Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 96 - seduta del 19-11-1992
Sull'accordo programmatico tra il Governo con i sei partiti
1992 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 161
  • Attività legislativa

chiedo di parlare sull' ordine dei lavori . chiedo ai colleghi un attimo di attenzione. perché intervengo sull' ordine dei lavori , signor presidente ? noi avevamo accettato, nell' economia dei nostri lavori, di fare una dichiarazione di voto unica sulla legge finanziaria e sul bilancio perché si potesse realizzare una trasmissione parlamentare nella quale, alla fine di questa manovra tanto storica quanto grave, ciascun gruppo potesse dalla Camera esprimere per tre minuti le proprie posizioni e le proprie ragioni. come sta accadendo da alcune settimane (e sta andando sempre peggio), la Presidenza della Camera — sottolineo: la Presidenza della Camera — sta invece accettando delle controproposte Rai-TV che sono antiparlamentari. si mira a togliere la parola all' Assemblea, per poi recuperare con intervistine fatte a parte e piazzate dove a loro comoda. la trasmissione risulta così ridotta da 74 a 25 minuti: evidentemente credono che siamo un' assemblea di babbei e di complici, e che 25 minuti alle 21,30 siano sufficienti! per di più si entra in un indecoroso gioco di motivazioni — c' è da dire — che non è degno della Camera. io quindi rifiuto tutto ciò, e chiedo formalmente che, in questo caso, si ristabiliscano le due dichiarazioni di voto separate sul bilancio e sulla legge finanziaria , che motivazioni di economia generale e di metodo di comunicazione ci avevano indotto ad unificare. chiedo che la Presidenza della Camera di questo si occupi, e protesto vivamente perché sempre più si tende ad accettare il ricatto radiotelevisivo, che è quello di togliere la parola alla nostra Assemblea, in quanto tale, per poi procedere a recuperi di intervistine, di mediazione e di altro. il Parlamento italiano ha il diritto di parlare al paese — è ora di dirlo — per qualche minuto in diretta o comunque in differita diretta. non è accettabile che si neghino sempre, anche in occasioni come questa, per false concezioni di audience, tre minuti per gruppo necessari per spiegare la sostanza delle responsabilità che ci siamo assunti tutti, con una manovra difficile che comporta anche dei traumi per il paese. questo diritto invece non viene riconosciuto al Parlamento. io quindi protesto contro questa connivenza o condiscendenza nei confronti della Rai-TV, che non è stata mai consapevole, nemmeno per un minuto, di quello che sono uno stato di diritto e la logica delle istituzioni. chiedo di parlare per una precisazione. signor presidente , volevo solo chiedere se vale sempre la norma, che credo di ricordare, in base alla quale ogni deputato può presentare un solo ordine del giorno . sbaglio? a me sembra che ne siano stati votati due presentati dal collega Gerardo Bianco . signor presidente , signori del Governo, colleghi, con gli altri membri del mio gruppo — Roberto Cicciomessere, Emma Bonino, Marco Taradash, Elio Vito ed anche Pio Rapagnà (su posizioni diverse per quel che riguarda questa particolare vicenda) — posso oggi dinanzi al paese rivendicare ancora una volta, e più che mai, la saggezza della nostra assunzione di responsabilità, quando dinanzi al più debole tra i governi della Repubblica da trent' anni a questa parte, numericamente parlando, quando dinanzi ad un paese che prendeva atto della bancarotta fraudolenta nella quale era stato precipitato e nella quale si era precipitato, proprio noi, che non avevamo condiviso nessuna di quelle responsabilità e che avevamo dato corpo ad alternative ragionevoli, abbiamo stabilito, con il nostro voto a sostegno della manovra, unilateralmente annunciato, che il crimine di far cadere il Governo in queste settimane non avrebbe potuto essere compiuto. ebbene, siamo stati raggiunti in tale comportamento — che il paese e ciascuno lo sappia — da tutti i gruppi presenti in questo Parlamento: da Rifondazione comunista alla Lega Nord . perché se le geremiadi o anche le filippiche sono state molte, ed alcune abili e sentite, nulla è stato fatto dai cosiddetti oppositori per far cadere questo Governo, perché farlo cadere avrebbe significato tradire i loro stessi interessi ed i loro stessi ideali. sino ad oggi, ed ancora per qualche giorno o settimana, tale prospettiva sarebbe irresponsabile. devo anche sottolineare che qualche sentimento di non apprezzamento o qualche dubbio di viltà o di doppiezza vi è stato in coloro che pretendono, ancora oggi, di avere lottato contro questo Governo: è vero! avete fatto finta e la cosa non va ad onore delle vostre convinzioni! rivendichiamo, pertanto, questo modo di condurci nelle vicende del nostro tempo, della nostra società e di questa Repubblica. credo sia possibile opporci ai mali del paese, anche in sede di bilancio, opporci ai mali che corrodono le nostre istituzioni, ai guasti culturali, economici e sociali, se si ha ben chiaro cosa si vuole, cosa si ama in alternativa e a questo si dà corpo, al di là dei giochi fissi e delle sceneggiate, anche quando in qualche momento può essere necessario essere impopolari, pur di non essere antipopolari. guidare, quindi, assumersi la responsabilità della guida dei pochi o dei molti che ci ascolteranno, se questo è necessario: se è necessario pagare questo scotto per non divorziare dalle proprie ragioni, interiori e ideali, della fedeltà a coloro che si intende rappresentare e, molto spesso, a coloro che si vuole salvare anche dalla cecità nella quale sono stati portati dalla partitocrazia e dalla mancata verità democratica di questa nostra società. io ho ascoltato con interesse e con simpatia — ... — l' intervento svolto poco fa dal collega e compagno Guerra di Rifondazione comunista . credo che egli sappia che molte delle cose che ha detto appartengono alla nostra storia e che non intendiamo tradirla. quando analizziamo come sono composti oggi il bilancio e la finanziaria, quando denunciamo l' assurdità, la stupidità, l' ottusità, cioè gli errori, che sono peggio che crimini, dei bilanci cosiddetti militari e cosiddetti di difesa e di sicurezza, quando osserviamo la ripartizione del sacrificio nella popolazione fra le fasce deboli e quelle forti del nostro paese per portare avanti la baracca e, se è possibile, salvare la nave che si trova in costante rischio di naufragio, quando facciamo tutto ciò, credo che ciascuno di noi sappia che la manovra finanziaria rappresenta proprio questo. mi rivolgo anche al collega Piscitello, che non so se sia presente, ma dirò quello che devo anche se è assente, e mi rivolgo anche agli altri colleghi. quando l' amico Piscitello ha iniziato il suo intervento dicendo: « ladri, ladri di verità » , io ho provato il senso del vissuto. io ho detto queste cose quando forse si rischiava letteralmente la vita per dirle alle televisioni tra il 1976 e il 1979, e l' ho detto qui dentro quando le maggioranze di Governo erano costituite da quella maggioranza politicamente infame dell' unità nazionale che univa gran parte dei rappresentanti dell' Assemblea dalla sinistra al centro, perché le operazioni erano state tali da far sì che il 92 per cento del nostro Parlamento fosse solidale con quella scellerata politica dell' assassinio di Mino, dell' assassinio di Giorgiana Masi , delle verità che ancora non vengono a galla sul caso Moro, condannato a morte dalla partitocrazia. quando dicevamo queste cose allora, in quel momento, con un' Assemblea e un paese pronti a linciarti e che ti linciavano, esse forse avevano il sapore della verità e di quelle unità nel dramma della tragedia, oltre che di luogo e di tempo, che costituiscono appunto la tragedia vera, invece del loro grottesco, con quel sapore — devo dire — patetico che prendono tali parole quando vengono ripetute in un' Aula vuota con i colleghi che ti guardano con simpatia e dicono: « che caro ragazzo! » . la tragedia non è sgomberata, ma volevo dire a Guerra che, se io ritenessi, come tu mostri di ritenere, tu credi di ritenere e tu ritieni, che davvero sia possibile un' alternativa a questo Governo, a questa cultura di Governo, ed anche alle situazioni strutturali dell' amministrazione pubblica del nostro paese, quello che tu ritieni dover essere necessario e che in molta parte coincide allora — credimi! — non basta l' annuncio che da domani a Napoli ricomincerai a fare le manifestazioni. perché se davvero si crede in tali cose, allora in queste Aule si fanno gli ostruzionismi, si dà corpo alle istanze, si chiama e magari si affronta il ridicolo dei digiuni. se davvero si è convinti dell' oceano che ci separa fra quello che noi sapremmo fare oggi se fossimo al loro posto, e che loro non fanno essendo a quel posto, ebbene, allora non un minuto della nostra vita personale e privata, di giorno o di notte, dovrebbe essere dedicato ad altro. noi abbiamo vissuto qui dentro in quattro, con Mauro Mellini, Emma Bonino e Adele Faccio, senza nemmeno sospensioni tecniche, parlando fino a 12 o 15 ore, insultati durante la notte; lo abbiamo fatto da soli, perché la forza ci veniva dalla convinzione che il paese andava verso la catastrofe e che avevamo la ragionevolezza da proporre agli altri, che poteva essere di salvezza per tutti e non solo per le nostre richieste. ecco allora il senso della nostra presenza oggi qui. quando ascolto il collega Pellicano — ma imparo tante cose e le imparo anche da voi — io credo che possiamo opporre al bilancio mille ed una ragione, ma mille ed una ragioni parziali non fanno « una » ragione. Modigliani — perché me lo ricordi, collega Enrico — ha detto quello che ha detto venti giorni fa o un mese fa sulle necessità delle manovre e sulla necessità dell' operare concreto di Governo, urgente, con rozzezza, con la scimitarra, senza possibilità di correggere, senza la possibilità di chiamare un ragioniere dello Stato che capisca quello che gli dici perché è un elemento di cultura. se credeste davvero fino in fondo (io che non lo nomino mai, come ci credo!) al terzo stato e quindi alla realtà delle classi e dell' alternativa di classe, se voi ci credeste davvero, a mio avviso non compireste l' errore di tipo parlamentarista (un po' di cretinismo parlamentare che la sinistra scopriva in sé) di opporre al Governo delle critiche che non corrispondano alle loro effettive capacità, tecniche, strutturali, materiali, fisiche, di operare. quello che abbiamo fatto lo rivendichiamo. sono passati 118 giorni da quando questo Governo si presentò e noi gli votammo contro; sono passati 95 giorni da quando ci assumemmo la responsabilità di dichiarare che questo Governo non poteva cadere, e di dichiararlo a quelli all' interno dello schieramento di classe che volevano farvi cadere, perché quella caduta avrebbe significato il festival per tutte le grandi forze della speculazione selvaggia e feroce; avrebbe significato la giungla senza nemmeno la legge del taglione . ci siamo alzati e abbiamo contribuito affinché si facesse questo e anche ciò che si è realizzato in termini di lotta antimafia, che è l' opposto della proclamazione antimafia che in giro si sente da tutte le parti. con questo bilancio, accingendoci forse a tornare non solo all' opposizione dell' opposizione ma anche all' opposizione del Governo, in coscienza riteniamo di poter ringraziare la sorte che, ancora una volta, ci ha aiutato a ben operare; che ci consente di dire che da deputati e da militanti, da radicali storici in qualche misura, da federalisti europei siamo stati aiutati ad esercitare, con amore e non con odio, le nostre responsabilità. spero che la pochezza dei nostri numeri non abbia rappresentato isolamento o incapacità di animare e dare forza ai tanti che di forza più che mai oggi hanno bisogno nel nostro paese.