Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 89 - seduta del 10-11-1992
Sul rinvio delle comunicazioni del Governo sui problemi dell'ordine pubblico
1992 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 128
  • Attività legislativa

signor presidente , colleghi, signor rappresentante del Governo, siamo nella situazione ideale: mi pare che, con coloro che entrano in questo momento, ed a parte l' onorevole presidente , siamo in quattro deputati in Aula. credo che « quattro gatti » rappresentino in questo caso già una dimensione classicamente sufficiente per formare un' unità. cominciamo a parlare di questo terzo atto della manovra finanziaria, quello che in gran parte lo sappiamo — è pregiudicato (in senso positivo o negativo: ciascuno di noi darà le sue valutazioni) dagli atti che abbiamo precedentemente compiuto. se, prescindendo dal contesto, analizzassimo questo provvedimento, esso risulterebbe certamente assai deludente. nel 1992, nel momento in cui ci occupiamo di un tema tanto importante come la politica di sicurezza e di difesa — e quindi quella estera e comunitaria — del nostro paese, confermiamo — soprattutto per quello che riguarda la difesa e la sicurezza — impostazioni che in realtà hanno venti o venticinque anni. lo si è fatto in Commissione difesa, che questa volta è tutta rossa: in passato c' era il pericolo di « componenti rosse » , sabotatrici della stessa commissione, ma credo che stavolta tutta la Commissione sarà diventata un po' rossa, non dico di vergogna, ma di pudore. abbiamo un Parlamento che nel 1992 conferma YEFA e gli Ariete, come se la strategia e le strutture stesse della difesa potessero ancora oggi assolvere minimamente un compito appunto di sicurezza e di difesa e come se il teatro di possibili conflitti nel mondo fosse lo stesso che abbiamo conosciuto nei decenni precedenti. una Commissione difesa che così si comporta penso dovrebbe considerarsi dimissionaria dalla sua responsabilità. ed è indubbio che il Governo abbia responsabilità profonde ed istituzionali se a questo si arriva. in alcuni momenti anche la semplice proposta, a mio avviso, dovrebbe considerarsi scandalosa e non basta l' alibi o la ragione in base alla quale la Commissione difesa della Camera si trova su certe posizioni. si continuano a fare certe operazioni; diciamo di voler ridurre il personale: lo facciamo in maniera sensibile, ma serbiamo stanziamenti per armi inutilizzabili e che, essendo destinati a sistemi d' arma del tutto superati, faranno in qualche misura — scusate il termine — incarognire in un modo assolutamente incredibile ed irresponsabile in una certa scelta strategica anche il mondo industriale italiano e multinazionale, con cui dobbiamo avere un rapporto dialettico. che cosa significa continuare oggi a prevedere stanziamenti per gli Ariete? sappiamo che tutt' al più il nostro paese ha bisogno, più che di cingolati, di mezzi gommati, che possano viaggiare velocemente ed essere adibiti al pronto intervento. soprattutto, conosciamo l' eventuale strategia da garantire se volessimo restare conservatori, anche se noi radicali storici e noi federalisti europei non vogliamo esserlo. riteniamo infatti che occorra convertire profondissimamente il concetto di sicurezza e quello di nemico in rapporto agli strumenti della nonviolenza. si tratta di sistemi che gli eserciti conoscono: la voce di Londra era uno strumento di guerra di efficacia micidiale. oggi, invece, continuiamo a ritenere poco rilevante la diffusione della verità — la difesa e la notifica della verità — ai popoli degli eventuali nemici, con i quali eventualmente ci si confronterà. per esempio, contrariamente alle bubbole gravissime che si continuano a raccontare, lo scorso anno noi eravamo profondamente contrari all' intervento militare sul fronte iracheno; così è stato, almeno fino alla decisione definitiva. ritenevamo infatti che il primo strumento di iniziativa da usare in profondità fosse l' informazione del popolo iracheno sul significato dell' occupazione del Kuwait e soprattutto sul pedaggio di milioni e milioni di morti pagato dalla storia e dalla viltà occidentale. in proposito, ricordo Ghandi: se non si è nonviolenti e se non si risponde alla violenza, si è dei codardi; e questi sono sicuramente peggio dei violenti. ebbene già allora auspicammo che si usassero le armi « micidiali » (non certo in termini di vita) dell' informazione e della verità. in una strategia di difesa e di sicurezza l' elemento della promozione nei confronti di forze coscienti e consapevoli nella loro volontà di pace è un volano essenziale della strategia (anche di attacco) per difendere i diritti di un territorio, di un paese, del mondo. se anche non volessimo introdurre questo strumento e considerare agibile questo elemento di studio, preparazione e strutturazione della difesa e della sicurezza nonviolenta, il continuare ad ignorare che dobbiamo organizzarci nel modo più razionale ed urgente per disporre di contingenti di pronto e rapido intervento, concepiti in modo particolar per poter essere « prestati » , messi agli ordini dell' Onu, della Comunità Europea , dell' Ueo, significa pronunciarci e votare per una manovra ed una operazione totalmente deficitaria, passiva e sbagliata. in materia di politica estera abbiamo già ascoltato l' intervento della collega Bonino. certo: è stato previsto un taglio di oltre 2 mila miliardi, che in gran parte si ripercuote sull' elemento della cooperazione. Dio sa qual è il nostro atteggiamento in merito agli interventi straordinari nel sud, per tutte le voci. io stesso in Parlamento europeo ho votato a volte perfino contro gli stanziamenti straordinari in occasione di terremoti. ero stato, non facile, ma difficile profeta, perché sappiamo in cosa si siano tradotte certe forme di sovvenzione e di finanziamento straordinario. dunque, il principio della riduzione di migliaia di miliardi è positivo: ma con quale destinazione? anche qui si riscontra il vuoto assoluto di prospettiva, di politica e di Governo. non a caso abbiamo constatato un problema e vorremmo cogliere quest' occasione perché fosse almeno inserito nei bilanci della Camera. ci troviamo a sostenere sempre di più responsabilità comuni con questo Governo — non a sostenere questo Governo, lo ripeto, ma responsabilità comuni con esso — per esempio per anticipare al di là di ogni attesa i tempi del passaggio da un Governo, come dire, di salute pubblica, applicato alla manovra finanziaria, ad un Governo che, nel contempo, sia riformistico e, se possibile, riformatore. mi riferisco all' annuncio fatto l' altro giorno dal presidente del Consiglio relativamente alle proposte salveminiane, riformistiche, del comitato Giannini che, come tale, era stato salutato dal Pds e da tutti quanti al momento della sua presentazione e che rischiava di restare negletto, rimandato ad un secondo tempo che, se davvero si fosse continuato in quel modo, non ci sarebbe mai stato. infatti, un Esecutivo che avesse governato solo questa tragica, drammatica emergenza della manovra, nel momento in cui questa, tra qualche settimana, qualche giorno, in qualche misura fosse compiuta, è chiaro che ci avrebbe posto e si sarebbe trovato dinnanzi ad una situazione di vuoto che il nostro paese, le nostre istituzioni non possono permettersi nemmeno per un' ora. saremo in questo sentinelle di pronto e rapido intervento. oggi qualsiasi ipotesi che comporti un momento di crisi ufficiale delle istituzioni è massacrante; e coloro che non distinguono tra le critiche pur feroci e durissime — ci arriviamo, adesso — , quali quelle che noi avanziamo al Governo, e l' illusione e la viltà — lo ripeto; la viltà — di far intendere ai propri sostenitori, ai propri elettori ed alla gente che ascolta, che si auspica e si vuole la caduta di questo Governo (mentre la realtà è che si può essere ferocemente contrari su una serie di cose, ma riscontrare che oggi non abbiamo la libertà, se questa è intesa come responsabilità, di far cadere il Governo senza che sia pronta con certezza un' altra, contrapposta, diversa, allargata alternativa di Governo), dimostrano di essere incapaci di governare perfino se stessi . a meno che non si accetti di pagare il pedaggio per il quale si governa egoisticamente la propria fazione e tanto meglio lo si fa quanto più — chiedo scusa — si minchionano i propri rappresentati, li si disprezza e si continua a « drogarli » con l' esasperazione, con il nutrimento di forme di risentimento, di rivolta, di rabbia, di disgusto e di nausea, che sono moralmente legittimi, ma politicamente e civilmente suicidi. questo è il rimprovero che muovo per molti versi agli amici della Rete: coloro che nutrono, esasperano, invitano a non diminuire il proprio senso di nausea, di rivolta e di negazione, la propria volontà di distruggere e di punire i responsabili della situazione in cui siamo, e che soprattutto a questo si limitano, in realtà indicano degli obiettivi — questo sì, devo dirlo — plebei (ma non al livello dello stile; in questo caso li avrei definiti popolari), da sottoproletariato che serve la logica del potere nel suo significato più bruto, nella sua potenza. così, chi ha saldamente il potere come fatto bruto, di forza e di violenza, può riuscire meglio a governare, nel proprio interesse di parte: la rivolta plebea, lo sdegno, la speranza che per un momento ci sia un Ciceruacchio, un Savonarola che riesca a colorare di sé la città; e coloro che hanno il potere che definirei di classe, il potere strutturale, il potere che la sovrastruttura istituzionale, giuridica e politica nell' immediato non controlla e non riesce mai a controllare; quel potere che sa fare tesoro dei momenti di disordine, di rifiuto di un ordine che pare, sotto molti punti di vista , insopportabile od ignominioso. questa è la cifra che un secolo e mezzo di organizzazioni democratiche e democratiche di massa del suffragio elettorale avrebbe dovuto e dovrebbe insegnare a ciascuno di noi: così come la legge infame del taglione è pur sempre meglio di quella della giungla, che è pura violenza priva di qualsiasi regola, nemmeno ingiusta come quella del taglione, che pure è una regola, così quei successi sociali o quelle lotte che hanno come loro risultato per il momento la distruzione, per il momento il caos, per il momento la giungla, saranno pagati soprattutto da coloro che non sono titolari, direi costituzionali, dei poteri — appunto violenti — che possono irridere e che soprattutto, in assenza di regole, non hanno nemmeno un limite di principio, né lontanamente una regola. è la realtà italiana. allora possiamo ben dirlo: è urgente, signori del Governo, colleghe e colleghi, è urgentissimo iscrivere questo argomento all' ordine del giorno del lavoro del Governo che dovrebbe nascere (governo innanzitutto come concetto), da ogni banco del nostro Parlamento. il problema dovrebbe essere quello di governare d' urgenza il dibattito, la riflessione, sì da rendere possibile, entro sette o dodici mesi , un rivoluzionamento totale delle voci del bilancio della difesa; avvisare sin da adesso le industrie parassitarie, quelle che sopravvivono solo nella misura in cui la distorta logica militare violenta i criteri di mercato, di rapporto fra costi e ricavi, della produzione, della creazione; quella che quindi, come con una metastasi continua e spaventosa, si inserisce in tutti i minuti, i momenti del mercato e della produzione industriale , piccola media e grande. avvisiamo sin da adesso i vostri partiti, il nostro Parlamento che da questo minuto, compiuto questo atto, il problema dell' Ariete deve divenire esemplare per la difesa e per il dibattito nel nostro paese. lo stesso vale per il problema dell' EFA, e, in politica estera , per quello di una cooperazione nella quale la schiavitù della demagogia anticolonialista è stata attrice di ancora più feroci tragedie per il terzo mondo d' altra parte facendo divenire terzo e quarto mondo quello che non lo era rispetto all' ordine — ingiusto storicamente rispetto alla nostra cultura — coloniale. semmai dovremmo concepire — governare è concepire — 200 o 300 mila italiani di nuovo dislocati nel deserto con i 50 mila tuaregh, gli altri, finanziati perché attraverso questa nuova interazione anche etnica si faccia fiorire il deserto a livelli altri da quelli riusciti agli israeliani. noi possiamo solo ripopolare le zone distrutte. amici Verdi, ecologisti, se noi non ripopoliamo con un atto di volontà i deserti e le zone desertificate non avremo la forza e l' interesse oggettivo, storico, di convogliare lì poi il denaro, risorse tali perché venga anche l' acqua, ritorni la vegetazione e una struttura sociale, come tutte le grandi strutture della storia, bastarda, nella quale le purezze delle razze vengono in realtà dominate. oggi noi possiamo governare tenendo presente che anche gli archetipi di antropologia culturale potrebbero servire a questa operazione, prometeica, certo, ma possibile, a nostra dimensione, con i 2.000 miliardi che oggi giustamente togliamo. il nostro giovane, di età e di spirito, ma sempre più vecchio — è la nostra sorpresa dolorosa — ministro degli Esteri Emilio Colombo va avanti anche lui così: arriva un etiope, e lui gli promette 100 miliardi; a un altro 70; alla Croce rossa 15. tutto questo è veramente la testimonianza del vuoto, anche perché le strutture nazionali non sono adeguate, così come in termini di sicurezza « militare » , residuato che dobbiamo governare nella conversione degli elementi di conflitto storici e sociali, e quindi anche internazionali. in tutto questo dovremmo avere l' ambizione di avere progetti. l' unico progetto è quello sudafricano, che varrebbe a de Klerk il Nobel, come monsignor Tutu, cassato da tutta la demagogia sinistrorsa e idiota, veramente irresponsabile e conformista: il conformismo oggi è un dato più nauseante nella sinistra tanto è grosso, tanto la destra è ormai padrona anch' essa o serva dei miti apparentemente mondialisti, apparentemente buoni, apparentemente nonviolenti della sinistra. società con caratteristiche e principi mostruosi, come la società sudafricana (la società apartheid, che è un modo di vedere le cose), comunque hanno garantito in tutta l' Africa le condizioni sociali, economiche, di salute, di mortalità infantile , di forza fisica e di aspetto le più elevate. questa è la tragedia dell' intero continente africano, ivi compresi il Marocco, la Tunisia, l' Algeria e l' Egitto. vi è un divorzio tra scienza, fatti, conoscenze ed ideologie nel nostro bilancio; e ancor più vi sarebbe se le opposizioni (di sinistra, di destra, di centro: la distinzione non ha più senso) riuscissero a « colorarlo » ancor più nei suoi aspetti fondamentali: divorzio tra scienza e consapevolezza, concepimento di vita, misurata rivoluzione, che consiste in quel millimetro al giorno nella direzione giusta, e non in salti illusori in un momento di volontà e di distruzione dell' altro, di conversione energetica delle energie ideali, delle energie anche amministrative. ciò di cui la Somalia e la Russia oggi hanno bisogno innanzi tutto è di una struttura amministrativa statuale che consenta in cinque anni la nascita di una struttura autonoma. Eltsin oggi va a Londra perché in Russia non esiste più un embrione di Stato amministrativo in grado di riscuotere le tasse nelle città per destinarle al momento nazionale sia esso russo o bielorusso o altro ancora. la stessa situazione — o peggio ancora — si presenta in Somalia. e invece ci poniamo il problema di aspettare e sollecitare una soluzione in Angola (e stiamo vedendo come vivono!); o di auspicare azioni positive dalla nullità politica di Mandela. è la solita confusione: eroe o no, se uno è stato trent' anni in carcere diventa candidato a governare il mondo! Mandela lo abbiamo liberato, ma le idee che lo avevano portato in carcere erano assassine e suicide ed oggi vengono portate avanti grazie al prestigio di una persona che abbiamo onorato politicamente, mentre avremmo dovuto onorarla solo umanamente. per quanto riguarda il ministero degli affari esteri , se vi fosse qualcuno ancora più a destra di Emilio Colombo, agirebbe con la stessa viltà, la stessa cecità, la stessa mancanza di iniziativa? tra parentesi, signor presidente , lo credo bene che il ministro per un po' non osi presentarsi alla Camera dopo la baggianata storica, pantagruelica per la risata che potrebbe provocare, che ha compiuto imponendoci subito la ratifica del trattato di Maastricht . e sta zitto dinanzi al fatto che Major, avendo ottenuto la maggioranza per tre voti, annuncia che solo dopo il referendum danese, a giugno prossimo, il suo paese ratificherà il trattato. un ministro così dovrebbe comprendere che forse questo non è più il suo tempo, o non lo è ancora; e dimettersi. accade poi che un ministro della Difesa avanzi determinate proposte ad una commissione parlamentare senza che la sinistra abbia proposte alternative; c' è solo il pianto greco pacifista. bisogna ridurre un po' qua, un po' là, un po' su e un po' giù, ma senza un disegno chiaro, urgente, capace di convogliare le forze nuove che ci sono nel paese: che chiami Bossi ad essere responsabile, comunque di ciò di cui è responsabile invece di spingerlo nell' area supposta dell' indegnità o dell' irresponsabilità; il che oltre che una cattiva operazione è anche illusorio. ci siamo dunque venduti al Governo? il voto di noi cinque o sei (non so quanti saremo) anche in questa fase della manovra, per moralità politica, è un voto subalterno o è subalterna la vecchia situazione del gioco delle parti, quella dell' opposizione che sull' onda dei riflessi de L'Unità del nostro carissimo amico colonnello Veltroni (non c' è più Renzo Foa) a questo punto ha travasi di bile e di fiele? se riusciamo ad ottenere dal Governo di divenire Governo, un Governo che annunci le misure di riforma Giannini nei prossimi giorni, proprio quelle riforme che tutti quanti noi volevamo e avevamo chiesto tutti...! allora, le cifre vanno lette; certo, noi abbiamo tutta la maturità storica, e direi da Giovanni Negri a Francesco Rutelli, se non avessi alcuni piccoli problemi di eccesso di mestiere e di urgenza di riuscita. abbiamo qui e possiamo fornire al nostro paese un ceto di venti-trenta persone di Governo, perché il problema della conversione delle strutture militari in strutture civili (non della distruzione) è cosa nella quale ci siamo formati nelle carceri dei nostri obiettori di coscienza e non nell' irenica ed imbelle evasione dal servizio civile gabellato come obiezione di coscienza ! allora, sì, si traducono in bilanci dello Stato! allora, sì, vi è quella forma di opposizione che in certi momenti, storicamente, deve avere il coraggio di ritenersi solo — purtroppo — forza dialettica di opposizione e di suggerimento. oggi non v' è una persona, a destra o a sinistra, che abbia senno o che sia potenzialmente candidata a governare, che ritenga che l' operazione Ariete o l' operazione EFA e le altre che finanziamo abbiano un minimo di ragionevolezza. se ci fossimo concentrati su questo e se avessimo detto alle piazze, agli operai della Maserati, ai pensionati, che questo è il conto salatissimo e tremendo che non abbiamo nemmeno iniziato a finire di pagare per quindici, venti anni di ideologia consociativa, di visione sindacale di Stato e sindacalista, che ha fatto del sindacato dei dieci milioni di iscritti, grazie alle trattenute sulle buste paga ... perché al massimo sarebbe il sindacato che non si è vergognato, come il Pds o il Pci non si vergognava, di essere con le rivendicazioni dei direttori generali, di essere con le rivendicazioni dei magistrati di Cassazione, di essere, allo stesso modo, dalla parte di qualsiasi rivendicazione, purché fosse comunque il tentativo di acquisire, attraverso l' illusorietà del consenso, l' interesse materiale ed immediato di questo ceto, di questo gruppo di persone che ha reso giungla le categorie, i bilanci, la realtà del nostro paese... se oggi lo riconoscessimo e se andassimo noi a dire che abbiamo sbagliato...! le pensioni-baby: un sindacato che le ha accettate, un sindacato cislino che ha cercato di degradare l' amministrazione pubblica , come ha fatto una Cgil o l' UILFIM, rappresentante dei metalmeccanici, che hanno accettato di governare i loro successi in questo modo, che hanno accettato l' EUR, che hanno accettato, come ha fatto Agnelli, una visione neocorporativa, neoindustrialista e neooperaista, quella che Salvemini attaccava, quella che ha portato al distacco dal tronco socialista-democratico di tante forze e di tanta cultura, che ha ammazzato il meridionalismo democratico, perché era quello che lucidamente, con un' antiveggenza ecologica ed ecologista immensa, aveva posto questi problemi...! adesso noi, invece, dobbiamo vedere questo triste gioco. no! ed è un dolore, signor presidente , anzi è peggio di un dolore, è uno scandalo della ragionevolezza vedere oggi la meno partitocratica delle istituzioni e delle forze, questo Governo, colpevolmente nato debole rispetto ai comportamenti, ai calcoli del Pds, degli stessi amici di Rifondazione comunista , della Rete, dei Verdi, di tutta quest' Assemblea, della stessa Lega, con la novità che avrebbe potuto rappresentare... e non parliamo degli amici repubblicani (adesso saranno al congresso: non mi hanno invitato, ma faccio loro tanti auguri, perché davvero ne hanno bisogno): avrebbero dovuto rappresentare il rigore delle posizioni, ma oggi sono solo rigorosi, attraverso il loro leader, ad inseguire illusorie prospettive di successo immediato, ad alta redditività immediata su tutte le cose delle quali si occupano, a cominciare da quella relativa al problema della droga. dunque, il nostro è un voto a favore che, da una parte, riteniamo obbligato, ma dall' altra parte è sicuramente creativo ed avanzato nei metodi. le critiche che noi muoviamo al bilancio del ministero degli Esteri e a quello della difesa credo siano le più radicali che si possano immaginare; ne abbiamo parlato nei nostri incontri. il presidente Amato, il ministro del Tesoro , e forse anche il ministro della Difesa avrebbero voluto introdurre correzioni, ma non hanno trovato il tempo. credete forse che questo sia un dato da non considerare come elemento strutturale? quando un Governo, con l' amministrazione che abbiamo e con il tipo di attività parlamentare e politica svolta dalle opposizioni, non trova il tempo di fare, questo è un elemento centrale. è vero, non è una balla: il tempo è davvero danaro, è qualcosa che o si perde o si conquista; il tempo non è inerte, non esiste oggettivamente. che cosa stiamo tentando di fare, noi, se non portare tutto il paese e tutta la Camera a discutere del prossimo bilancio attraverso le prefigurazioni relative all' anno prossimo , che fin da adesso potremo fare, dicendo che si può votare tutto? ma se oggi sull' operazione Ariete, sull' EFA, sulla riduzione sbagliata, nella forma, del personale, sull' assenza di una strategia che consiste nell' avere otto o dieci brigate immediatamente fornibili in dodici ore all' Onu, all' Ueo o a chicchessia, dicendo ai nostri generali che non possono continuare ad essere quattrocento, cinquecento, seicento...! perché, per esempio, non approviamo un ordine del giorno con cui chiedere che i signori generali, i signori magistrati e i signori membri della Corte costituzionale , per i dieci anni successivi al loro pensionamento, non abbiano il diritto di percepire denaro né pubblico né privato per le loro prestazioni? questa è una vergogna! i peggiori generali che fanno carriera (qualche volta, per fortuna, ci sono anche i migliori) la fanno perché sono sostenuti da quelle forze che sanno che diventeranno loro consulenti e loro presidenti. lo stesso vale per i magistrati. quanti sono i magistrati di grado elevatissimo, magari anche presidenti della Corte costituzionale , che adesso non guadagnano 200 milioni o 800 milioni all' anno per le loro prestazioni? questa è un' azione riformistica e riformatrice, e l' attuale Governo è capace di farla; c' è una libertà intellettuale, in questi professori, che noti si trova in altri. noi crediamo che tali possibilità debbano essere coltivate. lo schieramento destra-sinistra, ancorché possa dispiacerci, noti è lo schieramento dell' avvenire semanticamente, a livello delle parole, perché i mostri che abbiamo costruito nella storia e che ancora adesso vivono nell' impero cinese e in altre situazioni, nel nome della sinistra, sono come quelli (se non di più) che abbiamo conquistato al mondo come destra. i punti di riferimento devono essere altri e coloro che qui difendono più o meno — e termino — , al momento dell' esame del bilancio, anche nella Commissione bicamerale, lo statu quo , nell' illusione di garantire, con la proporzionale e via dicendo, la loro presenza qui, e non nella coscienza del paese o nelle lotte sociali, come fazioni (che si tratti di DP o di altri) appartengono fatalmente, signor presidente , a quel modo di operare e di guardare le cose nella storia per cui i 25 aprile diventano, non nel loro carattere liberatorio, ma nel loro carattere anche funesto per le parti e violento, sanguinario e sanguinoso, una iattura per tutti e non solo per coloro che sono perdenti. credo che noi, signor presidente , anche con le nostre critiche dure, nell' atto parlamentare che ci accingiamo a compiere, votando sulla terza parte della manovra del Governo, stiamo cercando di dare un contributo, prefigurando quell' articolazione democratica, anglosassone e classica della democrazia che può essere l' unico contenitore di una grande alternativa democratica di classe, di cultura ed anche di idee.