Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 30 - seduta del 23-07-1992
Sui patti lateranensi
1992 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 55
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

presidente, io non volevo disturbare il presidente del Consiglio e il collega Mattarella! dicevo dunque che il Governo ha negato il carattere di urgenza alle interrogazioni in questione; ed è bene che ne siate consapevoli anche voi, amici della maggioranza. è bene che sia chiaro. l' articolo 135 del regolamento, comma 1, suona così: « quando il Governo riconosca che una interrogazione ha carattere di urgenza può rispondere subito o all' inizio della seduta successiva » . evidentemente il Governo, annunciandoci che risponderà martedì, nega l' urgenza della richiesta del Parlamento. noi non avevamo presentato un' interpellanza anche se questa è materia di interpellanza. noi abbiamo interrogato il presidente del Consiglio perché le cose che accadono a Palermo riguardano il ministro dell'Interno , il ministro di grazia e Giustizia e, in realtà, il Governo nella sua pienezza. e invece il Governo ha negato — ripeto — il carattere di urgenza a quelle interrogazioni, dopo che non aveva sentito il dovere, ieri mattina, di venire sua sponte a riferirci, mentre tutta l' Italia discuteva di quello che era accaduto nella cattedrale di Palermo e mentre il presidente della Repubblica ha dovuto trovare le vie della propria difesa da solo. il presidente della Repubblica non ha potuto essere difeso da un errore evidente del Governo in quanto tale. non ha potuto essere difeso con solidarietà immediata ed espressa da noi perché il Governo non ce l' ha concesso. ci ha prima detto che sarebbe venuto in giornata, poi stamane ha parlato delle 18. ora io vorrei fare una notazione, signor presidente , non solo perché un richiamo di questo genere non può non incontrare la sensibilità del presidente della Camera , ma anche perché so che chi presiede l' Assemblea in questo momento è sensibile forse più di altri a questi problemi. almeno da cinque mesi, non ci è consentito, come Parlamento di discutere, secondo regole parlamentari, dell' ordine pubblico e dei problemi della criminalità. abbiamo fatto quei dibattiti in morte di Falcone e di Borsellino in cui è stato consentito ad un rappresentante per gruppo di intervenire per non più di cinque minuti: questo non è parlamentare! è qualcosa che siamo venuti elaborando nel tempo, « fuori sacco » — così si dice — , creando una corsia particolare tra l' Esecutivo ed il Parlamento. non voglio percorrerla più, signor presidente ! se il Governo verrà martedì, dovrà rispondere alle interpellanze e noi avremo facoltà di intervenire per dieci minuti per illustrarle e poi per quindici minuti per dichiarare se siamo soddisfatti! ecco cosa accadrà, se il Governo, signor presidente , non sente il dovere, dopo tanto tempo , di venire sua sponte a farci le comunicazioni per un dibattito pieno sulla situazione dell' ordine pubblico ! termino dicendo semplicemente che quando non erano sospetti i nostri rapporti, vi era un responsabile del Governo per i rapporti con il Parlamento che allora ritenevo nuocesse moltissimo alla Presidenza del Consiglio per la sua incapacità di dialogare con le Camere. era il collega Giuliano Amato... mi auguro che il Governo voglia invece, adesso, come preannunciato questa mattina, prendere la parola, non disconoscendo le nostre esigenze, in modo offensivo e provocatorio, e non restando in attesa che arrivi qualche mattinale di questura da leggerci! mi pare anche con rispetto dei tempi, signor presidente ! quindi, sia chiaro che se il Governo verrà martedì, noi parleremo secondo regolamento ed allora si tratterà di interpellanze e non di interrogazioni. basta con queste truffe! a Palermo! a Palermo!