Emma BONINO - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 92 - seduta del 13-11-1992
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 1993 e bilancio pluriennale per il triennio 1993-1995 (1446); Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 1993 e bilancio pluriennale per il triennio 1993-1995
1992 - Governo I Amato - Legislatura n. 11 - Seduta n. 92
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , il voto che ci accingiamo ad esprimere è molto importante perché riguarda il bilancio del ministero per gli affari esteri e quindi concerne la politica estera del nostro Governo. il collega che mi ha preceduto forse non si è accorto che il ministero degli Esteri ha subito in questa legge finanziaria un taglio di 2.200 miliardi, pari a più del 40 per cento . a parte il fatto che un taglio di tale entità non ha riguardato nessun altro ministero, è del tutto evidente che dobbiamo mettere un punto fermo sugli indirizzi di politica estera del nostro paese, in particolare rispetto al problema della cooperazione allo sviluppo, in relazione alla quale pare che l' unica ad assumere iniziative — seppure tardive ed episodiche — sia la magistratura, nell' assenza totale di qualunque intervento più o meno organico del Governo. su questo tema siamo addirittura petulanti, ma non è possibile venirci a chiedere — come ha fatto il ministro in Commissione — di votare il bilancio in bianco, affermando di non aver ancora aperto il dossier sulla cooperazione, cosa vera ma illegittima e politicamente non accettabile; poi sentiamo che passa il ministro etiopico e vengono promessi 140 miliardi (sempre in relazione a progetti della ditta Salini, ampiamente noti), che al presidente argentino sono stati promessi 300 miliardi, che al ministro cileno di passaggio sono stati promessi altri 200 miliardi: sono cose che si leggono sulla stampa, mentre il Parlamento non ne sa nulla! cari colleghi , credo occorra chiudere questa vicenda; siamo nella totale paralisi, senza che qualcuno si assuma l' iniziativa di dire che d' ora in poi si cambia registro. come se non bastasse, lo stesso ministro ha messo una fretta incredibile al Parlamento affinché ratificasse il trattato di Maastricht , per esprimere la nostra fede europeista. caro collega Piredda, mi rendo conto che ora anche tu ritieni che sarebbe stato meglio avere un po' più di prudenza; noi l' abbiamo proposto in tutte le sedi, ma la maggioranza di cui fai parte ha respinto questa impostazione. oggi scopriamo — come già avevamo preannunciato — che Major firmerà forse a luglio e comunque dopo il secondo referendum danese. quindi, avevamo ragione noi a chiedere almeno un po' di prudenza al nostro Governo e ad invitarlo ad assumere le opportune iniziative per colmare il deficit di democrazia. ho poco tempo a disposizione e quindi non posso riaprire il dossier jugoslavo. non si tratta di avere la palla di vetro per indovinare chissà cosa: tutti coloro che si occupano del tema sanno che la Macedonia ed il Kosovo sono, oltre alla Bosnia, le prossime zone a rischio. il Governo rifiuta di riconoscere queste nazioni, che pure risultano aver esperito tutte le procedure richieste dal comitato Badinter. i dodici non riconoscono queste nazioni e quindi non esiste una politica estera comune né una precisa politica estera italiana in materia. assistiamo ora ad un taglio di 2.200 miliardi del bilancio del ministero. appare necessario, quindi, giungere ad un chiarimento su questo punto proprio perché la politica estera del Duemila è diventata assai importante, come ha in qualche modo dimostrato l' intervento del collega che mi ha preceduto, il quale ha proposto sostanzialmente la linea di sempre: gli affari sono affari e non si guarda tanto per il sottile con chi si fanno. la nostra tesi è diversa. l' Italia non si può occupare del mondo intero, ma a nostro avviso si deve impegnare per sostenere processi democratici nei paesi che rispettino i diritti civili e politici dei loro cittadini. proprio per questo vi dico che non è possibile continuare con l' andazzo che ho cercato di descrivere e che sottolineo in tutte le sedi. abbiamo avuto cinque anni di gestione del ministro De Michelis , sulla quale forse sarebbe necessario esprimere un' analisi ed un giudizio; poi abbiamo avuto il veloce interregno del ministro Scotti ed, oggi, il ministro Colombo. vi assicuro che andiamo di male in peggio. erano stati concordati tagli per 1.500 miliardi: la Camera — tutti compresi — ha voluto che i tagli fossero di 2.200 miliardi, per ripianare il fondo per le pensioni. la responsabilità non è quindi solo del Governo, poiché di fatto si realizza un' alleanza più vasta e complessiva. per tutti i motivi che ho esposto, ma soprattutto per segnalare che è necessario cambiare registro e che occorre avere direttive semplici e chiare, per rispettarle con un minimo di coerenza, noi voteremo contro l' articolo 7 e l' annessa tabella numero 6 del ministero degli affari esteri , contro la linea seguita dal ministro degli Esteri , per lo meno nei tre settori che ho citato.