Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 30 - seduta del 23-07-1992
1992 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 7
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , siamo convinti che l' atto che il Parlamento si appresta oggi a compiere sia importante. con questa decisione riteniamo che si darà senz' altro avvio ad una legislatura che è stata propriamente definita costituente. d' altra parte, che vi sia una volontà nuova di dare effettivo corso a riforme della Costituzione è stato dimostrato anche qui dal modo in cui siamo giunti ad un primo testo di riforma dell' articolo 68 della Costituzione. nello stesso tempo il Parlamento lavora per una nuova legge elettorale comunale, altro segno di una volontà formatasi certamente sulla spinta venuta dai cittadini con il referendum del 9 giugno 1991 ed anche con il risultato elettorale del 5 e 6 aprile, che ha dato una forte scossa al vecchio assetto di potere. dunque, il processo delle riforme si avvia, ed è alla luce di questa volontà che acquista significato la scelta di istituire una Commissione bicamerale. vorrei aggiungere che questa scelta segna una svolta positiva anche rispetto al modo in cui il tema delle riforme istituzionali è stato agitato nel corso degli ultimi anni; positiva perché, con la commissione, è il Parlamento che diventa protagonista. in ciò abbiamo anche scorto un segno di novità forte che il Capo dello Stato ha voluto imprimere alla funzione del Parlamento investendolo di un compito costituente. purtroppo, nel passato l' impotenza del sistema democratico e del Parlamento hanno favorito un processo di disgregazione ed hanno aiutato un sovversivismo dall' alto e dal basso, fatto di piccone e di tentazioni plebiscitarie. tutto ciò non ha certamente aiutato l' avvio di un processo democratico di riforma. la centralità del Parlamento sarà indubbiamente rafforzata, a nostro giudizio, da una legge costituzionale che, in deroga agli articoli 71 e 72 della Costituzione, conferisca poteri referenti alla commissione che stiamo istituendo. rivolgendomi a chi sul punto ha obiettato vorrei dire che questo atto servirà certamente a darci vincoli e strumenti adeguati: il che mi sembra il modo migliore di contrastare tentazioni plebiscitarie ed antiparlamentari. inoltre, ciò servirà — certamente, vorrei dire — per giungere ad una revisione organica, nella quale la riforma dell' ordinamento si saldi ad una nuova legge elettorale . si tratta di una revisione organica che non vuole stravolgere i principi della nostra Costituzione, ma, al contrario, vuole riordinare le regole per meglio applicare quei principi fondamentali. siamo persuasi che il cambiamento possa e debba avvenire nel rispetto pieno delle garanzie previste dall' articolo 138 della Costituzione. e davvero non comprendiamo chi, da opposte sponde, dà per scontato — chi auspicandolo e chi temendolo — uno stravolgimento di quelle garanzie. in realtà, ad oggi sono state presentate due proposte di legge costituzionale, una del gruppo della Democrazia Cristiana e l' altra del gruppo del Pds: in tutte e due si fa riferimento esplicito al mantenimento dei vincoli e delle garanzie previste dall' articolo 138. questo sarà materia di discussione e di confronto, ma ad oggi le posizioni del maggior partito italiano e nostra tendono a mantenere e a presidiare quelle garanzie e quei vincoli. allora il problema è un altro: la questione è se si vuole davvero affrontare la sfida delle riforme, la sfida del confronto fra impostazioni certamente diverse, fra idee e culture diverse, per ricercare le intese possibili. dal nostro punto di vista , puntiamo ad un sistema parlamentare rinnovato, più efficace e autorevole; puntiamo ad una legge elettorale che favorisca il confronto e la scelta tra schieramenti e proposte di Governo alternative; puntiamo ad un radicale decentramento di poteri e di funzioni. non credo proprio che un sistema elettorale che poggi fondamentalmente sul sistema uninominale e corregga la proporzionale liquidi i partiti di massa e conduca inesorabilmente al presidenzialismo. al contrario, sono convinto che nella situazione di oggi una riforma di questo segno possa favorire una rifondazione dei partiti di massa , possa spingere a superare una frammentazione ideologica e rissosa che è a sinistra segno di debolezza e di subalternità. questa è la sfida. sottrarsi ad essa, arroccarsi in una scelta conservatrice mi sembrerebbe miope e asfittico. d' altro canto, cari colleghi , e direi cari compagni, di fronte allo sconvolgimento di oggi, di fronte alla delegittimazione dei partiti di massa che viene dall' esplodere della questione morale , di fronte al dominio mafioso in intere regioni, di fronte ai movimenti di segno ormai separatista che sono cresciuti al nord, dire che il rischio di una destrutturazione dei partiti di massa che viene dalla Commissione bicamerale mi sembra involontariamente comico. in realtà, un rischio di autoritarismo è insito nella disgregazione di oggi. uno spostamento di poteri verso centri e soggetti non trasparenti è in atto da oltre un decennio ed ha camminato di pari passo con la crisi della democrazia e delle istituzioni rappresentative. un Governo legittimato dalla volontà popolare , un Parlamento più forte e autorevole sono un modo per ricondurre i poteri nell' alveo di un controllo democratico. certo, noi abbiamo il convincimento chiaro che quel necessario ricambio delle classi dirigenti al quale puntiamo non si costruirà per forza di leggi elettorali o di riforme istituzionali . tali riforme possono aiutare e sollecitare, però, un processo politico nel quale noi siamo pienamente impegnati; un processo di unità e di rinnovamento della sinistra italiana, che si misurerà anche con il tema delle riforme istituzionali , con la necessaria ricerca di una piattaforma comune di rinnovamento della nostra democrazia, per renderla più forte, per rispondere alle sfide del presente, per creare le condizioni di un cambiamento che oggi il paese chiede e senza il quale la democrazia rischia di cedere.