Pier Ferdinando CASINI - Deputato Maggioranza
XII Legislatura - Assemblea n. 102 - seduta del 21-11-1994
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 1995 e bilancio pluriennale per il triennio 1995-1997
1994 - Governo I Berlusconi - Legislatura n. 12 - Seduta n. 102
  • Attività legislativa

signor presidente , evidentemente aveva ragione chi, inascoltato, sollecitò qualche settimana fa una verifica nella maggioranza di Governo. la verifica è cominciata: e sono grato al collega Bossi di averla fatta cominciare nella sede propria e cioè alla Camera dei Deputati . ritengo che il lavoro svolto da quest' Assemblea — componendo ed anche facendo giustizia di un astratto dibattito tra falchi e colombe echeggiato più che altro sui giornali — il buon lavoro che la Camera dei Deputati ha fatto sulla finanziaria abbia stabilito e ristabilito un presupposto necessario per ogni passaggio dalla prima alla seconda Repubblica : la centralità del Parlamento. sono grato al Governo ed in particolare al ministro del Lavoro Mastella: quest' ultimo, con grande equilibrio, è riuscito insieme agli altri colleghi di Governo a compiere con questa finanziaria un primo passo per trasformare uno Stato assistenziale (che negli anni scorsi ha distribuito benefici a tutti, anche a chi non ne aveva bisogno) in uno stato sociale moderno, in grado di affrontare alla radice il tema del riequilibrio di alcune storture, tra cui la prima è lo squilibrio del settore previdenziale. certo, sono state scelte impopolari e in qualche misura il partito del presidente del Consiglio nel mini test di ieri ne ha anche pagato uno scotto. ma sappiamo che le scelte impopolari sono le premesse per le scelte storiche positive nella vita di un paese. allora voglio dire che ci auguriamo che ciascuna forza politica della maggioranza tenga conto di queste valutazioni nel passaggio al Senato, migliorando ciò che è ancora possibile migliorare, ma evitando di perdere la possibilità di dare un contributo decisivo al riassetto di squilibri che esistono e che sono la causa del degrado economico e sociale del paese. in campagna elettorale abbiamo affermato una verità: uno Stato che non produce ricchezza non può distribuire solidarietà. credo che le scelte impopolari di oggi siano il presupposto per le positive scelte di solidarietà che assieme dobbiamo compiere domani. aggiungo altre due notazioni, rivolgendomi in particolare al collega Bossi, perché esse sono la premessa della nostra verifica politica. la prima: Bossi ha sottolineato la singolarità del mandato elettorale che i parlamentari qui e al Senato hanno assunto. ha ragione: i parlamentari, in ispecie quelli della maggioranza, hanno un grado di sovranità limitata , perché sono legati da un patto diretto che li unisce agli elettori, ai cittadini. la centralità del presidente del Consiglio , Berlusconi, in questa maggioranza non deriva da un diritto divino , ma dal ruolo che il suo partito ha svolto sul territorio, essendo Forza Italia l' unico partito legato sia alla Lega che ad Alleanza Nazionale da un patto diretto di carattere politico vincolato e calato sul territorio, tra gli elettori. credo che nessuno in quest' Aula voglia concedere al presidente del Consiglio rendite di posizione; tutti però abbiamo il dovere di prendere atto di tale realtà. la seconda considerazione che ha fatto il collega Bossi mi trova d' accordo. egli ha sottolineato la pari dignità tra le forze politiche : a buon intenditor poche parole. credo che i risultati di ieri dimostrino e facciano giustizia di certe semplificazioni frutto di una cultura sondaggistica che non ha niente a che fare con un rapporto con la gente e con la politica. ultima considerazione: penso che il passaggio alla seconda Repubblica debba avvenire con grande serietà e serenità. le lotte per il potere che in passato hanno delegittimato fortemente quest' Assemblea e la classe politica non possono in alcun modo essere un copione che ripetiamo sciattamente. credo che la coerenza, la serietà, la cultura della moderazione, l' assunzione delle proprie responsabilità siano il miglior presupposto per ogni riforma della politica.