Gianfranco FINI - Presidente del Consiglio Maggioranza
XII Legislatura - Assemblea n. 119 - seduta del 21-12-1994
1994 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 20
  • Comunicazioni del governo

onorevole presidente , onorevole presidente del Consiglio , colleghi, nella giornata di ieri, preparandosi tutti all' importante dibattito di oggi, l' onorevole Massimo D'Alema , politico certamente avvertito e di lungo corso — lo dico senza alcuna ironia — rivolgendosi al presidente del Consiglio , ebbe modo di dire che tutto sommato occorreva essere sereni nel vivere una giornata importante quale quella che stiamo vivendo. non ricordo — mi scuserà l' onorevole D'Alema — le sue testuali parole, ma più o meno disse che tutto sommato, se si guardano le cose con serenità, siamo di fronte ad un normale fatto politico: cade un Governo perché la maggioranza che lo sostiene non ha più la compattezza necessaria a sostenerlo. è una lettura di quanto sta accadendo oggi certamente rassicurante, una lettura ovviamente in sintonia con una precisa strategia politica, che è quella che anima la sinistra italiana. il messaggio che ieri è stato lanciato dalla sinistra italiana in buona sostanza consiste nel sostenere che in quest' Aula non è successo nulla di drammatico, che anche in passato i governi cadevano, ma subito venivano seguiti da altri governi, che non si può parlare a sproposito di golpe, di tentativi più o meno striscianti di tradire il mandato popolare. sostanzialmente il messaggio della sinistra è che: morto un Papa se ne fa un altro. è una precisa parola d'ordine , la parola d'ordine di chi tende, com' è logico che sia, a sdrammatizzare. non so se al termine del mio discorso si potrà dire che ho sdrammatizzato o se, al contrario, ho posto la questione che stiamo vivendo nei suoi termini reali. mi permetto però di dirlo sin da ora: sappiamo tutti che il messaggio rassicurante che la sinistra lancia non corrisponde alla verità. non è vero che questa è una crisi come le altre, che cade un Governo e che, da qui a qualche settimana, ne nasce un altro; non è esattamente vero quello che si sta tentando di far comprendere alla pubblica opinione , che in realtà ha una percezione diversa degli avvenimenti. non è così: credo che lo sappia, in cuor suo, anche l' onorevole D'Alema . non è la solita crisi del solito Governo, nobilitata — rispetto a quanto accaduto in precedenza — dal fatto che questa volta il Governo cade in Aula, con le televisioni che trasmettono il dibattito nelle case degli italiani. se fosse così, non si registrerebbe la grande partecipazione che c' è in questo momento, probabilmente l' Aula non sarebbe così gremita (come non succede da molto tempo) e non vi sarebbe quella tensione che tutti avvertiamo. sarebbe il solito rituale, che tante volte abbiamo visto andare in onda o in scena nella prima Repubblica . non è una crisi come le altre, anche e soprattutto perché il Governo non si sente sconfitto. il Governo si sente tradito. il discorso del presidente del Consiglio è a tale riguardo la dimostrazione evidente non di uno stato d'animo , ma di una sensazione politica. questo non è un Governo che cade perché sono venute meno le ragioni per le quali era nato, non è un Governo che decide di por fine alla sua stagione in quanto coloro che lo hanno composto valutano che si debba aprire un altro scenario: questo è un Governo che vede interrotto bruscamente il suo cammino unicamente perché una componente indispensabile della maggioranza ritiene di venir meno ad un impegno. è un elemento importante, che peraltro va accompagnato ad un altro aspetto rilevante: la crisi si apre — lo sanno tutti e forse l' unico che ancora non lo ha compreso è proprio l' onorevole Bossi — al buio; nessuno sa come andrà a finire. e la crisi al buio vede fra le prospettive di soluzione quello che è stato definito dai giornali il « ribaltone » , quanto di meno in sintonia può esistere con quello che è il principio solenne di ogni democrazia, vale a dire: si governa esclusivamente con il consenso. io mi sento e so di essere, al pari di molti colleghi di Alleanza Nazionale — in questo momento, nelle scorse settimane e forse nelle settimane future — sotto esame di democrazia. ma credo che il primo accorgimento, la prima nozione consista nel sapere che si governa solo se si ha il consenso: ed il consenso viene misurato dall' unico strumento che è stato individuato per verificarlo, le elezioni. la situazione non è, onorevole D'Alema , quella che caratterizza le altre crisi di Governo , perché fra le prospettive di cui — da qui a qualche giorno — dovremo tutti occuparci c' è anche l' ipotesi del cosiddetto « ribaltone » , che sposta completamente quello che è stato ed è un canone insostituibile di qualsivoglia democrazia (parlamentare o presidenziale): governano coloro che vincono le elezioni, fanno opposizione coloro che perdono le elezioni. se a ciò si aggiunge che questo principio, valido sempre e comunque, è reso ancor più evidente dal fatto che abbiamo votato il 27 marzo con una legge elettorale di impianto sostanzialmente maggioritario, si ha la spiegazione della ragione per la quale questo dibattito viene seguito con attenzione anche fuori di qui e dei motivi per cui la tensione esistente in quest' Aula è in qualche modo la stessa presente nel paese. ecco perché oggi un po' tutti si chiedono cosa accadrà in Italia e dell' Italia dopo il dibattito odierno. non è una crisi come le altre, insomma: proprio non lo si può dire. la crisi può addirittura avere effetti dirompenti, a meno che non si trovi — e cercherò di spiegare quella che a nostro modo di vedere è la via d' uscita alla crisi — una strada che non dia l' impressione al sovrano, vale a dire al popolo, di essere stato in qualche modo scippato. ha fatto benissimo il presidente del Consiglio a ricordare che, al di là delle distinzioni tra repubbliche parlamentari e repubbliche presidenziali , il Parlamento ha una delega, ma il sovrano è il popolo. in altre circostanze, in altri momenti vi furono accesi dibattiti su questo essenziale concetto, che appartiene in toto al principio della democrazia. vi è qualcuno, non in quest' Aula ma fuori di qui, che si sente in qualche modo scippato. mi rendo conto che l' espressione di uno stato d'animo possa apparire provocatoria, ma non è volontà di provocare; è l' affermazione di una realtà. è la prima volta che un Governo va in crisi e una buona fetta della pubblica opinione non accetta che la crisi venga proclamata; è la prima volta che si dà vita a manifestazioni di sostegno di una coalizione sfiduciata per ragioni interne alla medesima. badate, onorevoli colleghi : non va in piazza la destra estrema, chi alla piazza ha sempre fatto in qualche modo ricorso in ragione di quella che era una contrapposizione politica ed ideologica. è la prima volta che va in piazza quella che in altri tempi avremmo chiamato l' Italia moderata, che nel passato votava ed il più delle volte non esprimeva se non con il voto il consenso o il dissenso. non si può sottovalutare quel che accade fuori di qui. credo che anche a sinistra gli uomini più avvertiti sappiano che quelle che vi sono state non sono manifestazioni organizzate dalla destra che vuol mostrare i muscoli, anche perché — lasciatemelo dire — sono muscoli un po' più cospicui di quelli che fino a questo momento si sono evidenziati nelle manifestazioni. sono manifestazioni popolari che dimostrano che c' è un' Italia moderata che non ci sta. non vi sarà — nel corso del mio discorso spero di chiarirlo ancor meglio — alcuna possibilità di equivocare quel che ho detto qualche minuto fa. non abbiamo dato vita a manifestazioni organizzate: questo era il senso di un' espressione che — mi rendo conto — può essere equivocata. non c' è la mobilitazione dei partiti che oggi sostengono il Governo, perché se vi fosse tale mobilitazione sarebbero manifestazioni certamente più evidenti, più numerose. c' è un popolo che in passato votava — lo faceva in modo silenzioso — al centro, onorevole Buttiglione: la cosiddetta maggioranza silenziosa , coloro che esprimevano il consenso e che oggi in qualche modo si sentono — ed è la prima volta — scippati rispetto al voto che hanno espresso. per tutte queste cose non si può dire che è una crisi come le altre; è una crisi profondamente diversa, che può avere esiti addirittura devastanti non per la democrazia, badate bene. in un momento come questo ho poche certezze, ma una l' ho ben salda: in Italia la democrazia non corre alcun rischio, non vi è alcuna possibilità di corto circuito, non è pensabile che accada qualsivoglia rottura traumatica del rapporto tra istituzioni e paese reale . io temo un' ondata di sfiducia; temo, qualora si esca da questa crisi per la via sbagliata, un' autentica crisi di rigetto nei confronti delle istituzioni, non perché qualcuno domani pensi o riesca a sopprimere le libertà, ma perché gli italiani oggi avvertono che vi è un pericolo, evocato anche dal presidente del Consiglio nel suo discorso: che votare non serva assolutamente a nulla, che il voto sia una sorta di optional in una regia che vede protagonisti unicamente i partiti. non vi è ombra di dubbio che gli italiani hanno votato in un determinato modo e sarebbero moltissimi coloro che , qualora non fosse rispettato il loro volere, si troverebbero di fronte a questa bruttissima sensazione: le elezioni possono essere annullate non ricorrendo ad altre elezioni, ma per volontà di alcuni segretari di partito, di alcuni maggiorenti, di quella che un tempo la Lega chiamava partitocrazia e che oggi pare diventata, al contrario, la compagna di strada che l' onorevole Bossi sceglie per dar vita al cosiddetto ribaltone. vi sono due illusioni che vanno cancellate al termine di questo dibattito e che, se dovessero permanere, sarebbero, al contrario, pericolose: la prima è che caduto il Governo il più sia risolto. eliminato, sfiduciato il presidente del Consiglio , vi è qualcuno che forse ancora oggi ritiene che, tutto sommato, si possa ricominciare come si faceva prima, vale a dire con il rituale non delle consultazioni — che sono un dovere costituzionale esplicito, previsto — , ma degli incontri, dei conversari più o meno segreti. nel momento in cui cade il Governo non si è risolto alcun problema; anzi, il problema comincia ad essere posto nei suoi termini reali. l' altra illusione che viene in qualche modo annullata è che di fronte ad una crisi così anomala e grave — che non ha precedenti non solo perché non li ha la legge elettorale che ci ha eletti, ma perché non ha precedenti quanto sta accadendo fuori di qui — sia sufficiente ricorrere a quella che nella prima Repubblica era la panacea di tutti i mali: sia sufficiente prendere tempo, fare una pausa di riflessione (è Natale, sbollirà la rabbia). al riguardo, ho letto affermazioni estremamente ciniche circa il dibattito politico in atto nel Parlamento e nel paese; c' è chi ha detto che, una volta caduto il Governo, poi con un po' di tempo e di pazienza si metteranno insieme i cocci. non è tempo di pause di riflessione: è tempo di assoluta chiarezza per tutti i protagonisti, grandi e piccoli, di quella che non è una recita, ma un' importante fase della nostra vita politica. è tempo di chiarezza per tutti, dal Capo dello Stato all' ultimo dei parlamentari; è tempo di chiarezza, ovviamente, e di assunzione di responsabilità per chi si è reso protagonista della crisi, per la Lega. non vi è ombra di dubbio che la responsabilità maggiore di ciò che stiamo vivendo sia sulle spalle di chi ha ritenuto esaurito il rapporto, il vincolo che lo legava a Forza Italia e al centro cristiano democratico per volontà degli elettori, e ad Alleanza Nazionale per scelta politica. è infatti innegabile che ciò che l' onorevole Bossi afferma corrisponde al vero, per certi aspetti: nei collegi del nord eravamo l' uno contro l' altro; ma la Lega era contro di noi, contro la sinistra e contro i popolari, insieme a Forza Italia e al centro cristiano democratico . subito dopo, non per volontà degli elettori ma per scelta politica, l' onorevole Bossi decise che era possibile dar vita ad un Governo. credo, onorevole Bossi, che lei offenda la sua intelligenza quando dice di averlo fatto per senso di responsabilità , per garantire la governabilità, affermando poco dopo che lo avete fatto con coloro che disprezzate. e — come da qualche tempo a questa parte — ci rifila i soliti aggettivi che, tra l' altro, appartengono ad un armamentario ideologico che non è più presente nel paese reale e che trova scarso seguito persino in quest' Aula. dopo le elezioni, lei avrebbe potuto tranquillamente, per una volta in vita sua, se ne fosse stato capace, essere coerente; per una volta in vita sua, se ne fosse stato capace, avrebbe potuto dire: « io il Governo non lo faccio » . ricordo, come ricordano i colleghi e gli italiani, ciò che lei affermò ad urne appena aperte, quando nelle case degli italiani entrarono i volti, soddisfatti o meno, dei protagonisti della politica: « mai e poi mai al Governo con i fascisti » . dopodiché, cambiando idea per la centesima volta, lei quel Governo lo ha fatto, evidentemente perché in quel momento aveva qualche interesse particolare. e non citi a sproposito l' interesse nazionale perché lei ha dimostrato di non sapere in che cosa consista, anche e soprattutto perché è difficile parlare di interesse nazionale — non me ne voglia — quando si è presenti solo in alcune regioni. non vi è alcuna polemica, ne abbiamo parlato anche in privato e, onorevoli D'Alema e Buttiglione, posso garantirvi che — se possibile — in privato Bossi è ancor peggiore di quello che è in pubblico: auguri! quando si è presenti soltanto in poche regioni per forza di cose — non è una critica, è una constatazione — si ha una visione della situazione nazionale che non corrisponde esattamente alla realtà. ma, dicevo, è tempo di assunzione di responsabilità per tutti, in particolar modo per la Lega Nord . ed allora mi auguro, nonostante tutto ciò che ho detto fino a questo momento, che per uscire in modo corretto dalla crisi gravissima che si è aperta si inizi innanzitutto a percorrere una strada che è quella relativa alla possibilità di ritrovare le ragioni, tutte politiche, che hanno fatto nascere l' attuale Governo Berlusconi. è di tutta evidenza che quelle ragioni e quelle possibilità possono diventare sostanziali unicamente se il dibattito in corso all' interno della Lega Nord fa prevalere le ragioni dell' alternativa — certo — al vecchio sistema, ma anche e soprattutto le ragioni politiche che hanno fatto nascere l' attuale Governo, rispetto alla logica, che a noi pare molto miope e molto personalistica, che sembra in questo momento prevalente nell' animo dell' onorevole Bossi. voglio cioè dire, in termini ancora più espliciti e chiari, che non sono e non siamo così illusi da pensare che possa nascere un Berlusconi-bis come se nulla fosse accaduto, come se avessimo fatto finta; un Berlusconi-bis tale da rimettere insieme i cocci, essendo di tutta evidenza che chi ha commesso l' errore di fidarsi una volta, se si fida la seconda diventa un masochista. e non abbiamo né l' animo né lo spirito del masochista. semmai, è da vedere se all' interno della Lega Nord prevalga un sentimento che lei, onorevole Bossi, sa essere presente; il sentimento di coloro che si chiedono: qual è la realtà? quella espressa da Bossi o quella espressa da Berlusconi? cioè, è realmente corrispondente al vero ciò che lei, onorevole Bossi, afferma da qualche tempo a questa parte, vale a dire che il progetto del federalismo, del liberismo, dell' antitrust, le bandiere della Lega, sono state stritolate dal patto di ferro tra Berlusconi e Fini? o non è forse vero, al contrario, che in realtà questo Governo ha reso meno di quello che avrebbe potuto rendere perché, in tantissime circostanze, l' unica preoccupazione che avevamo (non perché non ne avessimo di più importanti, ma perché era quella più urgente) era sapere se lei avrebbe tenuto fede l' indomani alla parola che aveva dato la sera prima? quando si arriva, onorevole Bossi, a far risultare uno degli uomini che vengono considerati a lei più vicini, l' attuale vicepresidente del Consiglio , il ministro dell'Interno , una sorta di burattino — l' onorevole Maroni mi scusi — ; quando si arriva cioè all' impudenza di dire: « dì che ti hanno ingannato; dì che hai firmato un foglio, ma che ne avevi visto un altro » ; quando si arriva all' impudenza — che lei ha avuto in tante circostanze — di manifestare in un' occasione quella che era una parte del suo intendimento e di smentirsi il giorno dopo, non c' è alcuna possibilità di mettere insieme i cocci pur che sia! noi ci auguriamo... certamente. ammettiamo invece che, tutto sommato, io mi sia sbagliato, che si sia sbagliato l' onorevole Berlusconi e che lei abbia ragione: cioè che il federalismo e il liberismo possano essere realizzati dando vita a quella che appare a tutti come la più innaturale delle operazioni politiche, un autentico ribaltone in termini politici, il tradimento di quella che è stata la volontà espressa dagli elettori, ma anche una vera e propria follia in termini strategici. lei non può essere, onorevole Bossi, così ingenuo da pensare che il liberismo e il federalismo, vale a dire quelle che lei dice essere le bandiere della nuova Repubblica, possano essere innalzate insieme a coloro che non fanno mistero di non volerla, la seconda Repubblica ; insieme a coloro che non fanno mistero di essere nostalgici della prima Repubblica ; insieme a coloro che chiaramente utilizzano il suo personalismo e la sua invidia. sì, diciamolo francamente: lei è invidioso perché, all' interno della riserva del nord, di quella che lei considerava una sua riserva di caccia, da qualche tempo a questa parte esistono interlocutori più credibili. mi riferisco non solo a Forza Italia , ma anche ad Alleanza Nazionale , che sta crescendo al nord...... come lei ha verificato in tante circostanze. la sua posizione non è un' operazione politica, è il tentativo di un uomo disperato che tenta tutte le strade pur di liberarsi di interlocutori che, in qualche modo, sono scomodi perché più credibili. di qui a qualche tempo andremo alle elezioni — affronterò questo argomento al termine del mio intervento — e sarà quello il banco di prova , onorevole Bossi. anche le elezioni amministrative che di recente si sono svolte al nord hanno dimostrato che quanto sto dicendo non è lontano dal vero. ammettiamo pure, dunque, che liberismo e federalismo si possano costruire marciando insieme ai nostalgici della prima Repubblica . credo siano in pochi a scommettere su questa eventualità, anche all' interno della Lega; sono molti, invece, coloro i quali si stanno chiedendo se per caso la Lega non si stia suicidando con quello che lei oggi ha deciso; sono in molti a chiederselo, soprattutto fra i suoi elettori. ecco perché respiriamo, anche in quest' Aula, la sensazione di un forte malessere, una sensazione che innanzitutto riguarda il suo gruppo che, in questa fase, è l' unico autenticamente diviso. non c' è ombra di dubbio che i gruppi di Alleanza Nazionale , di Forza Italia , del centro cristiano democratico sono uniti; non c' è ombra di dubbio che le sinistre sono unite e che il centro sta giocando la sua partita. gli unici che hanno forti dubbi sono proprio coloro che appartengono al gruppo della Lega Nord . chissà che un giorno non si ritrovino le ragioni che hanno portato alla costituzione del Polo, certo non con lei, ma con alcuni parlamentari leghisti e senz' altro con molti elettori, i quali sanno perfettamente — come lo sanno gli elettori di Alleanza Nazionale nel sud — che il federalismo non è il tentativo di dividere l' unità nazionale . tanti elettori, un tempo a lei vicini, sanno che il liberismo non è egoismo sociale. prima di usare a sproposito certe parole, bisognerebbe conoscerne il significato. lei, onorevole Bossi, non può parlare di Alleanza Nazionale come di una forza statalista unicamente perché chiede che in tutto il territorio nazionale lo Stato affermi la sua presenza. lei non può dire, come spesso afferma in modo frettoloso, che questa parte politica vorrebbe una politica assistenziale, non comprendendo che la solidarietà non è assistenza, fingendo di non sapere che abbiamo il dovere morale di essere solidali con i più deboli. queste cose, che in tante circostanze le sono state dette da noi, senza dubbio se le sentirà ripetere, con altri termini e per altre ragioni, anche da coloro con i quali lei oggi pensa di poter dar vita ad un Governo capace addirittura di durare una legislatura. lei è un illuso e lo verificheremo fra qualche tempo. non usciremo da questa crisi con un Governo Berlusconi-bis. ne usciremo imboccando l' unica strada percorribile, quella di tornare alle urne, per la semplice ragione che, come anche questo dibattito ha dimostrato, si illudeva chi pensava che esistessero falchi e colombe nella maggioranza, si illudeva chi pensava che il gruppo di Forza Italia si sarebbe diviso. si illudeva chi pensava che il centro cristiano democratico potesse in qualche modo sentire una sorta di richiamo al centro, perché in questa coalizione il centro c' è, è rappresentato da Forza Italia , e la destra è rappresentata da Alleanza Nazionale . il centro è costituito dal centro cristiano democratico e da Forza Italia che sono oggi, al pari di Alleanza Nazionale , inflessibili nel dire che, come siamo stati insieme in una esperienza di Governo, qualora ne sarete capaci, staremo insieme in una esperienza di opposizione! vede, onorevole Bossi, si avvicina per lei il momento della verità, perché dovrà fare, al pari dell' onorevole D'Alema e dell' onorevole Buttiglione, ciò che a parole dite di non volere. non c' è dubbio che uscire da questa crisi (ed è possibile) con il ribaltone, vale a dire con un bel Governo Lega-PDS-PPI, qualche problema ve lo creerà, in termini non soltanto di immagine, ma anche di numeri. infatti, se l' attuale è stata una maggioranza non compatta per una ragione che hanno capito anche i bambini, figuriamoci quanto potrebbe essere compatta una maggioranza numericamente meno cospicua e minata dallo stesso identico germe che ha fatto naufragare l' attuale maggioranza, vale a dire l' atteggiamento dell' onorevole Bossi! ma c' è di più. lei, onorevole Bossi, avrà sentito le dichiarazioni dell' onorevole D'Alema e dell' onorevole Buttiglione, in quanto li frequenta molto più di me; io mi limito a leggere quel che dicono con una certa attenzione. credo, proprio perché in quest' Aula ognuno gioca a carte scoperte, che ascoltando i popolari e i progressisti anche ciò che sto per dire non apparirà eretico: il ribaltone non lo vogliono. una « bella » maggioranza politica (lei usa aggettivi di cui a volte non conosce il significato), cioè un governo politico, è soltanto un Governo in cui lei, Buttiglione e D'Alema state insieme. non credo che una forza quale la sinistra italiana, che ha una storia, una tradizione, che può piacere o meno, leghi, dopo tanti anni di opposizione, la sua sorte di forza di Governo imbarcandosi in una avventura senza capo né coda. anche e soprattutto perché, in certi momenti, se farete il ribaltone, dovrete ricorrere ai deputati di Rifondazione comunista , che hanno perfettamente la legittimità politica di esprimere, qualora glielo chiediate, un voto di consenso al Governo che qualcuno di voi ha in animo di fare. credo che in quel momento si creerà qualche problema per l' onorevole Buttiglione. ecco perché (lo hanno capito tutti tranne lei, onorevole Bossi) il ribaltone non ci sarà. la via d' uscita da questa crisi non è il ribaltone, ma ciò che viene proposto da sinistra, ciò che viene proposto dal Partito Popolare (forse non glielo hanno detto!), vale a dire il Governo delle regole, il Governo del presidente, il governo di tregua, la Grosse Koalition ,...... come dice l' onorevole Buttiglione. è una cosa diversa rispetto al ribaltone. ciò vuol dire che, in un momento eccezionalmente diverso rispetto al passato, ci si presenta alle Camere con un Governo per vedere chi è disposto a sostenerlo. di qui a qualche giorno al presidente della Repubblica risulterà evidente che non ci sta nessuna delle forze rimaste leali nei confronti del presidente del Consiglio . Alleanza Nazionale , Forza Italia e il centro cristiano democratico hanno in questo momento... colleghi, essendo una delle ultime volte che l' onorevole Rossi fa sentire la sua voce in Parlamento, perché quando si tornerà a votare non ci sarà più, in quanto non verrà rieletto, lasciamolo sfogare! è impensabile un governo di tregua, del presidente, istituzionale, un Governo a grande maggioranza, per una semplice ragione: perché abbiamo deciso — lo hanno deciso Alleanza Nazionale , Forza Italia , Ccd con il presidente del Consiglio , che non ha fatto un discorso adirato ma ragionato — che se il Governo cade noi chiediamo unicamente le elezioni; chiediamo esclusivamente di tornare a quella che è la sovranità, vale a dire il popolo. e non può nascere alcun governo a larga maggioranza se questa fetta del Parlamento, che come vedete è compatta, non ci sta! vede, onorevole Bossi, lo ha capito perfettamente — ho cominciato con D'Alema e con D'Alema finisco — proprio il Pds, che ha detto chiaramente di non avere pregiudiziali: non le ha nei confronti di Forza Italia e non le ha nei confronti di Alleanza Nazionale ; non l' ha detto esplicitamente, ma lo ha fatto capire. è un gesto di grande responsabilità democratica, perché dimostra che non è più tempo di nemici, è tempo di avversari. ma è altrettanto vero che quella disponibilità se non è ricambiata rimane lettera morta . noi non accettiamo di entrare in qualsivoglia governo, in qualsiasi modo lo si chiami. l' onorevole Speroni da qui a qualche tempo inventerà anche il governo del Sultano, nel tentativo di dare una definizione diversa di quello che è l' unico modo per uscire da questa crisi se non si vuole andare a votare. e allora da qui a qualche settimana tutti si renderanno conto che siete — e soprattutto lei, onorevole Bossi — con le spalle al muro: o lo fate davvero il ribaltone, e ve ne assumete la responsabilità... noi faremo ciò che dobbiamo fare: l' opposizione! la faremo qui dentro in modo britannico, vale a dire ricorrendo esclusivamente al regolamento. certo, capisco che la sinistra sorrida, perché essa sa più di qualsiasi altro cosa significhi fare l' opposizione quando si è in duecento: non si mette all' ordine del giorno neppure un provvedimento! onorevole Bossi, quale federalismo, quale liberismo? che razza di idee ha nella testa se pensa di poter fare qui dentro qualcosa, senza il consenso di almeno 230 parlamentari? fate il ribaltone, oppure prendete atto più serenamente che si deve tornare a votare. ecco, io credo che l' abbiano capito in molti. forse l' unico che non l' ha capito è proprio il leader della Lega, che, come sempre accade agli apprendisti stregoni , ne pagherà il costo politicamente più salato. quest' oggi non finisce, onorevole Bossi, la prima Repubblica ; quest' anno finisce la Lega. in questo momento finisce l' esperienza di un movimento che ha dimostrato di non sapere tener conto del responso delle urne.