Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 60 - seduta del 30-09-1992
Norme sull'aborto
1992 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 78
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , colleghi, onorevoli ministri, è difficile intervenire in un dibattito poco credibile e falso. infatti, coloro che dichiarano in Aula che voteranno contro la risoluzione Gerardo Bianco ed altri numero 6-00009, e voteranno davvero contro, in gran parte, con l' eccezione forse di Rifondazione comunista , lo fanno solo perché sono sicuri che comunque il Governo non sarà battuto e non cadrà. tutte le forze politiche — Verdi, Movimento per la democrazia-la Rete , Pds, eccetera — sanno perfettamente che noi non siamo stati messi storicamente e politicamente in condizione — non nella democrazia italiana, che non c' è, ma nella situazione istituzionale e partitocratica italiana — di operare oggi, democraticamente o no, una scelta che esponga anche solo in teoria, non in astratto, il paese a dieci, quaranta o sessanta giorni di crisi di Governo . tutti sapete che, se così fosse, noi probabilmente avremmo nei mercati internazionali e nazionali un assalto tale da parte delle forze più fredde, feroci e potenti della speculazione interna ed internazionale di ogni tipo da distruggere le possibilità di realizzare, quando lo riterrete possibile, un diverso governo dell' economia e delle istituzioni italiane. la politica italiana si è impossessata di alcune parole che sono state pronunciate con pertinenza, in Aula, in momenti drammatici. quando nel 1977 parlavamo delle sceneggiate e delle ammucchiate, lo facevamo in un' Italia e in un' Aula nelle quali la denuncia della specificità di questa realtà del 96 per cento del Parlamento unito corrispondeva a una denuncia scandalosa di una verità altrettanto scandalosa. ma oggi ho quasi pudore a ripetere le nostre parole — partitocrazia, ammucchiata, sceneggiata — perché dappertutto il volgo se ne è impossessato e tutto ciò rischia di significare, a volte, l' opposto di quello che ha significato. ma una cattiva sceneggiata in realtà si sta svolgendo ed è questa: com' è possibile continuare a fare economia della storia concreta di questo Parlamento? com' è possibile che un migliorista, che stimo moltissimo (e che come persona è migliorista) venga qui a parlare con tono accusatorio del costante facimento di disavanzo anno dopo anno nei lustri che ci precedono quando, se analizziamo i bilanci, è quantitativamente dalla sinistra che è venuto costantemente il contributo puntuale e più rilevante allo sfondamento dei tetti, per motivi umanissimi e comprensibilissimi? così nasce quella vera e propria catastrofe — adesso la vedete! — morale, sociale, politica, civile ed economica derivante da un certo modo di gestire gli enti locali e le regioni come enti, mano libera della spesa partitocratica, invece che momento di legislazione democratica, magari federativa o federale. tutto questo è stato esaltato e il meglio che avete avuto sono quei monumenti che in pochi allora denunciammo. noi dicemmo qui, alla Confindustria e a voi, che gli accordi del TEUR (che sono i sepolcri imbiancati vostri e del sindacato) avrebbero ingessato la nostra economia. riprendevamo così l' intuizione che caratterizzò la rottura con il movimento socialista di un riformatore democratico meridionale ed europeo come Gaetano Salvemini, che aveva criticato l' industrialismo del ceto operaio, che già allora dominava il mondo del lavoro attraverso le burocrazie sindacali, portato avanti in concordia e convergenza storica con un mondo industriale e padronale protezionista, continuamente tentato di trasformarsi in qualcosa di parapubblico e di parastatale per beneficiare della socializzazione delle perdite e della privatizzazione dei profitti. ma ancora adesso, colleghi, in quest' Aula non c' è uno di voi che denunci il carattere perverso della cassa integrazione guadagni quale fattore di accumulazione di un profitto selvaggio, di trasformazione di un bene pubblico in profitto privato incontrollato. la demagogia non vi consente di dire una parola su questo. vorremmo sapere quanta parte del patrimonio pubblico, quanto denaro dei contribuenti stiamo trasferendo ai privati in questo modo, per una difesa del lavoro episodica e non strutturale, nella condiscendenza della magistratura italiana che ha costretto noi politici ad una supplenza ultradecennale. lo schema di una magistratura democratica che ha esercitato una supplenza del ceto politico a causa della carenza democratica di quest' ultimo va rovesciato. altrettanto può dirsi per il disastro della fiscalità italiana. quando le violazioni fiscali hanno acquisito carattere di reato — ed è stata una nostra conquista — non dipendeva più dall' amministrazione finanziaria la possibilità di perseguirli. ma l' omissione sistematica, culturale, interclassista — e quindi classista — dell' ordinamento giudiziario ha fatto sì che i reati fiscali, i reati contro l' immagine della persona e delle forze politiche non fossero perseguiti. cari amici, il Parlamento ha il dovere di dire in questo momento che noi, per decenni, siamo stati condannati ad esercitare la supplenza dell' ordinamento giudiziario ; per decenni siamo stati condannati ad assistere inerti alla criminalizzazione del lavoro dell' amministrazione pubblica e privata, se è vero come è vero , che procuratori generali e procuratori della Repubblica hanno attraversato, non solo in Sicilia, città di 50-60-70 mila abitanti interamente abusive senza prendere alcuna iniziativa contro un abusivismo sistematico. la mafia, colleghi, nasce lì, se è vero come è vero , che abbiamo visto procuratori della Repubblica in tutto il Mezzogiorno incontrare parenti ed amici ufficialmente non vedenti, handicappati o invalidi civili, senza assumere alcuna iniziativa penale nei loro confronti. da parte dell' ordinamento giudiziario nel suo insieme è mancato completamente il senso del diritto. cosa c' entra questo adesso? c' entra, perché un' analisi sbagliata delle responsabilità dei governi per quanto riguarda l' ordinamento e la giustizia fiscale deve essere corretta. vorrei pregarla, signor ministro, di essere molto attento a due problemi. nella scorsa legislatura è stata approvata la riforma dell' amministrazione finanziaria ; vi invitiamo a chiedere una delega specifica al Governo per garantire una più accelerata attuazione di quella riforma che, altrimenti, non vedremo operante in termini utili, mentre è quella che — insieme alla riforma del catasto — ci può armare nel perseguimento di una manovra strutturale di giustizia fiscale. noi chiediamo al Governo di estendere la richiesta di delega al Parlamento anche a tali settori. questi ultimi, è vero, sono già disciplinati da alcune leggi che, tuttavia, rischiamo di vedere completamente vanificate nel tempo. la democrazia, contrariamente ai regimi autoritari, è lenta e contraddittoria, ma nell' epoca moderna vi sono alcuni momenti nei quali la lentezza e la contraddittorietà non possono essere garantite e in qualche misura praticate, se non a costo di esiti letali per la vita civile. ecco perché noi consideriamo non sincero l' atteggiamento assunto dai Verdi, dal Pds e da coloro che voteranno « no » , consapevoli che, qualora tale posizione rischiasse di prevalere, essi voterebbero diversamente. costoro sanno bene che avete costruito insieme uno Stato che oggi non può garantirci (e non lo potrebbe nemmeno nell' ipotesi in cui governasse Garavini) dalla possibilità della catastrofe dei ceti umili, che sarebbero distrutti dall' inflazione. concludo, signor presidente . è evidente: noi non facciamo parte della maggioranza e rivendichiamo il nostro diritto a proclamarlo ad alta voce, dal momento che questa maggioranza ci ha pubblicamente respinto. preannunciamo comunque fin d' ora, su tutti i problemi della manovra economica, anche rispetto ai punti sui quali esprimeremo dissenso, che fino al 31 dicembre, a titolo di esempio di assunzione di responsabilità e limitatamente all' immenso pacchetto definito « manovra economica » , assicureremo il nostro diretto sostegno al Governo della Repubblica. riteniamo infatti che chiunque acconsentirà ad unire le proprie forze a quelle che dall' interno della Dc, del Psi e del mondo capitalistico si muoveranno per far cadere questo Governo nello schiaccianoci che verrebbe a configurarsi tra la piazza, la plebe e quest' operazione, contribuirà ad aumentare il rischio del disastro. per questi motivi, signor presidente , sono fiero di annunziare la nostra decisione che, come sempre, è sovranamente spontanea, convinta e non contrattata.