Achille OCCHETTO - Deputato Maggioranza
XI Legislatura - Assemblea n. 293 - seduta del 18-12-1993
Sulla situazione economica del paese
1993 - Governo III Rumor - Legislatura n. 5 - Seduta n. 279
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , vorrei ricordare che il professor Ciampi, all' atto della costituzione del suo Governo, si rivolse al Parlamento sollecitandone la fiducia morale. noi motivammo allora la nostra astensione proprio con l' intento di concedere tale fiducia ed eravamo a ciò mossi dal riconoscimento della necessità e dell' umiltà dello sforzo del Governo, al quale assegnavamo l' obiettivo fondamentale di guidare in tempi brevi il passaggio dal vecchio al nuovo ed in rapporto al quale rivendicammo fin dall' inizio, ove non vi fossero stati segnali evidenti di discontinuità rispetto alle politiche precedenti sul terreno economico e sociale , la nostra totale autonomia parlamentare. anche per queste ragioni affermai allora che questa fiducia ci rendeva per così dire creditori di azioni positive per una transizione rapida, tale da aprire la strada alle alternative programmatiche, alla competizione democratica tra una coalizione progressista e di sinistra ed una coalizione moderata e conservatrice, ad una fase finalmente nuova nella vita della Repubblica. quanto tale processo sia ormai maturo nel paese è stato dimostrato con ogni evidenza dall' esito del voto del 21 novembre e del 5 dicembre e dall' affermazione vigorosa delle forze progressiste: un evento giudicato di straordinaria portata per le prospettive dell' Italia in Europa e fuori dall' Europa. ho apprezzato il fatto che il presidente del Consiglio abbia dichiarato il 15 dicembre che entro pochi giorni questo Governo sarebbe stato in grado, con l' aiuto delle Camere, di considerare raggiunti gli obiettivi fondamentali del programma e sarebbe poi rimasto in attesa delle decisioni del Parlamento e del Capo dello Stato , con ciò riconoscendo dunque la conclusione del tempo politico del Governo e l' adempimento della sua funzione di servizio. in questo quadro ha luogo dunque il voto sulla legge finanziaria . la valutazione che noi diamo della legge è estremamente ponderata. la convergenza su un punto programmatico rilevante come il risanamento della finanza pubblica e l' abbattimento del debito, il contenimento di alcuni fra i più evidenti aspetti di iniquità, ciò che si è ottenuto con l' impegno rigoroso nel confronto parlamentare in materia di politiche sociali : tutto ciò indubbiamente è rilevante e positivo. non è una colpa, onorevole Novelli, aver cercato di migliorare la finanziaria e riconosco da parte mia il merito della Rete che, nella sua autonomia, ha comunque aiutato un lavoro contro ostruzionismi che sarebbero diventati gravissimi. ma ciò non basta a cancellare la nostra insoddisfazione su una serie di problemi che consideriamo decisivi per l' indirizzo di Governo e per il futuro del paese. parlo in primo luogo della scuola, la cui autonomia e la cui prospettiva di riforma, coessenziali per una politica di sviluppo del paese , appaiono ancora in forse ed in nome delle quali si è levata la protesta di centinaia di migliaia di studenti ma anche del mondo della scuola nel suo complesso. parlo della sanità; parlo delle pensioni, in rapporto alle quali, nonostante i positivi risultati conseguiti e da noi apprezzati, siamo ancora troppo lontani dall' affermazione piena di esigenze elementari di equità e di solidarietà e da un avvio di una riforma del modello di risparmio e di accumulazione pensionistica che sola può consentirci di evitare le secche delle diseconomie e delle iniquità. parlo soprattutto dell' occupazione: è fin troppo evidente in questa finanziaria quanto fragile e precario appaia il legame fra risanamento finanziario e spesa pubblica da una parte e riqualificazione degli investimenti, rilancio dell' economia e sensibilità ecologica ed ambientalista dall' altra, e quanto quindi l' insieme delle misure relative all' occupazione appaia, nonostante le correzioni apportate, strutturalmente inadeguato. sappiamo bene signor presidente , sappiamo bene, onorevoli colleghi — e qui spiego ciò che qualcuno si attende da me — , che questo Governo per le ragioni che ho ricordato all' inizio, cioè per i limiti del suo mandato, non sarebbe stato in grado di mettere in campo progetti di soluzione delle grandi questioni economiche e sociali, che sono propri di una compagine che invece può e deve durare. per questo abbiamo sempre considerato una ingenerosa finzione quella di pretendere un comportamento da Governo di legislatura da parte di un Governo a cui noi stessi ed altri affidavamo essenzialmente la funzione di non durare, di portarci su basi nuove alle elezioni. l' elementare onestà intellettuale che ci guida, anche a scapito di vantaggiose demagogie, ci ha indotto a non domandare di più di quanto era richiesto e promesso, dal momento che per noi il principale obiettivo di cambiamento e di risanamento era ed è quello di voltar pagina con un nuovo Parlamento ed un nuovo Governo. ma voglio dire di più: è mia profonda convinzione che i nuovi progetti riformatori possono essere messi in campo solo dal prossimo Governo, nell' intento e nella speranza che dopo le prossime elezioni politiche a guidare il Governo potrà essere una grande alleanza delle forze democratiche di progresso. e solo questa alleanza potrà innestare le strategie di innovazione e sviluppo sulle politiche di risanamento e di abbattimento del debito pubblico , facendo strutturalmente fronte al grande problema della nostra economia e della nostra democrazia, che è anche il grande problema dell' economia e della democrazia europea: quello dell' occupazione. ma noi non pensiamo certo che un tale programma possa essere elaborato e realizzato sulle rovine e l' instabilità endemica di una crisi economica , sociale e politica tuttora grave e irrisolta. non siamo mai stati — e meno che mai lo siamo ora — fautori del disordine e del caos. altri si assumono oggi pesanti responsabilità di questo tipo per contrastare in ogni modo la prospettiva di una democrazia delle alternanze, una prospettiva nella quale tocchi finalmente alle forze di progresso dirigere il paese. la compagine democratica e nazionale della Repubblica è sottoposta da un nuovo terrorismo ideologico nei confronti della sinistra ad una tensione intollerabile. in questa situazione tocca in primo luogo alle forze di sinistra e progressiste, laiche e cattoliche, impegnarsi per assicurare al paese condizioni irrinunciabili di certezza democratica, di stabilità istituzionale, di sviluppo e di progresso. a tutte queste forze e fra esse al Partito Democratico della Sinistra tocca il compito assai arduo di garantire a questo paese, stretto fra la minaccia della bancarotta politica e morale e quella dell' avventura e del salto nel buio, il soddisfacimento di una fondamentale esigenza: garantire il governo democratico del paese. il senso dell' interesse nazionale , l' etica pubblica di una classe dirigente consapevole delle proprie funzioni sono stati abbandonati sul campo da un ceto politico inaffidabile. ecco perché abbiamo a più riprese affermato negli ultimi tempi l' impegno nostro e di tutte le forze di progresso a garantire al paese certezza, stabilità democratica ed abbiamo dato anche il nostro contributo a rassicurare i mercati internazionali , perché riteniamo che anche un' eventuale vittoria della sinistra debba innestarsi non sul caos.... non importa, signor presidente , perché queste urla sono il segnale più evidente dell' efficacia delle cose che stavo dicendo. riteniamo che anche un' eventuale vittoria della sinistra debba innestarsi non sul caos, bensì su un margine ragionevole di comune sicurezza. pensavo che questa fosse un' affermazione da applaudire da parte di tutte le forze che hanno creduto nella democrazia e non da accettare con mugolii che non esprimono, certo, intelligenza politica. sappiamo, dunque, di doverci assumere un carico, una responsabilità positiva anche per coloro che oggi preferiscono votare contro. ci assumiamo la responsabilità di fornire all' alleanza delle forze democratiche e di progresso che si candidano al Governo del paese un quadro di sicurezza e di certezza. con il nostro voto intendiamo, dunque, accelerare e rendere certe le condizioni di un ricambio immediato. in questo senso va il nostro impegno perché, anche attraverso il varo della legge finanziaria , sia possibile affrontare le condizioni dell' impegnativo programma di ricostruzione nazionale cui il paese ha diritto; il che fa tutt' uno con la necessità democratica nazionale di andare immediatamente ad elezioni politiche generali. ecco il senso del nostro voto favorevole alla legge finanziaria . giudichiamo che essa concluda...... l' operato di un Governo che ha assunto come compito fondamentale quello di guidare il passaggio ad una nuova fase della vita della Repubblica. varando la legge finanziaria confermiamo il nostro impegno — che è anche l' impegno di tutti i progressisti — ad assicurare fin da ora le condizioni più favorevoli per la ricostruzione economica, civile e morale della nazione, per l' affermazione, attraverso le elezioni politiche generali, di un' alleanza di progresso alla guida dell' Italia.