Discorsi

intervengo molto brevemente, signor presidente , perché solo pochi minuti sono a disposizione del gruppo di Rifondazione comunista per argomentare un giudizio ed un voto molto negativo sull' articolo 24 e sull' annessa tabella 23. mentre suonano le trombe di un riformismo in tema di scuola e di università che appare sempre più come mera « fumisteria » e mentre si invoca ad ogni piè sospinto il treno (ed è un treno ideologico) dell' Europa e della modernità, nell' articolo 24 e nell' annessa tabella 23 si fotografa malinconicamente l' esistente, che è connotato dalla frantumazione, dalla dequalificazione, dal degrado, dal sabotaggio del diritto allo studio , dal ritorno di forme di selezione di classe nei nostri atenei. emerge (è un dato antico che riguarda i governi e le classi dominanti ) la concezione della cultura come spesa improduttiva; ed emerge, d' altro canto, la concezione della cultura e della formazione come pure funzioni del mercato e della grande impresa. in questo panorama — mi sia consentito dirlo senza tono irrispettoso — brilla la speciale vacuità del ministro Fontana, un' eco pallidissima del suo predecessore. nella bella prosa dei grandi intendimenti e nella miserabile angustia delle scelte concrete si continua in realtà a rimuovere quel dibattito urgentissimo sulla scuola, sull' università, sulla ricerca, sulla formazione e sulla cultura che è un tema vero e centrale del rilancio della nostra economia e della nostra democrazia. quantità e qualità della spesa per la formazione: sono queste le risorse cruciali che possono ricostruire un modello di sviluppo nuovo e forte. questo è un banco di prova a nostro avviso essenziale per giudicare (e il nostro giudizio è negativo) non solo questo Governo, ma anche una storia lunga del governare, dell' amministrare lo snodo essenziale e delicatissimo rappresentato dalla formazione dell' intelligenza e del sapere collettivo.