Umberto BOSSI - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 50 - seduta del 16-09-1992
Documento di programmazione economico - finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 1993 - 1996
1992 - Governo I Amato - Legislatura n. 11 - Seduta n. 50
  • Attività legislativa

signor presidente del Consiglio , la sua richiesta di pieni poteri è grave, anche se si tratta di pieni poteri in campo economico . infatti, lei sa che economia e politica confinano e si sovrappongono; addirittura possono identificarsi, soprattutto in uno Stato corporativo come il nostro. la sua richiesta è tanto più grave perché dovremmo essere in una fase costituente, resa necessaria dalla convinzione che viviamo in una società molto diversa da quella che produsse e votò la Costituzione in vigore . si tratta di cambiare le regole di un gioco sempre meno sopportabile e sopportato da una parte crescente del popolo italiano . la sua, onorevole Amato, è innanzitutto una risposta sbagliata alla pressione continua che sale dall' opinione pubblica per un cambiamento che possa avvenire senza stravolgere le regole principali della convivenza civile. con la sua richiesta di pieni poteri lei ci ha tolto la speranza che il periodo di transizione che stiamo vivendo possa avere la fortuna di contare su uomini di sicura fede democratica, di contare sul controllo della comunità internazionale , in grado di garantirci contro velleità e scorciatoie autoritarie o, peggio, golpiste. onorevole Amato, direi che lei sottolinea e dimostra nella sua intera gravità la difficoltà di ottenere un vero cambiamento senza un preventivo rivolgimento politico; lei dimostra che è difficile cambiare con le stesse forze politiche e sociali, con le stesse persone portatrici dei medesimi interessi — magari a volte legittimi — che non hanno saputo scongiurare il progressivo degrado delle istituzioni. non è che in voi non fossero evidenti le tentazioni di soluzioni gattopardesche, ma la sua richiesta di pieni poteri è giunta perfino prima di quanto avessimo previsto: è stata avanzata dopo aver sfidato la volontà dei cittadini che nella cabina elettorale avevano sancito la fine della formula del quadripartito e, poi, dopo aver dato vita ad un Governo con una maggioranza estremamente risicata, con margini centesimali, che neppure l' invenzione consociativa di appoggi esterni — alternati o addirittura a turno — da parte dei fermenti della vecchia partitocrazia poteva rafforzare. vi è stato innanzitutto un rigetto, da parte vostra, del verdetto del 5 aprile, indiscutibilmente un certificato di morte — definiamolo così — della formula politica sulla quale si regge l' attuale Governo. un atto di superbia, di boria, di sfida ai cittadini, il vostro: un atto di fede cieca nel potere della partitocrazia, finalizzato a mantenere inefficienti le istituzioni per rafforzare la logica clientelare su cui si basa l' automantenimento del vostro potere e del potere dei vostri partiti. onorevole Amato, il 5 aprile il paese ha scelto per il potere buono dell' efficienza e contro il potere clientelare della partitocrazia. ha scelto, in altre parole, per una deregulation che garantisca meno Stato e più mercato, cioè più libertà per il cittadino schiacciato dalla sterminata macchina burocratica statalista; più libertà dall' oppressione e garanzia affinché prevalga sempre il riformismo parlamentare sull' altra faccia del paese, quella burocratica ed autoritaria che sta alla base del corporativismo di questo Stato. è evidente che le stimmate di Giolitti si sono riprodotte dapprima nei fascismo, poi nei vostri partiti, mai rivoluzionari, mai riformisti, ma restauratori. oggi siamo alla nemesi storica: i vostri partiti, nati al grido di voler cambiare l' organizzazione dello Stato, non l' hanno fatto, e i difetti di quell' organizzazione si sono trasferiti nei partiti stessi. anche voi siete diventati corporativi, così come questo Stato, vecchio, pericoloso e a questo punto pericolante. la pratica della tangente (Tangentopoli) non è che l' estremizzazione, la visualizzazione, insomma la prova del nove, del vostro corporativismo, che vi lega le mani e vi impedisce di fare politica, cioè di tutelare in Parlamento gli interessi di tutti i cittadini! onorevole Amato, c' è un parallelismo tra la sua richiesta di pieni poteri e l' attacco del segretario del suo partito alla magistratura: in entrambi i casi avverto che si tratta di una risposta stonata e distonica all' emergenza costituzionale che non volete affrontare. in democrazia, d' altra parte, quando non si hanno i numeri si fanno le valigie e si va a casa, caro presidente! non si chiedono pieni poteri, che, d' altronde , non sono che un piccolo passo più in là rispetto a quello che il suo Governo ha fatto in occasione della presentazione del decreto legge numero 333, su cui è stata imposta la fiducia all' Assemblea. un decreto omnibus, certo: capisce la difficoltà di dover accettare la fiducia davanti ad un decreto omnibus di quel tipo? più che risanare, direi che lei, onorevole presidente del Consiglio , se va avanti di questo passo, fa morire il paese. questa volta viene meno al soprannome di « dottor Sottile » ; questa volta le sue richieste mi sembrano grossolane, onorevole Amato. oggi governare significa rinnovare con il federalismo, con l' unica medicina buona, questo Stato. allora il suo Governo, onorevole presidente dei Consiglio, avrebbe i numeri per far passare le leggi senza pieni poteri, senza ricorrere continuamente alla decretazione d' urgenza . lei, onorevole Amato, non ha bisogno tra l' altro di pieni poteri, visto che ha già lo strumento di delega del potere legislativo : è esattamente il decreto legge , nel cui uso tanto abbonda il suo Governo, lei stesso. probabilmente, avete bisogno di ritrovare il vero significato della politica. ma io direi che dovete stare in campana; dopo il segnale dei 5 aprile il paese si appresta a inviarvene nuovi: ci saranno quello del 30 settembre, poi quello del 15 dicembre, tanto per cominciare! questa volta, onorevole Amato, non può partire dal tetto per costruire la casa. prima c' è l' emergenza costituzionale, quella della forma di governo ; vi è la necessità di riformare il regime, poi la legge elettorale è, successivamente, vi sarà magari l' avvio di una nuova formula di Governo. solo allora, solo a queste precise condizioni, la Lega potrebbe assumersi anche responsabilità di Governo. tenga presente che in questo momento — ed è forse la fortuna dell' Italia — nel paese esiste una forza potentissima, che si chiama Lega, diventata ormai la prima forza politica nelle dieci regioni che pagano e mantengono questo Stato. ebbene, questa forza politica si fa garante della democrazia; se non avverranno i cambiamenti che ci aspettiamo e se l' emergenza costituzionale non verrà affrontata, non vi sarà comunque la possibilità di scorciatoie autoritarie, ma si dovrà passare rapidamente attraverso le cabine elettorali dalle quali uscirà un 5 aprile dieci volte più forte.