Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 33 - seduta del 28-07-1992
Norme sull'aborto
1992 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 75
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , colleghi, signor ministro, do subito atto al ministro, e lo ringrazio, della puntualità della sua risposta alla puntualità della nostra interrogazione, in particolare. puntuale ma non soddisfacente, signor ministro, perché sono passati già molti giorni e, in realtà, quel che noi le chiedevamo, quando l' abbiamo chiesto, voi l' avreste dovuto già sapere. contrariamente a quanto altri preferiscono dimenticare — e mi preoccupa che lo dimentichino — a Palermo c' è, come in ogni corpo sano, anche qualcosa di non sano. e l' apologia della realtà palermitana e poliziesca palermitana è un' apologia stupida, incongrua o nei confronti della quale politicamente devo elevare molti sospetti. Palermo è tale per colpa della nostra politica nazionale, soprattutto, sicurissimamente — ne siamo convinti — dai tempi in cui con Danilo Dolci dovevamo affrontare nei confronti di Bernardo Mattarella e della Dc processi che si perdevano, non perché dicessimo cose false, ma perché la magistratura allora, di già, operava in un certo modo nella realtà italiana. ma se Palermo è degradata dal punto di vista architettonico, urbanistico e via dicendo, se è degradata dal punto di vista civile, non capisco perché non dovrebbe in parte essere degradata anche nelle sue strutture dell' ordine pubblico , prefettizie, di questura di polizia. adesso vedo meno bene di alcuni anni fa. sono prudente, ma ho l' impressione di aver visto nella cattedrale, l' altro giorno, qualche volto che ricordavo da quando, alcuni illustri uomini di polizia di Palermo, molto autorevoli, tanto che da allora sono stati anche socialmente promossi, si vantavano di non avere più saliva in bocca, nei giorni successivi, tanti sputi erano riusciti a mettere a segno contro Oscar Luigi Scalfaro, ministro dell'Interno e non di polizia, recatosi a Palermo per capire come mai qualcuno ventenne, magari il peggiore dei criminali, entrato sano e spontaneamente nei locali della questura di Palermo, ne fosse uscito dopo poche ore assassinato, per ricomparire poco dopo come un annegato ripescato e portato lì. non è ignoto che. a Palermo esista un gruppetto di poliziotti specialisti nel ricatto nei confronti dei loro colleghi, specialisti nel farsi gloria, ogni volta che arriva qualcuno che rappresenta lo Stato, della loro capacità di insultarlo, per interpretare lo sdegno della gente, con una stampa che ormai rovista guano, per incapacità di fare altro e non già perché il suo dovere sia difficile. e in Sicilia lo fa in modo costante, soprattutto quando viene inviata dal continente, avendo un certo tipo puntuale di agganci. io credo, signor ministro, che se un po' di foto non fossero scomparse dalla procura della Repubblica e dalla questura e dalla prefettura di Palermo, esse avrebbero consentito, in mezz' ora , di individuare, per esempio, di quale uomo politico fosse quella scorta. sappiamo tutti che la prima reazione del presidente della Repubblica è stata una reazione di garbo, in qualche misura, verissima ma non esatta nei dettagli. l' amico e collega Ayala era lì, e sicuramente non erano né fiori, né carezze, né solo parole dolci quelle rivolte al presidente della Repubblica . quindi, riprendere come lei ha fatto, signor ministro, una frase comprensibile del presidente per fame invece qui suffragio di un rendiconto non è bello. certo, lei poteva prenderne tante, ma molte piccole bugie o inesattezze non fanno una verità, signor ministro. e quindi chiedo d' urgenza, in un momento nel quale di questo non molti hanno il coraggio, che la situazione dell' ordine pubblico , delle strutture ma anche dei carabinieri (perché altro è il capitano Scala, altro è altri), venga chiaramente individuata. noi dobbiamo conoscere la realtà dei palazzi dell' ordine pubblico . signor ministro, lei mi dice « quando lo sapremo » ; ma io tomo a dirle che è allarmante che non sappiamo, che non sappiate, che non sapevate. non chiedo che continuiate a fare perfettamente, con matematica esattezza, quello che faceva negli anni Trenta il Governo di allora. fate il confino di polizia, fate la politica del sospetto, tutto quell' armamentario è resuscitato, devo dire anche con minore efficacia, probabilmente, di quella messa in atto all' epoca. si trasferisce la gente; il sospetto è fondamento dell' azione dello Stato. sento delle parole contrarie, ma lei, signor ministro, su questo non ci dice nulla, nemmeno in altra sede, ma ce lo dovrà dire. io ho fatto tutta la campagna elettorale sull' unificazione delle forze di polizia e adesso sento che ci sono i ROS e altre cose per ogni arma. poi si dice che c' è bisogno del coordinamento. lo stesso collega Pappalardo afferma che occorre un comando unico. qui non solo abbiamo tre o quattro forze, e la polizia giudiziaria che non è stata mai attuata com' era previsto dalla Costituzione, anche perché i magistrati non l' hanno mai voluta; ma a questo punto diventa polizia giudiziaria non ope legis ma « ope vostra » anche qualsiasi soldato di leva nell' insorgere di circostanze oggettive. cosa c' entra la paccottiglia ideologica, signor ministro? questi sono principi classici e non consunti dell' ordinamento giuridico , dell' ordinamento dello Stato. cosa c' entra la paccottiglia? possiamo anche dire che esiste un ricorso — che non è neppure esso paccottiglia — a situazioni e ad azioni che sono in profonda contraddizione con i principi generali dell' ordinamento. non ho nessun dubbio — sentirò con molto interesse l' amico e collega Ayala — che a chi è di tradizione crispina stia bene quello che state facendo: l' uso dell' esercito lo fece Crispi. tutto il trasformismo del nostro paese e tutti i governi incapaci di riformare, di attrezzare e di rendere solida l' amministrazione dello Stato hanno continuamente fatto ricorso a questioni straordinarie. gli ottanta o cento miliardi che vi costerà questa parata... mi riferivo all' immediata fase dell' insediamento. comunque, da ottanta o novanta siamo arrivati a centosessanta e arriveremo a trecento agevolmente. avreste già dovuto spenderli, in lire di allora, per l' informatizzazione, per il radicamento di presìdi. questo non è il senno di poi, ministro. lei ha ricordato una legge Cossiga del 1978, quando si pose il problema del controllo di interi isolati con la forza dell' esercito. da quei banchi — noi eravamo quattro — si era tutti fermissimamente a favore, certo, ma allora quell' esperimento è stato compiuto e non è stato affatto positivo. è una menzogna dire che il terrorismo sarebbe stato vinto da quella paccottiglia di decreti, che ogni volta distruggono la lenta opera di Governo. ma se voi continuate, dinanzi alle varie emergenze, ad adottare ogni volta risposte di emergenza, non avremo mai il raddoppio delle stazioni dei carabinieri o la formazione di una polizia giudiziaria ; non avremo mai l' informatizzazione, non avremo mai quello che Dalla Chiesa giustamente chiede, ossia il minimo di cui dispongono le polizie che operano in condizioni di criminalità moderna (non mi riferisco alla mafia, a Cosa nostra di Cinisi, ma alla criminalità moderna). più voi distraete le vostre energie intellettuali, politiche, oltre alle risorse finanziarie dello Stato, più continuate in questa poco onorevole « mendicità » di risposte immediate alle evenienze e alle tragedie del nostro paese, meno vi inserite all' interno delle grandi tradizioni democratiche, di certezza del diritto, di organizzazione dello Stato e dell' amministrazione pubblica , e più, in sostanza, distruggete tutti. ogni volta che la mafia si manifesta, il danno che essa comporta viene moltiplicato. vi è infatti il danno immediato, ma l' indotto è peggiore, perché distruggete voi stessi e noi nel rispondere alla loro azione distruttiva. in conclusione, mi auguro, signor presidente della Camera, che possa svolgersi un dibattito rituale su comunicazioni spontanee e necessarie del Governo in ordine a questo tema. non se ne svolgono da anni, o forse da lustri, poiché si continua con questo sistema dei « fuori sacco » . il Governo dovrebbe, invece, rendere una comunicazione sui problemi dell' amministrazione e dell' ordine pubblico . non l' ha mai fatto per non discutere per due o tre giorni e per avere sempre il limite dei dieci minuti. occorre finirla con questo! lo so che lei è d' accordo, signor ministro, ma lei è d' accordo in quanto persona assennata, e sembra esservi una sempre maggiore incompatibilità tra l' assennatezza e l' elevatezza intellettuale di ciascuno di voi e l' abito, che indossate, di ministri o comunque membri di questo o di altro governo. di ciò purtroppo dobbiamo tutti rammaricarci perché vorremmo davvero che le cose fossero altre.