Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 296 - seduta del 12-01-1994
Adesione dell'Italia al patto atlantico
1994 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 197
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente del Consiglio , onorevole presidente , onorevoli colleghi , vorrei innanzitutto esprimere l' apprezzamento sincero del gruppo del Partito Democratico della Sinistra e mio per il discorso consapevole, chiaro e leale con il quale il presidente del Consiglio ha aperto la nostra discussione. questo discorso conferma per noi le ragioni di quella fiducia morale che abbiamo espresso all' Esecutivo presieduto da Ciampi non solo per le capacità di governo che esso esprimeva, ma per la garanzia democratica che il Governo ed il presidente del Consiglio potevano ed hanno saputo rappresentare in un momento così difficile, eppure straordinariamente ricco di speranze, come quello che il nostro paese vive. come ella sa, signor presidente , la nostra posizione di lealtà verso il suo Governo si è spinta oltre l' astensione nel voto di fiducia , con il sostegno dato alla legge finanziaria , superando perplessità e rilievi esistenti su alcuni punti di merito, a testimonianza di un nostro impegno in un' opera di risanamento finanziario ed anche di un necessario senso di responsabilità di fronte al paese, con una decisione che era anche volta — come dicemmo — a favorire un compimento positivo del programma di Governo ed a consentire al paese di affrontare la prova elettorale, che consideriamo non procrastinabile, in una condizione di ordine, senza danni per la nostra moneta e la nostra economia, che già vive una fase così difficile. ora, il ruolo fondamentale del suo Governo si è, a nostro giudizio, esaurito, se non per il compito certamente importante di reggere il paese nella fase elettorale e di garantire un ordinato svolgimento delle elezioni. quali che fossero le finalità che si proponeva la mozione presentata dall' onorevole Pannella e da tanti altri colleghi, tale mozione comunque ha sortito l' utile effetto di promuovere un dibattito ed un chiarimento politico. confesso di non aver compreso bene che cosa chieda l' onorevole Pannella al dottor Ciampi e al suo Governo. non ho capito bene se l' onorevole Pannella intenda che si formi un Governo per rinviare le elezioni; egli lo nega nel modo più risoluto ma nello stesso tempo, tuttavia, in modo contraddittorio, propone un calendario di impegni parlamentari e di Governo che contraddicono tale negazione. ho capito bene che l' onorevole Pannella ritiene che il Governo debba essere rafforzato dalla sua (di Pannella) presenza nello stesso Governo, cosa della quale noi non avvertiamo una così urgente necessità per il paese; ed ho capito soprattutto che l' onorevole Pannella chiede a Ciampi e al Governo Ciampi di assumere una caratteristica nuova, cioè di non essere più quel Governo di garanzia democratica che ha chiesto la fiducia per amministrare il paese nel tempo necessario al compimento della riforma elettorale ed anche per cominciare ad affrontare gli urgenti problemi del risanamento economico e finanziario, ma un Governo, come egli dice, politico, cioè un Governo che assuma la leadership di una lunga campagna elettorale fondamentalmente contro la sinistra (mi pare di capire). è un obiettivo legittimo, anche se ritengo che sia una richiesta ingiusta al suo Governo, un Governo che ha voluto assumere un ruolo diverso. so bene che nella normalità della vita democratica di un grande paese dell' Occidente non vi sono governi di garanzia istituzionale, ma penso non sfugga a nessuno che noi non viviamo la condizione normale di una grande democrazia dell' Occidente, ma che viviamo invece la condizione difficile della transizione che vogliamo democratica, della trasformazione di un sistema politico , della sua ricostruzione, la condizione di una crisi dei partiti, di una crisi della rappresentanza. in una condizione così difficile il paese aveva bisogno di un Governo di garanzia, che sapesse innanzitutto garantire al paese un Governo efficiente e corretto e alle forze politiche in campo quella necessaria neutralità rispetto ai conflitti che si sono attivati e rispetto all' opera di ricostruzione, di proposte politiche, di Governo, di nuove formazioni, anche nello spirito della riforma elettorale . questo lei ha saputo fare e noi non siamo pentiti di ciò che abbiamo fatto (poco o tanto che sia, giudicheranno i cittadini) per consentire al suo Governo di operare. siamo anche convinti che sia un bene prezioso per il nostro paese che vi siano uomini disposti a servire lo Stato in un momento così difficile, senza per questo diventare uomini di parte, capi partito, organizzatori di campagne elettorali . per questo, sono del tutto fiducioso che la richiesta legittima dell' onorevole Pannella non possa trovare accoglimento. oggi il problema è un altro e, così come ella ha detto nel suo discorso introduttivo, viene dalla mozione di sfiducia (questo non lo so, non ne sarei sicuro), ma le dico con franchezza che in questo momento viene certamente da noi, e forse da altri gruppi, un invito sostanziale: l' invito a consentire al Capo dello Stato , come ella ha detto, un esame della situazione a campo completamente libero, perciò a mettere a disposizione il mandato che le è stato conferito il 29 aprile scorso. questo credo si debba fare, questa è la nostra ferma convinzione. vorrei respingere con assoluta serenità l' accusa di chi ci dice che intendiamo imporre le elezioni subito, che vogliamo precipitare le cose per un cinico calcolo di partito o di schieramento. sinceramente non voglio ironizzare, ma il precipitare delle cose è stato determinato da una mozione firmata, caro onorevole Bianco, da una parte assai cospicua dei parlamentari della Democrazia Cristiana e non da una qualche proterva posizione del Pds. noi non abbiamo compiuto alcun gesto per far precipitare gli eventi; non abbiamo presentato una mozione di sfiducia né di benservito al Governo Ciampi, non abbiamo proposto al paese roboanti annunci — anche se poi smentiti — di ritiro delle nostre delegazioni parlamentari né abbiamo attuato sabotaggi dei lavori dell' Assemblea. ancora questa mattina quando, per l' ennesima volta, è mancato il numero legale — non voglio citare le presenze di taluni dei gruppi che sollecitano che il Parlamento prosegua utilmente il suo lavoro: ma qui mi fermo, perché si parla del lavoro di altri! — , il gruppo del Pds era presente con oltre il 70 per cento dei suoi parlamentari. abbiamo tenuto una posizione di assoluta correttezza istituzionale; nulla abbiamo fatto per far precipitare gli eventi, nella convinzione che spetti al Capo dello Stato decidere se e quando sciogliere il Parlamento e quindi promuovere nuove elezioni. abbiamo mantenuto una posizione, appunto, di rispetto e di fiducia verso un presidente del Consiglio che sapevamo non essere impegnato a resistere oltre il tempo che si era dato per il suo lavoro e verso un presidente della Repubblica che ha saputo essere garante del necessario rinnovamento del paese, che ritengo nessuno possa intimidire e al quale nessuno può pensare di voler forzare la mano. questa è stata la nostra posizione. poi siamo giunti a questo chiarimento da noi non promosso né sollecitato, anche se ritengo che sarebbe stata comunque utile una discussione parlamentare. questo passaggio c' è e per uno di quei curiosi avvenimenti, per la saggezza della Provvidenza o, forse, per l' eterogenesi dei fini, come stavo per dire e mi suggerisce il compagno Lucio Magri, accade che questo sia il momento del chiarimento e non vedo come lo si possa superare se non nella confusione e nell' ambiguità. voglio anche dire qui che non abbiamo presentato una mozione di sfiducia non solo perché non abbiamo voluto fare un uso improprio degli strumenti previsti dall' articolo 94 della Costituzione, ma anche per una convinzione più profonda: che non vi fosse alcuna necessità, per andare alle elezioni, di una crisi di Governo e che si potesse risparmiare un trauma inutile al paese. lo dico all' onorevole Pannella, che tante, elevate parole ha speso per il nostro paese e per i suoi problemi: forse questo è un trauma inutile, giacché non è prescritto da nessuna parte che per arrivare allo scioglimento delle Camere ci voglia una crisi di Governo e giacché le ragioni che spingono allo scioglimento delle Camere non consistono, a nostro giudizio e — non vorrei essere presuntuoso — secondo quanto qualsiasi cittadino italiano può comprendere, in una crisi dei rapporti fra Parlamento e Governo, ma si trovano assai più in profondità, perché toccano il rapporto fra Parlamento e paese. noi non abbiamo mai ceduto ad una campagna sulla delegittimazione del Parlamento; abbiamo posto e poniamo un problema più profondo, più oggettivo, vorrei dire, che nasce dal fatto che il nostro paese ha vissuto in questo periodo una crisi ed una tumultuosa trasformazione del sistema politico ; sono mutati e vanno mutando radicalmente gli orientamenti dell' opinione pubblica , il rapporto fra cittadini e partiti, il modo di organizzarsi delle formazioni politiche . tutto ciò si è accompagnato ad un processo costituzionale — come ella ha ricordato — rilevantissimo, apertosi con il referendum e portato a compimento con la riforma del sistema elettorale , cioè modificando profondissimamente il metodo stesso della formazione della rappresentanza. è quindi del tutto evidente che queste ragioni spingono, a nostro giudizio, per rispetto sostanziale delle regole della democrazia, ad andare presto alle elezioni. voglio molto serenamente rispondere alle obiezioni che vengono promosse. chiedo a che cosa varrebbe un prolungamento della vita di questa legislatura in un clima che ormai è quello di una campagna elettorale , tant' è vero che , con l' indubbia intelligenza politica che lo contraddistingue, l' onorevole Pannella ha proprio chiesto a questo Governo di diventare un Governo di battaglia elettorale, su una certa posizione politica, naturalmente, e non altro. dubito che qui si potrebbe utilmente portare a compimento l' esame di questo o di quel provvedimento. come pure considererei profondamente sbagliato per il nostro paese l' abbinamento di elezioni politiche alle elezioni europee , con il risultato di non avere una campagna elettorale europea, cioè su grandi temi della costruzione europea, perché tale campagna sarebbe inevitabilmente soffocata dal conflitto tra le forze politiche italiane, oltre che — voglio considerare anche questo aspetto pratico — costringere gli elettori a votare con sistemi elettorali diversi, uno dei quali nuovo, con un rischio enorme di confusione, quindi con la difficoltà di un' espressione limpida della volontà popolare . cari colleghi , l' esperienza di questo Parlamento così travagliata, difficile, talora drammatica, eppure — voglio dirlo perché rivendico qui qualcosa che appartiene anche a noi, a questa parte, malgrado tutte le sue colpe storiche che l' onorevole Pannella tante volte si incarica di ricordarci — è stata nel suo complesso positiva (per la rilevanza delle questioni, delle trasformazioni e delle riforme che si sono introdotte) per il fatto che questo Parlamento ha saputo, talvolta sospinto, altre volte per consapevolezza, accompagnare sin qui un processo di trasformazione del paese. ebbene, temo che il trascinare le cose finirebbe soltanto per sciupare quanto di buono si è fatto in una rissosa e confusa agonia. nel dire questo naturalmente, come è ovvio, non vi è alcun intento di aggressione antiparlamentare; al contrario, le elezioni sono il modo per dare nuovo vigore, fondato sul consenso popolare e sulle nuove regole che ci siamo dati, alle istituzioni democratiche. ed è la condizione — vorrei che questo fosse compreso da chi giustamente solleva tale questione — affinché la politica democratica, e quindi le istituzioni e innanzitutto il Parlamento, ritornino a svolgere quel ruolo centrale nella trasformazione del paese che compete appunto alle istituzioni democratiche. lo dico — ripeto — a chi è giustamente preoccupato dell' alterarsi dell' equilibrio tra i poteri e di una perdita di funzione della rappresentanza democratica, il terzo e il quarto potere , salvo poi — ma la contraddittorietà è nell' animo stesso del collega Pannella — disporsi magari ad aiutare quel pezzo del quarto potere che vuole occupare anche questo, di potere... ma lasciamo stare, decideranno poi i cittadini! vorrei dire che l' opera di Governo non può che trarre forza da un rinnovato Parlamento che sappia radicare un nuovo Governo sul consenso popolare, tanto più necessario nel momento in cui il paese ha di fronte a sé scelte impegnative e difficili, se si vuole portare avanti l' opera necessaria di risanamento e, nello stesso tempo, promuovere sviluppo e occupazione; se si vuole restituire efficienza, come è assolutamente necessario, alla Pubblica Amministrazione e, nello stesso tempo, promuovere equità e trasparenza difendendo essenziali conquiste sociali. ecco, noi siamo impegnati nello sforzo per unire le forze politiche della sinistra — oltre quegli steccati della guerra fredda che nel nostro paese le hanno divise — e le forze del mondo democratico, laico, cattolico, ambientalista, per una comune prospettiva di rinnovamento e di Governo. credo che a quest' opera si dovrebbe guardare con rispetto e non con il disprezzo che ho sentito nelle parole dell' onorevole Pannella. non so se ci riusciremo e forse anche a noi servirebbe un po' di tempo (non è affatto detto che un po' di tempo non sia utile a tutti), ma — diciamo pure come stanno le cose — questo tempo non lo abbiamo più, né noi né altri. è quindi necessario stringere, andare rapidamente a definire di fronte al paese proposte politiche programmatiche, così come altri vanno facendo in queste settimane ed in questi mesi, con dovizia di mezzi, di forze, di propaganda, con violenza di argomentazioni, con sicurezza di vincere. ancora questa mattina il senatore Martinazzoli ci ha informati che il centro vince, la Lega vince, la destra vince; noi, caro Bianco, ci accontenteremo di partecipare! è arrivato il momento di questa sfida, alla quale non voglio attribuire alcun significato drammatico. deve potersi trattare di un confronto civile davanti al popolo italiano , che è assai più maturo, consapevole, capace di analisi storica e di distinguere ciò che va conservato da ciò che va cambiato di quanto qualche volta non si pensi in quest' Aula. vedremo, ci misureremo. noi siamo impegnati nello sforzo... vedete che non si può continuare un lavoro utile, siamo in campagna elettorale ; per questo mi fermo qui, perché mi pare che questa discussione fornisca tutti gli elementi per un giudizio suo, signor presidente del Consiglio , e per un giudizio del Capo dello Stato . a questi giudizi ci rimettiamo essendo chiaro, credo non è mio costume usare parole roboanti, che ogni tentativo di trascinare le cose nell' ambiguità e nella confusione troverebbe nel nostro gruppo parlamentare , e ritengo nelle forze parlamentari più ampie dello schieramento di sinistra e progressista, un ostacolo assai fermo. voglio dire ciò con assoluta serenità e per quella correttezza alla quale sempre sono stati improntati i nostri rapporti che, a conclusione del mio intervento, mi consentono, presidente Ciampi, di dirle anche « grazie » per quanto ha fatto e potrà fare per il paese.