Umberto BOSSI - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 5 - seduta del 25-05-1992
Concernenti l'uccisione del magistro Giovanni Falcone
1992 - Governo I Amato - Legislatura n. 11 - Seduta n. 5
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , ritengo inutile soffermarmi su particolari concernenti la ricostruzione della dinamica di questo infame delitto che aggiunge altre vittime predestinate alla lunga fila di sanguinosi, efferati episodi, che riempiono le cronache quotidiane. credo altresì che le parole di rito con cui si esternano la costernazione, la rabbia, il risentimento, la ferma decisione di combattere e di distruggere la mafia, continuino ad esaurirsi in un rituale liberatorio soltanto per chi pronuncia queste parole, ma non per il paese. gli alti personaggi che si alternano attorno alle bare, nelle esequie ufficiali, credono forse, con le loro orazioni, assistendo alle fiaccolate, di compiere tutto il loro dovere o, peggio ancora, di esorcizzare la piovra. ci vuole altro, onorevoli colleghi ! questo ennesimo delitto eccellente — che purtroppo non sarà l' ultimo — , come molte delle stragi sulle quali si indaga da decenni senza riuscire a giungere mai ad alcuna conclusione, è solo formalmente un' operazione mafiosa; in realtà si tratta di un delitto politico che presenta evidenti analogie con altri delitti clamorosi registrati nel vasto capitolo della strategia della tensione . gli anni di piombo , dunque, non sono ancora terminati. la strategia della tensione non è solo quella che porta la matrice terroristica di una classe giunta nel pantano della storia, ma costituisce anche un fare politica dei nostri tempi, dei nostri giorni, per cercare di impedire che la voglia di cambiamento esplosa nelle urne lo scorso 5 aprile riesca a cambiare le istituzioni fradice e corrose. la strategia della tensione diviene lo strumento principe della partitocrazia centralista; diventa lo schema centrale della strategia del palazzo, per difendere ad oltranza il potere che ha usurpato. nel documento del gruppo della Lega Nord , distribuito ieri, sono ricostruiti i passaggi che identificano le fasi del delitto Falcone: dalla fase progettuale a quella esecutiva. si potrà dire che si tratta di semplici ipotesi o anche di impressioni dietrologiche. certo la tecnica, l' utilizzazione del tritolo, della manovalanza dei picciotti porta inderogabilmente la firma della mafia; tuttavia, se si analizzano a fondo i motivi del massacro, se si superano — utilizzando un ragionamento logico — gli spessori delle apparenze esteriori, è impossibile non chiedersi: cui prodest ? la cupola, infatti, è ormai profondamente radicata nella politica italiana ; non dimentichiamo che indagini ufficiali hanno confermato che le diverse organizzazioni mafiose, in determinate parti del paese, nel Mezzogiorno tradito da questa classe politica , controllano ormai 4 milioni di voti e che gli affari mafiosi nel loro insieme, dalle tangenti alla droga, al riciclaggio del denaro sporco , superano i 40 mila miliardi annui. appare allora fondato il sospetto che la morte annunciata di Falcone sia l' evento di shock destinato — per lo meno nelle intenzioni degli autori — a far concludere in una determinata direzione il problema della scelta del nuovo Capo dello Stato . ecco perché la Lega Nord , cari colleghi , ha dichiarato con forza che non vuole scegliere il presidente della Repubblica con la pistola puntata alla tempia e che l' emergenza-bomba non la inganna e meno che mai la spaventa. il 5 aprile ha messo in crisi tutto il sistema politico quarantennale, ha aperto la grande stagione delle riforme ed ha portato alla luce la seconda Repubblica : questo è l' ammonimento preciso che viene dalla base elettorale, dal popolo. ed è questo il motivo per il quale oggi i mass media avanzano dubbi profondi sull' ipotesi che il delitto Falcone sia solo di mafia. quei mille chili di tritolo deflagrati al momento del passaggio di Falcone e della sua scorta possono ragionevolmente far pensare che la cupola politico-mafiosa indichi o voglia indicare ai partiti tradizionali che devono ricompattarsi per continuare a governare come prima, ed io dico peggio di prima. insomma, sembra un fragoroso richiamo ad attuare le regole del « manuale Cencelli » . c' è da chiedersi, allora — e dovrebbero farlo soprattutto coloro che si riempiono la bocca di parole quali « democrazia » e « stato di diritto » — , come si interpreti l' articolo 49 della vecchia Costituzione, che recita: « tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale » . io mi chiedo, presidente, se anche il tritolo della mafia sia democrazia...! il fatto essenziale oggi è la crisi del palazzo e l' avvento, al posto delle formule tradizionali, del consociativismo governativo. stiamo andando in una direzione sbagliata, dove le omertà politico-mafiose non sono più un fenomeno sporadico ed occasionale. abbiamo adesso la conferma che è la mafia che fa politica, che essa è entrata con tutta la sua organizzazione nella politica. ed è questo il senso della nostra denuncia decisa, dell' avvertimento che la Lega Nord dà a tutto il paese. è per tali ragioni che io dico che la strategia della tensione è il metodo operativo del palazzo che non vuole a nessun costo abbandonare la « stanza dei bottoni » . allo stesso modo, sono certo che sull' omicidio di Falcone si aprirà un' istruttoria che non si chiuderà mai e che i mandanti del delitto non si conosceranno mai! si tratta, anche in questo caso, di un delitto politico , in altre parole. lei, onorevole presidente Scalfaro, ha concluso ieri il suo elogio funebre affermando che la democrazia vincerà sempre. un auspicio che tutti condividiamo — appassionatamente, direi — ma che purtroppo, finché durerà questo regime, non avrà mai possibilità di successo. questo regime è partitocratico e consociativo e quindi usa con la massima spregiudicatezza tutto il potere che ha usurpato. voglio concludere rileggendo l' ultima frase del comunicato che abbiamo diffuso ieri: « la Lega va in direzione opposta a quella della mafia e denuncia la latitanza, l' inefficienza, l' incapacità di governare dello Stato centralista e quindi partitocratico, che anche per questo deve essere sostituito dallo Stato federale » !