica, sono stati piegati infine alla logica partigiana e faziosa del piccolo sotterfugio e dell' inganno, alle spalle del cittadino elettore come del cittadino risparmiatore, alle spalle di chi lavora e chiede al Governo efficienza, trasparenza, autorevolezza e dignità. abbiamo avuto in Consiglio dei ministri episodi imbarazzanti, con ministri della Lega seri e consapevoli costretti a un ruolo di portaparola degli incubi di un leader che girava a vuoto nella giostra delle più spericolate improvvisazioni politiche. alcune grandi idee, come il federalismo, che sono state un patrimonio storico della Lega lombarda e della Lega Nord , e che possono risultare ancora oggi un lievito decisivo per il decollo della seconda Repubblica , sono state agitate, triturate, masticate e rimasticate solo per essere usate come armi improprie di destabilizzazione politica. mentre il ministro delle Finanze lavorava seriamente a quello che è un grande progetto di federalismo fiscale , un lavoro che onora questo Governo e che deve costituire la base programmatica per ricostruire lo Stato e la fiducia dei cittadini nello Stato,...... il capo della Lega riproponeva di continuo un federalismo solo verbale, senza mai dire che cosa volesse davvero e senza mai spiegare neppure cosa significasse. mentre i ministri del bilancio e dell' industria provavano a cimentarsi con le difficoltà della spesa pubblica fuori controllo e con il riequilibrio dei conti dello Stato, una scomposta agitazione demagogica colpiva, spintonava e indeboliva la manovra finanziaria impostata dal ministro del Tesoro , in un crescente clima di speculazione finanziaria perfettamente sposato a mille speculazioni giudiziarie. onorevole Rossi, almeno qui lasci parlare l' onorevole Bossi, al quale lei tutte le settimane scrive i commenti e le opinioni! questo Governo ha fatto molte cose buone e alcuni errori. purtroppo l' errore principale è stato un errore di ingenuità e di buona fede : abbiamo creduto di avere a che fare con un interlocutore politico magari bizzoso, ma leale, mentre in realtà avevamo a che fare con i comportamenti di una personalità doppia, tripla e forse anche quadrupla. un grande scrittore ha detto che « dove c' è un uomo, c' è una menzogna » . e uno dei suoi personaggi sosteneva che « l' uomo, lo stesso uomo, in ultima analisi, può rivelarsi una mera associazione di soggetti diversi incongrui e indipendenti » . il 2 agosto scorso, parlando davanti a questa Camera, avevo invitato l' onorevole Bossi a tornare sulla strada intrapresa quando fu messo in campo il Polo delle libertà . ma evidentemente la persona che avevo conosciuto e con la quale avevamo sottoscritto un preciso e pubblico patto politico (quello con i nostri comuni elettori) non c' era più, era già stata cancellata e sostituita da un' altra persona a causa di uno strano e per me inspiegabile rancore. quel rancore, come tutti i sentimenti cattivi, non ha fatto del bene al nostro paese e rischia di riservargli ancora di peggio in futuro. l' Italia, signori deputati, soffre oggi di un solo vero male: una tremenda tendenza all' instabilità politica, una tendenza che diffonde comportamenti irresponsabili in settori della maggioranza e dell' opposizione e che mostra un' immagine poco affidabile del paese. la crisi delle quotazioni in Borsa e le difficoltà della lira e dei titoli nascono da questo male, sono la febbre che ci dice quanto grave sia la nostra propensione a devastare impietosamente quello che riusciamo a costruire con tanta fatica. ma l' economia reale funziona e procede forte e spedita. l' inflazione è restata bassa. al boom delle esportazioni si accompagna ormai una propensione al consumo delle famiglie, un allargamento della domanda che è la premessa per consolidare la produzione e incentivare la propensione agli investimenti. solo da questo processo, accompagnato da una stabilizzazione della pressione fiscale e da una sua progressiva riduzione, possono venire fuori quei posti di lavoro che sono a portata di mano del nostro sistema economico e che solo una politica autolesionista e distruttiva rischia di compromettere. io credo — credo fermamente — nel futuro di questo straordinario paese. credo anche nella capacità che avremo, alla fine, di consolidare una vera classe dirigente ed un sistema di governo democratico, in cui chi vince le elezioni decide della politica nazionale e porta la responsabilità delle sue decisioni, mentre chi perde le elezioni assolve alla sua funzione ed organizza il Governo dell' alternativa. devo dire che, all' indomani delle elezioni, avevo sperato che nell' opposizione si facesse largo un linguaggio nuovo, diverso da quello che aveva portato il blocco progressista alla sconfitta e le forze cattoliche di centro alla paralisi e alla subalternità. è per questo che avevo chiesto un franco dialogo sulle regole della democrazia all' onorevole D'Alema . avevo chiesto all' onorevole Buttiglione di costruire una prospettiva comune tra tutte le forze del centro politico, anche se diversamente schierate nella geografia parlamentare ma pur sempre unite da molti valori condivisi. per tutta risposta gli uni hanno troncato ogni dialogo e si sono consegnati mani e piedi alla logica della propaganda astiosa, personale, con un evidente tentativo di piegare a scopi di lotta politica i fatti di giustizia. gli altri, i nostri amici popolari, hanno cercato di dividere la maggioranza, hanno manovrato senza soste nella perversa logica del « ribaltone » , al solo scopo di ricacciare all' opposizione una forza politica della destra costituzionale il cui pieno inserimento nel nostro sistema è insieme un portato e un merito della saggezza degli elettori del 27 di marzo. il dialogo sulle regole è stato trasformato nella beffarda irrisione della prima regola di una democrazia seria: quella per cui governa chi vince le elezioni. colleghi deputati della sinistra e del Partito Popolare , permettetemi di dirvelo con franchezza: così facendo non credo si corrisponda né alle attese né agli interessi di maturazione e consolidamento della nostra democrazia politica. una transizione alla seconda Repubblica non si può costruire sulla menzogna e sul tradimento della parola data. Alleanza Nazionale , come gli azzurri e i leghisti, come i cristiani democratici e i riformatori, non è al Governo o nella maggioranza per qualche disegno del destino cinico e baro, ma solo ed esclusivamente per volontà degli elettori. il senso di giustizia del nostro popolo non può essere vilipeso con tanta noncuranza. signori deputati, ho certo commesso degli errori, ma non commetterò adesso l' errore di non riconoscerlo; tuttavia, sono rimasto fedele in tutto e per tutto all' idea che mi sono fatto del futuro dell' Italia. bisogna costruire una giustizia severa ed uguale per tutti, che non abbia alcun sapore di politica e di vendetta. bisogna ristabilire un rispetto sacrale per i diritti umani e civili, primo fra tutti il diritto al lavoro, a farsi una famiglia, ad educare i figli in condizioni di parità fra le diverse scuole pubbliche e private. e poi il diritto all' istruzione, alla salute, ad un' assistenza equa per gli anziani e per i più deboli, che non gravi con il suo peso sulle generazioni future. bisogna costruire un paese capace di competere, di produrre ricchezza senza scialacquarla in un sistema di tasse e di spese che frustra imprenditori e lavoratori. bisogna mettere in grado lo Stato di aiutare gli individui a realizzare i sogni e le promesse di cui è fatta la libertà umana. bisogna muovere con fiducia, con ottimismo, con ferma volontà verso un futuro da costruire con le proprie mani. tutto questo lo può fare solo e soltanto un Governo delle libertà, un Governo animato da quello stesso spirito che ha portato al grande evento politico del 27 di marzo. comunque, un compito tanto esaltante e tanto difficile lo può assolvere solo e soltanto un Governo perfettamente legittimato a governare, accettato come tale dall' insieme del sistema politico e riconosciuto come tale da maggioranza e opposizioni. solo un Governo voluto dagli italiani, e non costruito a forza di manovre e di scippi di voti, può compiere l' opera che abbiamo appena cominciato. questa è la lezione dei sette mesi che abbiamo alle spalle, sette mesi spesi nel drammatico tentativo di superare un' eredità disastrosa e un cumulo incredibile di odii e di rancori. gettare ora il paese nell' avvilimento e nell' ira sarebbe una colpa grave per chiunque se ne assumesse la responsabilità. in questo Parlamento, ora come ora, una sola maggioranza è legittimata dagli elettori, quella del Polo delle libertà e del buon governo . se questa maggioranza si sfalda, occorre decisamente e serenamente tornare a chiedere il parere degli elettori. sono profondamente convinto che questa sia una strada obbligata e penso che ci si debba arrivare ineluttabilmente. più presto si prenderà atto di questo obbligo democratico, minore sarà il costo per il paese: abbiamo assoluto bisogno di una fase lunga e sicura di stabilità politica , con un Governo che non sia esposto al ricatto e alla sistematica destabilizzazione. i deputati e i senatori che vogliono restare fedeli al patto di civiltà e di onestà stipulato con gli elettori sono molti e sono presenti in tutte le forze politiche , a cominciare dalla Lega, dove è in corso un dibattito forte, dove sono in tanti a riconoscere la validità e l' intangibilità del principio che è a base di quel patto. io spero, io credo che si rivelino un numero tanto grande da impedire che quel patto venga stracciato e infangato da scelte palesemente in contrasto con lo spirito e la lettera della nostra democrazia. a questo gioco al massacro noi non ci stiamo, e facciamo appello a tutti gli italiani, a tutte le persone di buon senso e di buona volontà , al supremo garante delle istituzioni, al Capo dello Stato che, ne sono certo, saprà essere anche il garante e il difensore di quel sentimento di giustizia che è nel cuore di ciascuno di noi. non possiamo e non vogliamo tornare indietro verso i veleni della vecchia politica di palazzo. la sovranità appartiene al popolo...... e nessuno ha il diritto di portargliela via.