Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 296 - seduta del 12-01-1994
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1994 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 265
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

questo Governo, signor presidente della Camera, signor presidente del Consiglio , signori ministri, colleghe e colleghi, ha bene meritato dalla patria e dal paese. questo Governo ha sicuramente, signor presidente del Consiglio , da rivendicare i risultati che lei ha qui ricordato e sicuramente questo Parlamento ha da rivendicare anch' esso quel che lei ha avuto la generosità e la verità di riconoscergli, cioè di aver consentito, in una dialettica istituzionale corretta e intensa, questi risultati. questo Governo, istituzione politica della nostra Costituzione — lo ripeto, istituzione politica — , ha annunciato a lungo, reiteratamente, qualche volta ossessivamente e qualche volta, a mio parere, anche imprudentemente, di essere sul piano politico, non su quello dell' involucro istituzionale, un Governo a termine. certo, questo Governo, signor presidente del Consiglio mal consigliato, venne a dirci che avrebbe avuto come compito, anzitutto, quello di assicurare le riforme istituzionali . e da questa parte dell' Aula fino a luglio si è continuato a pretendere quello che invece lei ebbe la prontezza di correggere nella sua replica al momento della presentazione alla Camera, quando affermò che il Governo sarebbe intervenuto solo se il Parlamento non avesse adempiuto al suo compito in termini di riforme istituzionali , mettendo quindi automaticamente al centro la manovra economica. e una delle parti che annunciarono l' astensione, signor presidente del Consiglio , questa parte, ancora a luglio ha sostenuto ufficialmente un Governo che si qualificava per la sua straordinaria attitudine, capacità e moralità di affrontare e governare la bancarotta fraudolenta da curatore fallimentare , mentre da parte dei bancarottieri fraudolenti o di coloro che avevano concorso ad essa ancora si pretendeva che così non fosse. da quel momento il Governo ha accettato questa pressione e ha cominciato a dichiarare che, nel momento in cui la manovra economica fosse giunta al suo compimento, ritenendo di aver così adempiuto ai suoi obiettivi prioritari e politici, la parola sarebbe passata al Parlamento e al presidente della Repubblica . dunque il Parlamento, istituzione politica, si è trovato il 23 dicembre dinanzi alla constatazione, da parte del Governo, istituzione politica, che il suo programma politico, la sua unità politica e la sua ragione politica sono esauriti e che, di conseguenza, il Parlamento, avendo compiuto gli ultimi adempimenti — che noi sapevamo sarebbero stati svolti il 29 o il 30 dicembre — , sarebbe dovuto intervenire. come? con quale strumento? penso che tutti loro, dal nostro presidente all' ultimo dei colleghi, si siano chiesti con quale strumento si potesse politicamente affrontare la responsabilità istituzionale di vegliare e governare la politica, e nutrirla, determinarla e fornirla al paese e al giudizio degli elettori, al formarsi delle forze politiche attraverso gli obiettivi politici e della politica e anche giudicare se gli assetti parlamentari, governativi ed istituzionali fossero adeguati ed omogenei agli obiettivi e alle urgenze politici che avevamo dinanzi e che, signor presidente del Consiglio , dobbiamo scegliere. non vi è politica democratica quando si ritiene che la politica suggerisca praticamente un' unica soluzione. l' essenza di quella traduzione nella politica che è la democrazia (traduzione del valore di tolleranza) comporta il sapere che, nella situazione di dialogo, di pluralità e di diversità delle forze, vi è sempre in ogni posizione una componente di verità utile, ma che la moralità della politica è scegliere, scavare, rinforzare queste situazioni di dialettica, che siano di dialettica politica ed istituzionale, ciascuno badando bene di avere la propria pienezza istituzionale e la propria pienezza politica: ciò, infatti, dobbiamo dare alla dialettica politica e istituzionale del nostro paese. e abbiamo dunque firmato in 163 la mozione di sfiducia al nostro esame. si sono registrati 18 o 19 pentimenti, oggi; credo che il pentimento vada sempre onorato se riguarda gli sbagli, se non è pentimento « a comando » che provenga da un partito o da qualcuno...! noi, 163 presentatori della mozione di sfiducia , ci siamo tuttavia presentati in quest' Aula potendo rivendicare di aver consentito — se me lo consentono il presidente del Consiglio ed il presidente della Camera — un momento importante agli occhi del paese (mezz' ora fa, tre quarti d' ora fa), per chi è attento e crede a queste cose. abbiamo visto quest' Aula colma e strapiena, le tribune di nuovo piene e tutti attenti alle parole che il capo del governo pronunciava su una mozione di sfiducia arricchendo il dibattito, ricorrendo all' esercizio di una prerogativa costituzionale di autonoma comunicazione. e siamo stati felici di questa sua decisione, lei lo sa, signor presidente del Consiglio ! credo che nella conferenza dei presidenti di gruppo non vi sia stato alcun dubbio su questo: sul fatto, cioè, che noi ritenessimo — contrariamente ad altri, magari — il suo intervento come un arricchimento di questa scadenza e non come un rischio di turbare in qualche misura la specificità della situazione. noi volevamo questo! noi siamo qui presenti e soltanto quei 163 parlamentari hanno avuto la capacità della coerenza, signor presidente del Consiglio ! la capacità della coerenza significava trovare, negli strumenti previsti dai nostri regolamenti, la possibilità, da parte del Governo e sua, di trarre un bilancio politico. signor presidente del Consiglio , lei non era qui — e forse me ne sono stupito: era stato mal consigliato! — nell' ultimo grande atto importante che questo Parlamento ha compiuto approvando la manovra finanziaria; lei non ci ha sentiti. vi erano altri a ciò istituzionalmente delegati. oggi, grazie a noi, lei è venuto e ha dato il suo bilancio, le sue motivazioni; non li ha riferiti alla stampa — smentendo, magari, le abitudini di altri — , ma li ha dichiarati in questa sede. nessuno di noi sapeva quel che lei ci avrebbe detto: adesso l' abbiamo ascoltata e diciamo che è grazie alla nostra coerenza che questo le è stato possibile. non penso, infatti, che lei autonomamente avrebbe avuto quest' occasione se le Camere fossero state sciolte il 2 o il 3 gennaio, sull' onda del terrorismo antiparlamentare, dell' irresponsabilità delle opposizioni nel paese, che qui poi si ammantano a volte della responsabilità di maggioranza. noi discutiamo di questo: è lei, con questo Governo, che deve governare sulla base di ciò che ha indicato e che è stato poi da noi in parte iscritto nella finanziaria? questo Governo, nel suo assetto, è adeguato alle nuove congiunture e contingenze? si tratta di una riflessione comune. presidente c' è una cosa che torna con lei in quest' Aula, non so dopo quanti decenni (se mai vi è stata...). un dibattito ha valore di dibattito; lei, in questo momento, è anche il cittadino, la persona Ciampi, attenta, consapevole che da un dibattito possono venire ulteriori riflessioni. il 29 dicembre, alla stampa che la incalzava domandando « cosa deciderà? cosa deciderà?! » , lei ha dato una risposta di intelligenza, di rigore, di correttezza istituzionale e di ricchezza personale. lei ha detto: io saprò quello che penso quando avrò terminato di ascoltare il dibattito che si terrà il 12 e 13 gennaio, quando avrò per le mie convinzioni e determinazioni avuto il rispetto di quell' appuntamento. allora, colleghi, qui parliamoci con molta franchezza. da un po' di tempo, anche fra colleghi con i quali condivido molte altre cose, vi è una sorta di mugugno nei confronti del massimo Colle e dei suoi abitanti. ebbene, cominciamo col dire che coloro che volevano, signor presidente del Consiglio , che il vostro Governo si occupasse solo di riforma elettorale , sono gli stessi ai quali poi avete dovuto cedere le armi dell' ambizione — per il paese, non per voi — dicendo « non oltre il 21 dicembre, non oltre il 25 dicembre... » ; sono gli stessi che nelle piazze hanno mentito sulla sanità, sulle pensioni, sulla scuola, sostenendo che il Governo avrebbe potuto fare molto meglio e che vecchie abitudini conservatrici o reazionarie o antipopolari portavano questo Governo, per la scuola, per la sanità e per le pensioni, a fare cose che meritavano l' occupazione (per le scuole) e l' insulto (per la sanità e per le pensioni) delle forze politiche che vi appoggiavano in questo Parlamento e che il 23 dicembre hanno votato « sì... e non se ne parla più » ! sicché, ancora adesso si presentano forti. e le chiedevano, il 28 dicembre, di dimettersi subito... è vero o no?... bene, non è vero per Massimo D'Alema : io so, invece, che il segretario del Pds, il 27 ed il 28 dicembre, proprio questo ha sostenuto. se vi è dialettica fra il presidente del gruppo parlamentare ed il segretario del partito, di ciò non mi occupo: ma ricordo — e tutti lo sanno — che la richiesta del partito de La Repubblica , del partito di Scalfari (non di Scalfaro) e del vostro partito era: « basta » . infatti, voi avete chiesto che il dibattito su questa mozione si svolgesse il 27 o il 28 dicembre. quindi, signor presidente del Consiglio , si tratta di un atteggiamento costante: per evitare l' impopolarità e per condannare all' impopolarità chi è responsabile, si è antipopolari nei comportamenti, si pratica la politica del doppio binario , astenendosi qui, non astenendosi nel paese, creando difficoltà, impallinando, mentre gli altri si distruggono per questa capacità di responsabilità e di sacrificio, per quel che la curatela fallimentare... no, guardate: io non ho nessuna intenzione di farvi piangere. basta dire che non avete pianto quando, come sinistra sociologica, siete stati in questo paese i bancarottieri fraudolenti . signor presidente , questa è la realtà, alla quale vorrei richiamare adesso anche il signor presidente del Consiglio . signor presidente del Consiglio , lei ha riconosciuto poc' anzi che senza il sostegno di cinque gruppi il Governo non avrebbe potuto fare quello che ha fatto. poi, però, ha soggiunto che quasi al pari di quei cinque gruppi va ringraziata quella parte di quest' Aula che lei ha nominato, che ha invece praticato la politica dell' astensione. questo non è democratico e da lei non l' accetto! questo è politicante, « politicistico » e non è vero, perché per consentirle di dire questo, oggi, con quel bilancio, vi sono partiti che hanno espiato i loro errori precedenti nel paese, si sono forse autodistrutti, dinanzi invece al persistere di quella opposizione interna di regime, di quella opposizione interna alla bancarotta fraudolenta , che pur avendo almeno il 35 per cento dei voti (se non di più) nel trentennio, non solo non l' ha impedita, ma su Tangentopoli e su tutto il resto, come l' ordine giudiziario e il quarto potere , è stata costitutrice di quella realtà criminale di regime rispetto alle leggi scritte, ma anche rispetto all' intelligenza storica delle forze sociali a confronto. signor presidente del Consiglio , so che lei è sincero su questo, ma proprio su questo, ma proprio su tale sincerità credo sia necessario un approfondimento. lei sa che quelle moderazioni che lei ha rivendicato essere state opportune e necessarie nel realizzare un progetto di risanamento non saranno necessariamente possibili per i prossimi mesi: intanto perché vi è un elemento rappresentato da congiunture internazionali che possiamo prevedere di ripresa, ma che potrebbero essere anche di altra natura. lei, quindi, sa perfettamente che è bene che gli italiani vadano a votare sapendo che a loro potranno essere richiesti e semmai dovranno essere richiesti sacrifici ancora maggiori rispetto al passato; dico: potranno. questo gli italiani, prima di votare, devono saperlo. signor presidente del Consiglio , a lei risulta che chi, pur votando il 23 dicembre come noi e, in un certo modo, raggiungendoci, nel paese invece, a livello sociale, ha mentito rispetto a Rosa Jervolino Russo , facendone quasi un' immagine da capestro, rimproverandole una legge che non c' era più o che non c' era, giocando quindi sull' ignoranza e sull' inganno, sia forza politica pronta a governare o che potrà farlo il giorno in cui fosse a questo chiamata? una forza politica che sulle pensioni e sulla sanità, sulla manovra nel suo insieme, non ha voluto perdere nulla del consenso sociale, ma anzi si è schierata in modo da poter vivere di rendita di posizione nella demagogia e di rendita di posizione di istituzione è forza di Governo liberaldemocratica con senso dello Stato? non vorrei, signor presidente del Consiglio , che lei sottovalutasse l' importanza che questa parte del Parlamento disastrata storicamente sul piano politico ha invece tuttora e può avere per il paese. noi dobbiamo dirle ancora qualcos' altro, da questo punto di vista ; si tratterà di governare da ora fino a giugno, perché prima che il nuovo Governo sia insediato mi pare probabile che si arriverà appunto, a giugno, per le scadenze istituzionali e costituzionali, anche se si voterà il 20 marzo. il regime c' è stato, le prossime elezioni molto probabilmente faranno sì che il ceto politico parlamentare uscirà praticamente forse al 90 per cento , provvisoriamente o no, dalla scena politica per pagare questa realtà e questi errori di regime. ma il quarto potere , che oggi è centrale nella vita dello Stato, quel quarto potere senza il quale non è immaginabile che vi sia regime nella società e nello Stato moderni, non vede una sola persona, neanche del servizio pubblico , neanche del servizio di Stato, imputata o uscita di scena. vi è solo un avvicendamento nell' ambito di coloro che nel regime hanno sostenuto, con il quarto potere , il regime stesso contro le nostre denunce su Tangentopoli negli anni Sessanta , Settanta e Ottanta; sull' Eni e l' Agip nel 1960, uniti ferocemente, comunisti, psiuppini, destra missina e tutti quanti. e la magistratura inaugurava una vergognosa giurisprudenza, che è stata il fondamento dei processi che oggi si celebrano a Milano, contro le leggi scritte e anche contro il senso di Stato. signor presidente , come cittadino le pare di poter restare neutrale nello scontro elettorale al quale ci si avvia? non è un problema di riconoscenza, ma di riconoscimento. signor presidente , questo Governo può esimersi dal dire che i meriti dei suoi risultati sono innanzitutto quelli garantiti da quelle cinque forze? e il cittadino Ciampi può anche ignorare che Segni, il sottoscritto ed altri, con i referendum e con una volontà liberaldemocratica nell' ispirazione, nella conduzione e nella scelta dei referendum stessi, hanno consentito quel rinnovamento esterno senza il quale non le sarebbe bastato — e non sarebbe bastato a nessuno — anche il sacrificio di questa parte del Parlamento? forse per il Governo del paese, con quello che ci attende nei prossimi sei mesi, non è opera saggia, umile, prudente di Governo voler arricchire la forza dell' Esecutivo scegliendo, sceverando fra atteggiamenti farisaici, di umiltà silenziosa o di responsabilità nuova che si sta formando? quando abbiamo detto: il « Ciampi secondo » al cittadino Ciampi, cosa intendevamo dire e intendo dire tuttora? ho bene udito: anche personalmente, lei ha detto, non intendo guidare un governo politico. intendiamoci: se lei non intende guidare un Governo partitico, ha tutto il nostro plauso; ma se lei, per una situazione di comodo intellettuale con se stesso , nega il carattere altissimamente e gravissimamente politico che in questa circostanza ha un Governo, quale che sia, a cominciare da quello che oggi siede dinnanzi a noi, commette un errore di imprudenza, di imprevidenza e, se mi permette, di frettolosità, che vorrei non consentirle in questo dialogo sulla mozione di sfiducia . conosciamo i pericoli gravi che ha corso il nostro paese, ma sappiamo, per esempio, che esistono nel paese maturazioni federaliste urgenti che possono costituire forza di un' azione di governo sin da adesso. il federalismo fiscale di Tremonti, il federalismo einaudiano di molti di noi e il federalismo europeo alla Spinelli, che è un modo per guardare l' organizzazione anche statuale pure qui da noi: questi tre volani del federalismo, chiamati a governarli e rappresentarli nel Governo del paese coloro che hanno la legittimità e la capacità di farlo, non creerebbero elementi di riflessione giusta, seria, non strumentale, non meramente elettoralistica dinanzi alla Lega e alle sue esigenze di non smentirsi, ma di far crescere con il Governo il Parlamento, con le altre forze politiche , e anche se stessa ? forse che in cinque mesi un Governo che includesse idee, progetti e uomini attorno a lei, capaci e attenti ad avviare una politica di federalismo fiscale , con tutta la prudenza e la gradualità... la rivoluzione liberale; un millimetro al giorno nella direzione giusta, non altro. forse questa non è una chance che abbiamo oggi, signor presidente del Consiglio . perché ritenere del tutto vana o futile o come le foglie d' autunno di Giacosa la dichiarazione di voler costituire o essere la casa liberaldemocratica? personalmente poco mi ritrovo in tutte queste sigle. progressisti?! mi basta quello che per quindici anni, con un po' di khomeinismo, il partito verde ha sempre detto sul progressismo: essere sia negazione dell' idea moderna dello sviluppo... mai detto da te sul progressismo?! si è detto dai tempi di Mansholt, quando voi, come ambientalisti-ecologisti, ancora non c' eravate. ma quando coloro che con Aurelio Peccei da una parte e con Mansholt dall' altra sin da allora assunsero certe posizioni (sono abbastanza vecchio da essere stato fra loro)... allora, eravate sul fronte di coloro che dicevano — lo dicevano anche con un pontefice — che è lo sviluppo la nuova parola del progresso o, appunto, che era il progressismo il concetto cui ci si doveva richiamare. comunque, non importa: progressisti, moderati... ho una sola logica, signor presidente del Consiglio , sono un riformatore, ho vissuto tutta la mia vita dando priorità a specifiche riforme. oggi siamo arrivati a proposte referendarie per una riforma di tipo anglosassone dell' assetto politico del nostro paese (fra quattordici o quindici mesi potremo realizzarla); ritengo che il mercato, sulla linea di Ernesto Rossi , di Salvemini e di altri, rappresenti una politica di riforma che non esaurisce e non toglie lo Stato, ma esige dallo Stato un più alto, nobile e ambizioso compito di intelligenza e di ragionevolezza di intervento. ebbene, sono per queste riforme, sono per la riforma detta della conquista e del ritorno (poiché non c' è mai stato) al mercato. tutto ciò non interessa il Governo di un paese? e le venti-venticinque settimane da oggi fino a giugno sono settimane qualsiasi? allora diciamo qualcosa anche al Capo dello Stato , perché ce lo ha chiesto: ho letto i suoi interventi del 12 gennaio. guai se in momenti istituzionali delicati il Parlamento facesse mancare al Capo dello Stato , in quelle decisioni per le quali è solitario e dominus in questa delicata dialettica istituzionale, il suo consiglio, le sue riflessioni. ebbene, non sarebbe imprudente, signor presidente , potendo il Governo rinnovare il suo assetto e forse in qualche giorno anche alcuni degli obiettivi e dei metodi (politica estera ed altro), rinunciare a tale possibilità? non è un po' pericoloso affermare, per esempio, che nella campagna elettorale che si aprirà — che deve essere un grande momento di conquista e di scontro democratico — i ministri devono stare zitti e avere una cintura di castità contro la democrazia, altrimenti rischiano — alla faccia della collegialità del Governo — di andare nelle televisioni ad affrontarsi magari su decreti che saranno fatti sia pure indirettamente? privare il cittadino ministro per motivi di opportunità dei suoi diritti elettorali attivi e passivi significa togliere ricchezza e responsabilità ad una componente essenziale degli scontri elettorali nell' Occidente. ancora: sono qui a dire che il signor ministro Mancino, fino a prova del contrario, serba intera la fiducia che gli è stata data anche da questa Camera. signor presidente del Consiglio , siamo certi che per questi motivi e anche per altri i ministri di fronte ad un Governo neutro e neutrale nel momento di un grande scontro politico non dicano: « il mio dovere di cittadino non è più di restare a bagnomaria in un Governo per il disbrigo degli affari correnti, dicendo che noi siamo neutrali rispetto agli schieramenti a confronto. no, sento il dovere di lasciare il Governo per combattere quella battaglia » ? cosa fate, un rimpasto a Camere chiuse? cosa fate se dei ministri si dimettono o sono costretti a farlo? avere un ministero fresco, nuovo, un ministero che acquisisce la maturazione che quest' anno c' è stata in Italia: queste erano le proposte. non so se sia vero ciò che viene attribuito al mio amico Mariotto Segni, il quale — mi dicono i giornalisti — avrebbe dichiarato di non essere disponibile per governi — come dire — di tipo elettorale. anch' io credo che i governi di tipo elettorale siano una fesseria, non esistono. oggi un Governo in periodo elettorale ha responsabilità politiche maggiori che in un periodo non elettorale. oggi il Governo dovrà affrontare problemi gravissimi senza il pieno sussidio del Parlamento, della Camera e del Senato. ecco quindi il significato della nostra coerente richiesta. noi, per gli stessi motivi per i quali rivendichiamo di essere stati umilmente coautori di quello che i governi Amato e Ciampi possono rivendicare come merito e come buon operato nei confronti della cronaca e del paese, chiediamo che vi sia oggi, come ieri vi è stato, qualcosa di adeguato. ed io proprio non comprendo dove sarebbe lo scandalo, dove sarebbero i ritardi. ho parlato di quarto potere che è vecchio di dieci anni. ma è possibile che davvero la lotta politica italiana in questo mese e mezzo, due mesi sia stata per dieci giorni di più o di meno? la stampa ha dato la misura di sé, non ha informato su di noi. certo è rilevante — come no ? — sapere se, per esempio, vi sarà il tempo di intervenire sulle leggi elettorali europee o di modificarle, ovvero se vorremo andare a leggi elettorali europee nelle quali i giochi sono già fatti, con molti sindaci che si candideranno e poi si dimetteranno ingannando i propri elettori e risolvendo in questo modo. nessuno, però, ci pensa; Mino Martinazzoli non so a cosa pensi. si tratta di una scadenza importante e bisognerà pur intervenire. vi è la questione del voto degli italiani all' estero, vi sono tanti problemi certo importanti. poiché però sappiamo che in quarantacinque giorni si può andare alle elezioni, questa fandonia per la quale noi saremmo divisi dal volere quindici giorni di più o di meno, dà la dimensione della cultura e della serietà professionale di coloro che scrivono questo. diciamolo: sono mesi che sostengo che non è questo che mi interessa; mi interessa che il paese abbia un Esecutivo per governare disoccupazione ed occupazione, per governare il diritto e i servizi, per governare, anche con l' esempio, il quarto ed il terzo potere; che sia capace di mobilitare con l' esempio dell' appassionata, crociana soggettività. presidente Ciampi, Benedetto Croce , tra le altre cose, ha insegnato a tutti noi che il vero modo per essere — o tentare di essere — oggettivi e neutrali è quello di essere appassionatamente ed evidentemente soggettivi. assumersi le proprie responsabilità di parte significa conquistare gli anticorpi in chi ci ascolta, perché è meglio se i nostri limiti di parte, che sono storicamente essenziali, sono riconosciuti, che diventino elemento della ricchezza comune. lei ha questa appassionata soggettività; lei, in fondo, sta vivendo con una gioventù incredibile — mi consenta di dirlo — , sta crescendo; umanamente — ce lo consenta — in quest' anno siamo anche un po' colleghi. è così evidente la sua felicità di poter servire così il paese; di poterlo servire e di averlo fatto e di servire anche in un settore che lei non ha mai voluto coltivare, che è quello della politica e delle responsabilità politiche . vada fino in fondo, con rigore, a questa scelta. non importa, non esistono i physique du rôle ; bisogna dismetterli. oggi, però, dire al paese e consentire di dire che questo Governo ha programma ed un assetto tale per cui tutti i ministri, se vogliono, possono essere candidati perché non vi è il rischio che siano candidati su fronti contrapposti e che questo ministero, così come adesso viene costituito, annuncia gigli italiani che se queste forze politiche avranno la maggioranza si avrà una politica di sacrifici forse ancora più dura, sacrifici che verranno richiesti e praticati, ma perché riteniamo di avere guadagnato la fiducia per poterli ritenere praticabili; mentre dall' altra parte vi sono ancora ritardi, ambiguità, incertezze, immaturità in termini di responsabilità, incapacità di distinguere fra l' essere impopolari e l' essere antipopolari. magari sbaglierebbe, magari sbaglieremmo, ma è quello che lei, nella sua esperienza, sicuramente non può non avere riscontrato. vede, signor presidente del Consiglio , la Banca d'Italia è stata un po' un tabù per molti, soprattutto in questi banchi. io vorrei dire che anche in questo, nel parlare del vecchio regime per uscirne, nessuno è del tutto salvo. per parlare di qualcosa che è stato venerato da tutti, o da quasi tutti, come la Banca d'Italia di Baffi, lei crede davvero che quella Banca d'Italia abbia operato in quegli anni, rispetto al credito, alle istituzioni del credito, allo scempio del credito, delle banche, delle nomine, e via dicendo, tanto quanto avrebbe potuto operare? non importa la risposta; senza una magistratura fondamento di Tangentopoli, ma anche senza le altre grandi istituzioni dello Stato, ivi compresa la Banca d'Italia , culturalmente acquisite ad una sorta di realismo politico , noi non saremmo giunti dove siamo arrivati. allora, rivendichiamo qui: primo, abbiamo aperto la legislatura in questo Parlamento in modo alto, serio e meritorio per la patria e la democrazia! questo Parlamento, eleggendo prima i presidenti delle Camere e poi il presidente della Repubblica , nelle condizioni in cui eravamo, ha reso possibile questa sorta di rivoluzione ancora in un clima di tolleranza, sia pure relativa, consentendo ai governi di governare. questo Parlamento, consentendo il Governo Amato ed il Governo Ciampi, ha sicuramente bene meritato, e ha bene meritato attraverso la sua maggioranza. questo Parlamento, trattato costantemente con la stessa feroce e plebea viltà di un quarto potere (il regime, durante il trentennio del regime che ha cercato di criminalizzare il Parlamento, non merita assolutamente di essere considerato come un Parlamento... ha fatto errori enormi: io personalmente ne sono stato e ne sono disperato, ma in termini di decoro e di dignità, dinanzi al quarto e al terzo potere, noi abbiamo il diritto, colleghi, di rivendicare serenamente pari dignità e di non accettare discriminazioni. per far questo, in più... vorrei cogliere gli ultimi minuti che ho a disposizione, signor presidente , per dire alcune cose chiare a proposito del Capo dello Stato . quest' ultimo, come il presidente del Consiglio ha avuto l' accortezza e l' intelligenza di ricordarci, è il Capo dello Stato che dinanzi ad un riflesso istintivo del presidente del Consiglio — ne ho parlato in altra sede — ed alla logica formale... il presidente del Consiglio ha dichiarato il 29 dicembre che, dinanzi alla nostra mozione di sfiducia , l' istinto, il riflesso e la logica formale lo avrebbero probabilmente indotto a dimettersi. ma egli stesso dice: il Capo dello Stato , con i presidenti delle Camere, attraverso il comunicato — niente di dietrologico — , mi sembra del 23 dicembre, mi hanno suggerito un' altra strada. il nostro presidente, alla conferenza dei capigruppo , aveva dovuto resistere alla richiesta che si facesse il dibattito il 27 o il 28 dicembre, oppure il 2 o il 3 gennaio, e ci aveva proposto il 7 gennaio: a noi sembrava forse non del tutto adeguato. ebbene, è dall' espressione degli impegni di Governo, ma anche da quella riunione, che al nostro presidente della Camera , poi, come ci ha spiegato, sono giunti gli estremi per indire oggi, e non tre, cinque o sette giorni fa, questa nostra riunione. riunione che ha permesso, intanto, il maturarsi di diverse convinzioni, del dibattito, del dialogo, da tutte le parti dell' Assemblea, amici. ma questa maturazione oggi esige di dire alto che chiunque conosca il collega Scalfaro, chiunque conosca questo Capo dello Stato , chiunque abbia non ragion di Stato , ragion di partito o di parte, ma senso dello Stato e della tolleranza deve riconoscere che il Capo dello Stato ha rappresentato e rappresenta un presidio di regole, di saggezza e di limpidità che è folle negare pregiudizialmente, come si sta facendo. certo, accade che nella sventura si morda proprio la mano che ci viene tesa, e qui non pochi stanno cedendo a questa tentazione. ma cerchiamo di pensare un solo istante al Capo dello Stato . certo, i limiti sono qui. io ho proposto di dire chiaramente: perché non proponiamo una soluzione alla Camera, all' opinione pubblica , al presidente del Consiglio , al Capo dello Stato ? Segni, Pannella, o, che so io, Ayala, riformatori, un progetto aggiornato, elezioni, 10 aprile, 15 aprile, con una politica chiara. allora è possibile anche al presidente del Consiglio , non dinanzi a suggestioni individuali ma al maturarsi di una proposta politica spessa, sceglierla o negarla. ed è anche possibile per il Capo dello Stato scegliere di riflettere e dare tempi di maturazione a virtualità diverse, che sono manifestamente informazione. ma quando Mino Martinazzoli, segretario della Dc, non lo si trova mai, quando Mariotto Segni si lascia male interpretare, magari dalle agenzie, e sentiamo che non è disposto... ma certo che invece Mariotto Segni è pronto a servire lo Stato, a servire la democrazia, se questo gli viene richiesto! e certo che io dico di essere pronto e capace di fare questo! ebbene, bisogna dire che dinanzi alle offese al presidente della Camera , al presidente del Senato , al presidente della Repubblica , ad un ordine giudiziario che non promuove d' ufficio le calunnie, ma aspetta che si muovano a livello individuale e privato, è la stessa magistratura che si comporta come si è comportata dinanzi alle autorizzazioni a procedere date a Culicchia e ad altri nel giugno di due anni fa. e ancora oggi ciò si traduce in non giustizia, in non processi, in non condanne e in non assoluzioni! la politica del diritto e della giustizia è urgente, signor presidente del Consiglio . la convocazione del G7 è fatta a Napoli dall' Italia e richiede un Governo ed un Parlamento che siano mobilitati sulla politica estera . abbiamo un ministro degli Esteri che, se mai v' è un galantuomo, una persona attenta ed intelligente, è lui. ma non c' è politica estera perché non c' è politica estera del Governo! lei stia attento, signor presidente del Consiglio . vi è un bell' articolo di Rodotà su il manifesto. consentitemi, una volta l' anno, di cogliere questa preziosa occasione che mi viene offerta e da Il Manifesto e da Rodotà, occasione che mi viene data all' incirca una volta ogni lustro! attenzione, un governo provvisorio che sia debole per mille contraddizioni o perché non è sufficientemente nuovo rischia di essere un Governo autoritario, signor presidente del Consiglio . e proprio le persone miti come lei, in situazioni di debolezza e di non adeguatezza collettiva, politica e istituzionale, possono rischiare di dover votare e governare con decreti legge emanati uno dopo l' altro, costantemente, e di dover affrontare il problema del G7 non con una équipe ministeriale impegnata sin da adesso a ciò continuamente, nei vari tavoli di preparazione, o impegnata a dare una immagine del paese anche sul problema della ex Jugoslavia e sul fronte di Maastricht, che è una catastrofe sul piano del cammino storico degasperiano della nostra democrazia. ecco quello che mi auguro venga fuori da questo dibattito. ritengo sia un atto di crescita, di salute possibile non consentire lo squallido prepararsi di etnie politiche a confronto, sotto la copertura progressista, moderata, ed altro. sono sconti etnici, non politici e programmatici. c' è una sinistra sociologica — e non altro — che si può sviluppare su un' ipotesi di conquista del potere, con frontismi oggi più affamati e più organizzati, ma con il rischio, più o meno, di inquinare altrettanto le linee che si portano avanti. e l' etnia moderata, le altre che vengono fuori, sarebbero il disastro. occorre invece proporre un Governo ed una politica di Governo con omogeneità degasperiana, quella che nel 1949 gli amici de Il Mondo , la sinistra liberale molto più che la destra ed il centro, hanno voluto e sorretto con Mario Pannunzio, con Ernesto Rossi , con tutta la sinistra liberale dei Carandini e dei Cattani, mentre magari la destra liberale aveva su ciò dei dubbi ed era timida. questa omogeneità democratica che si propone in alternativa ad altre possibili soluzioni, anche se democratiche. questo è quello che ci auguriamo. e ci auguriamo anche, con franchezza, che si respinga questo ricatto della mediocrità e che in nessun colle della Repubblica, nemmeno in questo, e se possibile neppure in quelli del quarto potere , si ragioni in termini di dieci o quindici giorni, perché ciò è offensivo e mortificante. vi sono urgenze alle quali stiamo assolvendo; la fretta, che non si comprende bene, che ci viene imposta, per cui saremmo democratici se vogliamo il 27 marzo e saremmo antidemocratici se vogliamo il 10 aprile, è cosa della quale è bene fare giustizia. ed io sono certo che dobbiamo trarre motivi chiari e semplici da questo dibattito; credo che dovremmo trovare insieme quali siano gli atti legislativi possibili, necessari ed urgenti e, sapendo che bastano quarantacinque giorni e non settanta per indire le elezioni, fare tesoro al massimo del tempo parlamentare legislativo ordinario per il bene del paese e della Repubblica. cosa faremo di questa mozione, signor presidente del Consiglio , lo diranno le prossime ore, lo diranno gli altri interventi. è chiaro che questa mozione non va in un senso negativo, ma nel senso positivo vero, iniziale, semanticamente, di benservito al Governo che ha vissuto fino a quando ha fissato di vivere con pienezza politica. ha ben servito la patria, ha ben serviti lo Stato. ovviamente lo dico lo, non lo dici tu. fate il blocco progressista, noi diciamo che ha ben servito, che questo Governo ha ben servito. ma proprio per questo, signor presidente del Consiglio , credo che non possiamo minimamente raccontare a noi stessi ed al paese che da gennaio a giugno, in questi sei mesi, non si debba cogliere l' opportunità, che abbiamo creata, di un Governo più forte che irrobustisca la linea e la forza che abbiamo guadagnato, che renda meglio capaci di attraversare anche questo semestre; creare questo « meglio » umile ma certo, ha una sola controindicazione, quella di rinunciare all' illusione di avere la tollerante neutralità del 90 per cento di questa Camera. quando questa Camera ha avuto maggioranze del 95 per cento ha costruito, negli anni dell' infame ed antidemocratica unità nazionale , le sventure del nostro paese e delle nostre istituzioni. noi d' altra parte sappiamo benissimo che abbiamo avuto nel 1987 un precedente, anche quello poco nobile, da ricordare (spero che nelle scuole poi si insegni), per cui, vergognosamente, per accordo Dc — De Mita parlerà — De Mita , Cossiga, Natta, si chiese non la fiducia delle Camere, come imposto dalla Costituzione, ma la loro sfiducia. il fummo insieme. nel 1987. questo perché con la sfiducia si governa lo stesso fino a giugno. credo che non ci debbano essere spazi per cinismi o per corrività. il cittadino, la persona, il presidente del Consiglio Ciampi rifletta se non può far tesoro, nelle prossime ventiquattr' ore , di questo nostro dialogo, per il paese, per la democrazia e anche un po' per questa Europa, che resta sullo sfondo, ma che sta vivendo e provocando tragedie. è questo semplicemente che sta accadendo, signor presidente del Consiglio . per quanto solenni appaiano i momenti, è nella cruna d' ago dell' umiltà delle riflessioni di ciascuno che forse si possono creare le cose più grandi o impedire le più grandi sventure. faccia tesoro di questo Parlamento, di questo presidente della Repubblica (almeno il presidente della Repubblica lo merita di certo); ma faccia tesoro anche della sua innocenza, non della sua ingenuità; faccia tesoro di quello che, se lei si ascolta, sicuramente la sua coscienza le suggerisce. se non ci fossero i laccioli della politica e lei potesse agire come governatore della Banca d'Italia e via dicendo, sicuramente lei migliorerebbe l' équipe e renderebbe più chiaro il programma e il discorso annuale. le chiediamo di fare questo. non ascolti coloro che le dicono invece che tanto questo non si può, che ormai le cose... « ormai » e « comunque » non sono avverbi per lei, e non sono avverbi per i vivi. « ormai » e « comunque » sono avverbi per coloro che credono di continuare a portare avanti, ma portano indietro la loro e l' altrui esistenza. niente « ormai » ! niente « comunque » ! signor presidente Ciampi, sia quello che è stato lo scorso anno e per tutto lo scorso anno ! sia quindi qualcuno che dà la propria singolarità, la propria forza e la propria prudenza al paese e a noi tutti! io credo che allora potremmo avere molte sorprese. grazie ai colleghi che con la loro firma hanno consentito a tutti noi, al paese, al Parlamento, con questa mozione di sfiducia , questo momento che si apre — credo — di dibattito, di riflessione e spero di incunabolo di novità che sono possibili ed urgenti.