Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 50 - seduta del 16-09-1992
Norme sull'aborto
1992 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 77
  • Attività legislativa

la ringrazio di questa attenzione, signor presidente del Consiglio , ma per una volta io ero d' accordo che lei stesse al telefono, perché mi pare che, mentre siamo qui, lei e il ministro del Tesoro dobbiate, senza pieni poteri — non ne avete bisogno — , tenervi al corrente delle notizie che stanno giungendo da tutte le Borse e che non sono, credo, molto tranquillizzanti e che anzi mi paiono molto allarmanti. vedremo fra un' ora e mezza di che tenore saranno le prossime. voglio dirle subito, signor presidente del Consiglio e colleghi, che a metà di questo guado noi che abbiamo dato sfiducia sin dall' inizio alle concrete volontà ed alla concreta formula di Governo pensiamo che il Parlamento, in queste ore e in questi giorni e in queste notti — certo, ha ragione La Malfa , c' è anche un quoziente personale, umano che si deve tener presente nei momenti dei grandi sconvolgimenti — , non potrebbe accettare la tentazione del Governo di mollare, non per fiducia nei suoi confronti, ma perché è indubbio che non possiamo affrontare i rischi di una crisi di Governo in questi giorni, così come forse una lettura seria della situazione in altre condizioni esigerebbe. signor presidente del Consiglio , mi spiace dirlo, ma uno degli elementi di rammarico ed anche di sfiducia è dato dal fatto che lei ha sempre dimostrato in questo decennio — tranne eccezioni — di ascoltare le opinioni a condizione che siano sostenute da armate e divisioni. il suo realismo politico si è caratterizzato in tal modo. quando lei rappresentava il Governo Craxi qui dentro, nei momenti di esame del bilancio noi, con Crivellini e con gli altri nostri addetti ai lavori, ponevamo il problema del rientro. avevamo stabilito un rientro dell' 8 per cento annuale dal 1982 sul debito pubblico consolidato, presentando emendamenti che prevedevano un sacrificio grave che la partitocrazia e la giungla delle categorie corporative del nostro paese non sopportavano. è inutile che parliamo della fiscalità quando poi tutti in concreto, nel momento in cui si tenta di far fuori la marea di deroghe e di condizioni particolari di ordine fiscale per tutti, per gli enti parapubblici e per gli altri, immediatamente troviamo il Parlamento unito ad opporsi, sia quando tali misure riguardano gli enti locali , sia quando riguardano gli enti previdenziali, sia quando riguardano la giungla delle categorie — una sorta di vero e proprio colabrodo — e la giungla delle pensioni. voi non potete non fare così, perché siete e restate espressione di un certo tipo di struttura politica e legislativa, quella delle decine di migliaia di leggine che insieme avete votato, all' unanimità, dal 1958. nel 1958 quelle forze erano il 67 per cento ; per questo a Giorgio Galli dicevo: « ma che bipartitismo imperfetto! "monopartitismo" imperfetto piuttosto, in termini di strutture, infrastrutture e sovrastrutture della lotta politica! » allora, signor presidente del Consiglio , si ricorda quello che le affermavo il 4 luglio, quando le parlavo di quello che occorreva attendersi al massimo per settembre? in quell' occasione le dicevo: « noi dovremo fare i conti con attacchi di Borsa internazionali e nazionali gravissimi, in parte certamente speculativi » . e ancora: « noi non potremo dolerci se avremo organizzato una forte iniziativa internazionale di speculazione e di aggressione della lira e poi di altre monete » . era il 4 luglio. « voi non avete tutelato con la costituzione stessa di questo Governo un blocco sociale nuovo. in apertura di legislatura, senza un blocco sociale nuovo noi non avremo e voi non avrete la forza politica di operare » . e dicevo ancora, sempre il 4 luglio (ma lei, allora, riteneva che fosse un' offesa alla sua dignità di intellettuale, prima ancora che di presidente del Consiglio ): « gli assalti alla lira saranno potenziati e resi ancora più facili... dal fatto che lei non ha accolto a consiglio... il nostro contributo. a settembre » — amici di Rifondazione — « ci troveremo sicuramente con le piazze piene di gente che scenderà a protestare contro il Governo della fame e del freddo » — ci arriveremo, perché si avvicina — « ... e vedremo sicuramente il Pds secondato ad andare avanti in questa direzione » . voi non potevate pensare demiurgicamente di fare gli accordi sul costo del lavoro in quelle condizioni quadripartitiche e lei, con la sua solitudine, non poteva pensare di andare avanti senza aver strutturalmente ed istituzionalmente coinvolto le espressioni politiche delle maggioranze sociali che, anche se partitocratizzate e anche se parastatalizzate, dovevano ad ogni modo essere chiamate a costituire il soggetto di questa azione e di questa resistenza. da alcuni contatti avuti ieri con Strasburgo, ma anche con Londra questa mattina, risulta che gli ambienti finanziari britannici sono spaventati. essi sanno che l' attacco si farà sempre più feroce nelle prossime ore; è quanto accadrà questa sera, domani. perché se si riesce a neutralizzare la nostra povera manovra, la sterlina — non la peseta o la dracma — si troverebbe entro tre o quattro giorni in una situazione di esposizione incredibile. parlo di colleghi del Parlamento europeo che sono innanzitutto finanzieri, e che non erano a Strasburgo ieri. il terrore è che la manovra contro la lira, quella nuova, quella successiva alle operazioni dell' altro giorno, riesca perché loro dicono, nel loro insularismo, che è possibile mettere entro due giorni la sterlina, che sembrava intoccabile, in una situazione di feroce speculazione internazionale. lei alla televisione domenica ha scelto il tono del comunicatore tranquillizzante e ha rivendicato un intervento delle autorità politiche tedesche sulla Bundesbank. e sa cosa sta accadendo? da avantieri si dice: se Maastricht deve essere questo, se Maastricht, grazie ai ricatti dei governi più deboli, toccherà il tabù, il totem dell' indipendenza delle banche, così come la Bundesbank che è stata costretta ad un salvataggio politico... signor presidente , non dico che sia così, ma da Le Monde di ieri alla Frankfurter Allgemeine di oggi tutti quanti stiamo registrando l' apertura di un fronte anti-Maastricht anche in Germania, che utilizza come alibi o come ragione la nostra operazione. in queste condizioni credo che dovrete prendere altre iniziative. per carità, siamo tutti scolari diligenti e sappiamo che i pieni poteri non esistono nella nostra Costituzione. sappiamo che lei non aveva chiesto i pieni poteri, sappiamo che lei di politica sa poco, signor presidente del Consiglio . lei è andato in Consiglio dei ministri e nessuna forza politica — e forse sul momento neanche lei — aveva capito il dato rivoluzionario; non so se lo avesse capito il presidente della Repubblica o altri. immagino, comunque, che prima della riunione del Consiglio dei ministri , i segretari di partito, le alte istituzioni dello Stato, il governatore della Banca d'Italia avessero parlato con lei: non mi stupirei se non avesse detto a nessuno di loro che stava per prendere questa iniziativa. probabilmente la riteneva intellettualmente un po' audace, ma governabile dalla sua personalità e dal suo Governo. ma così non è stato. io, purtroppo, ero in treno (che era in ritardo di due ore) e intanto era riunita la Commissione bicamerale per le riforme istituzionali , per salvare il regime. è tutto così. certamente stiamo seguendo una via audace: quella di un quadripartito che avrebbe potuto essere un esapartito o un eptapartito. si chiede perché il partito repubblicano ed il Pds non siano voluti entrare nella maggioranza. io ho sempre negato che voi abbiate realmente compiuto un' azione volta a far sì che salire o non salire per il Pds costasse qualcosa. in realtà, appena avete avuto l' impressione di avere i numeri sufficienti avete chiuso. ma noi fin dal primo momento abbiamo dichiarato che avremmo voluto farne parte, che avremmo voluto esserci. le nostre richieste riguardavano una maggiore esposizione di Ciampi, un federalismo europeo più accanito. i nostri suggerimenti erano specificamente rivolti ad un governo della situazione e con essi dimostravamo il nostro patriottismo nei confronti delle istituzioni, dichiarandoci disposti a garantire un apporto, un valore aggiunto al tentativo. ma l' altra condizione era di coinvolgere strutturalmente l' espressione politica di forze sociali di altra natura, ma in realtà interne al regime da sempre. non avete voluto farlo. il Parlamento è in una situazione drammatica, signor presidente del Consiglio . dovremmo ripeterle che lei ha commesso un errore di presunzione, di sufficienza, di mancato rispetto delle opinioni di coloro che in quel momento non erano armati di possibilità di ricatto o di numeri sufficienti, come spesso le è accaduto negli ultimi dieci anni. certamente lei è stato incoraggiato dagli ammiccamenti di altre opposizioni le quali, per stabilire buoni rapporti, sembravano accontentarsi che ci fosse questo o quel ministro perché poi, comunque, ci si sarebbe ritrovati in Commissione a difesa della realtà del regime contro l' uninominale secco. penso che ora questo Parlamento non possa consentirle, se mai le passasse per la testa, di andarsene nei prossimi giorni. non dico che lei voglia farlo, signor presidente del Consiglio dico semplicemente che nella considerazione dell' opinione pubblica — saremo 200-300-400 mila, per colpa vostra e non della demagogia, che in realtà è stata da voi sollecitata e consentita — non potrete andarvene, perché avete voluto quella bicicletta per voi soli e adesso dovete pedalare voi. se avessimo un sistema diverso, nel quale in ventiquattro ore si potesse dar vita ad un Governo diverso, ma diverso fino in fondo, percorreremmo anche quella strada. altrimenti, ecco a cosa il regime ci ha ridotto! voi — lo sappiamo e lo vediamo — siete totalmente inadeguati a governare. la situazione era prevista e prevedibile, ma avete valutato male la portata dei provvedimenti che avreste potuto prendere e di quelli che non avreste potuto prendere. adesso abbiamo di fronte una situazione di sfacelo, come dimostrano le ultime notizie che arrivano dalla Borsa. vi sono le responsabilità della Banca d'Italia , che oggi si comporta bene ma che per dieci anni, ed io l' ho sempre ribadito in quest' Aula contro il mito della... concludo, signor presidente . la Banca d'Italia ha avuto per dieci anni la responsabilità di consentire la bancarotta fraudolenta di questo regime! quando, con il primo Governo Spadolini, si è passati nel corso dello stesso anno dal primo tetto di spesa di 45 mila miliardi ad un livello di 75 mila miliardi, per poi giungere ad un tetto di 400 mila miliardi, una Banca d'Italia che avesse voluto rispettare se stessa non avrebbe dovuto consentire tutto questo! oggi, comunque, dovremo tutti unirci — e ci uniremo — nell' impegno ad evitare sgambetti, che non sarebbero opportuni. abbiamo la possibilità e la necessità di lavorare, in qualche misura insieme, per sperare di riprendere in quest' Aula una dialettica diversa e di avere nuovi governi. mi auguro che si sappia far tesoro anche delle povere opinioni e dei poveri suggerimenti che vengono da coloro che non hanno truppe né, al posto di queste, potenti protettori.