Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 79 - seduta del 27-10-1992
Sulla situazione dell'ordine pubblico
1992 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 81
  • Attività legislativa

chiedo di parlare contro. signor presidente , colleghi, credo che stiamo conducendo la discussione tentando di dilapidare realmente il più importante dei dibattiti realizzati a partire dal mese di maggio o giugno. eppure, Dio sa se di dibattiti importanti e gravi (acerbi o putrefatti, per quanto riguarda l' oggetto, alcune volte) ne abbiamo svolti molti! penso che da parte dei vari gruppi parlamentari non si sia maturata la consapevolezza della gravità di questo atto. infatti, come è immaginabile, con questo incaponimento del Governo — dobbiamo fare tutto e presto, meno si dibatte e meglio è, prima si ratifica e meglio è — si andrà ad Edimburgo, dove praticamente quasi tutto sarà in via di chiarimento (ed, in qualche misura, di conquista) di un' applicazione coerente del trattato di Maastricht . si dovrebbe, invece, andare con le mani libere, con qualche documento — come proporremo fra qualche istante — che chiarisca che il Parlamento italiano è fedele a quell' impostazione il cui tradimento ha portato l' Europa in crisi, prima con l' atto unico , poi con il trattato di Maastricht . noi, che sicuramente vogliamo fare tesoro perfino di quest' ultimo, nella continuità dura della nostra opera creativa, noi, invece, tutto quello che dovremmo dare è che una notizia d' agenzia faccia dire domani — in Italia, perché in Europa non si darebbe neanche la notizia — che la Camera dei Deputati , come il Senato, ha votato questa « baracca » , ha ratificato. no. ma di questo parleremo dopo. per il momento vorrei invece limitarmi alla questione pregiudiziale di costituzionalità che gli amici e colleghi del Movimento Sociale Italiano hanno presentato. uno dei motivi per i quali sarò poi particolarmente convinto nel chiedere di approvare la questione sospensiva , è che mi auguro che non si perda una conquista importante degli scorsi anni, quella per la quale, al contrario di alcune prese di posizione degli anni Cinquanta da parte del Movimento Sociale Italiano sul patto atlantico ed altro, il Movimento Sociale stesso, in politica estera federalista, in realtà ha fatto parte della maggioranza, se non della quasi unanimità del Parlamento. spesso, infatti, abbiamo avuto l' unanimità del Parlamento italiano nell' accettare i compromessi necessari alla costruzione europea. ebbene, con la questione pregiudiziale in esame ho quasi il timore che gli amici del Movimento Sociale facciano un passo indietro o tornino ad assumere una posizione che non li distingua — come li ha distinti, come destra nazionale, destra italiana — dai Le Pen , dai Republikaner e dagli altri. operazione, questa, dura, difficile; nel Parlamento europeo facciamo ancora parte, insieme, dei non iscritti, che è soluzione costosa, mentre potreste far parte del gruppo che oggi per eccellenza è anti-Maastricht, quello di Le Pen e connessi. non vorrei che, per mancanza di dibattito, signor ministro degli Esteri , sottovalutassimo la necessità, nella quale ci troviamo, di discutere con tutti i gruppi, quindi anche con quello del Movimento Sociale , per riconquistare, anche attraverso un dibattito pubblico, una larghissima unità. mai come in questo momento sento la mancanza di Pancrazio De Pasquale , mancanza dolorosa e tremenda, se giudico da alcuni interventi che ho ascoltato, sto ascoltando e che ascolteremo. sul piano specifico, credo che D'Onofrio abbia risposto, al solito, con puntualità, competenza ed onestà intellettuale. amici del Movimento Sociale Italiano , per quanto riguarda il trattato di Maastricht — voi stessi lo dite — attraverso specifici protocolli sono realizzate deroghe ai principi generali. di conseguenza, non si può invocare l' articolo 11 della Costituzione per non ratificare il trattato, perché i protocolli di Maastricht prevedono assoluta eguaglianza — nel trattato — dei contraenti. che con protocolli aggiunti, note interpretative e operazioni successive si consentano deroghe, proroghe e dintorni, contro le quali occorre essere, non vuol dire che la caratteristica dell' appartenenza alla Comunità, all' unione economica , monetaria e politica non sia prevista dal trattato di Maastricht con piena uguaglianza di rinuncia di sovranità nazionale da parte di tutti i contraenti. voi stessi ricordate nel testo della questione pregiudiziale di costituzionalità che avete presentato, che il Regno Unito , « in funzione di uno specifico protocollo "non deve essere obbligato né deve impegnarsi a passare alla terza fase dell' unione economica e monetaria senza che il suo Governo e il suo Parlamento abbiano preso decisione autonoma in questo senso" » . semmai, credo che noi dovremmo porre all' interno della Comunità alcuni problemi, come, per esempio, la legittimità della permanenza degli 81 parlamentari britannici nel Parlamento europeo e di quelli danesi se usassero, quando verrà il momento, di questa clausola. penso però che in termini tecnico-costituzionali, oltre che di riflessione, sia inesatto quello che viene lamentato, per fortuna. i trattati di Maastricht prevedono pienamente, nei loro testi... mi piace interrompere il dibattito fra il presidente Bianco e il presidente Fracanzani, poiché credo stiano parlando di cose importanti...! concludo dicendo con molta semplicità, umiltà ed onestà intellettuale che — anche se non sono un eccelso costituzionalista sono attento da molto tempo a codesti temi — credo non esista quell' ostacolo che i colleghi del Movimento Sociale Italiano hanno indicato. il trattato di Maastricht prevede ed esige uguaglianza di rinuncia alle sovranità, tant' è vero che vi sono protocolli aggiunti contenenti deroghe o proroghe. quindi, possiamo e dobbiamo, da questo punto di vista e sotto questa specie, ritenere che non vi siano elementi ostativi alla ratifica, sin d' ora, del trattato. aggiungo, se ho ancora qualche minuto di tempo, signor presidente ... se fosse possibile non disturbare i colleghi, tacerei. però, al mio posto prenderebbe la parola un altro deputato, quindi da questo punto di vista renderei sì, un favore a me stesso ma nei vostri confronti sarebbe un gesto inutile... da parte del collega Russo Spena sono stati introdotti, come motivazione di appoggio alla questione pregiudiziale presentata dal Movimento Sociale Italiano , ulteriori argomenti. devo proprio dire che il collega Russo Spena — così come i deputati del gruppo di Rifondazione comunista — è troppo ferrato in tema di costituzionalità e di Costituzione per credere agli argomenti che egli stesso ha avanzato, altrimenti avrebbe presentato — insieme con gli appartenenti al suo gruppo — una questione pregiudiziale di costituzionalità fondandola naie tali argomentazioni non reggono né in cielo né in terra , né a Maastricht né a Roma. l' assenza di democraticità che — ahimè! — noi lamentiamo, l' assenza di stato di diritto che — ahimè! — noi lamentiamo, non sono elemento di discriminazione dell' Italia o dell' una o dell' altra parte contraente. è appunto quel cammino che è stato percorso anche da un certo tipo di sinistre, oltre che di destre, europee, che non vedono al di là del proprio naso e che alla fine degli anni Cinquanta hanno conquistato, quando è venuto a cadere un determinato tipo di internazionalismo, il concetto di vie nazionali a qualcosa. ed era un' aberrazione, già alla fine degli anni Cinquanta , scoprire le vie nazionali come un dato attuale. e trovo davvero — come dire — incredibile che gli amici di Rifondazione, nel rifondarsi, da questo punto di vista sembrino partire da alcune osservazioni sull' Europa che, nella migliore delle ipotesi, sono vecchie di 33 anni: risalgono, cioè, al momento in cui si abbandona una certa politica di schieramento internazionale affermando di voler perseguire le vie nazionali al socialismo (e si continua ancora per tre o quattro anni a non essere in alcun posto). la verità è che la storia dovrebbe insegnare soprattutto a noi, ad una certa sinistra, che i veri triangoli industriali, i veri triangoli democratici di classe sono quelli che vanno — come noi ripetiamo da 40 anni — dal Nord Italia o da Bagnoli a Dusseldorf e a tutta la realtà industriale europea. e il fatto di non aver compreso che tutto ciò va urgentissimamente irrobustito sul piano istituzionale e giuridico ha provocato quella sconfitta storica — dalla quale sarebbe bene trarre qualche insegnamento per non avere illusioni demagogiche — di una parte della sinistra operaia e democratica europea che, solo grazie ad una certa evoluzione del Pci, sembra aver compreso errori che adesso — temo — si vogliono ripercorrere. pertanto, sono contrario alla questione pregiudiziale in esame, augurandovi però che vi sia il tempo di continuare il dibattito, signor ministro degli Esteri , perché anche queste pregiudiziali e questo clima sono conseguenza della frettolosità e del modo — come dire? — un tantino oligarchico, un tantino illusoriamente di vertice con il quale la vicenda sembra voler essere condotta dal Governo. cari colleghi , non so se posso contare su una sorta di miracolo per cui, stanchi e distratti come siamo, almeno una parte di voi mi faccia credito di un quarto d' ora d' attenzione per qualcosa che credo sia molto importante anche per molti altri temi che stiamo discutendo. lo dico anche per quegli amici e colleghi della Democrazia Cristiana , che, presenti in Aula in questo momento, stanno appassionatamente discutendo. vorrei solo dirvi che non intendo disturbarvi, ma sono così — come dire? — mendico di attenzione — e dell' attenzione vostra, colleghi — perché penso e spero che possiamo in queste Aule, nei giorni e nelle settimane che verranno, tradurre in forza comune e parlamentare una certa forza di fiducia, di amicizia, di dialogo e di conoscenza che, indubbiamente, soprattutto amici che stanno parlando in questo momento ritengono possibile... noi stiamo per compiere o no, bene o male, un atto storico. in realtà, siamo così abituati a che le parole perdano significato e poi ci si trovi, dopo dieci anni, storditi da quello che ci cade in testa, che evidentemente ci sembra impossibile che ciascuno di noi, nella sua piccolezza, veda davvero passare attraverso la propria vicenda, anche esistenziale, qualcosa di così grande come quella che pretende di avere un peso storico (ed un peso non solo di gravità e negativo, ma anche un po' prometeico), quello nel quale ciascuno di noi ha il dovere ed il compito di avere un attimo di presunzione e pensare che, a fronte della sorte e del destino, possa contribuire in qualche misura al Governo delle cose del mondo attraverso la propria attenzione. anche la Fronza Crepaz credo, la quale poi tali questioni sente in modo critico, se ben individuo cosa c' è dietro quell' impermeabile rosso, lassù. è vero che le belle donne non hanno spalle e quindi non credo che dobbiamo dolercene... ti chiedo scusa, collega, ma poi ti so la più sensibile di tutti in altri casi... entriamo nel merito. il ministro degli Esteri sa — ma credo molti di voi sappiano — quanta fiducia ed anche, se mi si consente, quanta amicizia sia venuta — amicizia fondata su ragioni ideali, anche comuni e lunghe, e luoghi di lotta — e ci unisca in certi momenti e in momenti lunghi. è proprio in ragione di quella amicizia e di quelle amicizie, collega e colleghi, ed è proprio per difendere quelle ragioni anche in un momento in cui l' amicizia politica sembra incrinarsi, è — lo ripeto — proprio per difendere quelle ragioni che cerco di guadagnare, mendicandola con fierezza, l' attenzione quanto meno dei presenti prima del voto. qual è lo scontro di oggi del quale non mi capacito, ministro degli Esteri ? gliel' ho detto e glielo ripeto, non mi capacito! ancora adesso — lei mi ha onorato della sua attenzione non solo in Commissione, ma anche in altra sede politica e personale — non riesco a comprendere come si voglia rischiare di arrivare ad un voto, anche da parte di gruppi che, essendo da quarant' anni in estrema opposizione, hanno concorso a dire « sì » alla politica estera europea ed atlantica di questo nostro paese: come noi che abbiamo votato per lo Sme mentre i socialisti, che facevano parte del Governo, si astenevano; che abbiamo sempre, in tutti i momenti, nel cuore del sessantotto e di altri miti, testimoniato che Altiero Spinelli, Ernesto Rossi , il Manifesto di Ventotene erano i testi dell' avvenire, molto più di quelli di Mao o di altri, convinti che l' alternativa democratica, gobettiana si costruisse a partire dalla conquista di quadri istituzionali di confronto anche democratico di classe. noi abbiamo detto e ripetuto a noi stessi, con Altiero Spinelli, che occorreva accettare costantemente il compromesso. e adesso c' è una volontà che non è arrogante solo perché per me è incomprensibile, signor ministro. noi chiediamo che si voti con maggiore solennità, con maggiore forza, associando quanto più possibile tutto il Parlamento italiano al governo italiano sin da adesso, per dargli maggior forza non di rinegoziare, ma di negoziare per l' attuazione di quello che c' è e che rischia di restare negletto... forse perché lei abbia il tempo di convocare gli ambasciatori che in base alle precedenti gestioni sono incapaci di muoversi, hanno mancato di direttive; i ministri degli Esteri si sono mossi da una parte e dall' altra, con quella brillante incoscienza e protervia che ha distinto coloro che hanno governato gli affari esteri prima di lei. noi vi diciamo che dobbiamo portare ad Edimburgo un testo nel quale il Parlamento italiano chieda di poter votare, al ritorno da quella riunione, degli accordi di Maastricht armati anche di coerenti impegni, sicché non accada quello che in parte è accaduto a Birmingham, dove sono stati molto prudenti e li hanno costretti a cassare l' esplicito riferimento al 31 dicembre che era l' unica conquista di Lisbona. dobbiamo costringere la stampa internazionale, ma almeno quella italiana — i Sergio Romano e gli altri — a scrivere degli editoriali per spiegare all' Italia perché questa nostra rivendicazione non è superata. l' Italia, almeno in questo, a livello politico ha avuto ragione all' interno dell' atto unico , all' interno delle procedure di Maastricht; abbiamo ragione agli occhi del Parlamento europeo . esattamente alle 16,32 — l' ho segnato, poi dal ministero potranno confermarglielo, grazie a Radio Radicale ed a questa radiolina ho potuto sentire John Major parlare a Strasburgo. una parte del suo intervento riguardava una cosa che ormai dovremmo aver appreso: occorre rendere più partecipi i cittadini, far comprendere loro meglio quello che stiamo facendo. Major ha creato un canaio nel Parlamento europeo ; è stato interrotto perché ha detto che il partito laburista in questo momento gli sta creando difficoltà, perché le misure corporative e l' assenza di democraticità che viene denunciata allontanano i cittadini. Ford e altri suoi e miei ex colleghi del Parlamento europeo , signor ministro degli Esteri , hanno preso la parola proprio per denunciare questa affermazione di Major, esattamente non più di un' ora e trenta minuti fa. noi le chiediamo e vi chiediamo di poter andare, sin da adesso, a Edimburgo con il testo che ho proposto, nel quale si rileva « la necessità di assicurare il rilancio della costruzione europea, il più rapido e forte realizzarsi dell' unione economica e monetaria e dell' Unione Europea , onde superare la pericolosa crisi di credibilità, di efficacia, di immagine politica e storica nella quale l' Europa dei dodici sembra essere caduta » . e lo dico a voi colleghi della maggioranza: vorrei che fossimo tutti della stessa maggioranza in questo, con convinzione creativa. lo dico anche al presidente della Camera il quale, sia pure nel modo perfetto con il quale presiede, credo sia anche, per un centesimo, il democratico europeo che ascolta; lo dico anche a lei perché credo che a quell' uno per cento non sia del tutto chiaro quello che noi stiamo tentando di realizzare. la questione sospensiva prosegue: « considerata la necessità di garantire tutti gli sviluppi previsti o possibili in senso democratico, federale, di stato di diritto , della Comunità Europea e di concretamente opporre, come Repubblica italiana , una seria, vigorosa azione diplomatica ed istituzionale » . — per questo vi chiediamo questi quaranta giorni! — « per rianimare le forze autenticamente europeiste, i principi e gli obiettivi già iscritti nei trattati di Roma , via via fino alle delibere del Parlamento europeo , del Parlamento italiano, del popolo italiano attraverso il referendum, contro la ripresa di illusioni e di sabotaggi che burocrazie e partitocrazie nazionali hanno con sempre maggior forza espresso (...) » . è per questo che vogliamo guadagnare tempo, non solo per voi ma anche per noi, considerati come individui, partiti, parlamentari. i popoli europei , anche quello italiano, minacciano infatti di ribellarsi pericolosamente contro il deteriorarsi dell' ideale della loro unità! signor ministro, chiedo al Governo di pronunciarsi a favore della questione sospensiva . il suo accoglimento, infatti, vi darebbe la possibilità di presentarvi immediatamente in tutte le sedi con il più europeista e maastrichtiano possibile dei documenti parlamentari, anche più della ratifica stessa. ciò anche perché si sottolinea che il suo compito è anche quello di rianimare chi rischia di distaccarsi, oltre che di coltivare quegli argomenti che, essendo rimasti nell' ombra (anche perché altri temi hanno fatto premio su di essi), una volta riproposti possano convincere coloro i quali si sono stancati e distaccati. la Repubblica italiana deve avere questo compito: devo forse dirvelo io? si tratta di riprendere i contatti e di rianimare il governo belga, distratto dalle sue situazioni interne, di riprendere contatto anche con il Benelux e con una parte della democrazia francese, considerato che, come lei sa, al Quai d' Orsay sono state espresse posizioni che non sono quelle della signora Guigou. c' è una marea di cose da fare! se lei, signor ministro, ottiene questo risultato, se noi otterremo un voto ampio con il quale si esprima la volontà di approvare e ratificare il trattato, dopo che il Consiglio europeo di Edimburgo avrà ulteriormente, grazie all' incoraggiamento ed alla richiesta provenienti dal Parlamento italiano, avuto cura di procedere nella direzione prevista dal trattato di Maastricht , evitando di ritornare indietro con altre deroghe e proroghe... nel testo della questione sospensiva si dice tra l' altro: « considerato che nel Consiglio straordinario di Birmingham si è di fatto giunti a togliere la perentorietà dei termini di attuazione del processo previsto dai trattati di Maastricht (...) » . in sostanza, noi lamentiamo che al Consiglio di Birmingham si sia tolta la perentorietà in ordine all' attuazione dei trattati. l' approvazione della questione sospensiva rinforza il Governo e la sua posizione, rinforza la possibilità di dialogo tra di noi, concede del tempo perché vi possano essere editoriali e prese di posizione. presidente, solo grazie a quello che è successo ieri sera in quest' Aula i giornali hanno parlato della discussione parlamentare sul trattato di Maastricht (anche perché i giornali dicono qualcosa del Parlamento solo quando ritengono di poterne parlare male). grazie al fatto che ieri non era presente la maggioranza dei parlamentari per votare la sospensiva, i telegiornali si sono accorti che discutevamo del trattato di Maastricht : prima non era stata spesa una sola parola su questo argomento! noi avremmo dovuto cominciare la discussione sulla ratifica nel pomeriggio di ieri. eppure, sui giornali di domenica e lunedì non c' era nulla a riguardo! questa sospensiva, questo modo di dibattere il problema — come ho già detto al ministro degli Esteri — sono anche finalizzati ad imporre il problema come argomento di attualità, giorno dopo giorno. questo dibattito deve essere vero, altrimenti rischiamo di trasformare il disamore per la politica nel nostro paese in disamore anche per l' Europa. dobbiamo stare molto attenti! ripeto: nel testo della questione sospensiva è scritto: « considerato che nel Consiglio straordinario di Birmingham si è di fatto giunti a togliere la perentorietà dei termini di attuazione del processo previsto per i trattati di Maastricht » — perentorietà che noi vogliamo difendere — « acquisita solennemente nel Consiglio di Lisbona e che i vastissimi margini interpretativi ed attuativi dei trattati rischiano » — lei lo sa bene, signor ministro degli Esteri — « di essere usati fino a negarli nella sostanza (...) » . questo è ciò a cui noi assistiamo. noi abbiamo oggi Delors che parla solo dieci minuti al Parlamento europeo , che si vede accettare alcune proposte dai britannici, ma in realtà, signor ministro degli Affari esteri , ci troviamo di fronte ad una interpretazione — che anche la sua diplomazia le ha segnalato in modo puntuale — secondo la quale la commissione, se passerà una certa interpretazione ad Edimburgo, cessa di essere strumento esecutivo della Comunità, per divenire solamente strumento propositivo e consultivo del Consiglio dei ministri , che esecutivo lo diventa. è lo sfascio della costruzione di Roma! e allora non dobbiamo guadagnare tempo per dibattere tra di noi e con gli amici o con i colleghi del Movimento Sociale per chiedere in fondo perché non debbano anch' essi continuare nella linea di sostegno, dibattere..? se uno si scoraggiasse presto, Claudio Martelli,... stavo pensando all' altro Claudio, e mi dispiace che in questo momento non sia presente il ministro di grazia e Giustizia. ma, caro Claudio Petruccioli, se per cause come quella europea ci si scoraggi compiere, grazie alla distrazione dell' Assemblea, un' operazione da « pregovernissimo » . i quattro, e magari il Pds; e magari gli amici della Lega. ho parlato con Speroni nella sede del Parlamento europeo : anche lui si era doluto della fretta con la quale il Senato aveva votato. con Speroni abbiamo lavorato per anni. a questo punto qualcun altro potrà anche dire: il Pds e la Lega... certo noi non siamo molto numerosi, ma invitiamo ancora una volta il ministro degli Esteri , il Governo e tutta la maggioranza a consentire con l' approvazione di questo documento, di indubbia fedeltà e di indubbia capacità di rilancio federalista ed europeista. solo così oggi questi elementi possono essere acquisiti: incidentalmente, altrimenti non sarebbe possibile. forti anche di questo dovremmo prepararci, se possibile, a conquistare nel nostro Parlamento una quasi-unanimità, che diversamente domani non sarebbe possibile registrare.). signor presidente , del tutto incidentalmente abbiamo appreso dagli uffici (anzi: « avremmo » appreso; poiché non riesco a crederci) che alla novità, già accettata, del contingentamento dei tempi adottato dalla conferenza dei presidenti di gruppo , si aggiunge un' altra novazione: al tempo contingentato disponibile per il dibattito sul merito del disegno di legge di ratifica del trattato di Maastricht verrebbe imputato tutto il tempo che stiamo impiegando per illustrare le questioni incidentali... sono contentissimo del fatto che lei mi comprenda prima ancora che io esprima il mio pensiero, tuttavia vorrei che si facesse finta che così non fosse, rendendo non del tutto inutile che io continui a sviluppare il concetto. se le cose stessero come ho poc' anzi illustrato, se cioè a questo punto ci trovassimo non ad avere utilizzato il tempo che il regolamento ci riconosce per svolgere le questioni sospensive , ma ad aver utilizzato un tempo che dovrebbe essere sottratto Dall'Ora e cinque minuti assegnata al nostro gruppo per intervenire nel merito del provvedimento concernente la ratifica di un trattato storico (così storico che non può proprio aspettare un minuto...!), allora, signor presidente , ci troveremmo dinnanzi alla conferma di una fretta che non mi sembra parlamentare. quando ieri, per esempio, il presidente di turno — designato, immagino, in base ad una decisione della Presidenza della Camera — si è doluto del fatto che non avessimo preavvisato della nostra intenzione di presentare una questione sospensiva nella riunione della conferenza dei presidenti di gruppo , così motivando un rinvio che il regolamento nel modo più assoluto non... la questione che sto ponendo è più grave di quanto lei non creda. infatti non richiamo solo questo atto, ma una serie di atti, che le sto esponendo, che nel loro insieme assumono un determinato significato. se lei non sa quale sia la serie di Atti parlamentari e regolamentari cui mi richiamo... signor presidente , in base al regolamento avevo diritto ad un determinato tempo, come lei sa. adesso ci rinuncio ed esco. grazie. poi mi rispondi, certo, ma intanto voglio parlare con convinzione. allora, è vero o non è vero che il Movimento Sociale ha rotto con Le Pen , ha rotto con i Republikaner, si è isolato meritoriamente nel Parlamento europeo ... dicevo che si è isolato meritoriamente nel Parlamento europeo a difesa dei referendum e di altre cose. e voi oggi volete che io non senta tutto l' interesse appassionato che sento, che non abbia il tempo di discutere con questa componente che paga, con l' appartenenza ai non iscritti ai gruppi del Parlamento europeo , la sua fedeltà, non solo europea, ma comunitaria, difficile, che ha avuto sempre? io non mi rassegno! non capisco perché una maggioranza... vorrei in questo caso chiedere al presidente Bianco, ai presidenti dei gruppi parlamentari di maggioranza, semmai un breve aggiornamento prima del voto. noi abbiamo già detto che in queste condizioni, per ben rimarcare che la sostanza del voto su Maastricht è pregiudicata dal « come » , noi, per la prima volta in quarant' anni , cari amici, ci asterremo se non passerà la sospensiva. sia chiaro! perché il « come » viene governato il processo europeo dal nostro Governo ne pregiudica la qualità. e quindi noi vogliamo guadagnare il tempo perché il paese e il Parlamento ne discutano, perché se ne discuta con il Movimento Sociale e con Rifondazione comunista . prima dicevo con quanto dolore sento in questo momento viva la mancanza di Pancrazio De Pasquale che ha testimoniato — Gianni Cervetti lo sa — quanto e come della sua convinzione comunitaria ed europeista con costanza, anche se aveva riserve nei confronti di Altiero Spinelli, che manifestava a volte nelle riunioni di gruppo, ma che ha poi saputo portare avanti contro le impazienze, anche sociali, che contraddistinguevano la politica di partecipazione e di scelta delle istituzioni. io non voglio rischiare, perché ritengo di avere una quota di responsabilità, come deputato, come cittadino e come radicale in questo caso — dico come radicale transnazionale e transpartito, come tanti di voi — , e ritengo, come individuo, di avere il dovere di governare, per un millesimo, il processo che riguarda la Comunità Europea . ed è quindi come cittadino che le dico, signor ministro, che non dobbiamo votare adesso, quando non ce n' è alcun motivo, alcuna fretta. bella pagina, quella del Senato! a lei glielo hanno dato, signor ministro, il voto. lei lo ha chiesto, ha detto: « io devo andare lì a dire agli altri che il Parlamento italiano... » sono uscite fuori sette sulla AFP prima dell' affare. lei l' ha detto, che il Senato ha votato. non ha nessuna importanza, perché è del tutto scontato: pare che noi italioti siamo automaticamente europei, senza senso di responsabilità . dobbiamo invece dire che noi vogliamo, come Parlamento, aprire un grande dibattito e impegnare il Governo a prendere adesso iniziative pubbliche di preparazione di Edimburgo, iniziative chiare, dicendo qui quello che altrimenti voi direste solo lì, e facendolo dire con documenti. in questo modo si potrebbe riaprire il dibattito in Commissione esteri o nella Commissione Fracanzani. si potrebbero riprendere le audizioni, ad esempio, del governatore della Banca d'Italia , che noi non abbiamo sentito. ma perché? non capisco — mi rivolgo anche al presidente della Camera — perché, avendo in precedenza deciso lo svolgimento di quindici audizioni (e ciò era serio!), non ne abbiamo poi fatte che due! e poi adesso ci si prende in giro... perché, come ti confermeranno tutti i membri della Commissione esteri, che tu presiedi... no, no, l' interruzione del presidente Cariglia è magnifica, perché come tutti coloro che egli presiede, me compreso, saprà sicuramente che noi avevamo ascoltato il governatore della Banca d'Italia prima della nostra uscita dallo Sme, prima della svalutazione, e che la commissione aveva deciso unanimemente che voleva riascoltarlo proprio in relazione a Maastricht. eravamo stati unanimi nel chiedere questo. il governatore ci aveva detto: « niente svalutazione! » . la sera arrivò la svalutazione; e noi avevamo deciso di riascoltarlo per comprendere che cosa non aveva funzionato. questo era stato deciso. senonché, anche con l' accordo della Presidenza della Camera, si è detto che dovevamo concludere in modo spiccio questi lavori; e non sono state sentite le parti sociali . il Cnel è stato sentito? il presidente Cariglia dice giustamente che avevamo sentito queste persone. ma io mi riferivo al fatto che la commissione aveva deciso di risentirle. il fatto è che ci troviamo dinanzi alla tentazione, signor ministro, di una gestione sfiduciata rispetto all' importanza possibile dell' apporto e del consiglio del Parlamento da oggi al 31 dicembre, dopo Edimburgo. ciò servirebbe per elaborare insieme, al momento della firma degli strumenti e dopo Edimburgo, quell' atto unilaterale con il quale dovremo accompagnare — come quello di Lussemburgo — anche quest' atto. ciò in relazione a quanto sarà emerso proprio ad Edimburgo, anche se si tratterà di interpretazioni sbagliate e che non condividiamo. quindi, ciò varrebbe a rafforzare e non a subordinare la nostra ratifica, a firmare cioè i relativi strumenti, contestualmente precisando qual è l' interpretazione alla quale la firma italiana è legata. mi riferisco all' interpretazione autentica di un volume che è troppo grande se non lo onoriamo di una certa attenzione. tuttavia non capisco. potrebbe anche darsi che il gruppo federalista europeo, quello dei Verdi e quello della Rete sentano il bisogno di questa sospensiva per meglio maturare le proprie convinzioni e meglio nutrire del loro apporto la politica estera italiana ed europea; dico ciò solo limitandomi a quelli che siedono in questi banchi. altrimenti è meglio che si sappia che l' Italia comunque ha già ratificato. avevo anche detto: ormai gli altri non ratificheranno entro il 31 dicembre; dobbiamo avere l' onestà di riconoscerlo, perché questo è quello che avete combinato a Birmingham. infatti, in base a quanto stabilito a Lisbona, almeno in astratto entro il 31 dicembre tutti avrebbero dovuto ratificare; adesso sapete benissimo che non lo faranno perché già altri tre mesi di tolleranza, per cosi dire, derivano dal solo richiamo al trattato, e non all' interpretazione di Lisbona. a questo punto, che bisogno c' è di ratificare? noi invece dobbiamo ratificare subito dopo Edimburgo. gli altri ratificheranno a gennaio, a febbraio o a marzo: noi a dicembre, come ho già detto ed ora ripeto... se questa sensibilità, che ci deriva dall' attenzione con cui abbiamo dovuto in qualche misura lottare contro la politica estera di De Michelis e contro le distrazioni che ad un certo momento si sono verificate sul piano europeista — l' abbiamo fatto millimetro per millimetro — , se tutto ciò non è cosa che il Governo ritenga importante, portatevi pure a casa il voto di un Parlamento dimezzato rispetto alle tradizioni ed ai sostegni. francamente però non arrivo a comprendere le ragioni della fretta, se non forse l' intenzione — in chi vuole concludere rapidamente — zia europea condizionabile da grandi interessi, non della solidarietà. sono questi gli elementi che ci inducono a profonde preoccupazioni; ma altrettanto grande è il timore che la mancata ratifica possa comportare un blocco nel processo di formazione dell' Unione Europea , che pure è una grande meta, una speranza per lo sviluppo dei popoli, per la pace nel mondo, per il progresso e la solidarietà. un blocco, un ritardo, un allungarsi dei tempi in questo processo può fomentare esplosioni, già in atto, di razzismo, di nazionalismi, di localismi, di perdite della identità civile e culturale dell' Europa. anche noi del mondo agricolo abbiamo coscienza di questi pericoli, abbiamo forti le nostre convinzioni europeiste ed abbiamo memoria della nostra storia, della nostra partecipazione ai processi di unità europea. combattuti tra queste opposte esigenze, chiediamo con fermezza un impegno per una correzione profonda della riforma della politica agricola comune nel senso prima indicato, per un rafforzamento effettivo delle competenze del Parlamento europeo , perché divenga il legislatore della Comunità e il centro della sua politica, e per un coinvolgimento più ampio e tempestivo del Parlamento nazionale nei processi di formazione degli atti comunitari. è su questi impegni che può pronunciarsi il nostro voto per Maastricht, pur con tutte.