Marco PANNELLA - Deputato Maggioranza
XI Legislatura - Assemblea n. 5 - seduta del 25-05-1992
Revisione della parte seconda della Costituzione
1992 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 304
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , colleghi, nell' ascoltarci, nell' ascoltare oggi la folla di Palermo, manifestamente diversa da come viene evocata e, in qualche modo, demonizzata — dove, accanto a quel che è normale nelle piazze in questi momenti, a nuclei di corvi, nuclei di esasperati, nuclei di agitatori, vi è gente che non ha perso la speranza anche se non sa su chi riporre la fiducia — , l' ho trovata buona, attenta. se mi avvicinavo a spazi di folla dove l' ululato sembrava regnare ed offrivo la possibilità di un segnale diverso, era la mano che si tendeva, l' ululato che si spegneva ed i quindici che dimostravano di essere quindici fra i cento. questa giustizia alla gente di Palermo e di Sicilia va resa! per fortuna, questa volta — come dobbiamo evocare la parola « fortuna » ! — Palermo non era deserta, Leoluca, come per i funerali di Libero Grassi. oggi celebravamo tutti, nello stesso tempo, l' accusa e la vittima. da un po' di tempo stiamo attenti, che sono i sospettati e gli accusati, più che gli accusatori, che sembrano anch' essi cadere. con tutto il garbo, presidente: Giovanni Falcone da due anni era, innanzitutto, un sospettato e un denunciato. legittimamente, legittimamente; ma non vorrei che dinanzi a lui, che è morto per sempre, le verità mutino grazie al fatto che la sua vita è spenta e non prosegue. come per Lima, oggi ho taciuto, perché tutti abbiamo parlato e l' Italia parlava, anche coloro che erano silenti nel momento del sospetto e dell' accusa nei confronti di Giovanni Falcone. ho sentito il dovere e la fierezza di avere parlato dinanzi a quel cadavere e a quell' assassinato che rischiava di essere unanimemente assassinato nella morte e nella memoria, nel significato più misterioso e segreto della vita di ciascuno di noi, fintanto che verità sia fatta. per esempio, se fosse vero, come tutti o quasi tutti mostrate di credere, che v' era il binomio Lima-Ciancimino e non invece l' avversione storica, dal momento che Ciancimino fu eletto sindaco accompagnato da altri e Lima votò per un sindaco socialista in modo convergente con il gruppo comunista e dal momento che mi trovavo a dovere dire, in tutte le campagne elettorali , ancora due anni e mezzo fa, che, se non andavo errato, l' amministrazione provinciale di Palermo erano i limiani e la sinistra a governarla insieme. omaggio di verità, questo, e adesso omaggio ad un magistrato buono, integro, audace e volterriano, nel suo metodo antideologico: amore per la gente, feroce lotta contro gli atti e le associazioni criminali, ammonendoci sempre che nessuna parola poteva essere cifra della complessità e della terribilità di quello che dobbiamo combattere. niente generalizzazioni su ogni cosa! ed allora « l' è mafia » ; ed allora, amici, consentitemi di fare un tentativo con molta umiltà, riprendendo le cose dette — e che grazie a Radio Radicale ho ascoltato o riascoltato, ore dopo ore, questa notte e ieri — da Giovanni Falcone, così come si esprimeva, non così come oggi l' uno o l' altro lo chiama a sé. ricordo, per esempio, l' ultimo dibattito al quale egli ha partecipato su proibizionismo ed antiproibizionismo o le varie relazioni che ha fatto. vorrei dire, per esempio, seguendo quel metodo, che uno dei primi atti che questa Camera dovrà compiere è l' abolizione di quel decreto Malagodi del 1972 con cui abbiamo fatto precipitare nell' uso necessariamente criminale il sistema delle concessioni e degli appalti. all' inizio del secolo, con Silvio Spaventa e la Rothschild, procedemmo alla nazionalizzazione delle ferrovie con pagamento trentennale delle opere eseguite. Mussolini intervenì nel 1928 per favorire Del Fante con pagamento decennale. nel 1972 stabilimmo che il terremoto di Napoli doveva « terremotare » i criteri ed i principi generali del bilancio dello Stato : 50 per cento subito, con magistrati collaudatori a frotte, e tecnici esposti all' assassinio se non garantivano che si era effettuato quel piccolo lavoro di fondamenta per avere il 50 per cento da mettere in banca e investire nel traffico della droga e non da destinare alla costruzione. questa e la prima operazione concreta. il secondo fatto concreto — e credo urgente — per il nostro Governo è porre il Parlamento in condizioni di decidere presto se unificare o meno le forze di polizia , salvo l' attuazione costituzionale, stranamente e comprensibilmente mai rivendicata dall' ordine giudiziario, con la creazione di un corpo autonomo di polizia giudiziaria . la Costituzione l' indicava e non l' avete voluta. per il resto, unificazione delle forze di polizia , nel comando ma anche sotto il profilo della compatibilità tecnologica e culturale; verifica del contenuto e dell' uso dell' autonomia storica necessaria della magistratura. dobbiamo difendere il principio, ma senza complessi; se il contenuto dell' autonomia fosse quello della procura della Repubblica di Roma, da trent' anni a questa parte sostegno dei regimi, insabbiatrice delle verità, perché renderla anche autonoma? dobbiamo allora con lealtà confrontarci con i contenuti delle autonomie, anziché con l' idiozia ideologica delle contrapposizioni sulle autonomie stesse. e occorre confrontarci subito sulle politiche antiproibizionistiche o proibizionistiche così come noi proponiamo. l' Esecutivo, fra le convenzioni internazionali ed il Governo accorto degli obblighi che abbiamo, ha spazi enormi per comprimere la crescita della micro e macrocriminalità. questo obiettivo può essere raggiunto solo se disgiungiamo totalmente il problema della lotta alla tossicodipendenza e dell' assistenza al tossicodipendente (come la maternità e l' infanzia e mille altri aspetti) da quello della lotta alla criminalità e a leggi e procedure criminogene, che sono esse stesse causa della forza della criminalità organizzata a livello storico e della sua internazionalizzazione. sono queste le misure che Falcone invitava tutti, metodologicamente, a studiare e coltivare, sulle quali invitava a riflettere, lontano dagli « apocalittismi » di De Gennaro , di Vienna e degli altri che i giacobini ritardati della sinistra o della destra ogni volta, furiosamente, invocano quando vedono che i propri demoni interiori prendono corpo nel corpo sociale . noi attenderemo questa prima risposta stasera. questa sera il Parlamento italiano occuperà di nuovo un palazzo per la legalità scritta e costituzionale, perché la legge scritta, la Costituzione scritta, le grandi tradizioni occupino il più alto dei nostri palazzi! sappiamo, colleghe e colleghi, che stiamo per farlo onorando le nostre diverse tradizioni, che prendono corpo nella tradizione di qualcuno che il senso dello Stato, innanzitutto, saprà difendere. ad ogni giorno basta la sua pena e credo che questa sera la qualità della nostra risposta, grazie alla Provvidenza, sarà all' altezza della triste e tragica realtà costituita da quanto è accaduto tre giorni or sono.